KANGSHINMU 강신무

AkaneYuki7 tarafından

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Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali? Tre ragaz... Daha Fazla

PROLOGO
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107

Capitolo 91

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AkaneYuki7 tarafından

< In realtà volevo dirti che mi sento stanca per il viaggio e probabilmente non starò ancora poi molto a questa bellissima, quanto noiosa, festa, quindi volevo chiederti se il tè me lo poteva portare il tuo cameriere preferito nelle mie stanze private questa sera >.

< Come potrei negare qualcosa alla mia carissima amica? >




Allo scoccare delle dieci di sera, lui si fece trovare davanti alla porta della camera dell'ospite tanto speciale.

Delicatamente bussò e aspettò che la donna gli permettesse di entrare.

Appena percepì un debole "entra pure" il ragazzo abbassò la maniglia e si trovò di fronte ad una stanza poco illuminata.

A malapena riuscì ad intravedere la figura della donna che già in abiti da notte lentamente si spazzolava i  lunghi capelli castani, seduta davanti alla toeletta.

Dallo specchio il ragazzo si accorse che ancora indossava quella maschera dorata.

< Appoggia la tazza su quel tavolino > mormorò la donna senza staccare per un attimo quei suoi occhi verdi dalla figura del ragazzo, mentre con la spazzola indicava il piccolo mobilio che si trovava di fronte a due poltrone di broccato.

La stanza urlava lusso e sfarzo ad ogni angolo, la signora gli aveva riservato la camera migliore che quella casa possedeva, altro motivo per crede che questa donna aveva una grande influenza, quindi era meglio rimanere nelle sue grazie.

Un brivido di paura risalì per l'ennesima volta lungo la spina dorsale del cosiddetto Jack, ma subito cercò di scacciarlo via, reputandolo frivolo e privo di fondamento.

In fondo si era già ritrovato davanti a persone di una certa classe sociale, quindi non capiva perché questa volta doveva essere diverso.

Il ragazzo si chiuse la porta alle spalle e subito fece quello che la donna gli aveva ordinato, poi si mise in piedi vicino al muro, pronto per ricevere qualsiasi richiesta sarebbe provenuta da quella donna.

Lei lentamente finì di spazzolarsi i lunghi capelli scuri, poi posò la spazzola e con una leggiadria innata si alzò dalla toeletta e si diresse verso una delle poltrone, dove prese posto senza emettere un solo fiato o rumore alcuno.

Con una mano scostò di poco una manica della vestaglia e con l'altra prese la tazza e se la portò al viso, annusando l'aroma che proveniva dalla calda bevanda.

< Lo hai fatto tu? >

Emise finalmente lei, prima di premere leggermente le labbra sulla superficie di fine porcellana inglese e assaggiare quel nettare dorato.

< No signora, il cuoco ufficiale della casa >

< Avrei preferito che fosse preparato dalle tue mani >

< Se lo desidera, vado immediatamente a cambiarlo e provvederò a farvelo uno personalmente > disse subito il ragazzo, non volendola contrariare in alcuno modo.

< Non importa > rispose lei brevemente, prima di tornare a sorseggiare la bevanda.

Il ragazzo era abituato a stare ore in piedi ad aspettare gli ordini provenienti dalla sua signora, ma non conoscendo questa donna, non sapeva se avrebbe dovuto parlare o tacere, a meno che lei non gli avesse concesso la parola, con i nobili non si sapeva mai quando avrebbe potuto offenderli in qualche modo.

< Perché non dici nulla? Non sei curioso di sapere il motivo per cui ho richiesto tra tutti proprio la tua presenza? > chiese lei, alzando appena lo sguardo dalla tazza e imprigionandolo di nuovo in quello del cameriere.

< Sono curioso signora, ma non mi permetterei mai di mettere in dubbio le sue azioni, di certo avrà avuto un buon motivo che, un umile cameriere come me, non è tenuto a sapere >

La frase di rito ormai la sapeva alla perfezione, conosceva cosa dire o cosa fare per compiacere una nobile.

< Così obbediente, mi viene quasi il disgusto >

Il ragazzo rimase sconvolto da quella affermazione, ma non per questo perse la sua maschera gentile, non era la prima volta che veniva insultato comunque.

< Mi scusi se l'ho infastidita in alcun modo >

< Ti ha davvero addomesticato in maniera eccellente quella grassona > esclamò di nuovo lei, accavalando le gambe davanti a sé, la camicia da notte sotto la vestaglia di seta era salita appena, ma il ragazzo cercò di non notare quelle candide caviglie sottili.

Jack prestò invece attenzione alle parole della donna, che gli causarono un'esclamazione di sorpresa, che non riuscì a mascherare.

Nonostante la sua signora fosse un po' in carne, non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse avere l'ardire di insultarla in quel modo.

< Signora la pregherei di non urlare troppi improperi in questa casa, le pareti possiedono muri molto sottili... >

< Non mi interessa proprio niente dei muri. È solo una patetica donna che si vanta delle ricchezze del marito e in più si lamenta che lavora continuamente senza che lei muova un solo dito paffuto. Come pensa che tutti quei gioielli, che lei porta, assolutamente pacchiani e superati, siano entrati in questa casa? >

< Signora la prego... >

< Percepisco per caso un moto di ribellione? Non dovevi compiacermi? Non dovevi accondiscendente a qualsiasi cosa io volessi? Non era così che avevi pensato di fare? Eppure ti stai accanendo tanto solo per difendere quella misera donna, provi forse qualcosa per lei? >

Il ragazzo rimase interdetto, ovviamente non provava niente, gli ripugnava la solo idea, ma era stato addestrato, plagiato, affinché appagasse ogni minimo desiderio della sua Lady, non si sarebbe mai permesso per nessuna ragione al mondo di insultarla o parlarle male.

< Lei è la mia signora > rispose allora lui.

< Non è quello che ti ho chiesto, rispondimi sinceramente >

Quegli occhi brillarono di nuovo, il verde era più splendente di prima e il ragazzo non poté fare a meno che rimanerne per l'ennesima volta ammaliato.

Senza che potesse fare nulla, le parole gli uscirono come un fiume in piena.

< Assolutamente no, penso tutte le cose che lei ha proferito. Detesto ogni giorno che trascorro a soddisfare i suoi capricci e detesto maggiormente tutti questi nobili che non fanno altro che giudicare e deridermi dal loro alto trono di superbia e menefreghismo, ma questa è la mia unica prospettiva di vita. Sono costretto a passare la vita rinchiuso in queste mura, vorrei vendicarmi di questi sporchi aristocratici che mi hanno sempre maltrattato, ma purtroppo non sono nessuno >

Gli occhi subito si riempirono di paura, sapeva che ora era finito del tutto.
I suoi padroni nel migliore dei casi lo avrebbero sbattuto fuori di casa, la prostituzione ora sembrava la sua unica via di sopravvivenza eppure la donna fu in grado di stupirlo per l'ennesima volta, quando al posto degli insulti e delle urla, ricevette solo un piccolo ghigno vittorioso.

< Questa risposta mi garba decisamente di più. Temevo che il suo denaro ti avesse reso uno stolto completo, ma per fortuna non è stato il caso. Ora avvicinati e toglimi la maschera, ti permetto di vedere il mio viso, hai passato la prova >

"Prova? Quale prova? È forse un altro di quei giochi che i nobili si inventano per passare il tempo? O forse è così brutta che ha paura a mostrarsi senza una maschera? Magari ha il volto sfregiato o con qualche imperfezione... È inutile comunque rimuginarci su, non posso fare altro che eseguire i suoi ordini".

Lentamente il ragazzo si avvicinò alla donna, si abbassò e con mani tremanti slacciò i nastri che legavano la maschera dietro alla sua testa, cercò di sfiorare il meno possibile i capelli della donna che subito al tatto gli erano sembrati di una morbidezza fuori dal comune.

Delicatamente sfilò la maschera da quel viso e subito ne rimase incantato.

Velocemente si fece il segno della croce e poi cadde in ginocchio sconvolto ogni modo.

Altro che sfregio o cicatrice, la ragazza possedeva una bellezza così così così...Celestiale?

Il ragazzo pensò che doveva essere una qualche rincarnazione divina, non ci potevano essere altre spiegazioni logiche.

Il volto pallido come fine porcellana, le guance di un leggero colore rosato, quelle labbra così rosse e piene e quegli occhi così chiari e luminosi, che apparivano così puri e ingenui, tutto incorniciato da quei lunghi e setosi capelli castani che le davano l'aria di una principessa di qualche regno fatato.

< Lei è per caso un angelo? > chiese alla fine lui con le poche parole che era riuscito a formulare.

< Non capisco perché tutti quelli della nostra specie vengono scambiati per angeli >

< S-specie? >

< Scusami, ignora quello che ho detto, come ti sembro? >

< E' bellissima signora >

< Sai sei molto bello anche tu, mi hai colpito dalla prima volta che ho posato lo sguardo su di te e con un piccolo aiuto sono sicura che mi supereresti pure in bellezza >

< Credo sia impossibile signora >

Il ragazzo si era sentito sempre superiore agli altri per il suo fascino fuori dal comune, ma quella donna che ora scopriva essere una ragazza forse più piccola di lui, lo batteva su tutta la linea.

Era davvero la quinta essenza della perfezione.

Se i preti, che lo avevano battezzato da piccolo, lo avessero sentito parlare così sicuramente lo avrebbero preso per un blasfema.

< Io invece credo di si, dammi la tua mano >.

Il ragazzo ancora scosso fece quello che la signora gli aveva ordinato e sempre in tralice si fece trascinare sul grande letto a baldacchino. Con una mano la donna spostò le leggere tendine che lo coprivano e con l'altra fece sedere il povero ragazzo, che ormai non aveva più la forza né la volontà di sottrarsi da quell'essere celestiale.

< Sdraiati >.

Non ebbe la forza di opporsi, non che lo volesse sia ovvio.

La ragazza gli accarezzò delicatamente il volto, come farebbe una madre con il proprio figlio.

< Dimmi il tuo nome >

< Jack signora >

< No, voglio il tuo vero nome, quello che ti hanno dato i tuoi genitori >

< Sono morti quando io ero solo un bambino e prima di affidarmi all'orfanotrofio, mi chiamavano con il nome di mio nonno: Kim SeokJin >

< Quanti lo sanno? >

< Solo lei signora, nessuno ha mai voluto saperlo, pensavo che non fosse importante >

< Invece è un nome prezioso, te l'hanno affidato i tuoi genitori, devi conservarlo con molta cura, non voglio che nessun altro lo sappia, solo io potrò chiamarti così siamo intesi? >.

< Come vuole lei signora >

Era così strano doverla chiamare signora ora che aveva visto quanto in realtà fosse giovane, ma la sua classe sociale lo prevedeva.

< Bravo bambino >

Ed era ancora più strano che lei lo chiamasse bambino visto che teoricamente sembrava lui il più grande, ma di certo non avrebbe contestato gli strani feticismi della signora che doveva soddisfare.

Quando lei si era posta di fronte a lui, il ragazzo subito si era accorto di quanto la ragazza apparisse più bassa e minuta di lui, ma aveva uno sguardo così fermo e deciso, che lo faceva apparire piccolo e impotente di fronte alla sua figura.

Lei, ancora in piedi, lo fece sdraiare sul letto e poi si tolse la vestaglia, rimanendo solo in camicia da notte.

Lentamente mise sul materasso un ginocchio e poi l'altro e con uno scatto aggraziato si mise seduta sulle gambe del ragazzo.

Sembrava come un felino che lento si avvicinava alla sua preda che non poteva fare nulla per sottrarsi in alcun modo.

< Signora se vuole che la soddisfi, sarebbe meglio cambiare le posiz.. >

< Sssh > disse lei, posando un dito sulle labbra a forma di cuore del ragazzo.

< Ti renderò una delle creature più belle che siano mai esistite >

Il ragazzo non capiva, lentamente era riuscito a riprendersi da quello stato di estasi momentanea e si rendeva conto in che situazione si trovava.

Doveva compiacere un'altra signora.

"Almeno questa è carina" non poté che pensare lui.

"Sarà un'altra trascurata dal marito che ha bisogno di sfogarsi con qualcuno?" si chiese lui, mentre lei gli slacciava i bottoni della giacca, per poi passare a quelli della camicia.

< Hai anche un petto così liscio, sei sicuro di non essere come noi? >

< Non capisco cosa intendiate signora >

< Oh presto lo capirai >

E dopo aver slacciato tutti i bottoni, non si preoccupò di togliergli i vestiti, lo lasciò così mezzo svestito, mentre lentamente si abbassava e iniziava a lasciare piccoli baci lungo tutto il petto del ragazzo.

"Dimmi come ti faccio sentire, dimmelo" erano queste le parole che la sua lady gli ripeteva spesso, e così lui doveva fingere che il loro rapporto gli piaceva, ma con questa ragazza misteriosa e stupenda non fu costretto a fingere niente.

Lo aveva colpito eccome, era inutile negarlo, chiunque alla sua sola presenza si sarebbe sentito estasiato, figurarsi avere pure il raro privilegio di essere stato scelto da lei e solo da lei.

La sua bocca iniziò a far uscire qualche piccolo mugugno di piacere, ma subito gli attutì con la sua mano.

Non sapeva se alla ragazza piacevano i ragazzi rumorosi, non voleva e non poteva contrariarla in alcun modo.

< Puoi anche non trattenerti lo so che ti piaccio, il tuo corpo me lo sta dicendo, come dargli torto comunque a chi non potrei piacere? >

La ragazza risalì lungo tutto il petto fino arrivare al collo dell'umano e indugiarci più del necessario.

In quel momento il ragazzo aveva gli occhi annacquati dal desiderio, non aveva mai provato tanta eccitazione prima d'ora, rinchiuso in una cupola di vetro per tutti quegli anni, aveva potuto provare i piaceri della carne solo con la sua "amata" lady, donna che purtroppo aveva superato da un po' la quarantina e con tre figli a carico.

Non aveva mai provato a farlo con una giovane e bellissima donna, la signora lo teneva sotto stretta sorveglianza, nessuna cameriera o sguattera della casa gli si poteva avvicinare, quindi chi poteva giudicarlo se le attenzioni di questa bellissima straniera lo stessero portando al settimo cielo?

La ragazza dai lunghi capelli castani fece passare la sua piccola lingua rosa lungo tutto il collo del ragazzo ormai in completa balìa di quelle dolci attenzioni, poi arrivò a un orecchio del ragazzo e gli sussurrò suadente:< Perdonami, era solo un modo per tranquillizzarti, questo farà un po' male, ma cerca di resistere. Ho aspettato tutta la serata per assaggiarti >

Lui all'inizio non capì, ma poi aprendo un po' gli occhi, vide come i tratti della ragazza erano drasticamente cambiati, la sua fisionomia così perfetta, si era andata a trasformare in una mostruosa, i bellissimi occhi color verde smeraldo erano diventati rossi scarlatti e i suoi denti si erano allungati a dismisura.

"Oddio è un demone, il diavolo è riuscito a tentarmi e adesso vuole portarmi all'inferno con lui" riuscì a pensare in tempo prima che la ragazza si abbassò di nuovo su di lui e conficcò i suoi lunghi canini in quella pelle liscia e vellutata.

La ragazza chiuse gli occhi in estasi per il buonissimo sapore che le inondò le papille gustative, in fondo i giovani ragazzi in salute erano il migliore nutrimento in assoluto secondo il suo punto di vista.

Il ragazzo provò ad urlare, a muoversi, ma sembrava come sotto l'effetto di un incantesimo non riusciva a muovere un solo muscolo.

La ragazza lo aveva completamente ammaliato.

Dopo qualche minuto lei si staccò da lui e soddisfatta si leccò le labbra sporche di sangue del mal capitato.

< Oh povero piccolo Seokjin ti ho ridotto davvero maluccio scusami, pensavo di riuscire a trattenermi di più, ma il tuo odore era troppo tentatore. Non ti preoccupare però, non ti lascerò di certo morire >.

Con una mano si alzò la veste e il ragazzo con occhi semichiusi dal dolore vide che sulla coscia della ragazza c'era una giarrettiera che conteneva un pugnale argentato, provò ad urlare di nuovo, ma non ne aveva le forze.

Con una rapidità sconvolgente, la duchessa prese il coltello e si tagliò un palmo della mano senza emettere un minimo suono, poi si spostò dal moro e si avvicinò al lato del letto vuoto, dove portò la mano ferita sopra un calice, che si trovava sul comodino di fianco al letto.

Il ragazzo non l'aveva notato prima.

Lei strinse la mano a pugno e piccoli fiotti di sangue iniziarono a colare lungo la sua mano e finire nel bicchiere, poi si mise seduta contro la testiera del letto e portò la testa dell'umano sulle sue gambe, iniziando ad accarezzargli la folta capigliatura castana.

La sua mano era già del tutto guarita.

< Tranquillo non ti lascerò morire, la tua bellezza verrebbe sprecata >

Dicendo questo, con una mano gli sollevò la testa, mentre con l'altra prese il calice e lo pose sulle labbra dell'umano, costringendolo a bere quel liquido scuro e rivoltante.

Il pensiero del ragazzo cambiò drasticamente appena assaggiò il sangue della ragazza, un senso di dipendenza gli crebbe nell'animo e bevve fino all'ultima goccia di quel liquido afrodisiaco.

< Come siamo bravi > esclamò lei felice, prima di staccare il bicchiere ormai vuoto dalle labbra del ragazzo e posarlo di nuovo sul comodino.

Intanto il ragazzo lentamente stava riprendendo le forze, ma non per questo riuscì a muoversi. Era completamente drogato dalla situazione, sembrava così inverosimile, così irreale, stava sognando, non c'erano altre spiegazioni razionali.

Se lo avesse raccontato a qualcuno sicuramente sarebbe finito sulla sedia elettrica con la condanna per pazzia.

Lei poi riappoggiò la testa di Jack sulle sue gambe e riprese ad accarezzarlo dolcemente, mentre iniziò a cantare una dolce ninna nanna che fece cadere il ragazzo in uno stato di semi-coscienza.

All'improvviso però la  dolce melodia cessò e la voce della ragazza lo ridestò in un attimo dal suo caldo tepore.

< Mi dispiace così tanto, non prende male queste parole, ma ti devo uccidere >

Il ragazzo percepì solo un cuscino essere appoggiato sul suo viso e poi più niente.

L'unica cosa che si ricordava di quella notte erano le dolci carezze della ragazza e le sue parole di confronto, mentre teneva premuto con una forza sovra umana quel cuscino sulla sua faccia.

Tentò di lottare con tutte le sue forze, ma il fiato dopo poco gli mancò e in breve tempo chiuse gli occhi, pensando che fosse per sempre.

E ripensandoci adesso, forse sarebbe stata davvero la cosa migliore.

Spazio autrice:

Scusate il ritardo, ma questo capitolo mi ha impiegato davvero un sacco di tempo a correggerlo e a sistemarlo, anche se immagino sia comunque pieno di errori... Beh in mia difesa posso solo dire che prima era peggio 😅

Dal prossimo comunque si ritorna alla storia, avevo detto che sarebbe finita presto, ma la fine di questa storia tende sempre a protrarsi nel tempo e nello spazio 😂

A presto~~

Okumaya devam et

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