Bisogna andare avanti

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Ritornai a casa piangendo e con il cuore a pezzi. Non riuscivo a credere che in meno di una settimana fossero successe tutte quelle cose. Come potevano essersi create e distrutte tantissime emozioni in pochissimo tempo. Le parole di Criss erano state come delle lame, che mi avevano attraversato la pelle ed erano giunte al mio cuore, lacerandolo in mille pezzi. "Mi ha detto che mi ama e che tu ci stai solamente ostacolando, non so come fartelo capire che devi stargli lontano, sai che mi stai simpatica Alice, non rovinare tutto", queste erano state le sue parole. Se me le avesse dette poco tempo prima le avrei riso in faccia, ma in quella situazione assumevano un ruolo diverso. Per Jack ero stata una delle tante, un giocattolo da usare fino a quando non si sarebbe messo con lei. In un certo senso capivo Tiffany, l'aveva fatta sentire speciale ed unica e poi era scomparso. Ma io non gli sarei corsa dietro come lei, io sarei andata avanti.
"Alice cos'è successo?" mi chiese Ian quando andai in camera sua, vedendomi in quello stato si era preoccupato. Corsi subito ad abbracciarlo e gli raccontai tutto. Alla fine non mi disse niente, mi aveva avvertita, lui era così, c'era da aspettarselo. Non sarebbe cambiato.
"Ian sono stata una stupida, mi avevi avvertita che sarebbe finita così, ma pensavo fosse diverso." Gli dissi stringendomi a lui.
"Non riesco a credere come abbia fatto a comportarsi così." Dal suo tono di voce sentivo che era arrabbiato
"Ti chiedo solo di non litigarci di nuovo, non per colpa mia almeno."
"Come faccio a non odiarlo dopo questo Alice?" non sapevo cosa dirgli, aveva ragione. Se fosse successo a lui probabilmente mi sarei incavolata tantissimo e la mia reazione non sarebbe stata delle migliori.

Volevo mandare un messaggio a Lily per sfogarmi un po', così la cercai tra i contatti. Scorrendo vidi quello di Jack, aveva ancora la foto che ci eravamo scattati al mare, mi fece malissimo vedere noi due così felici, quando in realtà per lui quei momenti non eranoo niente. Mi sembrava che le sensazioni provate fino a poco tempo prima fossero state un'illusione. Una bellissima illusione.

Jack si assentò per circa sette giorni ed in quel tempo la mia ferita si rimarginò un po'. Gli allenamenti con le cheerleader proseguivano tranquillamente e ci stavamo preparando per la prima partita. Alida essendo ritornata al suo ruolo, aveva deciso di farmi scendere in campo con loro e Tiffany stranamente non aveva detto niente. Gemma era ritornata quella di prima ed un pomeriggio era venuta da me e mi aveva spiegato il motivo. Tiffany e le sue amiche l'avevano ricattata dicendole che se avesse continuato a stare con me avrebbero fatto vedere una sua foto a tutta la scuola, fortunatamente era riuscita a cancellarla. Pensai che quelle non erano delle ragazze, ma delle bambine che facevano i loro giochetti per sentirsi 'grandi'.
Io e Nick avevamo legato parecchio e lo consideravo quasi il mio migliore amico, ma prima di dirglielo ne volevo essere certa. Non mi piaceva etichettare le persone e poi non considerarle tali, volevo che se entrassero a far parte della mia vita in un certo modo, ci restassero anche in futuro. Sfortunatamente Ian e Jack litigarono a causa mia, ma non avevo tempo per essere dispiaciuta per loro, so che poteva sembrare egoista, ma dovevo pensare a riprendermi.
Quel pomeriggio, la mia classe e la classe di Ian avevano un incontro con un insegnate di autodifesa. Era un buon motivo per perdere ore di lezione, ma ricordai a me stessa che Jack sfortunatamente faceva parte di quella classe.
"Ho deciso di mettervi a coppie, un ragazzo ed una ragazza, in modo da farvi socializzare e rendere la cosa più realistica." Disse l'insegnante che scoprì si chiamasse Gale. Prese un elenco ed iniziò a leggere vari nomi. Io finì con Cole fortunatamente, mentre Gemma con Jack e Lily con Nick che le sorrideva con una faccia malefica. Ci mettemmo vicini e come al solito a causa delle battutine e le mosse di Nick scoppiammo a ridere.
Quando Gale ci spiegò cosa fare Cole mi guardò ridendo
"Vuoi fare il maniaco o la vittima indifesa?"
"Ovviamente il maniaco." Gli risposi
"Voglio vedere com'è sexy questo maniaco." Disse Nick incrociando le braccia.
Io e Cole ci fingemmo due attori.
"Signorina cosa ci fa tutta sola a quest'ora?" gli chiesi
"La stavo cercando!" disse lui con una vocina affemminata e gesticolando, scoppiai a ridere
Mi avvicinai e lo spinsi e iniziammo a fare l'esercizio.
"Si faccia toccare signorina!" gli dissi bloccandolo
"Riesca a prendermi prima." Disse e mi prese in braccio.
Quando mi girai vidi Jack fissarci, non riuscivo a leggere l'espressione sul suo volto, ma vederlo mi spiazzò completamente. Non lo vedevo da giorni e se ero convinta che il malessere mi fosse passato, in realtà era solo dietro l'angolo che aspettava il momento adatto per venire fuori.
"Alice andiamo e non fissare la gente." Nick mi prese sottobraccio e mi portò fuori, lontano dallo sguardo di Jack.
Lo seguì senza lamentarmi, aveva ragione, lo dovevo cancellare dalla mia testa. Attraversammo il corridoio e salimmo al piano di sopra per raggiungere un piccolo terrazzo dove di solito i ragazzi andavano per fumare, qualcosa mi diceva che voleva parlarmi. Aprì la porta e mi fece uscire.
"So che ti incazzerai con me, ma ho parlato con Jack di te." Sgranai gli occhi
"Ma sei un'idiota!" gli dissi. Adesso cosa pensava quel tizio di me? Mi vergognai di me stessa
"Calmati e ascoltami." Incrociai le bracciai e lo fissai, lui puntò i suoi occhi scuri nei miei ed iniziò " Non gli ho detto tutto, gli ho solamente detto che ci sei rimasta male e che comportandosi così non solo ha perso te, ma anche il suo migliore amico e tutti noi siamo costretti in un certo senso a scegliere con chi stare."
"E lui cosa ti ha detto?"
"E' questo il problema Alice. Mi ha detto che ha bisogno di tempo per pensare, ma a cosa gli serve pensare se a quanto pare ha già fatto una scelta? Se lui verrebbe da te tu cosa faresti?"
"Lo rifiuterei, so che mi potrebbe ferire ancora."
"Cazzate." Disse lui.
La porta si aprì e parlando del diavolo... Jack ci guardò alzando un sopracciglio, probabilmente si chiedeva cosa diavolo stavamo facendo lì dato che nessuno dei due stava fumando. Non mi andava di condividere dello spazio così ristretto con lui, così me ne andai senza dire niente.



Se c'era un giorno perfetto per assentarsi dagli allenamenti era quello, ma sfortunatamente non potevo, la partita era domenica e mancavano meno di tre giorni. La nostra esibizione era perfetta ed ero riuscita a convincere Alida per non farmi fare un parte dove mi vedessi molto. Oggi i ragazzi si allenavano nell'altra palestra, fortunatamente non li avrei visti, specialmente Jack, ma Criss si. Non mi aveva degnata di uno sguardo e stava sempre al cellulare, probabilmente si stava sentendo con lui tra una pausa e l'altra. Lily ed Ian avevano litigato e lei era molto giù per questo. Che potevo dire? Le cose andavano di male in peggio.

Mi trattenni più delle altre perché Lily era andata via prima del solito e non mi andava di stare nello spogliatoio con le altre che parlavo di quanto fossero adorabili Criss e Jack.
Ero da sola e non sapevo cosa fare, così presi una palla da basket e iniziai a camminare palleggiando. Era difficile guardare di fronte a me e mi chiesi come diamine facesse Ian a farlo, cambiando mano e guadando i suoi compagni, considerano che altri ragazzi cercavano di togliergli la palla dalle mani.
Attraversai tutto il campo e mi avvicinai al canestro. Presi la palla in mano e lo guardai, non facevo mai centro , in questo io ed Ian eravamo davvero diversi. La presi e la lanciai, come al solito non entrò e cadde per terra.
"Sei scarsa." Conoscevo l'ironia di quella voce e da dove proveniva, ma non volevo rispondere. Se il destino mi stava mettendo alla prova io non dovevo cedere.
Jack si avvicinò a me. Aveva ancora la sua uniforme e un'altra palla in mano. Con naturalezza si spinse un po' in avanti e lanciandola fece canestro.
"Riprova" mi disse porgendomi una palla. Che dovevo fare? No, non dovevo cedere
"Mi è passata la voglia." Feci per andarmene ma mi afferrò un polso
"So di aver sbagliato e so anche che chiedere scusa non basterà ma non mi ignorare così."
"Te lo meriti." Mi liberai dalla stretta ma mi tirò a se. Mi faceva male guardarlo negli occhi, mi faceva male averlo così vicino e non poterlo stringere a me come avevo fatto in passato, volevo sentirle il suo profumo da vicino, toccare la sua pelle calda, ma non potevo e faceva male.
"Ti prego Alice." Mi prese il mento tra le sue dita e mi costrinse a guardarlo.
"Ho il cuore a pezzi."
"Non dovevi innamorarti di me."
"Io non sono innamorata, non mi piaci."
"Allora non dovresti starci così male."
Aveva ragione, come dargli torto? Mentivo a me stessa più che agli altri. Si avvicinava e non mi sembrava reale, stavo cedendo. Fortunatamente si fermò in tempo.
"Non posso." Si allontanò da me.
Forse era meglio così, forse dovevamo restare per sempre lontani.

Il lato segreto della felicità.      Where stories live. Discover now