KANGSHINMU 강신무

By AkaneYuki7

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Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali? Tre ragaz... More

PROLOGO
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107

Capitolo 102

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By AkaneYuki7


Scusate i numerosi (più del solito) errori che troverete durante la lettura  :(

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Era una notte molto oscura, le nuvole avevano coperto la luna, unica illuminazione di quegli sporchi vicoli di Londra, la luce dei lampioni  arrivava a malapena fino a lì e le prostitute ne approfittavano per fare i loro affari, cercando di guadagnare il più possibile in una notte, in modo tale che il loro magnaccia o anche definito protettore non le avrebbe prese a bastonate o fatte rimanere senza cibo.

Due donne si trovavano lì vestite alla bell'e meglio con il petto scoperto e in mostra per qualsiasi visitatore curioso di affidarsi alle loro cure e pronto a lasciare una modica cifra.

Quella sera la temperatura era scesa notevolmente il freddo si stava facendo sentire e una piccola nebbia fitta stava ricoprendo come di consueto le strade della solita piovigginosa e tetra città.

Le due iniziarono ad inquietarsi, se la temperatura fosse scesa ancora nessuna persona sarebbe stata tanto volenterosa ad uscire con quel gelo e loro non potevano permettersi di tornare dal loro protettore a mani vuote, di nuovo.

Con la coda dell'occhio però una delle due vide una figura appoggiata con nonchalance ad un muro all'angolo della via, essa la stava guardando in attesa di qualcosa che la ragazza non sapeva e di certo non poteva prevedere.

Con un rapido sguardo la donna vide che l'uomo era vestito in maniera molto rispettabile, gli abiti erano di certo fatti su misura da un sarto esperto e la stoffa secondo i suoi calcoli doveva essere molto ricercata. A quella vista gli occhi  di lei si illuminarono, probabilmente era un uomo dei quartieri benestanti venuto per la prima volta a chiedere i loro servigi ed era troppo timido per venire a parlare con loro, conosceva già questo tipo di aristocratici, di giorno facevano il bel viso e si dimostravano gentiluomini di tutto punto, magari con una moglie e qualche figlio, ma di notte non volevano fare altro che liberare i propri istinti e bisogni senza inibizioni alcune.

La donna allora ricambiò lo sguardo, un lieve e fugace sorriso pose sulle sue labbra abbastanza seducente da attirarlo nella sua trappola e guadagnarci un immensa fortuna, l'uomo invece di avvicinarsi però ricambiò il sorriso e portò una mano, perfettamente fasciata da un guanto bianco in avanti come monito alla ragazza di seguirlo.

Lei si avvicinò alla compagna dicendo che aveva trovato un cliente molto ricco e che questa sera forse avrebbero mangiato carne vera, così senza alcun esitazione tirò su il suo lungo vestito e si portò in quel vicolo dove era appena scomparso l'uomo.

Quando lei arrivò un piccolo sorriso non poté che nascere spontaneo sulle sue labbra, prima da lontano non lo aveva notato, ma ora da così vicino, nonostante la lieve luce che arrivava in quel vicolo, poteva piacevolmente constatare quanta bellezza irradiasse quel giovane uomo benestante.

Finalmente non avrebbe dovuto soddisfare un altro vecchio bavoso, doveva essere proprio la sua giornata fortunata, bello e pure ricco, una combinazione del genere era di una rarità squisita.

Subito però lei si riscosse: prima gli affari, poi il resto.

< A cosa devo il piacere di vedere questo bellissimo gentiluomo mettere piede in questa buia e sporca parte della città? > chiese lei, giocando con una ciocca dei suoi ricci capelli.

< Sono stato attirato da una bellezza folgorante come lei signora > rispose lui, dedicandogli un altro sorriso ammaliatore.

Dopo questa frase e quell'aspetto, lei avrebbe potuto concedersi anche gratuitamente a quell'uomo, ma purtroppo doveva pur sfamarsi anche lei.

< Questa bellezza ha un costo signore, sarà in grado di obbligarlo? > chiese di nuovo lei, le mani si fecero più audaci ed andarono a sfiorare il petto coperto da una camicia di seta bianca.

< Per lei signorina qualsiasi costo sono ben accetto a pagarlo senza esitazioni > rispose lui.

< Se questo è il caso > finì lei spostandosi i capelli da una parte e mostrando così il suo collo latteo e il suo abbondante decolleté.

L'uomo alla vista di quella pelle pallida non poté che sorridere di più.

La donna intanto fece per abbassarsi le spalle del suo vestito, ma lui la fermò.

Lentamente l'appoggiò contro il muro del vicolo e con una mano percorse tutta la sua guancia, il profilo del suo collo e la sua spalla, scese di più fino a fermarsi all'inizio dei seni.

< Hai detto a qualcuno che sei venuta da me? > chiese lui, mentre avvicinava il suo viso all'incavo del collo e annusava lieve l'odore che da lei proveniva.

< Solo alla mia compagna signore > disse lei con il fiato corto, avere un uomo così bello a pochi passi da lei, dopo così tanto tempo, non la poteva far altro che impazzire ed eccitare allo stesso tempo, sperò solamente che lui non la deludesse nella sua performance.

< Avrei preferito che fosse un segreto tra me e te > disse lui dispiaciuto, guardandola dritta negli occhi.

< Oh, non ti devi preoccupare Katherine è molto brava a mantenere i segreti, la sua bocca sarà come una tomba > sussurrò subito lei, non avrebbe mai voluto per nessuna ragione deludere il suo bel cliente misterioso.

Il ragazzo quasi rise a quella metafora, ma subito si diede un po' di contegno e la guardò dritta negli occhi.

< Abbiamo perso anche troppo tempo, mi raccomando non urlare > disse prima di prendere il labbro inferiore della ragazza tra i denti e morderlo leggermente per tastare il sapore del suo sangue.

Giovane ma non il migliore che aveva assaggiato, si disse leccandosi le labbra.

Lei trattenne un sospiro di dolore a quel gesto, ma non riuscì a proferire niente per opporsi in qualche modo, e poi quegli occhi scuri, quelle labbra a cuore, quella pelle liscia e perfetta la stavano mandando letteralmente in paradiso.

L'uomo prese i polsi della ragazza e glieli mise al lato della sua testa per avere il completo controllo sulla donna, come se già non ce l'avesse avuto, e poi iniziò a lasciare una scia di baci  bagnati lungo tutto il suo collo fino ad arrivare al suo orecchio e mordicchiarlo leggermente.

< Mi diresti il tuo nome, love? >

< Mi chiamo Evangeline signore > disse lei sorpresa, a nessuno di solito interessava il nome di una prostituta.

< Bene Evangeline, non urlare e non piangere mi raccomando, rovineresti così i tuoi bei tratti > disse l'uomo prima di avvicinarsi di nuovo al suo collo e stavolta, mutando il suo aspetto, si trasformò in una delle più turpi creature infernali  mai esistite o viste fin'ora.

Subito allargò le fauci come un animale famelico e affondò i suoi denti in quel collo pallido che non aveva desiderato altro che assaggiare da quando aveva posato lo sguardo sulla donna.

Dal dolore Evangeline volle urlare, ma dalla sua bocca spalancata non uscì un fiato, perché la sua voce era bloccata proprio in quel momento?

Voleva piangere ma dai suoi occhi lucidi non intendeva scendere nessuna stilla salata, il suo corpo era completamente in balia di quell'essere mostruoso, che si stava nutrendo di lei  senza poter far niente per impedirlo.

Con le ultime forze rimaste sussurrò:< Chi è lei? >

< Chiamami solo Jack, love > disse semplicemente l'uomo, prima di tornare ad affondare i suoi denti in quella pelle ormai squarciata.

Il sangue colò dal suo mento e andò a macchiare un poco il colletto candido della camicia, ma poco gli importava, l'unica cosa che gli interessava in quel momento era quel buonissimo nettare proibito che gli stava inondando la bocca e gli dava un'energia e forza fuori dal comune. Ormai era così drogato e assuefatto da esso che non si accorse nemmeno che la ragazza aveva smesso di lottare, il suo corpo era diventato come un fantoccio immobile tra sue braccia, il sangue brevemente finì e per la foga di cercarne ancora fece uno squarcio sul suo collo talmente largo che fece pendere la testa della ragazza di lato.

< Seokjin > una voce dolce quanto perentoria lo fece bloccare sul posto.

Subito si staccò dalla ragazza, che ormai senza più alcun sostegno cadde a terra priva di vita. Con uno sguardo imbarazzato, il ragazzo tirò fuori il fazzoletto di seta dalla sua tasca e si pulì in maniera impacciata il volto sporco di sangue.

Nel vicolo era spuntata dal nulla una donna d'alta classe, vestita di tutto punto e con un enorme cappello che finiva con un leggero velo nero di raso, che gli copriva il volto, lentamente se lo alzò, rivelando così la sua identità.

< Lady Elizabeth... >

La donna con l'aspetto giovane ed angelico gli rivolse un occhiata ammonitoria.

< Madre > si corresse subito lui.

La vampira sorrise soddisfatta a come era stata chiamata e subito si avvicinò a lui, togliendogli il fazzoletto dalle mani e finendo lei il lavoro di pulirgli il viso.

< Guarda che disastro hai combinato, sei proprio un bambino cattivo, non so come fai ad essere il mio preferito > rise lei divertita, contrastando così la rabbia delle sue parole.

< Cosa abbiamo detto tesoro? > chiese poi lei, prendendogli il viso tra le mani.

< Non più di un morto al mese nello stesso posto perché se no le persone potrebbero iniziare a insospettirsi > ripeté lui come un bambino che aveva imparato la lezione a sue spese.

< E quindi perché tu hai disobbedito? > chiese lei, alzando un sopracciglio.

< Avevo fame > rispose lui, guardando in basso e pentendosi amaramente delle sue scelte.

< Se avevi fame lo sai che potevi venire da me quando volevi... > mormorò lei, mentre gli accarezzava la guancia affettuosamente.

Seokjin fece per contestare, ma le sue parole vennero interrotte quando una terza voce entrò nel piccolo vicolo scuro.

< Madre dovremmo andare, gli ispettori potrebbero arrivare da un momento all'altro >.

Un ragazzo molto alto sui trentanni con degli occhiali da vista e il viso serio era entrato nella scena.

"Robert" non poté che pensare Seokjin, mordendosi il labbro tra sé, prima era lui il preferito della Lady ,quindi sapeva che quell'uomo provava un gran risentimento nei suoi confronti, ma a lui non interessava, tanto era del tutto condiviso.

< Hai ragione come sempre caro > disse lei, voltandosi verso il ragazzo appena comparso.

< Figlio mio completa il lavoro, almeno faremo capire che il lavoro viene dallo squartatore di Londra e così tutti i sospetti ricadranno su questo fantomatico essere inesistente, dico bene Jack? > chiese la donna, sorridendo appena al ragazzo che quasi sussultò a quell'appellativo. 

Era raro che lei lo chiamasse così, di solito lei era l'unica che utilizzava il suo vero nome.

Subito Seokjin annuì e lei tirò fuori un coltello argentato dalla sua pochette elegante che il ragazzo appena spuntato Robert le aveva tenuto.

< Il solito lavoro Seokjin caro, tutti i suoi organi riproduttivi devono essere esportati, siamo intensi? > esclamò lei, voltando appena la testa.

< Come desiderate madre > disse lui, inchinando appena la testa.

L'aveva fatto talmente spesso che ormai non chiedeva più spiegazioni, tanto in fondo conosceva il reale motivo che si celava dietro quell'atroce richiesta.

La donna infatti non l'avrebbe mai ammesso nemmeno in punto di morte, ma il ragazzo sapeva quanta invidia e gelosia la sua lady provava nei confronti di quegli esseri che loro definivano inferiori: le umane.

Loro, per quanto deboli e patetiche, avevano qualcosa che lei desiderava con tutta sé stessa ma che, in quanto vampiro, non avrebbe mai potuto ottenere.

< Mi dispiace > disse lui appena prima di affondare il coltello argentato nell'addome della ragazza, macchiando così il candore della lama.

Almeno lei aveva avuto la fortuna di essere morta, le ragazze prima di lei non erano state altrettanto fortunate.







Jin spalancò gli occhi improvvisamente, non pensava che pure senza emozioni gli sarebbero potuti tornare alla mente vecchi ricordi dimenticati, forse era successo perché ora si sentiva più vicino alla persona che era prima, forse era per il recente corpo che aveva appena prosciugato... 

< Jin Jin sei pronto? Dobbiamo andare a prendere il nostro agnellino sacrificale > disse allegramente Hoseok, entrando nella stanza che a Jin era stata assegnata in quella vecchia casa ristrutturata, senza per altro bussare.

Il vampiro era seduto su uno dei futon con la schiena completamente appoggiata al muro, quando percepì la presenza di Hoseok semplicemente la ignorò, volendo solo tornare a riposare, ma le costanti lodi e complimenti che il rosso gli dedicava glielo impedivano. 

Lo doveva ammettere almeno su quel piano adorava sentirsi lodato ed Hoseok sembrava sempre pronto a stimarlo ed apprezzarlo, più ora che aveva spento i suoi sentimenti che prima.

< Ancora non mi hai detto che fine farà l'umano > disse Jin alla fine per cambiare argomento, mentre piegava una gamba contro il petto e appoggiava il suo braccio sul ginocchio alzato.

< Oh oh sei per caso preoccupato per lui? Le tue emozioni stanno tornando? > lo prese in giro il rosso.

< Non pensarci neanche, era una domanda più per noia che per altro > disse lui, scrollando le spalle.

< Jin Jin non preoccuparti fra poco troveremo qualcosa da farti fare e così ti divertirai sicuramente. Comunque se vuoi proprio saperlo non abbiamo intenzione di ucciderlo o altro, il suo corpo ci serve vivo > disse Hoseok, aprendo uno dei cassettoni presenti nella stanza e tirando fuori uno dei vestiti tradizionali coreani, un Hanbok, composto da una tunica e un paio di pantaloni.

< Scommetto che con questo staresti benissimo, l'ho scelto apposta per te ti piace? È per il Seollal, voglio che ti vesti a tema per questa festività coreana >

< Preferisco un completo elegante giacca e cravatta, ma immagino che non abbia voce in capitolo o sbaglio? > chiese lui, sbuffando e alzandosi dal giaciglio.

< Sei sempre così intelligente Jin Jin, preparati in fretta dobbiamo andare a prendere Taetae come mi ha chiesto gentilmente il mio amore >

Jin lo ignorò e senza preoccuparsi della sua presenza nella stanza si cambiò come gli era stato "suggerito", senza far domande o altro si preparò e poi si girò nella direzione di Hoseok.

< Sono pronto possiamo andare >

Due ore dopo Hoseok spalancò la porta dell'umano tutto felice per le celebrazioni, in fondo non aveva mai festeggiato il capodanno lunare coreano.

< Taetae sei pronto ad andare? È arrivato il momento, il sole sta tramontando e la luna prenderà presto il suo posto nel cielo, ah che sbadato mi sono dimenticato di augurarti un buon Seollal, vuoi un po' di Tteokguk prima di andare? >

Taehyung si voltò subito spaventato mentre con una mano cercava di legarsi la fascia alla vita per tenere insieme le vesti.

< Non voglio la tua stupida zuppa con i tortini di riso, voglio solo togliere questo imbarazzante abito. Sono assolutamente ridicolo, perché cavolo lo devo mettere, mentre tu hai un Hanbok maschile? > esclamò subito Taehyung, indicando le vesti di Hoseok.

< Sicuro non ne vuoi? L'ha preparata Jin Jin qui presente con le sue mani > esclamò Hoseok, ignorando le sue domande e aprendo di più la porta e mostrando Jin con anche lui un vestito tradizionale addosso, mentre era appoggiato contro un muro con le braccia incrociate.

< Jin s-stai bene? > chiese subito Taehyung piano, vedendo il volto contratto e privo di espressioni di quello che una volta considerava una persona cara.

Cosa gli era successo? Perché era diventato cosi?

< Oh sto molto meglio grazie per l'interessamento, ma quello di cui dovresti preoccuparti in questo momento sei solo tu umano > gli diede un consiglio lui prima di staccarsi dal muro e andarsene via.

< Hai visto il mio Jin com'è dolce? Pensa sempre agli altri > disse Hoseok prima di offrire una mano al ragazzo per andare.

< Andiamo Taetae? >

Taehyung alzò gli occhi al cielo e velocemente oltrepassò il maggiore tirandogli una spallata per cercare di essere intimidatorio, ma con quel vestito addosso, che cerca di tenere in tutti i modi per riuscire a camminare normalmente e non inciamparci sopra, non poteva di certo mettere molto paura, anzi Hoseok dovette trattenere addirittura una risata, quando lo vide quasi cadere. Voleva andare lì ad aiutarlo ma sapeva che se ci avesse anche solo provato Taehyung gli avrebbe ringhiato contro come un cane randagio.








< Cos'è questa puzza nauseante? > chiese Taehyung disgustato.

< Sono erbe medicinali Taetae, servono per farti rilassare e liberare la mente da ogni brutto pensiero > disse Hoseok, mentre accendeva l'ennesima candela con un fiammifero, avrebbe potuto benissimo accenderle con uno sguardo ma così avrebbe finito subito tutte le preparazioni e si sarebbe annoiato... Cosa avrebbe fatto poi mentre aspettava Jimin?

< Immagino quanta possa rilassarmi l'idea di essere legato come un salame per l'ennesima volta, su un cavolo di altare sacrificale, con delle candele intorno, in mezzo ad una foresta, rapito... QUALI DI TUTTE QUESTE COSE DOVREBBERO RILASSARMI? > urlò alla fine il ragazzo mentre tentava in tutti i modi di allentare le corde che gli avevano imprigionato i polsi e le caviglie.

< Taehyung fai il bravo, non vorrai costringermi a legarti pure la bocca vero? > chiese Hoseok non voltandosi nemmeno nella sua direzione.

"Mi ha detto di fare il bravo, mi ha detto fottutamente di fare il bravo, guarda è fortunato che ci sono queste corde a trattenermi se no lo avrei già fatto fuori, altroché" si cercò di auto-convincere Taehyung, mentre una leggera ansia gli stava iniziando a nascere dentro lo stomaco, la rabbia era una cosa buona, lo aiutava a non pensare alla possibilità che quei due volessero fargli davvero qualcosa di male, era così stupido che ancora pensava che fosse tutto uno stupido sogno oppure che in realtà Jimin e Hoseok gli stessero facendo solo un brutto scherzo.

< Ho preso tutte le erbe che mi hai chiesto, alcune sono state un po' difficili da trovare Hoseokie > disse Jimin spuntando all'improvviso nell'enorme stanza di legno.

< Oddio mi ha chiamato Hoseokie~ lo fa solo quando è di buono umore > sussurrò il ragazzo a Taehyung tutto emozionato, prima di camminare quasi saltellando verso Jimin e togliergli dalle mani la cesta di erbe che sicuramente lo infastidiva.

< Grazie mille tesoro > gli rispose Hoseok, prima di appoggiare la cesta su un piccolo tavolino basso e armeggiare con tutti i vari miscugli di erbe.

Taehyung stava letteralmente per vomitare, uno non credeva che Hoseok potesse essere così sottone, due gli facevano entrambi schifo, tre quei due stavano per caso fottutamente insieme? Tutte le volte che erano usciti loro tre insieme, lui sarebbe sempre stato il terzo incomodo? La candela?

Ma allora perché Jimin voleva riportare in vita Sun-hi se stava con Hoseok?

Non si era innamorato di lui?

Mentalmente poi provò ad immaginare lui e Jungkook scambiarsi quei dolci nomignoli come amore o tesoro e un coniato di vomito forse più forte gli tornò su, no, lui non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere.

< Ehi Taehyung stai comodo lì? > gli chiese Jimin non avendo più niente da fare intanto che Hoseok preparava le ultime cose per il rito.

Il ragazzo gli lanciò un occhiataccia ma si rifiutò di dargli la soddisfazione di rispondergli, gonfiando le guance indispettito e guardando il soffitto piuttosto che riservare uno sguardo di più a quel traditore.














< Perché diavolo non riusciamo ad entrare? > 

Un vampiro in quel momento incazzato nero stava continuando ormai da una buona mezz'ora a cercare un apertura, un qualcosa che riuscisse a fargli oltrepassare quel velo invisibile che si trovava davanti a lui.

< Devi stare calmo vampiro, continuare a sbattere la testa contro questa barriera innalzata dalla magia di Hoseok non porterà a nulla > gli suggerì Namjoon, mentre era seduto su degli scalini, gli stessi che lo avrebbero portato su in cima a quel tempio che una volta apparteneva alla sciamana, nascosto nel folto della boscaglia, lontano da tutto e da tutti.

< Come puoi pensare che riesca a stare calmo quando Taehyung si trova lì dentro con quei due mostri > quasi ringhiò lui ormai avendo perso completamente la ragione.

< Perché tu invece cosa sei? Dovresti dare ascolto all'attore hollywoodiano Jungkook, per una volta sono dalla sua parte > disse Yoongi seduto comodamente su un ramo di un albero al limitare dell'enorme scalinata.

< Non ringrazierò mai un vampiro sappilo > disse senza alzare lo sguardo Namjoon.

< Me ne dovrebbe fregare qualcosa? > chiese Yoongi inarcando un sopracciglio.

< Io non posso stare calmo, non posso perderlo di nuovo, non posso, non posso > emise alla fine lui, appoggiando le mani e la fronte contro quel vetro invisibile con gli occhi chiusi, mentre respirava affannosamente per gli sforzi fatti fino ad ora per creare almeno una piccola crepa.

< Non hai mai perso Taehyung, ti ricordo > gli mandò una frecciatina Yoongi, mentre si guardava le unghie con finta calma, anche lui non vedeva l'ora di entrare, ma di certo sprecare le energie come stava facendo in quel momento Jungkook era prettamente inutile.

Lui avrebbe aspettato, atteso come un bravo vampiro e poi al momento propizio... puff qualche cuore sarebbe saltato via dal petto e tanto sangue sarebbe sgorgato finalmente da quei corpi infami.

Jungkook a quella sentenza si morse le labbra, ma subito scosse la testa per eliminare futili pensieri, ora quello che contava era portarlo in salvo, vicino a lui, con lui, dove avrebbe sempre dovuto essere.

In qualche modo sentiva che lui era vicino, forse per la sua connessione con lui, forse per il suo essere vampiro... Non lo sapeva.

Tutto ciò che sapeva era che l'unica cosa che lo separava da lui era quel muro invisibile, che non vedeva davvero l'ora di abbattere con tutta la sua forza.

< Cacciatore, davvero non ti viene in mente niente? > alla fine gridò Jungkook al colmo del nervosismo.

< Se tu continui a sbraitare come una femminuccia irritata di certo non riesco a ragionare > gli rispose a tono con più calma Namjoon.

Jungkook a quella risposta sentì il proprio sangue ribollire come non mai, ma purtroppo non poteva attaccarlo, lui gli serviva, per ora.

Ci avrebbe pensato dopo a una possibile vendetta.

< Basterebbe che uno solo di noi entrasse per distrarre Hoseok, così non avrebbe abbastanza concentrazione per fare il rituale e in più tenere su una barriera così forte, se solo... >

Le parole di Namjoon si persero nel vuoto quando un ulteriore pugno incazzato di Jungkook si abbatté su quel muro, ma questa volta la mano ci passò attraverso e lui finì dall'altra parte della barriera, quasi cadendo per terra.

Sconvolti sia il cacciatore che Yoongi si alzarono dal loro posto e cercarono di entrare anche loro, ma la barriera impediva ancora l'entrata.

< Tsé, sapevo di essere forte a sufficienza per entrare, nessuna magia è abbastanza forte da fermarmi, la forza bruta vince su tutto. Metterò K.O. quella strega così poi quando più vi aggrada mi verrete ad aiutare, a dopo sfigati > esclamò Jungkook orgoglioso di sé, prima di sparire velocemente da lì per compiere quell'infinita scalinata di pietra.

< Quello lì ha il cervello pari a un microcefalo, non riesco a crederci che sia riuscito a trovare una debolezza in questo coso > esclamò Yoongi colpito nell'orgoglio, provando anche lui a tirare un pugno contro la barriera, ma essa si rifiutò di incrinarsi.

< Infatti non ci è riuscito > disse Namjoon con un tono ancora più serio di prima.

< Cosa intendi dire? Non vedi che è passato? > chiese confuso Yoongi.

< Non è passato, loro gli hanno permesso di oltrepassarla, è diverso. Loro volevano che il tuo amico vampiro entrasse >

< Perché mai lo avrebbero fatto? Non si rendono conto che così facendo Jungkook distruggerà i loro piani? > chiese sempre più confuso il ragazzo.

< Evidentemente hanno qualcosa in serbo per lui, è una trappola e il tuo amico ci sta cadendo dentro come un idiota. Era questo che stavo per dirgli prima che lui scappasse via > finì il castano scuotendo la testa.

< Cazzo, nonostante tutti quegli anni che si porta appresso, il suo cervello non è cresciuto di una virgola, è davvero un idiota > esclamò alla fine Yoongi, tirando un calcio su quel cavolo di muro, prendendosela con lui, visto che tra le mani non aveva quello stupido di Jungkook.

Spazio autrice:

Aaaah lo so lo so, sono passati due mesi dall'ultimo aggiornamento... Ma vi giuro che non è stata colpa mia per tutto il mese di agosto mi hanno trascinato in un paesino sperduto in Calabria e lì non avevo internet, poi quando finalmente torno a casa mica ci hanno tolto il wifi  di casa?? A caso??? E niente quindi non sono riuscita a scrivere ne aggiornare per un sacco di tempo, mi dispiace tantissimo, ora (che finalmente ho internet) cercherò di riprendere il ritmo...

Grazie per seguirmi ancora, tornerò ad aggiornare il prima possibile,

a presto~~

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