⚠️: ho scritto una nuova storia, sempre su un calciatore abbastanza famoso. Si chiama "Deep end" e la trovate sul mio profilo. Tratta di argomenti abbastanza frequenti fra noi adolescenti e ci tengo particolarmente. Gli aggiornamenti saranno una volta al giorno💘Grazie mille per l'attenzione.
P.S. Ovviamente non abbandonerò questa, visto che l'altra è già terminata e devo solo pubblicarla.
«Forse posso fartelo capire perché ti ho dedicato quel goal»
E poi mi bacia.
Inizialmente, il contatto che si crea fra di noi è un semplice, casto, bacio a stampo.
Lui poggia le sue labbra soffici contro le mie e porta le braccia attorno alla mia vita.
Improvvisamente mi rendo conto di quello che sta succedendo: sto baciando Paulo.
Non Paulo Dybala, non il famoso numero dieci della Juventus, non il fidanzato di mia sorella.
Sto baciando il ragazzo a cui ho dato lezioni di norvegese, il ragazzo a cui non piace la carbonara né tantomeno parlare in inglese, il ragazzo con cui ho cucinato un piatto della mia nazione e con cui ho imitato la posizione di una scena di thirteen reasons why.
Di scatto, porto le mie mani lattee a coppa sulle sue guance abbronzate, mentre lui mi chiede gentilmente di approfondire il bacio: picchietta la sua lingua contro i miei denti, chiedendomi l'accesso che io, senza nemmeno pensarci due volte, accetto.
«Noemi...» soffia contro le mie labbra, mentre si stacca un attimo per riprendere fiato.
Ma poi il bacio ricomincia ed è ancora più passionale di prima: ricco di necessità, di amore, di bisogno.
Sospiro contro la sua bocca e lui porta le dita della sua mano sinistra fra i miei capelli, accarezzandomi.
Ad un tratto, un telefono squilla.
Il rumore proviene dalla tasca del giubbotto del ragazzo dagli occhi verdi-azzurri
Lui si stacca da me, si alza a mala voglia e va a vedere chi è che lo chiama a quest'ora.
«Paulo...» sbuffo mentre lui si affretta a prendere il cellulare in mano.
«Ehi ciao Oriana» risponde.
Sento come il mio cuore, spezzarsi in mille parti.
«No, sono appena tornato dalla partita ecco perché ho il fiatone» mente.
È come se la mia testa stesse per scoppiare.
Bugiardo, avevi il fiatone perché stavi baciando la sorella della tua ragazza.
«Ah, quindi è confermato che torni domani verso l'ora di pranzo?» fa una pausa «Certo, se vuoi ti vengo a prendere io alla stazione all'una»
Vorrei solamente sparire.
All'improvviso, mi alzo dal divano e con passi veloci ma felpati, mi avvio verso le scale.
«Sisì certo Oriana, ti amo anch'io» dice.
Voglio sotterrarmi.
Paulo attacca e mentre io sto cercando di fuggire e rinchiudermi nella mia camera, lui si volta a guardarmi.
«Tranquillo Paulo, è tutt'apposto» mormoro, iniziando a salire i gradini, sotto il suo sguardo scrutatore ed indecifrabile. «Faremo finta che non sia successo niente»
«Noemi, è stato solo un errore...» sussurra ed io alzo gli occhi al cielo.
«Ti ho detto di stare calmo, Dybala» marco con cura il suo cognome. «Già domani avrò dimenticato tutto e non ne farò parola con nessuno»
«Sei tornata a chiamarmi col cognome? Pensavo avessimo fatto dei passi avanti»
Silenzio. Non rispondo.
La conversazione prende una piaga imbarazzante e la situazione diventa sempre più opprimente e pressante, così io mi giro ed inizio di nuovo a salire le scale.
«Buonanotte, Noemi»
Ho paura che se i nostri si incontrassero di nuovo, lui riuscirebbe a leggere quanto mi ha profondamente ferita, anche se io stessa non capisco il motivo di questa mia sensazione.
«'Notte, Dybala»
*
«Avete mangiato pizza e pasta per undici giorni? Da oggi, una settimana a mangiare senza carboidrati! Soprattutto dovremmo mangiare le zucchine, fanno bene alla pelle!»
Eh, già. Oriana è proprio tornata a casa.
«Ciao anche a te» mia sorella entra in casa con Paulo alle calcagna.
Quest'ultimo ha in mano tre valigie che sembrano sul punto di scoppiare, sicuramente pieni di vestiti della ragazza davanti a lui, la quale invece ha solo un piccolo zainetto sulle spalle.
«Oh, non dirmi che stai cucinando di nuovo della pasta!» sbotta, quando mi vede in cucina difronte ai fornelli.
«In realtà mi stavo facendo una tazza di tè verde.» sospiro e poi verso l'acqua calda nella tazza con l'infuso. «Sono andata all'università alle otto, questa mattina, e sono tornata solo adesso alle due. Alvaro mi ha scritto e mi ha chiesto se volessi uscire a pranzo con lui...» Paulo poggia di scatto le valigie sul parquet «...prima di mettermi a studiare oggi pomeriggio»
«Oh, che sorellina intelligente che ho, hai visto, tesoro?» esclama Oriana rivolgendosi al suo fidanzato.
Ma Paulo non smette un secondo di guardarmi, di fissarmi così intensamente e senza scrupoli, che solo una cieca a causa dell'amore come mia sorella potrebbe non accorgersene.
«Sì, è molto intelligente, amore» ghigna e poi si toglie il cappotto.
Allora lo squadro: è vestito in modo elegante, con pantaloni blu scuro e camicia bianca.
Mi sorprendo a pensare che sia molto più bello in tuta.
«Comunque che bello che tu ti sia sentendo con Morata! Potremmo fare le uscite a quattro! Io, te, Paulito e Alvaro» urla all'improvviso Oriana, mentre io salgo le scale con la tazza di tè fumante in mano, dirigendomi verso la mia camera per andare a cambiarmi.
«In effetti in macchina ne stavamo discutendo, ed avevamo pensato di andare tutti insieme al Luna park che si trova nella periferia di Torino, domani sera. È allestito a tema natalizio e vorremmo andare con tutta la squadra, per fare una specie di uscita di gruppo» dice, ad un tratto, Paulo.
I suoi occhi incontrano i miei e sento una scarica di brividi pervadermi il corpo, ma invece di lasciarmi sovrastare dalla pelle d'oca e da queste sensazioni così strane quanto belle, decido di scuotere le spalle con noncuranza.
«Grazie mille per l'invito. Oggi ne parlerò con Alvaro e decideremo insieme cosa fare. Se lui viene, vengo anch'io.»
L'argentino scuote la testa ed alza gli occhi al cielo, anche se Oriana sembra non accorgersene mentre mi sorride a trentadue denti.
Vado in camera ed indosso un paio di jeans neri, delle scarpe del medesimo colore ed una camicetta bianca di flanella.
Mi trucco con il mio solito mascara, un po' di fondotinta e il rossetto rosso questa volta un po' più leggero, visto che il mio umore oggi non è dei migliori.
Mi guardo allo specchio e sbuffo: Paulo vuole la guerra? La guerra avrà.
Io sono pronta a giocare.
questo capitolo è osceno e fa schifo.
non mi piace e non è venuto come volevo. Perdonatemi.
Lavinia.