La solita storia

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Mi svegliai riposata, forse un po' troppo e poi mi ricordai, la scuola. Saltai giù dal letto e guardai l'ora sul mio telefono, ero in ritardo e a malapena sarei riuscita ad entrare in orario, dovevo entrare per forza a seconda.
"Jack svegliati!" Dissi scuotendolo
"Mmh" si girò mettendosi un cuscino in faccia "Idiota è domenica"
Mi fermai di botto e controllai meglio, ecco perché la sveglia non era suonata.
Tornai a letto o meglio, tra le sue braccia e chiusi dinuovo gli occhi.

Mi svegliai con il telefono di Jack che squillava per la centesima volta, ma chi era?
"Che c'è?" Disse rispondendo più incazzato che mai. Mi voltai per guardarlo e sentì una serie di risposte fredde.
"Avevo da fare"
"Non hai un passaggio?"
"Non ci vengo"
"Non mi interessa, sono affari suoi"
"Ciao"

Posò il telefono con troppa forza sul comodino e si alzò, si stava preparando per uscire.
"Te ne vai di già?" Chiesi dispiaciuta
"Mi hanno rovinato la giornata" tagliò corto
"Cos'è successo?" Chiesi mettendomi seduta
"Alice ti risponderei male e non voglio litigare con te, poi ti spiegherò tutto" mi guardò dubbioso "Ci sentiamo"
Disse dandomi un bacio e andandosene aprendo la porta.
Non riuscivo a capire se fossi più stupita per il fatto che mi avesse baciata, per il fatto che mi avesse detto a dopo o perché non mi aveva dato spiegazioni.

Per il resto della giornata non mi sentì con Jack e neanche con Ian e venni a sapere da Nick che erano insieme, chissà cose avevano di così importante da fare.
Ne approfittai per studiare qualcosa e mantenere la mente impegnata.

-
L'indomani andai a scuola con Ian e mi disse che erano stati tutto il tempo da Cole anche se Lily continuava a chiamare Jack e a dirgli di tornare a casa dove c'erano Criss e Tiffany. Ero contenta che non ci fosse andato e che le avesse evitate.
"Buon giorno" disse Alida sedendosi sul muretto
"A prima ora ho compito, non iniziare con la tua stupida felicità" disse Sabryna
"Io me ne vado prima" rise Ian
"Dove vai?" Gli chiese Gemma
"Arriva mia nonna, sai, si trasferisce da noi" me ne ero completamente dimenticata.
La nonna si era stancata di vivere da sola in Georgia così mamma le aveva proposto di venire a stare da noi per un po' ed io cone al solito mi ero dimenticata di un avvenimento importante.
Doveva arrivare anche mia zia con lei, per una "breve vacanza" come la chiamava lei. Ecco, mia zia mi preoccupava, ora ricordavo perché non ci avevo pensato nolto.
"Magari mi porti con te" rise Criss. Quanto odiavo la sua voce?
Mi voltai a guardarla e stava abbracciando Jack.
Il mio cuore era diventato di pietra e avrei voluto spaccarle la faccia.
Jack vide il mio sguardo e si allontanò da lei.
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa la campana suonò e velocemente cercai di raggiungere la mia classe.
"Ora scappi?" Rise prendomi per un polso
"Vai dalla tua amica, ah, buongiorno" dissi liberandomi
"Sei gelosa?" Mi raggiunse
"Qualche problema?" Rise

Entrai in classe prima di sentirlo parlare ancora e raggiunsi il mio banco.
Le ore di lezione furono le più brutte della mia vita, tutti i prof di quel giorno interrogarono e anche se non fui chiamata l'ansia c'era e quando le lezioni finirono ne ero sommersa.
"Vuoi un passaggio?" Mi chiese Cole
"Come mai questa gentilezza? Tu non dai passaggi neanche ai tuoi parenti" risi
"Un tucano mi ha detto che non vuoi vedere certe persone.." ecco che iniziava con i suoi esempi stravaganti
"Penso che il tucano sia bene informato"
"Sapessi il passero!" Continuò facendomi ridere più forte e aprendo la macchina
"A me il passero ha detto una cosa invece" dissi pensando a Nick. Sembrò capirmi al volo e il suo sorriso si spense
"Sono confuso e imbarazzato e dovrebbe parlarmi"
"Ha paura di farlo"
"Anche io" mi guardò pensieroso
"Perché?"
" Perché non so come affrontare la situazione, è tutto nuovo per me"
"Aspetta quindi anche tu sei gay?"
Domandai stupita.
"Sono sempre stato bisex, ma niente di serio"
Perché tutti gli amici di Jack avevano le sue stesse abitudini?
Ecco, proprio in quel momento mi squilló il telefono.
Era lui.
"Cosa vuoi?" Risposi e Cole sorrise maliziosamente
"Ci vediamo a casa tua" mi disse e riagganció.
Questa cosa mi stava iniziando a dare su i nervi. Doveva smetterla di giocare con me.
La cosa che mi aveva dato su i nervi era il fatto che neanche mi avesse salutata e alle mie spalle abbracciava la bella Criss.
Cole entrò in casa con me e come al solito, la sfortuna volle che tutti fossero a casa.
"Alice" disse la nonna vedendomi e abbracciandomi "È il tuo ragazzo? Un po' magro"disse
"Sono un suo amico" disse Cole che venne travolto da un abbraccio
"Eccola qua la zucchina vivente" oddio, mia zia iniziava con quella storia?
Da bambina giocavo con un bambino e un giorno quando mi ero fatta male lui era venuto a trovarmi e io gli avevo tirato una zucchina addosso, da quel momento mi chiamava così.
"Che ci volevi fare con uno come lui da sola in casa?" Mi chiese.
Leggevo l'imbarazzo di Cole nei suoi occhi e mio padre che sbucava dal corridoio seguito da Jack non era il massimo.
"Ma che sta succedendo?" Chiese mia madre scendendo con i capelli bagnati?
"E lui da dove sbuca?" Chiese la nonna vedendo Jack stupito
"Nonna lui è un mio amico" disse Ian cercando di risolvere la situazione
"Un burrito?" Chiese e Cole iniziò a ridere insieme a mia zia, la sua risata imbarazzante mi fece sprofondare nella vergogna. Mia zia non rideva, urlava.
"Un amico!" Urlò Ian serio
"Ho dimenticato l'apparecchio in cucina, scusa" disse tranquilla lei
"Cosa ci faceva in camera tua?" Chiese mio padre serio. Non sapevo cosa rispondere e Ian decise di togliere dai piedi un po' di persone. Dovevo approfittarne per inventarmi qualcosa.
"Dovevamo studiare" dissi cercando di essere credibile
"Com'è entrato?" Chiese ancora
"Ian?" Domandai cercando con lo sguardo Jack che parve sollevato
"Se ti trovo ancora lì sei morto" gli disse mio padre andandosene
"Hai detto le mie stesse parole" disse lui facendo un respiro di sollievo
"Senti c'è la mia famiglia dall'altro lato, non voglio stare qui con te" dissi fredda
"Beh, andiamo" disse lui tranquillo

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