2. Scopro l'utilità dei terremoti a comando

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(nella foto il colore degli occhi di Allison)

Ho passato praticamente l'intero weekend a sperimentare questi strani poteri. Siti di esoterismo, esperimenti vari, testimonianze di eventi soprannaturali, nulla che possa assomigliare a ciò che ho scoperto.

L'unica cosa su cui ho fatto dei progressi è la pratica, come avevo intuito infatti si tratta degli elementi naturali: acqua, aria, terra e fuoco.

Ho fatto solo qualcosa di relativamente semplice, eppure mi sembra tutto così fantastico, da non crederci nemmeno, magari è tutto un sogno.

Accendere lavandini e fornelli col pensiero, oppure scavare piccole buche, che poi devo riempire di nuovo perché non so cosa farci. La cosa che preferisco però sono le lattine, appena i miei uscivano di casa per qualsiasi motivo mi mettevo nel giardino sul retro e facevo volare vecchie lattine vuote di Coca Cola per tutto il prato.

Ho deciso di accantonare, per ora, le ricerche sulla possibile fonte del potere, ci sono milioni di possibilità.

Con Jake non ho ancora parlato, ma di sicuro lo farò. Anzi, dopo all'intervallo...

"Allison! È la terza volta che ti chiamo!"

Caspio. Bates.

"Scusi prof, mi ero distratta un secondo" mormoro, questa volta il mio multitasking ha fallito.

Mi rivolge un sguardo severo.
"Allison, sei così da tutta l'ora... Ti dispiacerebbe condividere l'argomento dei tuoi, sicuramente profondi, ragionamenti" continua, quel sottofondo di malevolenza nella voce, lui vuole a tutti i costi avere ragione.

Lo detesto.

In questo momento vorrei davvero fare una sfogata alla Scott McCall Vs Jackson Whittemore. Ma non posso, certo che no, non posso farmi prendere per completamente pazza.

"Stavo pensando al libro che sto leggendo" mento, la prima scusa sensata che mi viene in mente. L'unica alternativa a Scusi prof, vuole per caso vedere i fantastici poteri che ho manifestato e che mi distraggono parecchio?

"Che stai rileggendo intendi, anche nelle mie ore per giunta... Forza, condividi di più"

Io lo odio. Lo detesto. Do fuoco alle sue scarpe... No no non pensare certe cose Allison che poi magari succede sul serio.

Sento i risolini di quelle simpaticone di Kayla e le sue amiche.

Rimango zitta, cercando di pensare a come cavarmela, cosa dire. Non mi viene in mente nulla, a meno che... Ci sarebbe un'idea totalmente folle.

C'è una cosa che posso fare, l'ho sperimentata in piccolo a casa. Ma questa bella dose di rabbia e frustrazione forse è l'incipit giusto.

Mi concentro sul terreno. Ho capito, nel weekend, che per diversi tipi di controllo devo usare in modo diverso le mani, in questo caso la chiudo a pugno e la rivolgo verso il pavimento, cercando di farmi notare il meno possibile. Riverso la rabbia e la tensione sul suolo.

Sono stufa. Stufa marcia di non poter essere me stessa, perché sembrerei strana, del fatto che ora non lo so nemmeno io cosa sono. Mi odio perché, che per quanto faccia fatica ad ammetterlo, un po' mi importa di ciò che pensano gli altri, e lo detesto. Faccio così fatica a trovare persone come me... Che vivono in un altro mondo piuttosto che quello reale...

Tutto prende a tremare, ma quasi non me ne accorgo. Suona l'allarme. Gli altri studenti prendono a gridare e a rifugiarsi sotto i banchi.

A scoppio ritardato mi rendo conto di ciò che sto facendo, sento delle lacrime sulle guance.

The GiftWhere stories live. Discover now