The Gift

By cami_silverlane

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È strano come appoggiare la mano su un fornello acceso senza farsi un graffio possa cambiare tutto il tuo mon... More

Prologo
1. Idranti esplodono e fornelli fantasma
2. Scopro l'utilità dei terremoti a comando
3. Prima battaglia non troppo divertente
4. Ci danno quelle che dovrebbero essere spiegazioni
5. Mando in fumo le speranze di un'oca
6. La mia vita si sta complicando enormemente
7. D'ora in poi non mi serviranno più i gavettoni
8. Mai dire che tutto va bene
9. Poteva andare meglio... O peggio
10. Questa comunicazione mentale sta diventando molesta
11. La festa peggiore della mia vita
12. Cattedre volano
13. Jake - Boom
14. Non la migliore delle mie giornate
15. Faccio qualcosa di terribilmente stupido
16. Pollo e waffle prima dei casini... Una garanzia
17. Matthew - Chiamateli problemi familiari
18. Alla fine non è stata così stupida come idea
20. Gita fuori porta
21. Imparo un nuovo trucchetto
22. Serata di gala con sorpresa
23. Succedono strane cose mentre Matthew si fa un pisolino
24. Santa Monica
25. Lacrime dal cielo
26. Veronica - Schegge
27. Supernova
Epilogo
Extra: Characters&Songs
Sequel

19. Il ballo dei sogni

80 10 24
By cami_silverlane

(preparatevi, ci facciamo un giro nei sogni di Allison)

Apro gli occhi con difficoltà. Ma non è suonata la sveglia? Oggi ho scuola? O no?

Sfregandomi la testa scendo dal letto, muovendo qualche passo incerto nella mia stanza, le solite pareti verdi, il tappeto morbido. Però un senso di disagio si fa strada in me, come se fossi nel posto sbagliato.

Ma che stai dicendo Allison? È camera tua

Percorro tutte le pareti con lo sguardo e finalmente trovo l'imperfezione che stavo cercando. C'è un poster, attaccato vicino alla porta, che non ricordo aver mai messo. Lo raggiungo esitante, e ancora un po' sonnolenta.

Ci passo sopra la punta delle dita. È semplice, di Harry Potter - giusto perché ne ho pochi -, ed il bello è che ricordo di averlo ordinato su eBay, ma non del suo arrivo, e io ci faccio sempre caso.

Strano.

Poi il mio sguardo scivola sulla mano. È fasciata. Un spessa fasciatura bianca che circonda il palmo e il polso. La chiudo a pugno ma non sento dolore, non ricordo nemmeno perché è bendata.

Doppiamente strano.

Incuriosita inizio a svolgere le bende, se sono ferita e non ricordo perché almeno voglio dare un'occhiata. Solo che scopro un palmo perfettamente intonso, libero da qualsiasi danno.

Triplamente strano.

Poi prende fuoco. Caccio un urlo che probabilmente sentiranno anche a Boston. Lingue arancioni e gialle si fanno strada sul mio avambraccio fino a che tutto l'arto non è in fiamme. Lo agito convulsamente cercando di farlo smettere di bruciare.

Ma non sento dolore, realizzo. Le fiamme che dovrebbero lasciarmi la pelle deturpata di orrende bruciature non mi stanno nemmeno facendo un graffietto.

Non riesco a capire se ciò mi solleva o se mi sento solo più nervosa.

Sto per chiamare aiuto dai miei genitori quando un presentimento mi investe. Non devo chiamarli, non sarebbe una buona idea. Rinuncio a capire cosa sta succedendo nella mia testa.

"E spegniti" esclamo esasperata.

Guardo il poster, lì è cominciato tutto. Tenendo il braccio fiammeggiante più lontano possibile lo stacco con l'altra mano. Riesco a compiere l'operazione senza dare fuoco alla stanza ed è già qualcosa.

Scopro che nasconde un buco, una specie di rientranza annerita, avvicino gli occhi per guardare meglio e, all'improvviso, ogni mia cellula sembra essere attratta verso quel punto.

Il mio urlo viene soffocato quando ci finisco dentro. Non so come, ma vengo inghiottita da quel buco grande come un pugno.

Roteo senza controllo per dei secondi che pargono non finire mai. Una tempesta di suoni nelle orecchie. Voci confuse a cui non so dare un nome, che si sovrappongono le une sulle altre, diventando incomprensibili.

Di botto mi ritrovo in mezzo alla strada, appena davanti a casa mia. Che sta bruciando. Lo schiocco del legno che va in pezzi è terribile. Il calore è talmente forte che mi fa lacrimare gli occhi, e il fumo mi fa tossire.

Forse troppo forte. Troppo caldo per una casa sola. Tremando mi volto.

Tutte le case della via dietro di me sono in fiamme, gli alberi nei giardini dietro, le cassette della posta davanti ad esse. La strada sembra continuare all'infinito, quando ad un certo punto dovrebbe intravedersi un bivio e i grattacieli del centro di San Diego in lontananza.

Mi sento sprofondare. Perché so, inconsciamente, che è colpa mia.

C'è un unica persona che può aiutarmi ora, l'unica persona che può aiutarmi sempre: Jake.

Mi metto a correre nella direzione opposta, verso la casa del mio migliore amico.

Solo che ogni abitazione che oltrepasso si mette a bruciare, si accascia crepitando. Fiamme. Fiamme ovunque. Io stessa sono in fiamme.

Basta! Per favore basta! supplico rivolta al nulla.

Nonostante la distruzione che mi segue continuo ad avanzare disperatamente. Il caldo si sta facendo insopportabile, anche se sono ricoperta di fuoco dalla testa ai piedi.

Almeno una cosa mi va bene, però. Tutte le case davanti a me, nella strada che continua all'infinito, sono attaccate dalle fiamme. Tranne una. Che si erge nella devastazione come un'ancora di salvezza.

Appena raggiungo il vialetto d'entrata della casa di Jake anche io smetto di bruciare. Il pigiama addosso come se nulla fosse successo. Per poco non mi getto a terra baciare il cemento.

Andando verso la porta mi accorgo però che c'è qualcosa di diverso. Solitamente quella è bianca, con lo spioncino contornato di ottone, mentre adesso è tutto di uno scuro color cremisi.

Ho un pessimo presentimento.

Deglutisco, alzando lo sguardo.

Mi giro di scatto, chinata in avanti, le mani sulle ginocchia. Quello che ho visto impresso nella mente.

Un corpo accasciato sul davanzale. Girato ma comunque riconoscibile. Quella zazzera di capelli neri, dritti come aculei di porcospino. La felpa bordeaux che gli piace così tanto. E il sangue, tanto sangue, che cola da lui imbrattando il muro, fino a terra. Forse anche troppo sangue per una persona sola.

Qualcosa si forma nel profondo di me, sale verso la gola, erodendo tutto ciò che trova nel mezzo, lasciando solo vuoto.

Sto per urlare, quando, finalmente, tutto svanisce.

************************************

Buio.

Galleggio nel buio.

Ricordo tutto.

La battaglia a casa di Matthew. I genitori catatonici di Peter. Peter... Il bacio. Sua sorella. Peter è andato via.

Una lacrima sfugge al mio controllo, svanendo nel nulla che mi circonda.

Ricordo anche il sogno appena passato. Dove invece non sapevo nulla dei miei poteri. Perciò ricordo di non aver ricordato?

Sto decisamente sognando. È come se fossi bloccata in un sogno. Reannon mi ha bloccata in un sogno.

Una voce buca il Niente che mi circonda.

Cosa fa il fuoco?

"Distrugge" mormoro in risposta, quasi automaticamente.

So che non fa solo quello, ma ho visto coi miei occhi la devastazione che potrei causare, anche solo perdendo il controllo.

Un risucchio e mi ritrovo da tutt'altra parte.

Sono ancora sospesa nell'aria, ma stavolta fisso un soffitto grigio di cemento.

Fortunatamente stavolta ricordo tutto. E so anche dove sono.

Dei passi in arrivo mi mettono in allerta. Cerco di controllare lo stato volante in cui mi trovo, e riesco a girare il busto, il resto del corpo lo segue a ruota. È davvero strano, fluttuare senza peso.

Ancora più strano? Vedere Jake e Matthew sbucare dalla porta dell'infermeria.

Subito penso ad un sogno. Jake si appoggia pesantemente ad uno dei tavoli lungo il muro, massaggiandosi le tempie, guardarlo è quasi doloroso dopo aver visto il suo corpo morto. Il biondo si dirige invece verso uno dei due armadietti, estraendo una bottiglietta di disinfettante e del cotone idrofilo.

Si mette al fianco del mio migliore amico, iniziando a passarsi il disinfettante i diversi tagli superficiali che ha sulle braccia, facendo una smorfia ogni tanto.

Non ricordo avesse graffi o ferite quando l'ho visto alla villa, perciò deve essere per forza un'altra finzione.

Sto già tirando ad indovinare chi prenderà fuoco per primo, solo per farmi soffrire, o se saranno entrambi, quando Jake parla.

"Mi fa male tutto" borbotta.

La sua voce, così familiare, così sua mi fa quasi capovolgere in aria. È chiaro che non mi vedono, ma io di sicuro posso vederli, e sta accadendo davvero, non è un sogno.

"A chi lo dici, ho dovuto anche iniziare a combattere quando sono arrivati quei due tizi di rinforzo" dice Matthew, contraendo la mascella quando il cotone passa sopra un taglio più profondo degli altri.

"Davvero? Davvero?" scatta Jake, improvvisamente infastidito.

"Stavo scherzando" ribatte il biondo sulla difensiva "Ho sentito com'era..."

La rabbia dell'altro sembra evaporare in un attimo. "Già... Grazie per quello..." si passa una mano sulla nuca "Come sapevi avrebbe funzionato? "

"In realtà non lo sapevo" le punte delle orecchie di Matthew si tingono di rosso, ma Jake non è un grande osservatore "O almeno non ne ero certo..."

Okay, ne ho abbastanza.

"Ragazzi!" urlo "Ragazzi!"

Nulla. Fluttuo verso il basso mettendomi proprio di fronte a loro, agitando le braccia sperando di farmi notare. Ancora niente.

"Però voglio chiarire un punto" dice Jake improvvisamente serio "Ti ringrazio di averlo fatto soprattutto dopo aver scoperto che sono bi, conosco tante persone - ragazzi - che non l'avrebbero fatto solo per quello, la maggior parte della gente pensa che dato che sono bisex mi piacciono tutti i maschi, oppure che è solo un pretesto per non dire di essere gay, non voglio che tu la pensi così... "

"Non la penso così..." prova a dire Matthew, venendo subito interrotto.

"No perché non ho mai avuto nulla di davvero serio con un ragazzo, ed è davvero noioso che tutti pensino che le ragazze con cui sono stato siano solo una copertura"

"Davvero, capisco..."

"Non non capisci, sul serio, non puoi, tutti rimangono basiti quando scoprono la mia sessualità, soprattutto le ragazze, come se non avessero più speranze, e..."

"Jake! Sono gay" lo interrompe Matthew "Dovrei capire"

A quella frase tutto si immobilizza. Anche io smetto quella specie di balletto contorsionistico che sto facendo per attirare la loro attenzione - accompagnato da diversi ehi ragazzi, guardatemi caspio! -.

Jake sbatte le palpebre un paio di volte. Matthew volta la testa mordendosi il labbro.

"È una cosa che avrei dovuto sapere?" chiede alla fine il mio migliore amico.

Il biondo deglutisce un paio di volte prima di rispondere. "No... Si, no... Agh, non avrei dovuto dirlo e basta, tu... Nulla, fai finta di niente"

"Cosa?" esclama Jake "Cioè, devo semplicemente ignorarlo? Come se non potessi capirti? È questo che intendi? Allison lo sa?"

Matthew annuisce, serrando le labbra.

"Tu... te ne vergogni?" dice l'altro allibito, chiedendo e capendo insieme "Però di Allison ti fidi abbastanza? Okay, ho capito il messaggio" si alza.

"Ma che...?! Jake, non è quello che intendevo..." il Veggente lo afferra per un braccio.

"Ah no?" ribatte lui alzando un sopracciglio "Quindi devo supporre che tu non ti sia appena pentito di avermi detto di essere gay, subito dopo che io ti ho appena ringraziato di avermi accettato, quando posso capirti benissimo?"

Jake! Ma che stai dicendo? È solo insicuro dopo la faccenda di Lucas vorrei urlargli Ah ma lui non sa chi sia... Beh si sta comportando comunque da idiota

Matthew però rimane a corto di parole.

"Vedi? Non ti fidi di me, anche dopo tutto quello che è successo in questo periodo" conclude Jake.

Mi viene una voglia assurda di mollargli uno schiaffo, anche io detesto quando fa il permaloso in questo modo. Mollargli uno schiaffo!

La mia idea potrebbe essere del tutto fallimentare ma decido di provarci, almeno. Tiro uno schiaffo a Jake così forte che probabilmente di solito lascerebbe il segno.

Quello che si infrange sulla sua guancia però è solo aria. Vedo i suoi capelli muoversi leggermente, mentre lui chiude gli occhi come se avesse del vento negli occhi.

"Aria! Sono aria!"

Ci penso su un secondo.

"Oh, perfetto..." sbuffo.

Jake aggrotta le sopracciglia, ma poi sembra lasciar perdere, Matthew invece mantiene un espressione incuriosita, sospettosa. Mi concentro su di lui, perché ho un disperato bisogno di farmi trovare.

Già, però dove sono? Sdraiata su un marciapiede a farmi un bel sonnellino? Oppure mi hanno catturata?

Praticamente impasto la faccia del Veggente, tirandogli i capelli di qua e di là. Il mio migliore amico sembra finalmente accorgersi di qualcosa, visti i capelli di Matthew che si sollevano in ogni direzione.

"Okay!" urla alla fine il ragazzo, con i nervi a fior di pelle, alzandosi in piedi "Okay! C'è qualcuno qui, oltre a noi?"

In risposta si becca un pugno in faccia. Lo spostamento d'aria è abbastanza forte da farlo indietreggiare fino al tavolo. Jake sgrana gli occhi.

"Chiaro" commenta Matthew, annuendo con un piccolo sbuffo.

"E chi sei?" chiede poi, come se stesse parlando con qualche fantasma.

Non sembra minimamente sorpreso, ma forse al suo posto nemmeno io lo sarei, dopo le ultime settimane.

Questa è la parte più difficile.

Mi guardo rapidamente attorno, cercando qualcosa che possa aiutarmi a fargli capire la mia identità. I materassini gonfiabili da campeggio sono la cosa che mi da più speranza.

Una volta avvicinatomi ad uno di quelli e cerco di spostarlo con le mani, ma la forza dell'aria è troppo debole. Frustrata comincio a prenderlo a calci, riuscendo dopo un bel po' ad inclinarlo abbastanza.

I due ragazzi guardano incuriositi il mio operato. Subito dopo aver spostato il primo materassino mi accorgo di non sentire più l'avambraccio destro, e velocemente l'insensibilità sta salendo fino alla spalla.

Sto svanendo.

Mi affretto a far spostare anche il secondo materasso, in modo da far coincidere un estremità con quell'altro, formando una specie di triangolo senza base. Proprio quando quasi il mio intero corpo è sparito.

"Un triangolo?" faccio in tempo a sentire da Matthew "Una A? Allison?"

Poi tutto diventa bianco.

************************************

Ho una consistenza. Me ne accorgo quando cado sul terreno duro, sbattendo con forza il gomito.

Mi rialzo lentamente, guardandomi attorno. È il tramonto, una calda luce arancione avvolge la landa desolata in cui mi trovo. Terra compatta, scura, resa rossa dalla luce crepuscolare.

Sono consapevole di star sognando. Solo che so che qualcosa mi sta sfuggendo, diventa sempre più piccolo nella mia testa e non riesco ad afferrarlo. L'ultima cosa che ricordo è Reannon davanti a me, il suo indice sulla mia fronte, lei che mi dice di dormire.

"Carino il mondo dei sogni" dico a nessuno in particolare "Ora potrei svegliarmi?"

"Purtroppo non credo che tu possa farlo così"

Sobbalzo alla voce. Maschile, calda, giovane.

Mi giro di scatto.

È un ragazzo, avrà pochi anni meno di me, i lineamenti fini, gli occhi azzurri come schegge di ghiaccio e i capelli simili a una nuvola fatta di caramello. Non so perché ma mi ricorda qualcuno.

"Non sei reale" affermo piatta.

Lui ridacchia. "Certo che lo sono" dice "Sono un intruso qui dentro, ma sono reale"

"Chi sei allora?" non riesco a reprimere la curiosità, anche se potrebbe essere un inganno.

"Mi chiamo Eliah"

Rimango senza fiato.

"Eliah Warren" specifica "So che ti starai chiedendo come sia possibile"

Annuisco senza parole. Allison rallenta, potrebbe essere un illusione, potrebbe essere finto. Solo che non riesco a convincermi.

"Non ho molto tempo perciò cercherò di essere più veloce possibile: so che Andy ti ha raccontato la storia di come è morta la mia famiglia, sono morto anche io, non credere, solo che il mio Dono è quello che chiamano Dono Spettro" non parla come un ragazzino quattordicenne, si vede dall'espressione, dal tono, benché io lo stia guardando dall'alto capisco che davanti a me c'è una persona più grande "Si manifesta solo dopo la morte"

"Sei un... Fantasma?" domando esitante.

"Si e no, semplificando si, chi ha lo Spettro rimane come sospeso dopo il decesso, poi ci si può ancorare a qualcosa o a qualcuno, che conservi un ricordo di noi, solo così possiamo manifestarci, ora posso essere qui perché mi sono legato..."

"Ad Andy?" lo interrompo.

Scuote la testa. "In realtà al braccio meccanico, questo riduce il mio raggio d'azione - legandoci ad oggetti non viventi siamo molto meno potenti, e la nostra influenza è limitata - ma non posso legarmi ad Andy, ha imparato a convivere con la perdita, non posso tornare a farmi vivo - no, parole sbagliate... Non posso tornare e basta - solo per ricordargli costantemente che altri tre mancano"

"Quindi lui non sa di te?" chiedo.

"No" risponde lui "E ti prego di non dirglielo"

"Se non vuoi farglielo sapere allora perché sei qui?"

"Perché ti ho osservato in queste settimane, sei una brava persona, e i sogni indotti possono essere oltremodo crudeli, lo so per esperienza, ora che sono vicino volevo risparmiartene almeno una parte" dice.

"Cosa intendi per vicino? Mi hanno trovata? Gli altri?". Ma come hanno fatto se ho appena iniziato a sognare? Non è così?

Prima che possa risponde il viso di Eliah si contrae in una smorfia di dolore. "Ecco appunto" sibila "Devi pensare che prima o poi finirà, sii forte"

Fa in tempo a pronunciare quelle parole che sparisce in una nuvola grigia. Nel momento esatto in cui Eliah non è più davanti a me l'ambiente cambia.

Sono sempre nella stessa landa infinita, al tramonto, ma adesso attorno a me c'è una voragine, sono su una colonna di terra che si erge su un abisso talmente profondo da non vederne la fine.

Ma non sono l'unica. Attorno a me, su collone ancora più strette e fragili, ci sono gli altri.

Jake, Matthew, Andy, Veronica, Julian, Cindy, c'è anche Carlotta - che non vedo da due anni e il che mi fa pensare a quanto possa aver scavato nella mia testa Reannon -, ma niente Peter.

Lui è andato via...

Si guardano tutti attorno nervosamente, cercando di rimanere il più fermi possibile.

Un campanello d'allarme mi risuona nella testa, ma la prima colonna crolla senza che possa fare nulla, portando Matthew nell'abisso con sé.

"Noo!" urlo, la voce acuta più del solito.

Mi connetto al mio potere e sento chiaramente quando fragili sono le porzioni di terra su cui sono sospesi tutti, tranne la mia, che sembra essere più solida.

Prima che qualcun'altro possa cadere mi concentro, cercando in tutti i modi di tenere in sieme quel terreno friabile.

Mi accorgo che la solidità che cedo agli altri pilastri viene presa dal mio, ma non me ne curo.

All'inizio funziona, solo che non dura per molto.

Cade Cindy, e poi Carlotta. Le lacrime mi solcano le guance e i singhiozzi mi attraversano con una forza tale da fare male, le forze mi stanno abbandonando ma devo resistere per quelli che restano.

Uno dopo l'altro, però, precipitano tutti.

È finto, è tutto finto, è tutto finto... Continuo a ripetermi.

Quando anche la mia colonna cede non ci faccio nemmeno caso.

Cosa fa la terra, alla fine?

Cede

************************************

Apro gli occhi e mi ritrovo davanti Peter.

Sorride.

Mi scordo tutto. Non so dove sono, come ci sono arrivata, o perché indosso un vestito simile a quello della ragazza della Coca Cola, la gonna larga e le spalline basse.

Perchè c'è Peter.

Vedo solo lui nel vociare indistinto che ci circonda - persone che conversano, risate ogni tanto -, mi prende la mano e mi guida in mezzo a tutti i presenti, sembra un bar, tutti vestiti all'antica.

Realizzo che mi ha portata su una pista da ballo solo quando le note di Take on me cominciano a riempire l'aria, e lui mi circonda la vita con una mano.

Mi lascio andare ad una risata liberatoria, che scarica una tensione che non sapevo di provare.

"Vuoi davvero ballare?" ma mi sembra di dover aggiungere qualcosa. Dopo...? Dopo che cosa?

"Perché no?" Peter sorride afferandomi una mano e facendomi fare una piroetta.

Balliamo completamente fuori tempo, ogni tanto a passo di valzer, ogni tanto come nei lenti dei film di principesse, cerchiamo di improvvisare un twist fallendo miseramente.

La canzone cambia un paio di volte la ma non ci faccio caso. Sono scivolata in uno stato di pace senza tempo.

Andiamo avanti così per non so quanto.

Alla fine mi stringo a lui, e ondeggiamo abbracciati più che ballare. Poso l'orecchio sul suo petto per sentire il battito del suo cuore, ma non trovo quello che cerco. Al posto del normale bum-bum c'è un rumore scostante, come acqua che scorre.

La mia gioia scoppia come una bolla di sapone.

Alzo la testa, piegando il collo fino ad apoggiare il mento sul suo sterno. Peter mi guarda sorridendo placidamente, ma i suoi occhi, i suoi occhi non sono di quel famigliare nocciola. Sono blu, come il mare al largo, l'acqua fluisce nelle sue iridi. E non so come ho fatto a non accorgermene prima.

Si stacca lentamente da me.

"Ora devo andare" dice, in tono piatto.

Attraversa la pista da ballo fino a raggiungere un'altra ragazza, dai capelli scuri e lo sguardo gelido.

Che fa l'acqua? Ti sfugge tra le dita

Io rimango ferma. Immobile tra ballerini. Realizzo che la canzone non è mai cambiata, è rimasta la stessa per tutto il tempo, come se esso si fosse dilatato.

Sta ancora suonando Take on me, quando in un battuto di ciglia vedo il cielo.

Bello, azzurro, vero.

L'unica cosa che stona con il pallido celeste e le nuvole candide sono dei fasci di energia - o forse è come un liquido? - chiara che mi ruotano attorno.

Galleggio nell'aria, confusa, i pensieri ingarbugliati in una matassa.

Mi arrivano alle orecchie delle voci lontane, forse mi stanno chiamando. Ma sono troppo stanca per starle a sentire, anche se mi sono appena svegliata.

Poi una voce mi arriva direttamente nella testa, sembra perforarmi il cervello.

Allison! Sei sveglia? Allison qualsiasi cosa tu stia facendo devi smettere subito, davvero...

Jake?

Si! Si sono io, Andy dice... Andy dice di rilassarti, mente vuota

Più che la mia volontà a farmi rilassare sono i ricordi. Mi colpiscono come un martello al centro della fronte, scorrono davanti a me come un video in time-lapse.

Poi precipito, prima di toccare il suolo ho già perso conoscenza.

Quando riemergo dal buio sono stesa sulla schiena, l'erba mi punge le braccia nude, sbatto le palbebre impastate finché non metto a fuoco il volto che mi copre quasi tutto il campo visivo.

Due chiari occhi verdi mi fissano preoccupati, i capelli biondi sono troppo corti per arrivare a sfiorarmi il viso, ma quasi li sento accarezzarmi la pelle.

Realizzo di avere le guance bagnate di lacrime.

Provo a muovermi ma mi fa male tutto.

"Sta ferma, hai preso un brutto colpo alla schiena e una commozione cerebrale che non so da dove è spuntata" dice Margaret diretta, prima di iniziare a guarirmi.

Io però si che so da dove è spuntata vorrei dirgli, ripensando a quando Franklin mi ha fatto cadere, ma mi fermo quando sento il suo potere scorrermi dentro, dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, portandosi via il dolore, sopratutto alla testa.

Vedo che sta faticando, strizza un pelo gli occhi, contraendo il viso in una smorfia concentrata. Quando finisce il suo operato i lineamenti gli si rilassano all'improvviso, e cade fuori dal mio campo visivo.

Io invece mi sento meglio, non dico in forma, ma almeno OK.

Mi alzo sui gomiti, guardando tutto attorno a me. Matthew stringe tra le braccia Margaret svenuta, la dodicenne è rilassata, serena.

"Bentornata nel mondo dei vivi, Harry!" esclama Jake, sorridendomi dal lato opposto di Matthew.

"Perché ero...?" non ce la faccio a completare la domanda.

"No! No stavo solo scherzando!"

Sbuffo.

In piedi davanti a me ci sono Andy e Veronica, il primo si stringe una mano sul bicipite, non sembra volerlo dare a vedere ma sente male.

Poi mi accorgo della devastazione che ci circonda, l'erba è bruciata in più punti, un idrante è saltato ma ha smesso di emettere acqua, lasciando il marciapiede allagato, intravedo una cassetta della posta mezza fusa.

Andy sembra cogliere le domande nei miei occhi. "Matrice" afferma, e mi basta come spiegazione "Solo che essa si può creare soltanto quando un Elementale del tuo tipo ha già capito come formarla..."

Abbasso gli occhi, colpevole, cogliendo la leggera nota di rimprovero nella sua voce.

"Mi dispiace..." esordisco imbarazzata.

"Non è il momento di pensarci ora" mi interrompe "Abbiamo tante cose di cui discutere, un piano d'azione da stendere e sopratutto un modo per arrivare a San Francisco entro domani da trovare"

SPAZIO AUTRICE
Capitolo un po' delirante?
Cosa vi aspettavate dalla testa di Allison? Anche se i sogni non erano del tutto suoi.

Beh preparatevi per i prossimi capitoli.

Inizia la parte finale, se ne vedranno delle belle (e delle brutte). Sono davvero felice, perché non mi aspettavo di essere a questo punto avendo iniziato la storia appena ad Aprile, so di non essere a risultati astronomici, ma a me va bene così.

Per questo vi ringrazio, chiunque stia leggendo la storia adesso, o nel futuro, grazie per aver letto ❤️

In questo capitolo non voglio fare io una domanda a voi, la potete fare voi a me (vedetelo come un altro ringraziamento) riguardo a qualsiasi cosa sul libro, ed io risponderò nel limite dello spoiler.

Fatemi qui la vostra domanda.

Detto questo al prossimo capitolo! 😘

Cami 🎶









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