Monologo in una mattina di pioggia

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L'inverno si è bagnato l'anno nuovo ha immerso i suoi piedi nelle pozzanghere il cielo incupito di sole e siccità ha riscoperto il piacere di farsi una doccia e davanti ai suoi occhi file di macchine clacsonanti sembrano inseguite da un alluvione

Non sono mai stato un amante della pioggia e soprattutto della pioggia invernale perchè in fin dei conti non sono un estimatore dell'inverno

La pioggia mi incute tristezza e penso di non essere l'unico rattristato e quando il tuo umore è un po' giù la pioggia comincia a venirti giù dentro come un alluvione e il tuo cuore come un clacson non prende pace in questo traffico di pensieri fra le pozze stagnanti delle tue preoccupazioni

Perché la pioggia sembra amplificare il tutto e il tutto prende forma nella cavità addominale dallo stomaco all'ilo epatico tra il fegato e l'intestino su cui posano in ebollizione pentole sbuffanti bile in evaporazione dalle orecchie tappate e la tensione aumenta e la pressione si fonde con tutto l'ambiente circostante

La pioggia scroscia e scrocchia fra le articolazioni delle grondaie e delle tapparelle e seduto su questa sedia non posso far altro che aspettare e sperare e aspettare e poi sperare e aspettare e poi sperare di sbollire e sorridere nonostante la pioggia



Cento piccoli monologhi notturniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora