KANGSHINMU 강신무

By AkaneYuki7

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Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali? Tre ragaz... More

PROLOGO
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107

Capitolo 98

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By AkaneYuki7


Anni '50 del '900, Stati Uniti, Kansas.

Dopo che Jin abbandonò Namjoon nella casa della coppia anziana e gli cancellò la memoria, lui crebbe e negli anni divenne un ragazzo forte, di bell'aspetto e di buona salute.

Un uomo che qualsiasi donna di quell'epoca avrebbe potuto desiderare.

La guerra era finita da quasi dieci anni, ma il ragazzo avendo sempre vissuto in campagna non l'aveva sentita veramente tanto e adesso era pronto per andare in città, trovare un lavoro dignitoso e mettere su famiglia.

I genitori volevano regalargli l'unica macchina che possedevano, in quegli anni stava andando così di moda averne una, ma purtroppo erano molto care e solo le famiglie ricche potevano permettersele.

Namjoon non voleva pesare ancora di più sulle spalle dei suoi genitori e poi la stazione più vicina distava solo qualche chilometro di distanza da casa loro, avrebbe potuto benissimo farli a piedi.

I genitori lo salutarono e gli diedero la buona fortuna. Lui li abbracciò, erano molto anziani e non sapeva quando avrebbe potuto rivederli, ma doveva partire. Con una valigia e qualche soldo nelle tasche si diresse verso la sua nuova vita pieno di speranze, curiosità e aspettative per il futuro.

Quando intraprese il suo cammino, intorno a lui c'erano solo lande deserte di terra e ciottoli, qualche pianta più resistente delle altre cercava di spuntare dal terreno e in lontananza riusciva a scorgere i campi di grano appena concimati, quella vista gli sarebbe davvero mancata.

Mentre si stava dirigendo alla stazione vide una vecchina fare l'elemosina in mezzo alla strada. Sapeva che c'erano tante persone povere in città e lei era solo una delle prime che avrebbe incontrato, ma era sempre cresciuto in una famiglia dai buoni principi e cristiana, non avrebbe mai potuto ignorarla.

Lentamente si avvicinò a lei e nella ciotola gli mise qualche moneta.

< Che bravo ragazzo > esclamò la vecchina a bassa voce.

Namjoon le sorrise e fece per allontanarsi, ma la signora parlò di nuovo.

< Sei stato il primo a fermarti, ti meriti una ricompensa >

< Ma no signora si figuri, l'ho fatto perché volevo farlo, non perché volevo qualcosa in cambio >

< Se vuoi io posso leggerti il futuro > esclamò la vecchietta.

< No guardi, non ce n'è bisogno >

Namjoon non credeva davvero a quelle cose.

< Dai vieni ragazzo te lo faccio gratuitamente, tanto cosa hai da perdere? > chiese la donna.

"Massi fermarmi non mi costerà niente"

La donna tirò fuori da uno delle sue tasche del lungo vestito delle carte e iniziò a mescolarle.

< Scegline tre >

"Così questa donna vuole farmi la lettura dei tarocchi?" pensò Namjoon ancora scettico.

Lui comunque fece quello che gli era stato detto e prese tre carte.

Lei le posizionò una di fianco all'altra sullo sporco pavimento e poi guardò il ragazzo negli occhi.

< Allora quella alla mia sinistra rappresenta il passato quella al centro il presente e l'altra il futuro >

La vecchina alzò prima quella del passato e subito incontrò uno scheletro che teneva la falce in mano e indossava una lunga tunica con il cappuccio nero.

< Oh così tu hai già incontrato la morte in passato e sei stato salvato miracolosamente >

< Signora è sicura di aver letto bene le carte? > Namjoon cercò di non ridere, per non mancare di rispetto alla signora anziana.

< I tuoi genitori sono morti e quelli che hai adesso ti hanno solo adottato, vero? >

"Come fa a sapere queste cose? Le sarà andata bene" pensò lui.

< Sì, ma i miei genitori di adesso non hanno mai voluto dirmi come sia successo, non mi hanno neanche detto come mi hanno adottato né chi mi ha portato da loro >

< Dimmi ragazzo ti piacerebbe saperlo? >

< Beh in effetti si, ma se i miei genitori non me l'hanno voluto dire ci sarà stato sicuramente un buon motivo... >

< Come vuoi ragazzo è un vero peccato però, avrei potuto rivelarti chi ha ucciso i tuoi veri genitori >

< Cosa? Sono stati uccisi? > chiese sconvolto il moro.

< Non eri scettico fino ad un attimo prima? > ribatté con un sorriso la donna.

< Non sono ancora del tutto sicuro se quello che mi stai dicendo sia vero... >

La vecchina lo ignorò e sollevò la carta del presente.

< Uuh qui vedo un ragazzo quasi uomo, voler intraprendere la strada del futuro, pieno di speranze e ottimismo per l'avvenire >

"Immagino un'altra coincidenza" pensò di nuovo, ma ormai non così sicuro.

< Allora ragazzo credi ancora che questo sia solo una pagliacciata? > chiese la donna, guardandolo fisso negli occhi.

I tratti della donna erano ringiovaniti improvvisamente e su quel volto non c'erano quasi più tracce di rughe o vecchiaia.

< Stregoneria > esclamò Namjoon spaventato, pronto a scappare.

< Non avere paura, non sono io il tuo nemico, io voglio solo aiutarti >

< In che senso vuole aiutarmi? >

< Voglio farti ricordare il tuo passato che quel mostro ti ha fatto dimenticare >

< Quale mostro? Quale passato? Signora si sente bene forse sarà meglio che vada >

< Pensavo che avessi capito ormai che non sono una persona normale Kim Namjoon >

< C-come fa a sapere il mio nome? > chiese il ragazzo spaventato.

< Allora vuoi sapere il tuo passato? >

< V-va b-bene > balbettò il ragazzo terrorizzato dal negare qualcosa a quella persona.

La donna, ormai giovane, si avvicinò al ragazzo e posò le sue mani sulle sue tempie.

Iniziò a mormorare parole in una lingua sconosciuta a Namjoon e all'improvviso immagini agghiaccianti colpirono il povero ragazzo.

La sua vera famiglia, una casa in mezzo al nulla, il suo cane, corpi morti, sangue, sangue, sangue e poi al centro di tutto vide un bellissimo angelo dai capelli castani chiari che gli sorrideva radioso con ancora gli occhi rossi e dalle labbra colava ancora quel liquido scarlatto che avrebbe perseguitato per sempre i sogni del povero ragazzo.

Dalla mole di ricordi che lo sovrastarono, Namjoon cadde all'indietro e si prese la testa tra le mani. Gli occhi gli bruciarono terribilmente e il suo corpo tremava in maniera incontrollata. Voleva piangere, urlare, spaccare qualcosa, ma l'unica cosa che in questo momento riusciva a fare era stare raggomitolato sullo sporco pavimento.

< Perché mi hai fatto questo? > chiese singhiozzando il moro.

< Avevi il diritto di sapere chi ti aveva rovinato la vita >

< Non volevo saperlo! Adesso che so queste cose mi sentirò così in colpa per essere l'unico sopravvissuto e non potrò fare niente, perché sono solo un semplice e inutile umano >

< Cosa diresti se ci fosse una possibilità che tu possa vendicarti di lui? >

< C-cosa? > le lacrime che stava versando si bloccarono di colpo e riportò la sua completa attenzione sulla donna.

"O forse strega" pensò lui.

< Vedi con un semplice incantesimo posso donarti la forza, la velocità e soprattutto l'immortalità >

< N-non è possibile > mormorò il ragazzo.

< Oh invece si che lo è > rise la donna, per l'ingenuità del ragazzo.

< Perché lo faresti gratuitamente? > chiese il moro sospettoso.

< Ma io non ho mai detto che non voglio niente in cambio >

< Eh sentiamo cosa vuoi? >

< Voglio che tu uccidi quel demone >

< Non voglio una vita immortale > esclamò subito Namjoom collegandosi al discorso di prima, uccidere quel demone era la prima cosa che avrebbe fatto se ne avesse avuto la possibilità.

< Tranquillo, tu vivrai solo con questo obbiettivo e quando lo avrai portato a compimento morirai, la tua vita sarà per sempre legata a quell'essere siamo intesi? Tu avrai la sua forza e la sua velocità, ma anche la sua dannazione, lui non potrà vivere senza uccidere umani e tu invece non potrai vivere senza uccidere i vampiri >

< Non c'è davvero un altro modo per vendicarmi di lui? >

< Ormai è deciso, il tuo destino è segnato, questo e l'unico modo. Dimmi Namjoon o forse vuoi tornare a farti chiamare Jack? >

< Va bene Namjoon, così ogni giorno mi ricorderò di quell'essere >

< Sei pronto a stringere un patto con il diavolo? > chiese la donna, stendendo una mano con un sorriso sinistro sul volto che non preannunciava nulla di nuovo.

L'umano non se lo fece ripetere una seconda volta e subito gliela strinse, cadendo l'attimo dopo nel buio più totale.




Dalla foresta si sentirono rumori sinistri, il vento ululava impetuoso e le nuvole si stavano raggruppando in massa nel cielo, segno che una tempesta stava per arrivare, al primo squarcio nel cielo un corpo si mosse come se fosse stato risvegliato da quel rumore.

Prima solo le dita delle mani, poi le braccia e le gambe e infine tutto il corpo che quasi come una automa si alzò e velocemente si spazzolo il pantalone e i vestiti sporchi di terra e di sangue.

Avrebbe dovuto darsi una bella ripulita.

Vide piccoli animaletti intorno a lui scappare non appena avevano visto che quello che pensavano fosse morto in realtà era vivo e vegeto.

< Cristo io gliel'avevo detto a quello stupido vampiro di non fare come diceva Hoseok tanto alla fine mi avrebbe ucciso lo stesso > si disse tra sé e sé Namjoon irritato.

< Peccato per lui che non sapeva della mia maledizione, motivo per cui volevo uccidere a tutti i costi Jin, finché lui non morirà, io non lo potrò fare e continuerò ad uccidere quelle che una volta erano persone ancora e ancora... Ora non so neanche cosa è successo dopo che sono morto, mi toccherà utilizzare il nostro legame >

Hoseok aveva mentito quando aveva detto che a Namjoon servivano loro per cercare i vampiri. Il ragazzo, umano ma non proprio, aveva sempre saputo dove Jin si trovasse, ma non era mai riuscito ad ucciderlo per tutti quegli anni solo perché si portava sempre appresso quei due vampiri ed era vero che Namjoon possedesse più forza e velocità di un normale umano, ma non sarebbe mai riuscito a vincere da solo contro tre di loro.

Sperava che almeno con una strega e una Kumiho dalla sua parte lui avrebbe potuto trovare l'occasione per uccidere la sua preda e finalmente togliersi la vita, ma purtroppo le cose non erano andate come pianificato.

Quel vampiro era riuscito a fare una cosa che molti altri della sua specie avevano cercato prima di lui fallendo tutti miserabilmente.

Era riuscito ad ottenere la sua clemenza.

< Sapevo fin dall'inizio che quei due volevano Jin perché era forte, per questo avrei dovuto ucciderlo prima però... >

Gli occhi gentili del vampiro gli tornarono per un attimo nella mente, era ancora difficile per lui confrontare quegli occhi con quelli rossi e crudeli della sua infanzia.

< Se quei due sono riusciti a riportare Jin come era un tempo, allora sarò costretto davvero ad ucciderlo questa volta, non posso permettere che tolga la vita ad altre persone innocenti > pensò lui ad alta voce, mentre dalla tasca dei pantaloni tirava fuori il suo fidato paletto di legno e lo esaminava attentamente.

Nonostante quello che aveva detto, ora non riusciva più essere fermo e deciso come un tempo.

Di nuovo gli tornò in mente il viso sorridente del vampiro, ma velocemente scosse la testa.

Non poteva farsi trascinare dai suoi sentimenti, se Jin era diventato un mostro privo di sentimenti, lui avrebbe messo fine alle sue sofferenze e così alle proprie.

Un altro fulmine squarciò il cielo, la tempesta era alle porte, ma lui non ci badò.

Era normale per lui passare ore sotto la pioggia a pensare, il suo rumore lo tranquillizzava e poi tanto non avrebbe potuto neanche volendo prendere un raffreddore.

Finito di riflettere decise di tornare a casa e cambiarsi d'abito e soprattutto di armi.

Se come sospettava doveva scontrarsi anche contro i due vampiri e i suoi ex compagni una semplice pistola spara-proiettili di legno non sarebbe di certo servita.

Gli servivano delle armi e lui sapeva esattamente dove trovarle.






Nel frattempo Jimin e Hoseok erano entrati nel loro nascondiglio o più che altro nella casa che un tempo era appartenuta a Sun-hi.

Quando Jimin ed Hoseok erano arrivati lì vent'anni fa la casa era tutta distrutta e decadente, ma con la forza del denaro e qualche trucchetto magico erano riusciti a trovare degli uomini che gliel'avevano sistemata tutta e gli avevano ridato la bellezza e magnificenza di un tempo.

Un piccolo tempio che si trovava nel bel mezzo della foresta, circondato da una barriera che impediva a degli esseri sovrannaturale di sentirli o poterli percepire in qualche modo.

Ovviamente la casa dove abitava Jimin in città era tutta una facciata, così come la sua famosa zia che non era altro che una donna di mezza età piena di lavoro che aveva trovato Jimin trasformato in un bambino di tre anni davanti alla sua porta piangente e aveva deciso di adottarlo.

Non serve dire che la povera donna una volta finita la sua funzione venne fatta a brandelli e quello fu uno dei corpi che i tre vampiri avevano trovato un anno prima nel pieno della foresta.

Erano stati dei piccoli avvertimenti che i vampiri avevano ignorato.

Peggio per loro.

Appena entrati in casa Jimin portò Taehyung in una delle tante stanze della casa e con delicatezza lo adagiò su un materasso basso in mezzo alla stanza.

Per un po' stette ad ammirarlo senza fiatare, una mano la portò leggera sul suo volto e lo accarezzò delicatamente per paura che potesse svegliarsi o anche solo rovinare quei tratti tanto amati.

< Ogni volta rimango davvero impressionato da quanto tu somigli a lei, non sai quanto è stato difficile vederti crescere e vedere che non facevi altri che assomigliarle, perché hai dovuto assomigliarle? Perché hai dovuto essere così bello? Se fossi rimasto un semplice ragazzo coreano magari un po' bruttino e con gli occhiali le cose sarebbe andate in modo diverso, saremmo potuti rimanere amici per sempre e forse qualcosa di più. Invece per colpa tua è successo tutto questo casino >.

Jimin guardò meglio e si accorse delle lacrime ormai secche che bagnavano le sue guance.

< Mi dispiace così tanto Tae, ma lei era il mio tutto capisci? Non ho nulla e non sono nulla senza di lei, io ne ho bisogno, lei era l'unica che mi accettava per quello che ero, quello che sono, non mi ha mai giudicato, mi amava così come sono, tu invece se avessi saputo cosa ero fin dall'inizio mi avresti comunque amato? Mi avresti comunque riservato il tuo splendido sorriso? Io non credo proprio, quindi cerca di capirmi quando farò il rituale >

Più che parlare con un Taehyung dormiente Jimin stava parlando a sé stesso, cercando di darsi forza e costringendosi che quello che stava per compiere era giusto.

Lui, Jungkook, Yoongi erano tutti uguali, persone vissute centinaia di anni che volevano solo essere amati, anime dannate e prive di compassione che speravano in un qualche miracolo.

"Ma io sono diverso da loro, io il mio happy ending ce l'avrò di sicuro e Jungkook la pagherà cara per avermelo sottratto" pensò Jimin con una nuova convinzione.

< L'unica cosa che mi pento è aver permesso che quel vampiro mettesse le mani su di te, lui ti farà soffrire molto di più di quanto io te ne abbia fatto, cerca solo di essere forte Tae, lo sei sempre stato > mormorò Jimin un ultima volta prima di uscire da quella stanza.

Quello che non sapeva però era che Taehyung aveva sentito tutto quello che lui gli aveva detto, solo che per l'incantesimo di Hoseok non poteva muoversi e le ombre si stavano facendo sempre più dense intorno a lui e alla fine cedette, non riuscendo più a sopportare tutta quella pressione e quel dolore che le parole di Jimin gli avevano causando.

L'unica cosa che non capiva era: perché Jimin diceva di assomigliare tanto a Sun-hi? E perché Jungkook avrebbe dovuto tradirlo?

Spazio autrice:

Qualcuno è tornato dall'oltretomba avete visto? Vi avevo detto di fidarvi di me ahahah

Il rituale sta per avvicinarsi, Jungkook e Yoongi sono intrappolati e rischiano di morire per colpa del loro più caro amico Jin ora privo di emozioni, lo stesso che Namjoon è deciso ad uccidere a tutti i costi.

Proprio una bella situazione dico bene?

Un'altra cosa che mi sono ricordata, che vi avevo messo come indizio per scoprire la vera identità dei due: ma sbaglio o non avevo mai fatto vedere il punto di vista di Jimin e Hoseok? Ho scritto il punto di vista di tutti pure di Namjoon e di quei tra vampiri Jinhong, Kisu e Hongseob, però perché mai quello di Jimin che ha pure avuto numerose scene in cui lui era presente?

Piccolo appunto che volevo farvi sapere: mi sono accorta che molti di voi continuano a suggerire che Taehyung sia la reincarnazione di Sun-hi, ma reincarnazione non significa che l'anima di una persona morta si rincarni nel corpo di un vivo? Eppure Sun-hi ha più volte sostenuto che la sua anima non riesce a trovare pace e soprattutto che lei è un fantasma, quindi ora la sua anima non è nel corpo di taehyung...

Detto questo vi lascio alle vostre ipotesi e teorie 😄

A presto ~~~

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