MoonRed

ChiaraMatarazzo04

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(COMPLETATO) A causa di una maledizione scagliata su un piccolo paese sopra una valle lontana, Susan, è costr... Еще

CAPITOLO 1 "il destino segnato"
CAPITOLO 2 " Il piano"
CAPITOLO 3 " la profezia"
CAPITOLO 4 "i misteri di Miss Margaret"
CAPITOLO 5 "Peter"
CAPITOLO 6 "l'ultimo abbraccio"
Capitolo 7 "E la luna si tinse di rosso"
Capitolo 8 "il battesimo"
Capitolo 9 "il prezzo del tradimento"
Capitolo 10 "lo straniero"
Capitolo 11 "Uno strano simbolo"
Capitolo 12 "la trappola"
Capitolo 13 "l'eroe"
Capitolo 14 "il bacio"
Capitolo 15 "il portale"
Capitolo 16 "il raggio"
Capitolo 17 "GloryHawk"
Capitolo 18 "Angeline"
Capitolo 19 "la maledizione di Atreio"
Capitolo 20 "Cos'era l'amore per me?
Capitolo 21 "Il nuovo orizzonte"
Capitolo 22 "Abissi"
Capitolo 23 "l'isola"
Capitolo 24 "l'isola delle necessità"
Capitolo 25 "la dea Briosa"
Capitolo 26 "anime di mezzo"
Capitolo 27 "la città fantasma"
Capitolo 28 "famiglia"
Capitolo 29 "anime ritrovate"
Capitolo 30 "L'erede"
Capitolo 31 "nebbia rossa"
Capitolo 32 "un desiderio tagliente"
Capitolo 33 "non andar via"
Capitolo 34 "Colette"
Capitolo 35 "strade diverse"
Capitolo 36 " veleno e rinascita"
Capitolo 37 "odio e guerra"
Capitolo 38 "i battezzati"
Capitolo 40 "l'ultima battaglia"
Capitolo 41 "l'amore nell'anima
Capitolo 42 "Fine.."

Capitolo 39 "la mia vita è tua"

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ChiaraMatarazzo04

<<Alex, credo che sia questo il Solium...>> Akilah, con passo lento ed accurato, entrò dentro la terza porta del buio corridoio. Alex la seguì, stringendo il manico dell'affilata spada che aveva tra le mani.

<<Accendi una candela! Non vedo niente qui...>> Esclamò Akilah, sforzando gli occhi. Alex velocemente tirò fuori una candela e l'accese, illuminando la buia stanza.

<<Dove siamo capitati?>> Annunciò Alex con voce rauca. Un grosso letto dal baldacchino blu riempiva la piccola stanzetta.

<<Questo non è certo il solium! È solo una stupida stanza!>> Disse Akilah alzando gli occhi al cielo.

<<Dai andiamo, non abbiamo altro tempo da perdere!>> Continuò, spalancando la porta.

<<Un attimo solo! Prendo questa torcia in caso di bisogno>> Alex si precipitò verso una lunga torcia inchiodata al muro, velocemente afferrò il bastone e lo portò all'altezza del naso per scrutarlo meglio. Al suo tocco una fiamma bianca si accese.

<<Spegni quel coso! Ci scopriranno!>> Lo sgridò Akilah.

<<Vorrei ma la fiamma non si spegne!>> Alex continuò a soffiare, a sputare o sventolare ma la fiamma rimaneva al suo posto. Akilah, stufa dell'amico imbranato, alzò la mano al cielo e piantò il palmo sopra l'alta fiamma.

<<NO!>> Urlò Alex, spaventato dalla sua azione. Improvvisamente Akilah venne risucchiata dal fuoco e sparì davanti agli occhi del ragazzo.

<<Akilah? A-Akilah?>> Urlò Alex alla torcia che teneva tra le mani. La fiamma si spense e il ragazzo venne risucchiato nuovamente dal buio.

Intanto Akilah, scioccata da quell'insolito portale, sprofondò in una nuova stanza lontana miglia e miglia da quella in cui era giunta un minuto fa. Istintivamente si rialzò dal liscio pavimento.

<<Alex? Alex sei qui?>> Urlò, girando intorno a se stessa.

<<Alex, non è il momento di scherzare!>> Sbuffò irritata. Ma Alex non rispondeva... allora si accorse che quell'ambiente non era la piccola stanzetta antiquata ed angusta di un'attimo prima ma si trovava al centro di un ampio salone dominato dall'oscurità. Iniziò a tremare, era la prima volta che provava quell'insolita emozione, la paura. Incapace di trovare una soluzione, con passi lenti e morbidi e senza far rumore, avanzò nel buio. L'ansia si prese gioco della sua mente ed il terrore legò, con un laccio di piombo, il suo corpo. Era nel panico... l'impavida e potente Akilah era debole! "pensa ad altro, pensa ad altro" ripetè nella sua mente ormai offuscata. Improvvisamente vide un'immagine, un lontano ricordo d'infanzia. Era sua mamma che le cantava una canzone per farla addormentare, una melodia che le dava sicurezza e scacciava i brutti pensieri della notte. Ritornò al presente. Avanzò con mani tremanti ed iniziò a cantare.

" Là nel mar c'è un posto dove tu puoi star"

"Sirene ti san abbindolar e marinai saccheggiar"

"Ma il mare ti salverà, sì! Solo lui ti salverà"

"e se l'isola vuoi trovar solo quando il sole sorgerà tu la potrai toccar"

"il mare ti salverà, si! Solo lui ti salverà"

Un bagliore si accese, proveniva dall'alto. Sembrava un piccola palla di luce gialla. La ragazza stupita da quell'evento smise di cantare ma la luce si fece nuovamente piccola come un granello di sabbia. L'ansia la riacchiappò e riprese la sua canzone.

" se tritoni e forconi ti vogliono ammazzar"

"tu chiama la luce e portala nelle acque del mar"

" gocce di pianto e due dobloni si mischieran e la luce ora nelle sue mani ti saprà cullar"

La palla riapparve più grossa di prima. Akilah allora pensò "è la musica che fa ampliare la luce!" Sicura della sua tesi continuò il suo canto, la palla ingrossò sempre più fin a ricoprire tutto il grosso salone. Akilah si coprì il volto e si accovacciò sul pavimento, la luce era fin troppo forte per i suoi occhi. Un suono stridulo penetrò nelle sue orecchie, rendendola sorda. Continuò la melodia urlandola a squarcia gola. Il grosso salone si ricoprì di luce e la povera Akilah venne sommersa da esso. Improvvisamente il fischiettio stridulo cessò ed i suoi occhi poterono tornar a guardare. Alzò lo sguardo, la luce era scomparsa ed al suo posto una donna dai capelli lunghi e biondi come l'oro apparve davanti a lei. Spalancò gli occhi, la sua vista divenne a chiazze allora si massaggiò le palpebre. Un calore confortante e dolce la invase, proveniva da quella donna. Akilah indietreggiò, mantenendo sguardo basso, paurosa di scorgere quel volto straniero.

<<Chi sei?>> Chiese la donna dalla voce di miele. Akilah indietreggiò indifesa.

<<Non aver paura, non voglio farti alcun male>> Esordì la bella donna. Akilah allora, con un nuovo briciolo di coraggio nel corpo aprì bocca.

<<Io sono Akilah.... Non volevo disturbarla ma-ma->>

<<Akilah che bel nome!>> Il pirata arrossì dall'imbarazzo.

<<Ma, Akilah. Cosa vuoi da me?>> Chiese la dolce donna.

<<Io-io nulla! stavo, stavo cercando una persona...>> Rispose vaga, non si fidava a pieno della ragazza.

<<Purtroppo in questo palazzo oltre me e MoonRed non esistono alcune ragazze>> Esordì, ridendo con voce melodiosa. Una lampadina incandescente si accese nella mente di Akilah.

<<Signora, non per essere invadente, ma lei chi è?>> Chiese ad un certo punto la ragazza.

<<Io sono la tua alba ed il tuo tramonto. Io sono la tua luce ed il tuo fuoco. Io sono tutto quello che può brillare, che ha un'anima. Io sono Alfea.>> La ragazza divenne un blocchetto di roccia.

<<A-alfea?>> Chiese Akilah accennando un piccolo sguardo al suo lungo e liscio vestito d'oro trasparente. Il sole, dolcemente, le prese le mani e la fece alzare. Akilah alzò lo sguardo e la guardò dritta in volto. Non aveva visto creatura più bella. Occhi color miele dipingevano il suo sguardo beato. Labbra piene e naso piccolo rendevano il tutto sofisticato e raffinato. Posò lo sguardo su i suoi capelli color oro. Erano lunghi e lucenti, quasi sfioravano il pavimento. Abbassò gli occhi, un tatuaggio dai colori caldi adornava il suo petto. Ritraeva un grosso sole i cui raggi, raffigurati come ghirigori arrotondati, si propagavano sino sulle spalle e come due cascate d'oro, scendevano sinuose per tutte le sue braccia, completando il maestoso quadro. Akilah socchiuse gli occhi, la luce che emanava Alfea era disarmante.

<<Akilah...>> Esordì la dea.

<<Aiutami, sei la mia unica speranza. Sono rinchiusa in questa stanza da troppi anni! E ahimè, la mia vita non è così lunga ed eterna. Io sono una stella... quindi ti prego, Akilah. Fammi uscire da qui!>> La donna pianse dalla disperazione. Akilah l'abbracciò ed un calore, quasi ardente, la travolse.

<<E come posso aiutarla?>>

<<Seguimi>> La donna avanzò verso un'angolo della grande stanza, ora diventata uno scrigno di luce. Una grande cupola di vetro, sovrastava maestosa, sopra un piccolo altare, mostrando il sistema solare che ricopriva MoonDust. Lo spazio era circondato da migliaia e migliaia di pianeti e stelle, ognuno dipinto da colori sgargianti. Salirono le cinque scale che portavano sino al piccolo altare. Un grosso letto di marmo al centro della cupola di vetro si elevava possente. Sopra di esso, una lastra di cristallo, animata da strani movimenti e scritture varie, circondava il marmo.

<<Questa è la mappa. Mi indica i pianeti da illuminare>> Diverse piccole palle di luce roteavano intorno alla lastra di cristallo. Ogni pianeta aveva il suo nome.

<<Se il pianeta brucia (Continuò Alfea) vuol dire che il sole lo sta circondando>> la donna poggio un dito sopra una palla di luce chiamata "Valle di Salamantra". Il suo dito prese fuoco. Con un gesto calmo ed elegante Alfea lo portò alla bocca e spense le fiamme.

<<Se il pianeta è freddo (la sua voce divenne cupa) vuol dire che MoonRed lo sta controllando>> Il suo dito divenne di ghiaccio al tocco di "Mondo Alto".

<<I pianeti freddi stanno aumentando, i miei raggi non sono più in grado di scaldarli. Per questo ti chiedo aiuto! Liberami e potrò ritornare a riscaldare il mondo!>>. La pregò ansimante la donna. Akilah cercò di consolarla.

<<Ma come? Io non so come liberarti!>>. Proferì la ragazza.

<<Liberami con l'eclissi!>> Il labbro inferiore di Akilah tremò.

<<L'eclissi?>> Chiese incredula.

<<Solo così MoonRed morirà! Non c'è arma più tagliente che i miei raggi. Posso bruciarla, posso renderla cenere! Ma ho bisogno del tuo aiuto... guarda...>> Alfea indicò un sacchetto di lino poggiato in un piedistallo di fuoco. La donna le mostro quello che giaceva al suo interno.

<<Sale?>> Chiese confusa Akilah, alla vista dei granelli bianchi che riempivano il fondo.

<<Quando il mio voltò sarà ad un soffio dalla luna e lei sarà accecata dalla rabbia, lancia un granello di sale nell'occhio sinistro di MoonRed. Debole, si trasformerà nella sua vera anima, il nulla. Provocherai un eclissi capace di distruggerci>>

<<Morirai anche tu così!>> L'avvertì la ragazza, la donna scosse la testa e le donò il sacchetto di lino.

<<Sacrificherò la mia vita per donare la pace a tutti voi. Ma prima devi liberarmi da queste catene!>> Alfea le mostrò i suoi polsi. Due bracciali di ghiaccio li ricoprivano e una lunga catena di cristallo che partiva dai polsi la teneva prigioniera. Le mani lucenti di Alfea sembravano aver perso la sua luce, un pallore biancastro le ricopriva sino agli avambracci.

<<Per questo ti dico che ho poco tempo Akilah, sto diventando polvere...>> Gli occhi del sole si posarono sulle sue mani bianche.

<<La luna mi ha legata da questi due bracciali di ghiaccio. Solo l'acqua può scioglierli, ma io non posso toccarla, mi spegnerei all'istante. Ora chiedo a te, prendi una conchiglia e riempila dell'acqua di quella sorgente (la donna indicò la sorgente che scorreva nella parete di quella cupola) cospargila nei due cerchi di ghiaccio e liberami!>> Akilah ascoltò le parole del sole, prese l'acqua e la fece scorrere nel ghiaccio. Le catene si dissolsero, Alfea era libera! Si incamminarono verso l'uscita ma improvvisamente la luce si spense. Una palla di ghiaccio si schiantò su Akilah, facendola rimbalzare all'indietro. Con la mente su di giri, riaprì le palpebre. MoonRed aveva scoperto il suo piano. Ora, avanzava verso di lei, teneva stretto un pugnale di bronzo pronto a scagliarlo nel povero cuore di Akilah. Non c'era più via di fuga. Incapace di reagire, strinse forte le palpebre, chiudendo gli occhi di scatto. Il pugnale avanzò verso la sua carne. Trattenne il respiro e si lasciò cullare dalle mani della morte. Si fece largo un gemito, non era il suo! Non sentiva alcun dolore... era già in paradiso? Riaprì gli occhi. Palle incandescenti e raggi di luce rimbalzavano per tutta la grande stanza, MoonRed lottava contro sua sorella. Abbassò lo sguardo ed il suo cuore si gelò. Alex era disteso a terra, una larga chiazza di sangue gli macchiava il petto ed un pugnale di bronzo gli penetrava la carne. Si era sacrificato per lei, le aveva fatto da scudo nel preciso momento in cui MoonRed le stava strappando l'anima. Akilah iniziò a tremare, si sporse sul corpo sanguinante del ragazzo.

<<Non puoi ver... n-non puoi...>> Farfugliò singhiozzando. Il ragazzo tremava dal dolore, Akilah cercò di richiudere la ferita. Il ragazzo le prese la mani e cosciente proferì.

<<Akilah, in-in questi pochi giorni ho-ho capito che in fondo l'amore non si dona solo cedendo il propio cuore...>> Disse il ragazzo facendo pressione sullo squarcio che gli apriva il petto.

<<L'amore si dona cedendo la propria vita...>> La ragazza, sfinita si buttò sul corpo di Alex. Il ragazzo continuò il suo discorso.

<<E io la volevo donare solo a te. perché ti è sempre appartenuta. Fin dal pri-mo giorno in cui ti ho vista, con quelle treccine nere e con quel grembiule grigio un pò bruciacchiato. Perchè solo tu sapevi co-come bruciarlo...>> Nel volto straziato di Akilah si aprì un piccolo sorriso al ricordo di quei giorni.

<<Quando il sole tramontava e le faccende erano finite passavo sempre nel-la tua stanza, lavavo i pavimenti anche se erano già puliti e lustra-vo le tue scarpe anche se già brillavano. Lo facevo solo per incrociarti nel corridoio di quel-la grande nave, sperando in un saluto o in un elogio, cosa alquanto ra-ra da parte tua...>> Akilah pianse più forte.

<<Non ho mai amato Susan, pensavo che amando lei avrei potuto scordarti una volta per tutte, ma il mio cuore era ormai destinato a te e con esso la mia intera vita>> Akilah accarezzò il volto di Alex, scuotendo la testa.

<<Non andar via, no-non lasciarmi...>> Singhiozzò, accarezzando le labbra tremanti del ragazzo.

<<Akilah, ti-ti amo>> La ragazza guardò nel profondo dei grossi occhi verde-blu del ragazzo, stavano diventando grigi. Gli accarezzò le guance, quasi fredde come il ghiaccio. E con un gesto lento, carico di emozione, poggio le sue labbra su quelle di Alex.Lo baciò fino al suo ultimo respiro e quando i cieli si aprirono, mostrando le porte del paradiso, l'anima di Alex salì al cielo, staccando i piedi dall'amara terra.

 Akilah si accasciò nel gelido pavimento e venne risucchiata dalle tenebre

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