IL CORAGGIO DI RESTARE (In co...

Galing kay SarahAdamo

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Nina Steffens è una giovane ragazza di 23 anni che vive a Manhattan assieme a sua madre, dipendente dall'alco... Higit pa

#ANGOLOAUTRICE
Cast + Trailer
Prologo
1. Una nuova vita
2. La svolta
3. Coincidenze
4. Un brutto scherzo
5. La speranza
6. Il fato
7. La scommessa
8. Proviamoci
9. Una possibilità
10. Il pericolo
11. Petali e segreti
12. Tentazioni
13. Mente e cuore
14. In trappola
15. Il Banchetto
16. La fragilità del buio
17. Indecisioni
18. Cena a base di cheesecake
19. Conclusioni affrettate
20. Bisogna lavorarci sodo
21. Punto di incontro
22. L'inizio
23. Quei gesti improvvisi
24. Natale con i suoi
25. La sorpresa
26. Il compleanno di Derek
28. L'influenza
29. Talento nascosto
30. Il bacio
31. Cocci rotti
32. Pagine strappate
33. Dichiarazioni
34. Dessert
35. Parigi
36.Irresistibile
37. Bollenti spiriti
38. Una pioggia di debolezze
39. La ruota panoramaica
40. Decisioni importanti
41. Come neve al sole
42. Monopoli
43. Il profumo
44. Visite inaspettate
45. Amicizia
46. Nasce una stella
47. La città proibita
48. Piccoli passi
49. Dimmi la verità
50. I primi sintomi
51. Non è più lo stesso
52. Mi manchi, e tu?
53. Il passato
54. Non allontanrmi di nuovo
55.London Eye
56. L'orgoglio da parte
57.Come riavvolgere il nastro
58. E se fosse un'occasione?
59. Susan, occhi da cerbiatta
60. Persecuzioni
61. Tutto cambia velocemente
62. Festa d'addio
63. Notizie flash
64. Il riflesso nel dipinto
65. Indizi
66. Ripensamenti
67. La rielaborazione del cuore
68. Noi due e un Garofano
69. La nuova coppia
70. Riconciliamoci

27. Una notte insonne

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Galing kay SarahAdamo



"Quando c'è complicità non serve nulla. Né gesti, né parole. Niente. Solo due persone che anche a distanza si respirano. Ed è elettricità."
(sabrinacivati, Twitter)



Pregai, affinché riuscissi a capire cosa veramente stava accadendo nella mia testa. Risultò essere una sfida continua, nonostante non riuscissi minimamente a stargli lontano ogni volta che le mie iridi chiare incontravano quelle sue, scure e tenebrose percepivo quel orribile sensazione di pericoloso e adrenalina che misteriosamente si mischiavano mandandomi in completa confusione. Mi sentì sollevata nell'aver rivelato a Derek una parte di me e del mio passato nonostante non fossi calata in ogni dettaglio a lui era bastato, come a me aveva saziato quella piccola confessione nei miei confronti. Cominciavano a fidarci l'uno dell'altro, nonostante egli avesse un suo strano modo di dimostrare i sentimenti, io non ero da meno.
Rientrammo al cottage, non ci eravamo più parlati bensì avevamo sostituito il tutto con una serie di sorrisi e di sguardi fugaci.
-"Siete tornati, com'è andata?"- la signora Ellen fu contenta di vederci, teneva sulle mane accompagnate da un panno un vassoio con al di sopra una grossa torta al cioccolato.
-"Bene, ci siamo divertiti nonna grazie"- le sorrise sua nipote, Derek rimase in disparte come il suo solito senza spicciare parola.
-"Questa torta ha un bell'aspetto"- la mia amica si leccò i baffi mentre dal mio stomaco provenne un rumoroso brontolio. Mi coprí istintivamente l'addome con la paura che si fosse potuto sentire.
-"Lo so, ci ho messo cioccolato e crema di nocciole la mangerete dopo cena"- soddisfatta la donna sorrise a tutti noi, lanciai una leggera gomitata al ragazzo che scosso dai pensieri sorrise di rimando a sua nonna.
-"Grazie mille Ellen è stata gentilissima"- intervenni. Erano le sette per cui, la tavola come di consueto doveva essere già apparecchiata. Dopo esserci lavati le mani ci recammo in sala da pranzo dove regnava il solito tavolo lungo e rettangolare, con al centro delle luminose candele e qualche antipasto già servito. John e mia madre erano già seduti, quest'ultima stavolta aveva preso posto alla sinistra dell'uomo, parlottavano animatamente lui di tanto in tanto le sfiorava le dita che ella teneva in aria tramite il gomito che teneva poggiato sulla tovaglia. Sollevai gli occhi al cielo infastida da quel comportamento di mia madre, non seppi neanche che fine aveva fatto Richard ma dagli sguardi languidi di Kate capí che Joh sarebbe stata la sua prossima preda.
-"Tua madre ci da dentro vero?"- il suo sussurro arrivò al mio orecchio come un soffio, per fortuna nessuno lo udí. Eravamo seduti vicini.
-"Già, neanche a tuo padre pare che gli dispiaccia"- entrambi ci osservammo per qualche secondo, forse stavamo pensando la stessa cosa.
-"Ho fatto preparare il piatto preferito di Derek, pollo alla Fiorentina e penne con il pomodoro"- rallegrata dalla sostanziosa cena che ci attendeva mi umettai le labbra in attesa della prima portata. Egli si era sforzato nel sorridere a sua nonna e gliene fui grata tanto che gli rivolsi un cenno di approvazione.
-"Signora Ellen lei ci vizia così"- ridemmo alla battuta di Megan che era seduta accanto a mia madre.
-"Mamma per favore fa servire le portate, io e Kate dobbiamo uscire"- per poco non mi strozzai con l'acqua gassata che stavo sorseggiando.
-"E dove andate?"- mi uscì spontaneo domandare con un espressione di leggero disgusto.
-"Nina non fare quella faccia, John mi porta a vedere la città non è grandioso?!"- guardai l'orologio e ne fui ancora di più incuriosita, quei due non la raccontavano giusta. La cosa che più mi stupì fu come John regalò un dolce buffetto sul naso di mia madre, scostai immediatamente lo sguardo. Mia madre era libera di fare ciò che voleva, poteva tranquillamente frequentare altri uomini magari qualcuno che l'avesse fatta smettere di bere ma no con John, non poteva fidanzarsi con John McCarthy.
-"Be' suppongo che tu abbia già mollato Sidney"- qualcuno parló, e poco dopo capí che quella voce proveniva dal ragazzo al mio fianco. Aveva avvolto un braccio intorno allo schienale della mia sedia, sedeva sciatto e spavaldo sorseggiando un bicchiere d'acqua.
-"Derek, Sidney è la mia segretaria personale"- contestò suo padre palesemente infastidito dal suo commento, di tutta risposta gli calpestai il piede ma con scarsi risultati datone che egli non si era smosso neanche di un millimetro.
-"Già come no.."- bofonchiò, sorridendo appena beffardamente.
-"Chi è questa Sidney, John?"- intervenne mia madre dopo aver bevuto un intero bicchiere di vino tutto d'un colpo. Mi massaggiai la fronte affranta mia madre era tremendamente gelosa, peggio se aveva anche bevuto.
-"Nessuno Kate, sul serio è la mia segretaria niente di più e poi è una ragazzina.."- cercò di essere convincente mia madre li osservava con un grosso muso lungo con il bordo del calice attaccato alle labbra.
-"Che ti sei scopato"- continuò egli.
-"Derek!!"- lo rimproverai, a sua sorella cadde la forchetta sul piatto Megan mi osservó allibita mentre nervosamente cercai di puntare il ragazzo sperando che le mie iridi potessi bruciarlo. Ellen mormorò un "oh signore" e rivolse gli occhi al cielo.
-"Adesso basta, mi hai stancato non fai altro che rovinare sempre tutto.. andiamo Kate"- John si era alzato dalla sedia di scatto, furioso e alzando la voce, infine prese mia madre per mano e la costrinse ad alzarsi da tavola.
-"E buon compleanno!"- terminò, lasciando la cucina e probabilmente il cottage minuti dopo.
Calò un terribile silenzio, imbarazzati smettemmo di mangiare per fortuna eravamo riusciti ad arrivare al pollo con le patate.
-"Ehm.. chi vuole il dolce?"- sorrise imbarazzata Ellen, e come risposta Derek si alzò bruscamente dal tavolo lasciando vuoto il suo posto accanto al mio. Mi tolsi il tovagliolo dalle ginocchia lanciai una fugace occhiata a tutte loro.
-"Scusate.."- sibilai, e mi incamminai anch'io verso la scalinata di legno che portava alle camerate.

Decisi di lasciar sbollire la rabbia che Derek non aveva saputo controllare, sapevo che comunque mia madre era in buone mani con John non importava il suo passato ma il suo presente. Una volta in camera, mi feci un doccia veloce mi struccai il viso tirando i capelli indietro con una fascia, stesi la mi crema e inserì le pantofole. Dopo aver indossato il pigiama caldo di flanella e la vestaglia pesante scesi al piano di sotto per preparare i pop corn, non volevo di certo mancare alla sorpresa che avevo in serbo per Derek, infondo potevo capire il suo atteggiamento era lo stesso che molto probabilmente assumevo con mia madre. Non volevo dargli tutte le colpe.
Ero accanto al microonde attendendo il trillo che segnalava sbocciati i pop corn, mia madre e John non erano ancora tornati. Preparai un vassoio, su vi misi la ciotola di pop corn e due bicchieroni di coca. La figura grossolana e anziana di Ellen mi fece leggermente sobbalzare.
-"Oddio"- emisi sotto voce.
-"Scusa cara non volevo spaventarti"- ridacchiò ella, prendendosi una tazza dal lavello.
-"No si figuri ero soprappensiero"- ci fu un breve lasso di tempo imbarazzate, non volevo lasciarla lì da sola nonostante sul vassoio fosse tutto pronto. Osservai rammarica la torta al cioccolato sul pianale che ella aveva preparato con tanta dedizione e amore.
-"Vuoi del thè?"-
-"Oh no la ringrazio.."-  sorrisi, ella ricambiò.
-"Mi dispiace se.. Derek ha detto quelle cose a tavola"- mi mordicchiai il labbro inferiore.
-"Tesoro non devi accollarti tutto ciò che dice mio nipote, è in collera con suo padre..  ormai ci sono abituata, tutti lo siamo"- sospirai pesantemente.
-"Cosa sono quelle cose?"- ridacchiò l'anziana donna mettendo sul fuoco l'acqua per farla scaldare.
-"Oh.. una cosa per Derek, gli ho preso un film del terrore così possiamo guardarlo e sgranocchiare qualcosa"- arrossì il viso calando lo sguardo sulle bollicine che emetteva la coca del bicchiere di vetro.
-"Sei gentile a fargli compagnia"- versò poi il contenuto nella tazza e fece dondolare la bustina di thè su e giù.
-"È.. un bravo ragazzo"- continuò ella, osservando rattristata.
-"Lo so"- confermai sorridendole, afferrai poi il vassoio le lanciai un'occhiata cordiale e risalí lungo la camerata.

Bussai lievemente alla sua porta, sul vassoio avevo posato anche il film con tanto di custodia. Sperai che fosse nell'umore giusto e che non avremmo litigato e magari rovesciato tutta la bevanda gassata sul pavimento, spaccando i bicchieri contro i muri. In realtà ci mise un po' a rispondere di fatto pensai addirittura che fosse uscito.
-"Chi è?"- accostai l'orecchio al legno massiccio e scuro.
-"Sono Nina"- il vassoio cominciava a pesare.
-"Che cosa vuoi?"-

Ci siamo, pronti per la battaglia infernale

-"Solo che mi fai entrare"- decisi di giocare d'astuzia. Lo sentì sbuffare pesantemente.
-"Ok, entra"- soddisfatta della mia mossa, varcai la soglia della sua camera. Era simile alla mia nella sua composizione, le coperte rosse e spesse la carta bianca da parati il bagno privato ne cambiava soltanto la disposizione e il colore dei tappeti e delle tende. Egli sollevó lo sguardo dal suo cellulare incuriosito, tant'è che lo ripose sul comodino alla sua destra.
-"E quella roba cos'è?"- incorniciò le braccia al petto, indossava dei pantaloni blu del pigiama e una t-shirt bianca ad aderirgli il petto.
-"Il tuo regalo di compleanno"- scrollai la spalle con nonchalance, senza chiedere il permesso mi sedetti al lato sinistro del letto quello rimasto libero. Con le gambe a farfalla e un mezzo sorriso sul viso gli puntai gli occhi.
-"Be' hai sprecato il tuo tempo Stefens stavo andando a dormire"- quel tono rude e incolore mi fece mal al petto cercai di ignorarlo, ma fu più forte di me.
-"Sono appena le dieci Derek"- contestai stizzita.
-"E allora?"- cominciò a scoprire la trapunta rossa dal suo lato.
-"Non avresti dovuto dire quella frase in pubblico sai"- dissi d'un fiato, con le braccia incrociate al petto e in piedi di fronte al lato opposto a dove si trovava.
-"Ho detto solo la verità"-
-"Forse la verità avresti dovuta dirla in un altro modo, non credi?"- corrugai le sopracciglia innervosita.
-"No, così il messaggio è più chiaro non trovi?"- stava diventando sarcastico, segno che pian piano la sua rabbia stava svanendo. Lo aiutai a scoprire le lenzuola anche dal mio lato, alzò il guanciale e si posizionò incrociando i piedi nudi l'uni sull'altro.
-"Derek"- lo chiamai, ma egli mi ignorò spudoratamente.
-"Derek okay, hai ragione mia madre si è fatta così tanti uomini che solo se ci penso mi viene la nausea, lei è così esuberate specialmente quando è ubriacata ma.. non è detto che io debba dire certe cose a tavola"- appoggiai un ginocchio sul materasso, attenendo che egli mi rivolgesse un po' della sua attenzione. Passò qualche secondo, nel quale osservó qualcosa di indefinito davanti a se.
-"Mio padre non fa altro che circondarsi di ragazzine, ci siamo sempre scopati le stessa donna di trent'anni, è rivoltante.."- disse, accese la tv e quei suoni leggeri invasero la stanza.
-"Vi assomigliate molto direi"- ironizzai egli tentò di sorridere, e fui contenta di avergli placato quell'incontrollabile sentimento che talvolta colpiva anche me, i nostri genitori erano molto simili su certi aspetti.
-"So quanto può essere difficile, Kate non è stata brava madre pur vivendo sotto lo stesso tetto mi sono sempre sentita abbandonata, so come puoi sentirti, ma se vuoi cacciarmi dalla tua camera per questo fa pure.. "- fui severa, in qualche modo, volevo che capisse che ero abituata ad avere un cattivo rapporto con il mio genitore, che nonostante ciò provassi in qualche maniera di essergli vicina, volevo che capisse di non essere l'unico. Quando i suoi occhi felini scattarono nella mia direzione quasi ne ebbi timore, sbattei la palpebra più volte calando lo sguardo sul mio pigiama. Sospirò profondamente e abbozzò un lieve sorriso.
-"Non voglio cacciarti"- sorrisi anch'io, intimidita tornai a guardare le pellicine sulle mie unghie.
-"Va bene.."- proferì con un filo di voce. Altri secondi in completo silenzio, poi pensai che stava provando a lasciarsi andare.
-"Cosa hai portato?"- piantò divertito le iridi blu sul vassoio poggiato al comodino affianco alla mia figura. Lo afferrai e poggiai il tutto con estrema lentezza sul materasso.
-"Scream il quarto capitolo e.. pop corn"- sventolai allegramente la custodia del DVD mentre mi posizionai con entrambe le ginocchia sul materasso. Egli, con uno slancio felino afferró la copertina e fulmineamente le sue labbra carnose si posarono sulla mia guancia provocando un fugace schiocco. Arrossì di poco.
-"Guardiamolo subito allora"- le sue iridi si dilatarono e mi guardò eccitato e diverito assieme.
Non ci eravamo messi sotto le coperte, bensì ci coprimmo con solo il copriletto rosso e spesso. Egli mi aveva convinta dopo svariati tentavi ad appoggiare la testa sulla sua grossa spalla, dovetti avvicinarmi maggiormente per compiere quel gesto tanto che istintivamente accavalli un piede sul suo. Quel film era tremendo, sangue dappertutto e mentre Derek si divertiva io mi coprivo il viso con le mani ogni volta che temevo che l'assassino sarebbe apparso da un momento all'altro. Odiavo i momenti di suspense, egli adorò le mie urla stridule e il corpo contratto stretto sempre di più vicino al suo. Ci venne fame durante la visione del film, restai con il capo poggiato alla sua comoda spalla mentre egli teneva saldo sulle sue ginocchia la ciotola di pop corn, ne mangiucchiai parecchi.
-"Questa è sicuramente la parte più bella del film.."- stava parlando della parte in cui l'assassino con la maschera bianca da fantasma aveva telefonato Rebecca, intenta a recarsi alla sua auto nel garage. Non risposi, stavolta mi convinsi che dovevo guardare lo schermo della tv, Rebecca venne assalita in auto e quando il volto bianco le apparve dallo specchietto retrovisore sobbalzai nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Egli rise sonoramente facendo ondeggiare la ciotola di pop corn.
-"Idiota!!"- gli lanciai un leggero pugno al braccio.
-"Ancora non capisco perché ho deciso di guardarlo"- brontolai. Ero stufa dei pop corn, in mente si focalizzò immediatamente quella torta farcita della signora Ellen.
-"Perchè è il mio compleanno no?!"- sollevai gli occhi al cielo, e mi stiracchiai scostandomi dal suo corpo, egli ne soffrí al distacco datone che mi osservó con un cipiglio sul viso. Volevo assolutamente una fetta di quella torta.
-"Dove vai?"- mi ero alzata dal materasso ed avevo premuto stop per fermare il film e riprendere poi da dove era rimasto.
-"A prendere una fitta di torta"- risposi con nonchalance, infilai poi le mie pantofole lasciate al bordo del letto. Egli era rimasto impassibile le sue iridi vagavano sulla mia figura senza sosta, mi fece un rapido check-in che mi spazientì leggermente. Odiavo essere fissata in quel modo.
-"E be'? Mi accompagni o no?"- ero in procinto di girare la maniglia, egli ridacchiò sommessamente.
-"Hai paura Nina?"-
-"No, certo che no.."- arrossì in volto, quando richiudemmo la porta alle nostre spalle egli approfittò per pizzicarmi il fianco e farmi sobbalzare all'indietro. Risi come una matta, lui fece lo stesso.
-"Non è divertente, cosa possa farci se mi spavento facilmente"- piagnucolai, trattenendo una risata. Il corridoio era quasi buio, egli era dietro di me ma feci qualche passo indietro per potermi ritrovare al suo fianco. Arrivammo sani e salvi in cucina dove la torta al cioccolato aspettava soltanto di essere tagliata e mangiata. Egli si adagiò con il fondo schiena al bordo dell'isola, mentre le mie mani si adoperarono a tagliare una bella fetta di torta. Un po' di crema mi era finita sull'indice, tentata immersi fra le labbra e ne assaporai il gusto dolce e saporito delle nocciole. Qualcosa mi fece pensare, che mi stesse fissando il sedere datone che gli ero completamente di spalle.
-"Tu ne vuoi?"- proposi con voce tremante, avevamo acceso il lume che non dava molta luce alla stanza bensì gli donava una leggera penombra. Saettai lo sguardo dove udí un giro di chiavi nella serratura sbarrai gli occhi impaurita.
-"Chi è?"- avevo probabilmente gli occhi fuori dalle orbite, Derek spaesato osservó dietro di se non molto tranquillo anche lui.
-"Se sono qui con te come faccio a saperlo?"-
-"'Non saranno per caso i ladri?"- dissi a voce stridula e soffusa. Udimmo dei forti e pesanti passi e la porta richiudersi.
-"Shh!!"- il ragazzo con un movimento fulminei mi afferró per i fianchi e mi costrinse assieme a lui a schiacciarci contro il frigorifero situato nell'incavo nascosto della cucina. Mi strinsi al suo petto mentre le sue braccia muscolose mi avvolsero completamente, sollevai il naso e mi scontrai col suo mento.  Non feci in tempo a proferire parola che i rumori si fecero ancora più acuti si stavano avvicinando alla cucina, egli premette con forza il palmo della sua mano contro la mia bocca. Udimmo dei leggeri schiamazzi mischiate a delle piccole risate.
-"Ssh Kate potrebbero sentirci"- ridacchiò quest'ultimo.
-"È stata una bella serata.. proprio bella si"- rispose una voce brilla.
-"Già lo penso anch'io.. dammi un bacio"- spalancai gli occhi e guardai quelli di Derek che nello stesso istante guadarono i miei allibiti. Sentimmo uno schiocco di labbra, poi i rumori si fecero sempre più lontani, quando sparirono del tutto. Restammo in quella posizione finché tutti i rumori non cessarono, la punta del naso sfiorò ancora il suo mento, potei percepire il dolce profumo di dopobarba maschiale proveniente dalle sue guance ben rasate, l'odore di sandalo e il soffio leggero che fuorusciva dalle sue labbra schiuse. Eravamo appicciati, i miei seni erano schiacciati contro il suo addome muscoloso, le braccia forti mi avvolsero completamente la schiena. C'osservammo per un lasso di tempo indefinito, poi scoppiamo a ridere come matti cercando disperatamente di non svegliare nessuno.
-"Forza.. andiamo"- mi incitò egli, e portai con me la fetta di torta.

Quando fummo di nuovo in camera e riprendemmo la visione del film, stavolta fu egli ad adagiare il capo sulla mia spalla e ne potei percepire l'odore del bagnoschiuma che aveva usato per lavarsi i capelli. Cercò di mangiare quasi tutta la mia fetta di torta, gli avevo concesso due pezzi ma il resto doveva essere mia.
-"Non l'hai voluta adesso non pretendere di mangiare la mia"- dissi, e in un boccone finí la mia fetta. Egli si sollevó dalla mia spalla per osservarmi in maniera sconcertata.
-"Ma era una fetta enorme, e poi.. non dovresti mangiare tanto potresti ingrassare"- enfatizzò quest'ultime scostandomi definitivamente dal suo viso mentre assaporavo la crema finita sulle punta delle dita.
-"Che cosa hai detto? Prova a ripeterlo se hai il coraggio"- ringhiai furiosamente, ero permalosa quando venivo colpita seriamente anche se il suo sorriso beffardo mi fece intendere che avesse soltanto intenzione di prendermi in giro. Osservó la mia espressione da cartone animato e sfociò una fragorosa risata.
-"Guardiamo la fine del film che è meglio"- si sistemò nuovamente sulla mia spalla e ne percepì una serie di brividi incontrollabili. Dopo quasi tre quarti d'ora il film arrivò ai titoli di coda, per fortuna non mi spaventai molto datone che le palpebre tentavano ogni volta di chiudersi come un grosso sipario. Non mi era mai capitato di aver sonno la sera, riuscivo a malapena ad addormentarmi con fatica e sotto farmaci.

I miei ansiolitici notturni

Come avrei fatto senza? Temetti di ritornare in camera, di ritrovarmi sola e vulnerabile agli incubi che non tardavano mai ad arrivare. Sbadigliai rumorosamente, non mi importò che non fosse educato, a Derek non sarebbe dispiaciuto di certo.
-"Ok, è ora di dormire"- annunciò osservando il mio viso assonnato, non mi ero resa conto durante quei minuti in cui cadevo in completa catalessi di appoggiare a mia volta il capo sul suo. Mi scostai controvoglia mentre egli si alzò per togliere il DVD. Mi sollevai con la schiena, era quasi l'una del mattino, mi stropicciai gli occhi e stiracchiai  le gambe che erano rimaste raggomitolate quasi tutto il tempo. Egli mi raggiunse, scoprí le lenzuola e ci si infilò dentro con un rapido movimento. Appoggiò la testa sul guanciale.
-"Cosa c'è?"- egli aveva percepito il mio sguardo preoccupato e le mie iridi velate dalla preoccupazione.
-"Niente.. spero soltanto che una volta in camera questo sonno non svanisca all'improvviso"- mi avvicinai al bordo del letto infilai le pantofole e fui pronta a indossare la mia vestaglia pesante.
-"Puoi anche restare.."- quel fievole sussurro mi fece tremare il cuore tanto da fargli fare una doppia capriola all'indietro.
-"Non lo so.. forse non è il caso"- non ebbi il coraggio di voltarmi, sapevo che se l'avessi fatto avrei accettato in meno di un secondo. Mi massaggiai le ginocchia in pre da una scelta infernale.
-"Io credo di sì"- sospirò egli a pieni polmoni, forse potevo provarci potevo provare a dormire serenamente se qualcuno, chiunque, avesse vegliato al mio fianco. Non avevo molta voglia di restare sveglia, non ne avevo le forze, feci ciò che mi riuscì più facile. Lentamente mi infilai sotto le lenzuola calde e spesse, adagiai il capo sul cuscino e fissai il suo viso che non smetteva di essere correlato col mio. Con un movimento felpato del capo si avvicinò al mio corpo tremante e impaurito di ciò che stavo facendo, non ne sarei più uscita. Le sue dita insistenti cercarono le mie, afferrarono il mignolo e l'anulare racchiudendo il tutto in una morsa morbida e fredda per via della sua temperatura. L'osservai rammaricata, egli con un movimento della mano spese le luci del lume. Non ci fu bisogno di cercare il suo sguardo, avvertivo le sue iridi blu e tormentate fissarmi senza sosta. Sapevo che c'erano, che mi stessero pungendo anche se non le potessi scorgere. Sistemai una mano sulla guancia accaldata, vicino al mento. Non seppi decifrare i minuti e le ore che probabilmente restammo lì a guardarci senza dire nulla, senza un velo di luce capace coglierci  in fragrante.

La mattina seguente, mi resi conto di essere in camera di Derek e che volutamente ero rimasta a dormire del suo letto. Eravamo rimasti nella stessa identica posizione della sera prima, viso contro viso coi corpi distanti e dormienti ognuno nella parte propria. Sgattaiolai fuori dalle coperta accaldate, inserì la mia vestaglia e diedi un'altro sguardo fulminei al ragazzo dall'oscuro fascino ancora addormentato, fu strano cogliere dal suo viso quell'espressione rilassata e non corrucciata che aveva di solito, sorrisi dolcemente.
Quando lasciai la sua camera e richiusi la porta senza far rumore sperai nessuno m'avesse vista compiere tale gesto seppure Megan e mia madre erano state sistemate al piano di sopra. Ma la mia camera era proprio adiacente a quella di Kristie e sarebbe stato imbarazzante per lei vedermi uscire dalla camera di suo fratello di primo mattino, tanto quanto lo sarebbe stato per me. Fortunatamente arrivai al piano di sotto senza intoppi, tranne quando in sala da pranzo trovai John intento a gustare le sue uova strapazzate e del bacon. Mi grattai la nuca, avevo i capelli peggio di un pagliaio.
-"Buongiorno"- egli si era accorto della mia presenza goffa e impacciata. Ripensai agli schiamazzi uditi quella notte.
-"Buongiorno"- ricambia il fievole sorriso che mi aveva posto. Mi sedetti al suo fianco e per qualche secondo mi sentì imbarazzata tanto da non far altro che strofinarmi le mani sulle ginocchia.
-"Non fare complimenti serviti pure"- in tavola come al solito vi erano pane tostato, burro marmellata croissant farciti e pancakes per non parlare delle uova e degli altri ingredienti salati.
-"Grazie.."- timidamente mi vedrai del caffè in una tazzina e afferrai del pane tostato spalmandoci su un po' di burro.
-"Ti piace il caffè?"-
-"Si, credo che si possa definire quasi come una dipendenza"- ridacchiamo leggermente, senza osservarci negli occhi.
-"Anche.. anche a mia moglie piaceva molto il caffè, ne era ossessionata"- quella frase mi scaldò il cuore, improvvisamente mi si chiuse lo stomaco.
-"Io ho preso da mio padre, anche lui era dipendete del caffè. In famiglia la dipendenza è il nostro forte"- mi sfuggì dire, ma ormai non aveva più importanza.
-"Da quanto tempo non lo vedi?"-
-"Da un bel po direi, mi ricordo a stento la sua faccia.. "- intristita staccai un piccolo morso dal pane.
-"Anche io sai.. a volte temo di non poter più ricordare il viso di mia moglie"- continuò rammaricato, John non era male forse sarebbe potuto essere un padre migliore di quello che era toccato a me.
-"Le manca molto?"- azzardai, era la prima volta fuori dall'ufficio che affrontavamo una conversazione lunga e confidenziale.
-"Si.. tanto"- annuì quasi con gli occhi lucidi. Passarono alcuni secondi, riuscì a finire la mia fetta mancava soltanto quel liquido caldo e marrone.
-"Nina ascolta io.."-
-"So già cosa vuole dirmi"- tagliai corto senza dargli l'opportunità di continuare, mi pulì la bocca con un tovagliolo.
-"Mia madre non sa resistere agli uomini, specialmente ad uno come lei.. "- cominciai a stizzirmi, mia madre non poteva frequentare il mio capo, proprio non poteva.
-"Ci conosciamo soltanto da due giorni è vero.. e so che forse ti avrà infastidito il fatto che ci sia stata subito attrazione fra noi ma, Kate è una donna speciale non è come tutte le altre che ho incontrato nella mia vita credimi.. ho intenzioni serie con lei"- quel discorso non aveva fatto altro che stizzirmi ancor di più, tant'è che non l'avevo osservato in viso neanche una volta, mia madre afferrava tutto ciò che avessi attorno.
-"Appunto..vi conoscete soltanto da due giorni, non crede sia troppo presto?"- stavolta fu colta da un'improvvisa ondata di coraggio e gli puntai severamente le iridi sul viso.
-"Si.. si,lo so che è presto ma questo è ciò che sento e tua madre a quanto pare prova lo stesso"- mi scappò uno risolino sarcastico mentre arrotolavo un pezzettino di carta.
-"Kate ha sempre fatto così.."- conclusi, la mia colazione era terminata così mi alzai da tavola, ma prima che potessi abbandonare la sala da pranzo egli mi richiamò.
-"Nina"-
-"Si?"- mi voltai in sua direzione.
-"Ci proverò seriamente con lei soltanto se tu.. sarai d'accordo"- osservai per svariati minuti il pavimento piastrellato poi gli volsi un debole cenno d'approvazione con un sorriso abbozzato, dopo di che sparì al piano di sopra.




#ANGOLOAUTRICE

Tutti noi speriamo di trovare quella complice persona che ci faccia andare a letto la sera con il sorriso sulle labbra!!

Aspetto i commenti, forza!!😍

Miss Adams❤️❤️

Ipagpatuloy ang Pagbabasa

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