Alle porte e alle finestre
bussa già la noia
siedo sul divano
e raggomitolo i pensieri
come un uomo
già attempato
con la ruga in fronte
fisso il mio computer
e mi scopro dei miei veli
Lascio andare il tempo
senza chiedergli un riscontro
lascio andare gli occhi
fra gli spazi allineati
delle tapparelle
mezze chiuse del soggiorno
a scoprir la luce fioca
di un pomeriggio un po' imbronciato
Mi concentro nelle cuffie
e ogni nota si distingue
come un vestito rosa
indossato a un funerale
rosa impallidito
dentro queste quattro mura
è il color della mia pelle
un po' sbiadito lavoratore
La chitarra alla mia destra
ha smesso di suonare
il tagliaerba di sinistra
ha deciso di stonare
ma il mio timpano è impalato
in questa calma uggiosa
e il rumore si disperde
come fosse dietro a un vetro
E la città calpesta
le sue strade semivuote
le serrande si riempiono
di cartelli con le date
annuale ricorrenza
per trascorrere l'estate
e intanto io trascorro
interminabili giornate
L'infinito leopardiano
sembra essersi avverato
in questo istante senza tempo
il mio guardo ha catturato
inchiodato sul divano
eterno mio posto
e il naufragar m'è dolce
in questo ferragosto
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Cento piccoli monologhi notturni
PoetryFrammenti notturni del pensiero, monologhi di vita.