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Se di solito il tempo che deve trascorrere prima che qualcosa accada lievita e sembra non passare mai, il tempo che mi separava dal due ottobre aveva fatto in fretta a terminare, lasciandomi con una gigantesca dose di entusiasmo e qualche linea di febbre, probabilmente causata dalle corsette che la professoressa di ginnastica si ostina ancora a farci fare.

Così, sono solamente le dieci di sera e sono al terzo film fantascientifico. Oggi sono restata a casa da scuola a causa della febbre e ho dedicato la mia mattina principalmente allo studio e ai film e le serie tv che in questo periodo avevo un po' lasciato da parte.

Mastico qualche pop corn, annoiata dalla marea di effetti speciali, quando il mio cellulare, che mi sono preoccupata di mettere in silenzioso, si illumina, annunciando l'arrivo di un messaggio da parte di Paulo.

"Buenas noches niña, que tengas dulces sueños"

Guardo lo schermo per un attimo, intenerita dalle sue parole e quasi tentata di dirgli che stanotte starò sveglia per vederlo giocare.

"Buena suerte para esta noche, piensa un poco en mí durante el juego"

Digito velocemente, inviando il messaggio senza leggerlo due volte. Vedo subito comparire la scritta che annuncia che lo ha visualizzato.

"Imposible, yo pienso siempre en ti"

Sorrido, lasciando definitivamente perdere il film per concentrarmi sulle frasi dolci che Paulo mi sta rivolgendo.

"Cuidado con lo que dices, Dybala"

Chiudo gli occhi per un attimo, sentendo tutta la stanchezza venirmi addosso, ma poi mi concentro e prendo il caffè, ormai freddo, che oggi pomeriggio avevo preparato in modo previdente.

"Ve a dormir, entonces con esos círculos oscuros te verás como un panda"

Sbuffo, leggermente infastidita da tutta quella premura.

"pero jódete"

Poso il cellulare, cercando un altro film tra quelli proposti. Film storici, romantici, commedie, thriller, horror. Nessuno sembra fare al mio caso, ora come ora.

"¿Estás usando mi perfil de Netflix?"

Aggrotto le sopracciglia, osservando il cellulare. La risposta è sì, ma come ha fatto ad accorgersene?

"Sí"

Rispondo semplicemente, perplessa dalla situazione.

"No puedo mirar nada si ya lo estás usando, voy a venir a tu casa"

Digito una risposta affermativa e poi invio il messaggio, tornando a sfogliare i titoli più visti. Se Lea deve venire a casa mia, non posso cominciare a vedere nulla perché poi lei arriverebbe già a metà film, quindi mi limito a leggere i titoli e le descrizioni di qualche film, cercandone qualcuno che mi piaccia veramente.

«Ehi» la porta della mia camera si apre, mostrando il viso con un leggero accenno di barba di mio fratello.

«Ciao, entra» gli faccio cenno di sedersi sul letto e lui lo fa, senza dire nemmeno una parola nel tragitto.

«Devi dirmi qualcosa?» chiedo, stranita dal  comportamento così peculiare per una persona loquace come lui.

«In realtà sì, è così palese?» mi guarda negli occhi con una certa tristezza. Tutta la sincerità che ha in corpo non gli permette di nascondere la testa nella sabbia, evitando i problemi.

«Abbastanza, per me che ti conosco bene» gli poso una mano sulla spalla, cercando di incoraggiarlo a rivelarmi cosa lo turba tanto «Allora, dimmi tutto» mi siedo a gambe incrociate, abbandonando il computer sul letto e dandogli la mia completa attenzione.

«Torno a Rosario» sputa, parlando velocemente e in modo poco scandito.

«Cosa?» chiedo, credendo di non aver sentito bene.

«Ho detto che torno a Rosario» ripete, abbassando lo sguardo «Non guardarmi così» si lamenta, facendosi cadere di peso sul mio letto e chiudendo gli occhi, probabilmente stanco almeno quanto lo sono io.

«Perché vuoi tornare lì?» chiedo, deglutendo nervosamente al pensiero di dover tornare in quella città con lui.

«Ho fatto domanda per un master e l'hanno accettata, il master sarebbe a Rosario e non mi è passato nemmeno per un secondo per la testa di rifiutare. In più potremmo vedere di nuovo mamma, papà e Matia» apre un occhio, osservando la mia reazione dal basso.

«Sono contenta per te, e non ti sto dicendo di non andare» premetto, cercando di mettere le mani avanti per evitare fraintendimenti.

«Però non vuoi venire con me» sospira, alzandosi con la schiena dal materasso e sedendosi compostamente per ascoltare la mia risposta.

«No, non voglio venire, e onestamente penso che non debba nemmeno passarti per l'anticamera del cervello di riportarmi lì, o da mamma, papà e Matia» chiarisco, con un tono forse un po' troppo duro.

«Perché non vuoi vederli? È successo tutto così tanto tempo fa!» ci guardiamo per un attimo, il suo sguardo supplichevole nel mio, rigido e per nulla d'accordo.

«No, non voglio vederli, e onestamente non riesco a capire come tu faccia anche solo a guardarli in faccia» esclamo, stringendo la mascella per evitare di sbottare anche cose peggiori «Arturo, se vuoi andare a Rosario, vai a Rosario. Sono contenta per te per quel tuo master e spero che tu riesca a trovare tutto ciò che hai sempre cercato e mai trovato, ma io non voglio seguirti. Voglio finire la scuola qua e poi cominciare l'università» cerco di illustrargli i miei piani, anche se non li conosco bene nemmeno io.

«Fe, mettiti nei miei panni, non posso lasciarti da sola qui» mi rivolge uno sguardo supplicante, quasi urlando di piegarmi al suo volere e rendergli le cose facili almeno per una volta.

«Starò con qualcuno, con Lea ad esempio: i suoi genitori nutrono una specie di adorazione nei miei confronti e non credo sarebbe un problema per loro ospitarmi anche solo per un mese» c'è una gara di sguardi in corso e penso proprio che stia vincendo lui.

«Non si può fare, capiscimi ma non posso lasciarti qui così, né scaricare una responsabilità del genere sui genitori di Lea» assume un'espressione supplicante, con un pizzico di aggressività.

«Non sono una ragazzina, Arturo, so badare a me stessa» mi appoggio alla testiera del letto, alzando un sopracciglio.

«Beh, io lo so, ma mi risulta che nessun'altro in paese lo sappia» si alza dal letto esattamente quando Lea entra nella mia camera, trovandomi stupita e leggermente infastidita.

«Ho interrotto una conversazione importante? Devo aspettare fuori?» chiede, un po' in imbarazzo, spostando il peso da un piede all'altro e togliendosi la giacchettina leggera che ha addosso.

«No, tranquilla, vieni che guardiamo un film» le indico il posto accanto a me sul letto e lei si siede felicemente, cominciando a scorrere fra i titoli mentre mio fratello mi rivolge uno sguardo ammonitore.

lollissimo

Arturo mi sembrava un personaggio così insulso in questa storia e quindi ho deciso di fargli creare un po' di drama

OPS

comunque il prossimo capitolo sarà decisamente diabetico, solo per avvisarvi

buon weekend𗁦

ciaone♥️♥️

¡Mala Mía!paulo dybalaWhere stories live. Discover now