The Bradford bad boy.

By _zayninmyheart

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Giorgia Austin è una ragazza di 17 anni. "Timida, insicura e non abbastanza per gli altri", ecco come si desc... More

Primo giorno di scuola.
Preparativi.
Manca poco.
Il viaggio.
Holmes Chapel.
Zayn Malik un disastro.
The rainbow after rain.
Un bravo ragazzo.
La mia felicità.
Impossibile resistere.
Colpo di fulmine.
E se fosse amore?
Ricominciare da zero?
Baciami.
Una sorpresa.
Little things.
He's my boyfriend, I'm his girlfriend.
Nothing can come between.
Avrò cura di te.
È un segreto.
You & I.
A beautiful day.
La prima volta.
Happy birthday Emma!
La verità.
Fortuna che ci sei.
Happy Birthday, Lou!
Buon Natale!
Merry Christmas.
Parigi? Arriviamo!
La città dell'amore.
• Messaggio Autrice •
Happy birthday, my love!
Happily.
Ciao, ciao, Helen.
Delusione.
La fine?
Un incidente.
Sangue.
Ricordi?
Ancora litigi.
Discoteca.
Sex.
Come prima.
•Non è un capitolo•
Ultimo capitolo.

Il ritorno.

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By _zayninmyheart

6 Dicembre

A volte per essere felici, bisogna avere una persona accanto. Non riesco a capire come certe persone preferiscano essere piene di soldi piuttosto che avere qualcuno. Ieri avevo raccontato a Zayn della mia vecchia storia d'amore. Tempo fa, quando ho iniziato a raccontarvi la mia storia, vi avevo detto di non aver mai provato il sentimento dell'amore: beh, in effetti è vero. Pensavo di essere innamorata del mio ex, ma quello non era amore in confronto a quello che provo per Zayn.

«Piccola!» sentii chiamarmi. Sapevo a chi appartenesse quella voce, una voce così calda e dolce.

«Sono qui, sul divano!» risposi, attendendo che il mio ragazzo mi raggiungesse.

Si sedette accanto a me e iniziò a baciarmi. Sembrava felice, tanto felice. Incrociò le braccia dietro la mia schiena e mi strinse forte a sé; gli presi il viso tra le mani.

«Sembri... Allegro.» risi sulle sue labbra.

«Mmh... Si...» mi solleticò il collo.

«Mmh, voglio sapere.» dissi curiosa.

Si scostò e iniziò a parlare, come un bambino felice. «Innanzitutto, perché sono con te. Inoltre, mi ha chiamato il medico dall'ospedale: dato che la tua gamba non era gravemente rotta, ma soltanto in parte, potrai togliere il gesso la prossima settimana. Ha detto che metterai una pomata ma che potrai camminare tranquillamente, in modo da abituare la gamba al movimento. L'appuntamento è fissato il 13 Dicembre.»

Spalancai gli occhi. Non poteva esser vero: avrei potuto camminare di nuovo, avrei potuto mettere i piedi a terra. Lo abbracciai fortissimo.

«Zayn, non ci credo! Non vedo l'ora di... Di... Poter essere libera!» dissi quelle parole senza rendermene conto. Oh, no!

«Zayn, io non volevo dire...cioè, io... Beh, intendevo...» mi interruppe.

«So cosa intendevi. Vuoi essere libera, senza dipendere da nessuno, senza dipendere da me.»

«No, intendevo: potrò muovermi da sola senza sentirmi disabile.» sospirai. «Zayn, io comunque dipendo costantemente da te.» spiegai.

Arricciò le sopracciglia. «Che vuoi dire?»

«Dipendo da te: dalle tue labbra, dai tuoi occhi, dal tuo corpo. E a me piace questa dipendenza.» gli sorrisi.

Mi accarezzò la guancia. Rimase in silenzio per un po'. Poi, chiudendo gli occhi, disse: «Mi drogo.»

Spalancai gli occhi. «C-cosa? Zayn, dimmi che non è vero e che stai scherzando.»

Sospirò. «No, non scherzo. È una droga molto forte quella di cui faccio uso, e non posso farne a meno.»

Il mio cuore stava scoppiando. Non poteva essere vero: Zayn drogato? No, per favore.

Stavo per piangere. «Ti fai del male.»

Scosse la testa. «No, mi fa bene.»

«No, Zayn!» quasi urlavo. «Fai del male alla tua salute!»

Poggiò la sua fronte sulla mia. «Ssh. È la droga migliore del mondo e non voglio che tu la offenda. La mia droga sei tu.» Premette le labbra sulle mie. Il mio cuore si era rilassato. Le sue parole... Dio, era così romantico con me. Io ero la sua droga e lui non poteva fare a meno di me.

Sorrisi. «Mi hai spaventata.»

«Sei comunque una droga e io non ne avrò mai abbastanza.» mi sussurrò.

Lo guardai negli occhi. «Se la mettiamo così, tu sei la mia.»

Sospirò. «La tua droga ti fa male, non la mia.»

«Ti sbagli. È l'unica cosa che mi fa stare bene e che mi fa sentire libera. Che tu lo voglia o no, io non smetterò di drogarmi di te.» gli morsi il labbro.

-

«Hai preso tutto?» mi chiese il mio ragazzo entrando in macchina.

«Credo di si.» risposi allacciandomi la cintura di sicurezza.

Mi rivolse uno sguardo triste, mi prese una mano. «È arrivato il momento. Dobbiamo andare via.»

«Staremo nella stessa casa, ci vedremo ogni giorno.» cercai di consolarlo.

Sospirò. «Non sarà la stessa cosa.»

Gli baciai le labbra. Erano morbide e delicate come sempre.

«Non voglio che dimentichiamo quello che abbiamo vissuto insieme finora.» mi disse.

«Non lo voglio nemmeno io.» lo abbracciai.

«Allora non facciamolo, ti prego.» stava per piangere.

Scivolò una lacrima anche a me. «Non l'avrei fatto.»

«Mi amerai?» mi chiese.

«Per sempre.»

«Anche io, lo giuro.» mi strinse forte.

-
Ding-Dong

Mi stringeva la mano. «Non possiamo andare via?»

Risi. «Ormai hai suonato.»

«Potremmo far finta che sono stati dei ragazzini.» mi sorrise.

L'atmosfera era illuminata dal chiarore della luna e lui era bellissimo.

La porta si aprì: Niall. Stava in piedi accanto alla porta, indossava un pigiama e teneva in mano un hamburger.

«Ehi, ragazzi!» ci salutò. «Bentornati!» Lo salutammo.

Ci fece spazio per entrare. Zayn mi spinse dentro. Vedemmo Louis avvicinarsi. «Ehi! Finalmente!» portò dentro le valigie, dopo averci abbracciato.

«Chi si rivede!» esclamò Harry, uscendo dalla cucina.

«Harry!» lo salutai, ero felice di vederlo. Scambiò un pugnetto con Zayn, prima di andare ad aiutare Louis.

«Niall, potresti aiutare!» disse il ragazzo della mia migliore amica.

Rispose con la bocca piena. «Non vedi che sto mangiando?»

Ridemmo.

«Oh, siete arrivati!» gridò Emma, spuntando dal corridoio.

«Amore mio!» la salutai abbracciandola.

«Mi sei mancata tantissimo!» disse stringendomi forte.

L'unica persona che non vedevo era Liam. Mentre mi chiedevo dove fosse, due mani si posarono sui miei occhi.

«Indovina chi sono!» urlò una voce.

«Mh, forse quello stronzo del mio migliore amico.» risi.

«Ehi, anche tu mi sei mancata.» disse abbracciandomi. «Ehi, Zayn!» abbracciò il mio ragazzo. Aveva un'espressione un po' triste ma era comunque contento di essere insieme ai suoi amici.

«Liam!» ricambiò il saluto. «Ti ho riportato questa rompiscatole!» scherzò indicandomi. Glie l'avrei fatto vedere io lo scherzo, dopo!

Liam rise e io mi finsi divertita.

«Emma, aiutami a salire le valigie.» dissi alla mia amica.

«Mh, le valigie vanno bene. Ma non posso portare te.» mi prese in giro. Stronza. «Zayn, la porti di sopra?»

Guardai il mio ragazzo. Non aspettava altro, stronzo! Lui annuì.

Mi prese in braccio, sollevandomi dalla sedia a rotelle, e si diresse verso le scale. Sentirlo di nuovo così vicino mi faceva stare bene. Aprì la porta della mia camera e mi fece sedere sul letto. Si avvicinò per baciarmi ma lo respinsi.

«Che ti prende?» mi chiese confuso.

«Una rompiscatole, eh?» incrociai le braccia al petto.

Rise. «Stavo solo scherzando!»

Feci finta di niente e non risposi.

Strofinò il naso sul mio. «Sai che ti amo.»

«Non ne sono tanto sicura.» dissi cercando di rimanere seria.

Mi guardò negli occhi. «Come fai a non esserlo?» Misi il labbruccio.

Mi accarezzò il labbro, la guancia, per poi raggiungere il collo. Si piegò su di me e iniziò a inumidirlo con la sua bocca. Un brivido mi attraversò la schiena. Affiancò le labbra al mio orecchio. «Non devi dubitare di me, mai.»

Ancora imbambolata dal suo gesto, risposi: «Mh, okay.»

La porta alle sue spalle si aprì. Zayn si girò di scatto, mentre io sobbalzai. Fortunatamente era soltanto Harry.

«Stronzo, ci hai spaventati!»  lo rimproverò il mio ragazzo, gettandosi sul letto.

Harry rise. «Ops.» Risi anche io.

Poi tornò serio. «Ragazzi, dovete stare attenti. Pensate se fosse entrato Liam o Niall o Louis. Insomma, è un pericolo costante!»

Sospirai. «Hai ragione.»

«Harry, Liam ha fatto domande o discorsi su di noi, ultimamente? » chiese il mio ragazzo.

Scosse la testa. «No, anzi è stato tranquillo. Non credo sospetti niente.»

«Meno male!» rispose.

Zayn incrociò le sue dita con le mie. Gli misi l'altra mano sulla guancia e lo baciai. Cinse i miei fianchi con un braccio e mi attirò a sé. Iniziò a mordicchiarmi il labbro e a bagnarlo con la sua bocca. Schiusi la mia, permettendo l'accesso alla sua lingua. Insieme alla mia, scivolava lentamente. Era un bacio tranquillo, ma mi faceva comunque impazzire. Si sdraiò, facendomi stendere sopra di lui. Iniziò a toccarmi il sedere e a sollevarmi la maglietta, mentre gli aprivo la felpa.

Sentimmo un colpo di tosse, ci eravamo completamente dimenticati della presenza di Harry nella stanza. Ridemmo entrambi e appoggiai la testa sul suo petto.

«Scusa, amico. È impossibile resisterle.» si giustificò il mio ragazzo.

Il mio amico rise. «Tra un po' usciamo, venite con noi?»

«Zayn, ti va?» chiesi.

«Certo!» rispose.

Harry sorrise, poi uscì.

«Devo uscire un secondo, amore.» mi disse Zayn, prendendo la sua giacca.

«Dove vai?»

Sorrise. «A casa nostra. Credo di aver dimenticato il cellulare.»

Sorrisi. «Okay, ti aspetto.»

Mi baciò. «Faccio salire Emma, così ti terrà compagnia.» Annuii.

-
Pov. Zayn

Scesi dalla macchina e chiusi lo sportello alle mie spalle. Salii i gradini che mi dividevano dal cancello ed entrai. Decisi di prendere l'ascensore, non era divertente salire le scale senza Giorgia in braccio.

Arrivato davanti alla porta, estrassi il mazzo di chiavi dalla tasca, ricordando quanto fosse bello quando lo faceva lei.

Aprii la porta ed entrai, chiudendola alle mie spalle.

Iniziai a cercare come un disperato il cellulare: sotto il divano, niente; in bagno, niente; in cucina, niente. Entrai in camera da letto. Mi guardai in torno: avevamo lasciato proprio un bel casino! Rovistai sul mio comodino ma non lo trovai, mi girai per cercarlo in quello di Giorgia ma trovai un'altra cosa: il suo reggiseno. Sorrisi. C'era un bigliettino accanto: "Ricordi la prima volta che ci siamo visti? Avevi in mano questo. Lo lascio qui per te, così, quando saremo tornati a casa e tu tornerai qui, lo vedrai e ti ricorderai di me. Ti amo."

Dio, quanto l'amavo! Sembrerà strano, ma era una cosa romantica quello che aveva fatto. Lo presi in mano e lo annusai: profumava di lei. Lo posai di nuovo lì e tornai a cercare il mio cellulare. Lo trovai: era sotto la valanga di vestiti.

Lo presi in mano e composi il suo numero. Sentii ridere.

«Pronto?»

«Amore, sono io.»

Rise. «Zayn!»

«Ho trovato la sorpresa.» risi.

Scoppiò a ridere insieme a quella che doveva essere Emma.

«Ti piace?»

«Tantissimo.»

Immaginavo la sua risata, la sua meravigliosa risata. Le avrei lasciato un paio di boxer un giorno.

«Quando vieni?» mi chiese.

«Presto, sto per tornare in macchina.»

«Mi manchi già.»

«Tu mi mancavi ancor prima che me ne andassi.»

«Ti amo.»

«Anche io.»

Riattaccò. Era l'unica persona che riuscisse a rendermi felice.

Recuperai il mazzo di chiavi e tornai in macchina. Mentre guidavo, guardavo i cortili di Bradford: a me piaceva quel posto, in tutta la sua semplicità. Decisi di fermarmi in una pasticceria e comprai dei cioccolatini per Giorgia.

Quando arrivai a casa, mi accorsi di aver dimenticato le chiavi e fui costretto a suonare il campanello. Venne ad aprirmi Liam.

«Zayn, che ci fai con quelli?» mi chiese indicando la scatola che avevo in mano.

«Ehm» che dovevo dirgli? La verità. «Sono per Giorgia.»

Mi guardò confuso. «Per Giorgia? E perché? »

Perché è la mia ragazza e mi piace vederla felice, Liam! Ecco perché! «Aveva fame e aveva voglia di cioccolato, quindi sono andato a comprarlo.»

Annuì. Non parlò più, così decisi di rompere il ghiaccio. «Vado a darglielo, prima che Niall lo veda.» dissi superandolo e dirigendomi verso le scale.

Arrivai davanti alla porta della sua camera e bussai. Sentii ridere. «Avanti!»

Aprii la porta ed entrai. Stava ancora scherzando con Emma, sicuramente per la sorpresa del reggiseno.

Quando vide i cioccolatini, il suo viso si illuminò. «E quelli? Sono per Niall?»

Risi. «No, sono per te.»

«Davvero?» disse sorridente. Annuii. «Sei il ragazzo migliore del mondo!»

Mi avvicinai a lei e mi stampò un bacio sulla bocca. Quelle labbra, mi mancavano già tantissimo.

«Emma, ne vuoi?» chiese alla sua amica.

Lei rise. «E me lo chiedi pure?»

Ridemmo, guardando la nostra amica ingozzarsi di cioccolato.

«Ragazzi! Stiamo per uscire, sbrigatevi!» sentimmo urlare Louis.

«Arriviamo!» urlai.

Scendemmo le scale e, dopo esserci uniti ai nostri amici, andammo a fare un giro per le strade di Londra.

-

«Buonanotte, ragazzi!» urlammo.

«Buonanotte! Emma, aiuti tu Giorgia a mettere il pigiama?» chiese Liam.

«Certo!» disse chiudendo la porta.

Dopo che Liam mi salutò e insieme agli altri andò a letto, mi infilai nella camera della mia ragazza.

«Grazie Emma, puoi andare.» dissi.

«Di niente. Come farete domani mattina?» chiese.

«Zayn ha chiuso la sua camera a chiave, così se loro cercheranno di entrare penseranno che stia dormendo. Chiuderemo anche questa, così penseranno la stessa cosa di me. E se dovessero insistere, si nasconderà in bagno.» spiegò la mia ragazza.

La nostra amica annuì e, dopo averci dato al buonanotte, andò a dormire.

Chiusi la porta a chiave. Mi voltai e mi avvicinai a Giorgia. Le sfiorai il collo.

«Posso metterti il pigiama?» le chiesi malizioso.

«Potrei anche dormire nuda.» mi attirò a sé.

Le tolsi la maglietta, lanciandola sul pavimento, e presto venne raggiunta dai suoi jeans. Rimase in intimo, era così sexy.

«Sei sexy.» dissi togliendomi la felpa.

«Anche tu.» mi abbassò la cerniera dei pantaloni. Ero rimasto in boxer. Spensi la luce e mi sdraiai al suo fianco. Ci coprii con il piumone e la strinsi a me.

Mi accarezzò il viso. «Ti avevo detto che non ci saremmo separati, avevo ragione?»

Sorrisi. «Si.»

«Io trovo sempre un modo!» finse di vantarsi.

Le guardai il corpo, era così perfetto: le sue mutandine lasciavano intravedere maggior parte del suo inguine ed il sedere, mentre il reggiseno le scopriva leggermente le tette. Con la mano le strinsi il seno e lei non esitò a mettere la sua manina dentro i miei boxer.

La presi per le spalle e l'avvicinai a me, l'abbracciai.

Mi baciò sulle labbra, le sue erano così carnose e lisce. Gli morsi quello inferiore, lei leccò il mio. Mise un braccio intorno al mio collo, tenendomi stretto.

«Sei tutta mia.» le sussurrai.

Mi sorrise. «E tu sei tutto mio.»

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