#2 Jack

40.8K 1.6K 112
                                    

Se ero stato uno stronzo? Si. Non ero riuscito a dire la verità a Criss, così le avevo detto che era stata Alice a baciarmi. Ero solamente un codardo, avevo paura di mettermi con una ragazza seria perché probabilmente mi avrebbe ferito di nuovo. Ma lei era diversa, lo sapevo, me lo sentivo.
Quando tornai a casa Liam era sul divano e vedendomi tutto bagnato mi seguì in camera.
"Cosa ti è successo fratello?" Mi chiese.
"Alice" mi limitai a dire.
Lui sapeva tutto. Gli avevo detto tutto, era mio fratello e a parer mio non esistevano consigli migliori dei suoi. Non che sottovalutassi Ian e Cole. Ma il primo era suo fratello e non potevo dirgli certe cose, ed il secondo era cotto di lei. Che situazione di merda, i miei due migliori amici non mi erano mai sembrati così lontani. Quasi invidiavo Ian e mia sorella per la loro stupida felicità.

"Sei stato con lei questa notte?"
"Si, ma non abbiamo fatto niente, o meglio, non ho voluto fare niente." Un sorriso amaro spuntò sul mio volto.
Se fossi stato un altro non ci avrei pensato due volte ed a casa di Alida me la sarei fatta, ma l'avrei delusa se lo avessi fatto, l'avrei ferita e sarebbe fuggita per sempre dalla mia vita. Avevo troppa paura di perderla.
Presi un pacchetto di sigarette che avevo nella tasca del giubotto, non fumavo da due giorni, ma poi mi ricordai di lei e le gettai.
"Che ti sta succedendo Jack? Prima torni in queste condizioni, poi getti le sigarette..."
Lo sapevo cosa mi stava succedendo, ma non volevo dirglielo.
"Liam non so cosa fare."
Gli raccontai tutto quello che avevo combinato in meno di 48 ore.
Non ero bravo con le parole, ma ce la misi tutta per farmi capire fino in fondo.
Le parole che mi disse erano quelle che mi aspettavo che mi dicesse. Dovevo capire cosa volevo e parlare ad entrambe, escludendone naturalmente una dalla mia vita.
Ma io cosa volevo veramente?

39 di febbre e confusione in testa, che bel risveglio.
Almeno avevo un motivo per non andare a scuola e non vedere nessuno, compreso Ian che sicuramente voleva spaccarmi la faccia.
Lily mi salutò preoccupata prima di uscire.
Josh era rimasto a casa, come al solito era riuscito a convincere mamma, se a dieci anni era così persuasivo, quando sarebbe cresciuto sarebbe stato la mia copia.
"Non dovresti stare a letto?" Mi chiese vedendomi sul divano a fare zapping
"Tu dovresti essere a scuola" gli dissi guardando il televisore. Mi fermai su un canale dove trasmettevano un film d'amore che avevo visto centinaia di volte. Non fece altro che farmi sentire più solo e confuso.

Dopo pranzo mi arrivò un messaggio di Alice, uno di Criss e di Ian.
"Stai male, vero coglione?"
-Ian
"Sapevo che ti saresti ammalato."
-Alice
Risposi ad entrambi, ignorando il messaggio di Criss. Stava iniziando a darmi su i nervi.
Andai in salotto e mi sedetti al piano, se ero frustrato suonare mi avrebbe aiutato a tranquillizzarmi.
Iniziai a suonare un pezzo di Chopin e quando stavo per finirlo la porta d'ingresso si chiuse.
Mi ritrovai Alice poggiata sulla porta che mi guardava con un sorrisino triste ma compiaciuto.
"Ho fatto entrare la tua amica" disse Josh andando in camera sua.
Venne verso di me, bellissima come sempre
"Ho saltato l'ora di matematica e fisica per vedere come stavi e non mi dici niente?" Si sedette vicino a me
"Sono... sorpreso" la guardai
Poggiò una mano sul piano e iniziò a suonare qualcosa.
"Criss mi ha parlato" mi disse

Ecco perché era venuta, non le importava niente di come stavo.
"Sei stato uno stronzo Jack." Mi disse.
Volevo sbattermi la testa al muro, avevo superato il limite con lei questa volta. Avevo passato due giorni fantastici ed erano andati in frantumi per colpa di quell' idiota di Criss.
"Mi dispiace.." mi limitai a dire.
Un sorriso amaro comparve sul suo volto, mi considerava un verme, come quando mi aveva conosciuto.
"Potevi dirmelo subito che ero solo un gioco, un passatempo per te."
Era come se un peso gigante mi stesse schiacciando, facendomi sprofondare. Faceva male, un dolore che non provavo da tempo.
"Non è come pensi è che.."
"Volevi continuare a fare il doppio gioco? " si alzò ed incrociai i suoi occhi.
"Non lo avrei mai fatto."
"Ma lo hai fatto!" Mi urlò contro
Mi alzai e la raggiunsi.
"Tu non sei un gioco Alice, sai che tengo a te, più di quanto tu possa pensare." Lei rise mentre le lacrime le rigavano il viso.
"Certo, come Criss, una povera illusa che ti ama."
Lei mi amava? Criss mi amava? Ad un tratto la mia mente si annebbiò. Non potevo crederci di aver combinato un tale disastro.
"Tu mi ami?" Mi guardò senza dire niente e distolse lo sguardo
"No Jack, non potrei mai amarti."
Quelle parole mi distrussero, il loro peso, il modo in cui le aveva pronunciate, era cambiato tutto in poche ore.
"Sai cosa ti dico? Continua ad illuderla pure, ma con me hai chiuso, non voglio più rivederti. Mi hai già rovinato la vita più di quanto non lo sia adesso."
Avrei voluto azzerare le distanze e tapparle quella cazzo di bocca. Quante cazzate stava sparando?
"Tu sei entrata a far parte della mia, non puoi uscirne così"
"Oh certo!" Rise e si asciugò le lacrime "mi fai pena, c'è almeno una cosa che mi hai detto che sia vera?"
"Ti amo Alice e sai che è vero."
Pianse ancora più forte di prima
"Non riesco a credere a quanto sei falso, anche in situazioni importanti come queste."
Si girò e corse verso la porta. Non la raggiunsi, non ne avevo il coraggio di farlo e poi cosa le avrei detto? Tutto per colpa di Criss, la odiavo. L'avevo persa, mi sentivo uno schifo. E quel ti amo che le avevo detto, era vero, Dio se era vero. Ma cosa potevo farci adesso? Non potevo perderla così, non in questo modo.
Ma forse non ero adatto a lei, non ero alla sua altezza, non potevo renderla felice, io ero come Mike. Quel pensiero mi fece sentire uno schifo, ero incazzato con me stesso, con lei per essere entrata nella mia vita e con me per averglielo permesso. Presi la lampada e la scagliai con forza, non poteva finire tutto così. Non poteva averle dette veramente quelle parole.
Josh venne verso di me e vedendomi piangere non disse niente. Dopo tanto tempo ero dinuovo a pezzi, per colpa mia, dei miei modi di fare.

Ma lei era diversa, non potevo perderla così, dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.

Il lato segreto della felicità.      Where stories live. Discover now