1. Mint

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La strada davanti a me sembra così lunga e, sinceramente, a quest'ora della notte proprio non mi va di camminare. Striscio le scarpe consumate a terra, è tutto così noioso. C'è solo qualche lampione acceso ad illuminare l'asfalto bagnato: ha appena smesso di piovere. Alcuni lampioni sono rotti, in altri punti proprio non ci sono, ma non ho paura, per quanto sia buia la strada ho smesso di avere paura tempo fa, del buio. Intorno a me echeggia il silenzio, forse è bello, forse lo trovo rilassante, forse sto solo cercando di trovare qualcosa di bello in questo. Sono uscita di casa che erano le tre del mattino, nel bel mezzo della notte mi ero accesa una sigaretta e avevo cominciato a camminare. C'era molta aria e l'odore della pioggia era così buono. Avevo camminato per un po', in realtà non sapevo nemmeno io dov'ero diretta, solo che non volevo passare un'altra notte chiusa in casa a fare nulla, tanto di dormire non ne avevo proprio voglia.

Chiudo velocemente la giacchetta in pelle quando sento un brivido attraversare la mia spina d'orsale. Così freddo. Non mi giro, però, per tornare a casa, no, anche perché non ho la più pallida idea di dove sono. Magari domani chiederò a qualcuno indicazioni.

Mentalmente sto mandando a fanculo i miei amici, a quelle cazzo di feste e domani probabilmente si fingeranno preoccupati per me. Non ho il telefono dietro, quindi se mi succedesse qualcosa...nulla.

Sposto lo sguardo da un lato all'altro della strada ma non vedo nulla, nessuna macchina. Cammino velocemente verso il marciapiede davanti a me ma lo supero, cominciando a camminare su un enorme prato verde, non ci sono fiori, non c'è nulla, a parte un piccolo parco giochi poco distante. Solo prato, un'ampia distesa di prato.

E ancora mi chiedo che diavolo sto facendo. Era inutile stare a casa, si, ma magari potevo ordinare una pizza o andare al McDonald's, al posto che imboscarmi chissà dove. La mia mente continua a vagare, mi chiedo perché sono qui, frugo tra i miei ricordi e le mie mani lasciano cadere la sigaretta ormai del tutto consumata a terra e ne afferrano velocemente un'altra dal pacchetto, che viene subito incastrata tra le mie labbra screpolate e rotte. Sospiro, quando il calore della fiammella si avvicina pericolosamente al mio viso per accendere la mia sigaretta. Dio, che freddo.

Prendo un lungo tiro, spostando poi la sigaretta dalle mie labbra e lasciando uscire il fumo, annebbiando l'aria che poco prima era così pulita. E ancora guardo intorno e..nulla. È tutto così fottutamente noioso, vuoto, triste. Bè, forse dovevo smettere di parlare.

Impreco mentalmente, quando delle forti mani si appoggiano sui miei fianchi e sussulto. Sono così violente. Stringono la mia pelle con forza, quasi a voler rompere le mie ossa.

Mi mordo con forza il labbro, socchiudendo gli occhi e cerco di trattenere un urlo quando sento le mani dell'uomo, o chissà cosa, attraversare la mia schiena fredda. Cosa diamine è?

Scuoto appena la testa, stringendo con forza gli occhi e sento una specie di grugnito all'orecchio, che mi fa lasciare la sigaretta che era ancora tra le mie labbra.

"Ti prego, lasciami..." La mia voce esce in un sussurro ed io odio farmi vedere spaventata, anche se ne ho tutte le ragioni.

Le mie labbra si aprono e sto urlando e piangendo e posso sentire del sangue colare sui miei fianchi e la mia pelle lacerata. Credo di poter resistere, è un dolore minimo, ma so che passerò il peggio.

E ancora urlo, quando la stessa sensazione orribile la sento sul collo. Per fortuna sono tagli superficiali, profondi ma non troppo da causare danni seri.

Lui sibila contro il mio orecchio e dei denti lo mordono con forza, per qualche secondo ho avuto paura che lo staccasse.

Io mi dimeno sotto la sua stretta forte, agito le braccia e urlo, sperando che un miracolo mi salvi. Ma, ovviamente, chi verrebbe mai a salvare una sfigata che alle tre passate del mattino sta per essere uccisa?

Acid Blood | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora