s7ormy || Dreaming of {illuminati crew} [IN REVISIONE]

V

«Sara! Grazie al cielo ti abbiamo trovata»
Federico corre verso di noi, urlando questa frase per farsi sentire oltre i cinquanta metri che ci separano.
Sollevo lentamente il mio capo dalla spalla di Matteo, e poco prima di venire circondata dal gruppetto di amici sussurro un «grazie ancora» nei suoi confronti.
Lui sorride e si alza dalla sdraio per lasciare un po' di spazio a me e mio fratello, che nel frattempo si accomoda qui accanto.

«dove diavolo eri finita? Ci hai fatto preoccupare» mi amonisce in tono severo, nonostante la sua espressione dimostri solo sollievo e contentezza.

Non so se raccontargli ciò che è realmente accaduto sarebbe una buona idea: come ho già accennato precedentemente, Federico è un tipo estremamente protettivo nei miei confronti, e dargli questa brutta notizia non farebbe altro che rovinargli l'umore per il resto del suo soggiorno qui a Milano; già ci vediamo poche, anzi pochissime volte all'anno, non voglio che quest'occasione di felicità venga sprecata. E soprattutto, se da quanto ho capito passerà da casa a salutare mamma, significherebbe che anche lei verrà a conoscenza dell'accaduto, e non mi sembra il caso di farla preoccupare per qualcosa che è già successo e su cui purtroppo non ha alcun controllo.

«chiacchieravo con Nicolas e mi sono trattenuta un po' troppo.. Scusate, non volevo farvi angosciare, ho perso la cognizione del tempo»
Tutti sembrano averci creduto, e il gruppo, dopo qualche secondo, è già tornato a parlare del più e del meno, come se nulla fosse accaduto.

Tiro un sospiro di sollievo tra me e me.
«Teo, cosa hai combinato al labbro?»
Ecco che ho parlato troppo presto.
Matteo, dopo aver fulminato l'amico con uno sguardo di fuoco, si inventa qualcosa lì sul momento
«mentre entravo nel boschetto per cercarla ho urtato il ramo di un cespuglio.. Quando poi ci siamo congedati dal suo amico, Sara mi ha portato qui e mi ha medicato»

Adesso si che abbiamo finito di parlarne, e non potrei esserne più felice.

Il resto della giornata si svolge tranquillamente, senza più intoppi nè incontri sgradevoli. Nicolas sembra sparito dalla faccia della terra, abbiamo incrociato più volte il suo gruppo dell'oratorio, ma di lui nessuna traccia. Meglio così.

Ho provato a mascherare i cattivi pensieri che troppo spesso oggi si sono venuti a creare nella mia mente, ricordi di un momento orribile e che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico, ma non sono sicura di esserci riuscita al 100%.
Matteo, probabilmente essendo l'unico a conoscenza della gravità dell'accaduto, mi ha chiesto almeno una decina di volte nell'arco di un paio d'ore come mi sentissi, e ha preteso di accompagnarmi ovunque, perfino in bagno.
Ovviamente è rimasto fuori dalla porta, specifico.

Anche Lisa sembra essersi accorta che qualcosa non va: ho declinato più volte le richieste degli altri di fare gli scivoli più adrenalinici, e questo sicuramente non è da me.
Ma fortunatamente non mi ha chiesto nulla, mi ha solo mandato un paio di occhiate interrogative alle quali ho risposto con un sorriso.

Al tramonto, arriva l'ora di separarci.
Nel parcheggio del parco lasciamo spazio a ben dieci minuti di saluti e abbracci.
Sono stati così carini e disponibili con me e con le altre che mi mancheranno.
«dai Luca, muoviti che l'aereo ci aspetta» annuncia Brazo aprendo la sua auto
«aereo? A quest'ora?», chiedo sorpresa facendo notare l'orario. Sono già le sette, il che vuol dire che l'aereo è come minimo alle nove. Sono impazziti a tornare a Roma a quest'ora?
«eh già, domani devo andare al saggio di mia figlia..» borbotta il più grande salendo al posto di guida, seguito da Dexter, Giampy e Murry.
«anche noi andiamo, dobbiamo prendere il treno per Napoli» si giustificano i palermitani «ci ospita un nostro amico per qualche giorno»
Dopo le varie smancerie, Mauricio pigia l'accelleratore e partono a tutta velocità verso l'entrata dell'autostrada.
«beh, vi salutiamo pure noi. Siamo qui con la mia Peugeot e dobbiamo essere a casa per domattina» si congeda Giovanni, prendendo per il braccio Andrea e trascinandolo verso la loro auto.