#1 Jack

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Alice non era venuta agli allenamenti e per tutta la giornata era stata assente e triste. Era colpa di Tiffany sicuramente, poteva cercare di tenere la bocca chiusa almeno per una volta. Erano stronzate quelle che aveva detto durante l'ora di pranzo su di lei, Alice era perfetta.
<<Lanson vuoi stare attento?>> mi urlò l'allenatore quando persi la palla. Tutti mi guardarono confusi, non era da me essere distratto durante gli allenamenti.
<<Scusi coach devo andare.>>
Uscii velocemente da scuola e salii in macchina, Lily se ne sarebbe andata con Ian. Tutti si sarebbe incazzati con me, ma ero troppo importante per essere cacciato dalla squadra. Non so per quale motivo stavo raggiungendo la casa di Alice, ma sapevo che era giusto così e preferivo vederla incazzata con me che con se stessa. Stavo diventando un cretino. Ian me lo aveva detto, se avevo veramente interesse per sua sorella sarei dovuto cambiare e secondo Cole ne ero disposto. Ma Cole era strano da parecchio tempo con me. Cosa ci stava facendo quella ragazza?
Imboccai la via per la sua casa e un'auto mi venne quasi addosso. Non vidi chi c'era alla guida, ma probabilmente era molto incazzato.
Parcheggiai lontano dal cancello, per cercare di nascondere la mia macchina.
Scavalcai il muretto e attraversai il prato diretto nella sua camera. Ormai le porte mi servivano a poco, amavo vederla sorpresa quando mi vedeva, oppure quando cercava di aggiustarsi i capelli legati chissà come, ma per me era sempre perfetta, non c'era un momento nel quale non lo fosse.
Aprii la finestra e la trovai in reggiseno davanti allo specchio. Aveva delle bende in mano e cercava di metterle su una ferita sulla schiena. Era in lacrime e quando si accorse di me mi disse di andarmene, ma le dissi di fare silenzio e l'abbracciai. Non sapevo cosa era successo, ma non volevo vederla in quello stato , mi si distruggeva il cuore. Le accarezzai i capelli e cercai di tranquillizzarla. Non sentendo più i suoi singhiozzi capii di esserci riuscito e mi sentii il ragazzo più forte del mondo.
<<Ti aiuto.>> Le dissi prendendo le bende. La ferita sulla schiena non era molto grande, ma era al centro di un grosso livido, le avrebbe fatto male almeno per due giorni.
<<Grazie.>> Disse rimettendosi la maglietta e asciugandosi gli occhi.
<<Dovresti essere agli allenamenti.>> Mi disse
<<Anche tu.>> Le dissi e un sorriso amaro comparve sul suo volto <<Cos'è successo?>>
<<Vuoi veramente saperlo?>> sembrò stupita dalla mia domanda.
<<Si.>> Dissi sedendomi sul letto con lei.
<<E' una storia troppo lunga da raccontare.>>
<<Non inventare scuse, ho tanto tempo a disposizione per ascoltarti.>> Le dissi.
Iniziò a raccontarmi di Mike, di come si erano conosciuti e di cosa era successo quando stavano insieme. Ogni parola che usciva dalle sue splendide labbra non faceva altro che alimentare il mio odio verso di lui. Come aveva potuto farle tutto questo? Aveva avuto la fortuna di averla per se e invece di renderla felice, l'aveva calpestata ed umiliata. Ora capivo perché Ian mi aveva detto di starle lontano, aveva paura che potessi farle ancora del male. Mi resi conto che forse ero stato un po' troppo stronzo nei suoi confronti.
Quando finì iniziò a piangere dinuovo tra le mie braccia, era uno strazio vederla così.
<<Alice sta tranquilla, si sistemerà tutto.>> Le diedi un bacio sui capelli.
<<Non si può risolvere tutto Jack, sono sola.>>
<<Ci sono io.>> Mi stupii di ciò che avevo appena detto. <<Ti chiedo solo una cosa.>>
<<Cosa?>> mi guardò con gli occhi un po' rossi e lucidi
<<Non sparire da sola come hai fatto oggi.>> Mi guardò confusa <<Ovviamente puoi sparire con me in qualsiasi posto.>> Come previsto scoppiò a ridere.
<<Sei troppo convinto per i miei gusti.>>
<<Sta zitta.>> Le tirai un cuscino
<<Sta zitto tu>> me lo ritirò indietro colpendomi il petto.

Scoppiò una vera battaglia di cuscini. Il suo letto era ridotto ad un ammasso di coperte e quasi tutti i cuscini erano finiti per terra.
<<Guardai che soffoco.>> Mi disse buttandosi su di me.
<<Davvero?>> le dissi girandomi e spostandomi su di lei.
Ci guardammo negli occhi. I suoi bellissimi occhi. Avevo bisogno di baciarla a tutti i costi. Forse lo voleva pure lei, ma dovevo almeno provarci. Stavo per baciarla quando qualcuno aprì la porta. Automaticamente mi spostai. Ogni volta che stavamo insieme arrivava sempre qualcuno a disturbarci e a rovinare il momento. Forse avevano un campanello d'allarme fatto apposta. Sua madre mi guardò e sorrise, io avrei voluto solo insultarla per aver rovinato il momento.
<<Jack non sapevo fossi qui.>> Guardò sua figlia in modo malizioso e poi la stanza
<<Beh Kate sono entrato dalla porta, come hai fatto a non vedermi non lo so.>> Le dissi andando a salutarla. Mi dispiaceva parecchio che i nostri genitori avessero litigato, ma forse potevano fare pace, chissà.
<<Vuoi restare a cena?>> mi chiese ed io guardai Alice. Lei distolse lo sguardo, era imbarazzata.
<<Certo>> le sorrisi, non potevo rinunciare all'occasione di vedere Alice a disagio.
<<Bene, ma rimettete in ordine questa camera, è un inferno.>> Disse chiudendo la porta
Alice mi guardò malissimo ed io le sorrisi. Presi un cuscino e glielo misi in mano
<<Aiutami invece di stare lì impalata a fissarmi.>>
<<Io ti odio, sai quanti film mentali si fa mia madre?>> mi chiese
<<E' colpa tua, dovresti imparare a tenere la porta chiusa.>>
<<E tu ad entrare dalla porta.>> Sorrise

Ian era sorpreso di vedermi con loro per cena ed io gli dissi che gli avrei spiegato tutto dopo, naturalmente omettendo alcune parti. Alice finalmente sorrideva ed era bello vederla così, per un attimo parve spensierata e felice.
Simon, suo padre, guardava Ian in cerca di risposte, ma lui lo ignorò completamente.
<<Jack ti ha detto tuo padre della cena di lavoro che avremo con i dipendenti?>>mi chiese, ovviamente non ci sarei andato.
<<Certo, ma credo di non andare con loro, non sono fatto per queste cose?>>
<<Sarà un peccato, ci andremo anche noi.>> disse Kate
<<Io non vengo.>> le disse Alice
<<Alice..>> l'ammonì suo padre. dal suo sguardo capì che gli avrebbe voluto tirare un piatto in testa.

Quando finimmo me ne andai subito ringraziandoli della bellissima serata, anche se la persona che cercavo era filata dritta in camera sua.

L'indomani raggiunsi Ian prima del suono della campana e ce ne andammo lontano dagli altri per parlare. Presi una sigaretta e la accessi. Ricordai la volta in cui Alice me la tolse dalle labbra, forse le dava fastidio il fatto che fumassi, o semplicemente, a volte le davo fastidio in generale.
<<Scusatemi ma ho avuto un problema.>> Disse Cole
<<Allora?>>mi chiesa Ian incrociando le braccia. Io mi poggiai al muretto ed aspirai
<<Passavo di lì e mi sono fermato.>> Tagliai corto. Non doveva sapere di Mike o avrebbe dato di matto.
<<Non avete fatto niente?>> mi chiese Cole
<<No, lei non vuole ed io non voglio fare un torto ad Ian, perché me lo chiedi?>>
<<Beh ragazzi, credo di essermi preso una cotta.>> Ian camminò alzando in aria le mani
<<Ma cos'è mia sorella? Una creatura mistica? Io non vi capisco, statele lontano!>> disse andandosene.
Io guardai Cole malissimo. In qualche modo mi feriva sapere che lui provava dei sentimenti che forse stavano nascendo dentro di me. E se anche lei li provava per lui? No, era impossibile, lei mi aveva baciato. 'Ma aveva baciato anche lui' pensai.
<<Per te non ci sono problemi?>> mi chiese. Gli avrei voluto dare un pungo
<<No.>> Mentii.

Criss mi venne dietro come al solito tutto il giorno e dopo la scuola sarei andato da lei. Vidi Alice solo durante la pausa pranzo mentre Nick faceva il coglione con lei. Odiavo i miei amici più del solito. In un certo senso capivo Ian, ma per me era diverso, io non avrei mai voluto che lei fosse mia sorella, io volevo di più.

<<Eccoti!>> mi disse Criss gettandomi le braccia al collo.
<<Hey bellissima.>>Usavo quell'aggettivo troppe volte, per troppe ragazze.
Andammo in camera sua e lei chiuse la porta. Voleva scopare? Bene, l'avrei accontentata. Aveva un bel corpicino la ragazza. Pensai a Tiffany che diceva quelle cose ad Alice e improvvisamente avrei voluto essere fuori di lì. Era visibile a tutti che la odiassero, Alice aveva molto più di loro, in tutti i sensi.
<<Jack volevo dirti che non vogliono continuare così, mi sento minacciata da Alice, voglio averti solo per me.>> Mi disse venendo verso di me.
<<Quindi?>> le chiesi con presunzione. Lei guardò in basso. Tipico, tutte le ragazze non avevano il coraggio di guardarmi negli occhi quando mi dicevano qualcosa.
<<Io voglio stare con te.>>
Ci baciammo e non sentì niente come al solito.
Andammo avanti così, fino a quando non le tolsi la maglietta.
<<Prima voglio sapere tu cosa ne pensi, vuoi stare con me?.>>Mi disse fermandomi.
Io non sapevo cosa dirle, ma la volevo solo per me.

Il lato segreto della felicità.      Where stories live. Discover now