¡Mala Mía!paulo dybala

By basiqally

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Fe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football ... More

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epílogo
ringraziamenti
missing moments: 1, no corras
missing moments: 2, talking helps a lot
missing moments: 3, mira quien volviò!
missing moments: 4, quien es la otra?
missing moments: 5, concluir algo con él
missing moments: 6
missing moments: 7
missing moments: 8
missing moments: 9
missing moments:10, quella foto di noi due

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By basiqally

Sbuffo e appoggio il cellulare sulla scrivania, dondolandomi sulla sedia di plastica e spostando velocemente gli occhi per la stanza, cercando invano di calmarmi.

«Questa era la decima? O forse la undicesima?» la voce di Lea arriva un po' sfumata alle mie orecchie, come se fosse esageratamente lontana, ma è semplicemente stesa sul mio letto a giocare con la solita pallina da tennis.

Quando sono tornata a Laguna Larga non abbiamo perso nemmeno un attimo e abbiamo ricominciato a fare tutto come prima, come se non avessimo mai litigato.

«Non stai aiutando per nulla, anzi, stai solo peggiorando la cosa» le rivolgo un'occhiataccia e controllo le notifiche, sperando in una chiamata da parte sua.

«Dio, perché non mi chiama? È sempre con il suo benedetto telefono in mano, come cazzo fa a non aver visto tutte queste chiamate?» chiedo, frustrata da tutta questa situazione.

La ragazza si limita a scrollare le spalle e continuare a giocare con quella pallina, facendomi innervosire ancora di più.

«Pensi che gli sia successo qualcosa?» la mia voce esce stridula e abbastanza fastidiosa, tanto che non riesco nemmeno a realizzare subito il fatto che sia effettivamente io a parlare.

«Penso che sia ad allenamento, a cena, o semplicemente a farsi la doccia e che tu lo stai affogando con una quantità spropositata di telefonate. Ti richiamerà» si gira verso di me e alza entrambe le sopracciglia, facendomi capire che probabilmente ho esagerato.

«Che colpa ne ho io? Sembra che mi stia ignorando. Prima facevamo almeno una videochiamata al giorno, adesso è già tanto se mi da la buonanotte» continuo a lamentarmi, spiegandole per la centesima volta l'intera situazione.

Lea si alza dal letto, lascia cadere la pallina per terra e mi sfila il cellulare dalle dita, mettendolo in tasca e prendendo le mie mani tra le sue.

«La puoi smettere, per favore?» mi supplica, a voce bassa «Paulo è pazzo di te, non hai niente di cui preoccuparti. Se ti dico che ti richiamerà, ti richiamerà, fidati di me» il cellulare comincia a squillare e lei assume un'espressione orgogliosa.

Me lo porge e io guardo subito il nome del contatto, rendendomi conto che non è definitivamente la persona da cui volevo ricevere una telefonata.

«Lautaro, ehi» la fulmino mentre ridacchia e fa un gran rumore, anche se so che sta cercando di essere il più silenziosa possibile.

«Ciao Fe, come va?» la sua voce allegra rimbomba nella mia testa. Assomiglia un sacco a quella di suo zio.

«Tutto bene dai, non mi lamento. Tu invece?» accavallo le gambe e prendo una penna dalla scrivania, facendola girare tra le dita.

«Bene, grazie per avermelo chiesto. Senti, da quando sei tornata Mariano non fa che chiedere di te e mi ha detto di invitarti a cena da noi stasera, ti va di venire?» lascio andare un sospiro, pensando velocemente ai pro e ai contro.

«Sì, volentieri» rispondo, ignorando l'occhiata allusiva di Lea.

«Bene» esclama «Quando vuoi» non appena pronuncia quelle parole mi rimbombano in testa, facendomi ricordare la voce roca e sensuale di Paulo quando le aveva dette lui.

«Okay, a dopo» lo saluto velocemente, poi metto giù e lascio uscire un gemito di frustrazione, appoggiando il telefono sulla scrivania.

«A dopo? Cos'hai in mente?» alza le sopracciglia a ritmo, sedendosi sul letto e aspettando una risposta.

«Niente di quello che la tua testolina malata si è immaginata» stronco la sua immaginazione sul nascere «Mi ha invitato a cena a casa sua, e io ci vado perché siamo amici e da quando sono tornata non ho visto nessuno che non sia tu o Arturo» mi alzo dalla sedia e apro l'armadio, cercando qualcosa da mettermi.

«E cosa pensi che dirà Paulo?» apro la bocca per rispondere, ma solo dopo mi rendo conto di non sapere cosa dire.

«Non lo saprò mai se non mi risponde» tiro fuori una maglietta a caso dall'armadio e mi cambio velocemente.

«È tua quella maglia?» guardo il logo stampato con dei colori sgargianti sul davanti e mi rendo conto che no, non è decisamente mia.

«Ti pare?» alzo un sopracciglio per farle capire di chi sia e lei annuisce semplicemente, appoggiando la testa su un cuscino.

«Per che ora pensi di andare?» si appoggia sui gomiti e mi guarda dal basso mentre io mi raccolgo i capelli in una coda.

«Non lo so. Arturo arriva per le sette, potrei andare alle sette e mezza?» mi lascio cadere sul letto e mi stendo accanto a lei, sentendo tutto il fastidio dell'umidità sbattermi contro in un solo colpo.

«Facci un regalo, vai di là per le sette e un quarto» mi rivolge uno sguardo allusivo e io alzo gli occhi al cielo, capendo subito cosa intende.

«Schifosa» borbotto, ridacchiando della sua faccia fintamente offesa.

«Tu piuttosto?» si stende sul fianco e appoggia la testa sulla mano, il braccio piegato in modo da sorreggerla.

«Io piuttosto cosa?» continuo a guardare il soffitto, cercando di rimanere il più calma possibile. So cosa vuole sapere.

«Ratifica quanto avete dato fastidio ai vicini tu e il signor Dybala da uno a dieci» esclama, decisamente sovra eccitata da questa cosa.

«Puoi... abbassare la voce?» allargo le braccia, chiedendole per favore di calmarsi un attimo.

«No! La mia migliore amica ha fatto sesso con uno dei giocatori più sexy in commercio e tu mi dici di calmarmi? Raccontami tutto» dice, a voce ancora più alta, attentando ai miei timpani.

«Prima di tutto: chi ti dice che abbiamo fatto... sesso?» stento un po' a pronunciare l'ultima parola, sentendomi a disagio.

«Perché, non avete fatto sesso?» alza le sopracciglia a ritmo, facendomi ridere per quanto sia buffa.

«Sì?» rispondo, dopo un attimo di silenzio. Calibro la sua reazione al millesimo, e vedo perfettamente il momento in cui i suoi occhi si sbarrano e la bocca si apre.

«Non sai quanto ci ho sperato!» mi abbraccia, urlando sempre più forte, giusto per farlo sapere a tutto il vicinato.

«E com'è stato?» si siede con le gambe incrociate. Ma si aspetta che io le descriva tutto nei minimi dettagli?

«Mmh, non saprei» mi alzo in piedi, cercando di scappare il più possibile da questa conversazione.

«Fe, torna subito qui» mi prende il polso e mi trascina di nuovo sul materasso «Raccontami tutto, per filo e per segno» ripete, di nuovo.

«Dimmi cosa vuoi sapere» sospiro, arrendendomi al fatto che prima o poi dovrò dirle comunque tutto.

«Tutto, dall'inizio alla fine!» alzo gli occhi al cielo, non sapendo da dove cominciare «Le avete usate le precauzioni, no?» si preoccupa subito, facendomi ridere.

«Sì, Lea, le abbiamo usate» ridacchio, ripensando al preservativo che mi aveva dato Dolores che è probabilmente ancora nella tasca di uno delle tante paia dei miei jeans.

«Okay, almeno su un fronte siamo messi bene» sospira, decisamente sollevata dalla mia affermazione.

«Vuoi sapere altro?» sbuffo, alzandomi di nuovo dal letto, cercando nuovamente di scappare.

«Ciao Fe!» la voce di Arturo irrompe nella camera, annunciando che è finalmente tornato dall'università.

«Ciao» diciamo in coro io e Lea, che mi guarda delusa perché sa che non riuscirà ad estirpare una parola in più dalla mia voce.

«Ciao bella, resti a cena?» da un bacio sulla tempia alla mia amica e abbraccia i suoi fianchi con un braccio.

«Io sì, ma tua sorella no» Arturo alza un sopracciglio, mentre Lea mi guarda soddisfatta.

«Stronza» sibilo, alzando gli occhi al cielo e preparandomi a dare delle spiegazioni a mio fratello.

«È tornato Paulo? Non me l'avevi detto» aggrotta le sopracciglia, e io con lui. Cosa c'entra adesso?

«Paulo? Perché dovrebbe essere tornato?» chiedo, cercando di far trasparire la mia perplessità nel mio tono di voce.

«Va a cena con Lautaro» spiega Lea, che sembra aver capito tutto.

«Non vado a cena con Lautaro, vado a cena da Lautaro» preciso, facendo capire la differenza tra i due calcando le preposizioni.

«Ah» i due innamorati si scambiano uno sguardo complice e io non posso che sentirmi una terza incomoda.

«Bene, allora io vado» annuncio, ed esco velocemente dalla stanza. Scendo le scale ed esco di casa, dove il Sole sta a malapena tramontando. È la fine dell'estate.

Suono il campanello e aspetto, dondolandomi sui piedi, con le mani in tasca e i capelli sempre e comunque scompigliati.

«Ciao» Lautaro si apre in un sorriso sincero. La sua pelle è più scura di quando l'ho visto l'ultima volta, segno che ha preso parecchio sole quest'estate, e il suo sorriso risalta ancora di più. I suoi capelli si sono un po' schiariti con il sole e ricadono scompigliati sulla fronte sgombra. Sembra cento volte più bello.

lollissimo

ho deciso che mancano 5-10 capitoli alla fine... siete pront@?

ditemi cosa ne pensate della storia, e di come finirà secondo voi

vi ricordo che mi trovate anche su instagram come baasiqally

ciaone♥️♥️

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