¡Mala Mía!paulo dybala

By basiqally

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Fe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football ... More

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epílogo
ringraziamenti
missing moments: 1, no corras
missing moments: 2, talking helps a lot
missing moments: 3, mira quien volviò!
missing moments: 4, quien es la otra?
missing moments: 5, concluir algo con él
missing moments: 6
missing moments: 7
missing moments: 8
missing moments: 9
missing moments:10, quella foto di noi due

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By basiqally

«Dovresti parlare con Paulo» mi consiglia Lea, seduta sulla sedia della mia scrivania e giocando con la solita pallina.

«Tu dici?» chiedo, sbuffando, mentre sono stesa sul letto. È domenica e sono passati due giorni dalla festa, e non ho avuto il coraggio di scrivere né a Paulo né a Lautaro.

Mentre il primo mi aveva sommerso di chiamate e messaggi, cercando di chiarire, il secondo mi aveva scritto sabato mattina se potessi aiutarlo in scienze naturali, perché martedì abbiamo la verifica.

«Dovresti sentire la sua versione, capire perché l'ha fatto» mi spiega lei, dondolandosi sulla sedia.

«Il problema è che non voglio sentirla, la sua versione» mi metto seduta, guardandola negli occhi, come faccio sempre quando parliamo di qualcosa di importante.

«Perché?» aggrotta le sopracciglia, fermando la pallina tra le sue mani e dandomi tutta la sua attenzione.

«Ciò che ha fatto è sbagliato, sia nei confronti di Lautaro che in quelli di Perpetua» lei alza un sopracciglio «L'ha illusa per farla allontanare da suo nipote e far avvicinare me! Non puoi dire che è giusto» stendo le gambe davanti a me.

«Non sto dicendo questo» sospira, cercando le parole giuste per spiegarmi il suo punto di vista «Ha sbagliato, ed è giusto che lo riconosca e che tu glielo faccia pesare, ma dovresti sentire cos'ha da dirti, ti scrive ogni cinque minuti!» lancia il mio telefono e mi mostra tutti i messaggi che non ho letto.

«Scrivigli o gli scriverò io» sorride, sfidandomi e io sbuffo, aprendo la sua chat.

«Cosa dovrei scrivergli, allora?» ci pensa un po', sedendosi per terra davanti a me.

«Scrivigli che vuoi capire cosa gli abbia fatto venire in mente un'idea così stupida come quella di provarci con Perpetua» mi consiglia, prendendomi poi il telefono dalle mani e scrivendoglielo senza nemmeno lasciarmi il tempo di ribattere.

«Uh, sta rispondendo, è veloce il ragazzo» mormora tra sé e sé. È assolutamente molto più nervosa di me, e ciò mi spaventa.

«Ha detto che se vuoi puoi andare a casa sua, che ti aspetta» alza un sopracciglio in modo malizioso e mi lancia il telefono, spingendomi fuori dalla stanza a forza.

«Vai!» esclama, spronandomi ad avviarmi verso casa del ragazzo.

«Ma io non voglio andarci» mi lamento, facendo pendere la testa da un lato.

«Io e Paulo invece sì, siamo due contro uno, quindi vai» mi accompagna giù dalle scale e mi spinge fuori dalla porta, sorridendomi prima di sbattermela in faccia, chiudendomi fuori.

Mi guardo intorno, cercando di capire cosa fare. Non so dove sia casa di Paulo e non so quanta strada io debba fare, non ho voglia di andare da lui, non saprei cosa dirgli e sono sicura che il tutto sarebbe anche molto imbarazzante.

«Fe, tutto bene?» focalizzo lo sguardo su Mariano che sta uscendo di casa, dirigendosi verso la sua macchina.

«Sì, grazie, tu invece?» sorrido cordialmente, spostando il peso da una gamba all'altra, evidentemente in imbarazzo. Chissà se Lautaro gli ha raccontato cosa è successo sabato.

«Non male, dai» apre la portiera della macchina e mi osserva «Hai bisogno di un passaggio da qualche parte? Io dovrei andare a fare qualche commissione, non è un problema portarti» valuto i pro e i contro velocemente e annuisco, avvicinandomi alla casa davanti alla mia.

«Riusciresti a portarmi a casa di Paulo, per favore?» chiedo, sempre più imbarazzata e pentendomi immediatamente della decisione presa. Cosa andrà a pensare adesso? Alza un sopracciglio, stupito, ma non commenta in alcun modo.

«Certo, non è molto lontana da qui» mi fa cenno di entrare in macchina e io lo faccio, sedendomi al posto del passeggero.

Il viaggio è silenzioso, senza considerare il fischiettio costante e quasi fastidioso di Mariano che sta probabilmente ripassando tutte le melodie delle canzoni spagnole degli anni '90.

«Ecco» si ferma davanti ad una casa, abbastanza anonima rispetto a quello che mi aspettavo, e mi guarda, sorridendo.

«Grazie mille per il passaggio» lo ringrazio e scendo dalla macchina, salendo i pochi scalini che portano alla porta principale. Suono al campanello, dove è stato attaccato un biglietto con sopra scritto "Dybala" a caratteri cubitali.

La porta si apre, mostrandomi la figura di Paulo dentro una tuta, rigorosamente grigia, giusto per allenare la mia attenzione, i capelli scompigliati e gli occhi per metà socchiusi. È evidentemente stanco morto.

«Jazmín, ti stavo aspettando» mormora, lasciandomi entrare e conducendomi fino in salotto, dove si lascia cadere sul divano grigio.

«Che carino qui» guardo i mobili, elegantemente disposti per la sala, e le fotografie posate su ogni scaffale, alcune incorniciate e appese al muro.

«Grazie, siediti pure» indica il divano accanto a sé ma preferisco stare in piedi, sul tappeto bianco.

«Come va?» chiede, rigirandosi il telecomando tra le dita e guardando dappertutto tranne che nei miei occhi.

«Dimmi cosa dovevi dirmi, non girarci intorno» incrocio le braccia al petto e aspetto che mi spieghi come gli sia venuto in mente di fare una cosa del genere a suo nipote. Lui sospira, indeciso su come cominciare.

«È stata una cazzata, me ne sono reso conto un secondo dopo che mi è venuta in mente» ammette, guardandomi finalmente negli occhi «Però volevo farla, per te e soprattutto per lui, perché si rendesse conto della pochezza di quella ragazza e di ciò che si stava perdendo» mi indica, scrollando le spalle.

«Se sapevi che sarebbe stata una cazzata, perché l'hai fatto?» chiedo, piegando la testa di lato.

«Se non l'avessi fatto, credi che vi sareste baciati l'altra sera?» chiede, lasciandomi spiazzata. Scuoto la testa, abbassando lo sguardo. Ha ragione.

«Vedi? Alla fine passo io per il pezzo di merda, però ci avete guadagnato entrambi, Lautaro in particolare» gli sorrido timidamente per il complimento indiretto che mi ha fatto.

«Resta il fatto che hai sbagliato, Lautaro stava malissimo quella sera» lui annuisce e abbassa lo sguardo, cosciente di aver fatto sentire suo nipote come un cane.

«L'ho fatto soffrire io, ma spero che lui si sia reso conto che se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto Perpetua» alzo le sopracciglia, prendendo in considerazione seriamente quella prospettiva.

«Vedi? Alla fine non abbiamo litigato» si alza in piedi, mettendosi le mani in tasca e sorridendo, allargando le braccia per abbracciarmi.

Mi avvicino a lui, timidamente, posando la testa sulla sua spalla e cingendo il suo collo con le braccia, mentre lui stringe le sue attorno alla sua vita.

«Quando hai detto "Con te litigherò un'altra volta", per un momento, ho avuto veramente paura» mormora, tra i miei capelli, ridacchiando.

«Ero incazzatissima con te» mi giustifico. E pensare che non sarei nemmeno dovuta venire qui, se non fosse stato per Lea.

«Lo so, e non sapevo fino a che punto saresti arrivata, se ti saresti limitata a tirarmi i capelli finché non si staccavano o se avresti inciso peni sulle portiere della mia macchina, visto che hai dei precedenti del genere» rido sommessamente, immaginandomi la scena di Paulo che esce di casa e si trova degli insulti incisi sulla sua macchina sportiva.

«Visto e considerato che hai dei capelli che fanno cagare, avrei adottato la prima opzione, non sarebbe stata una grande perdita» gli tiro un po' i capelli tinti che ha in testa.

«A proposito, come cazzo ti è venuto in mente di tingerti i capelli bianchi» allontano il viso da lui, per osservare bene quell'oscenità che si trova in testa e assumo un'espressione schifata.

«Dai, non sono così male, e poi risaltano la mia abbronzatura» stende il braccio, per mostrarmi la sua pelle abbronzata.

«Se quella la chiami abbronzatura, questa cos'è?» stendo il braccio accanto al suo, mettendo la mia carnagione a confronto con la sua, che sembra quasi chiara.

«Non ho preso molto sole quest'anno, ho vissuto due inverni se ci pensi bene» annuisco, dandogli ragione, quando il campanello suona.

«Aspettavi qualcuno?» chiedo, mentre lui si allontana da me e io sposto il peso da un piede all'altro, evidentemente in imbarazzo.

Sposta la tenda di una finestra, per vedere discretamente chi è alla sua porta, e manca poco che si metta ad urlare. Quando si gira verso di me, ha gli occhi sbarrati e sembra essere più pallido del solito.

«È Lautaro» mormora, marciando velocemente verso di me.

«Cazzo, se mi vede qui siamo entrambi nella merda» esclamo, lui mi fa segno di abbassare la voce e mi dice di seguirlo.

«C'è una trave sporgente in corridoio, stai attenta» dice, poco prima di inciampare proprio sulla trave sporgente e rischiare di cadere. Soffoco una risata e lui mi guarda male.

«Vieni, questa è la mia camera, la possibilità che entri qui è minima, però stai in silenzio» apre la porta e mi fa cenno di entrare, per poi chiudere la porta e correre ad aprire quella d'ingresso.

Sospiro, sedendomi sul letto e osservando le foto incorniciate sul comodino.
Una è di Paulo con sua madre, Alicia, lei è seduta e lui è chinato su di lei, con un braccio le cinge le spalle, sorridono entrambi.
La seconda è sempre di Paulo con i suoi due fratelli, Mariano e Guzman, da piccoli. Paulo ha i capelli alla Zac Efron, e penso che si offenderebbe se gli dicessi che stava malissimo, ed è abbracciato ai due ragazzi, evidentemente più grandi di lui. Hanno tutti e tre addosso una maglia della Nazionale Argentina di calcio.
La terza, e ultima, raffigura Paulo con entrambi i suoi genitori. Avrà avuto massimo dieci anni, e stava tenendo per mano entrambi, con la solita espressione concentrata che assume spesso anche adesso.

Distolgo la mia attenzione dalle foto solo perché sento delle voci molto forti in salotto, e voglio sapere cosa si stiano urlando contro quei due.
Mi avvicino alla porta, cercando di sentire meglio.

«Che cazzo hai in testa?» questo è decisamente Lautaro. Riesco quasi a vederlo, che cammina nervosamente per la stanza e si tira i capelli, esasperato.

«Lauti, l'ho fatto per te, per farti capire che quella ragazza non sarebbe mai andata bene per te!» risponde Paulo. Apro un po' la porta, per assistere meglio alla scena. Lautaro è in piedi vicino al divano, mentre suo zio è davanti a lui, con le braccia lungo i fianchi.

«E il buon classico modo della parola? Avresti potuto dirmelo invece che fartela sotto il mio naso!» il più piccolo alza le braccia al cielo, facendo un passo in avanti.

«Me besé tu novia, ¡Mala Mia!» esclama Paulo, cercando di far capire a Lautaro il fatto che si assumesse completamente la colpa di ciò che aveva fatto.

«Siempre he sido así, todos ustedes lo sabían» continua, e questa volta sta urlando.

«Ella no es buena para ti» fa un cenno con la mano, facendogli capire che sta parlando di Perpetua, e abbassa un po' i toni «Si te molesta, pues mala mía. Pero solo quería hacerte abrir los ojos» si lascia cadere sul divano, massaggiandosi le tempie, mentre il nipote lo osserva.

«La amo a ella» mormora Lautaro, abbassando lo sguardo e facendomi venire voglia di sbattere la testa contro il muro.

«E di Jazmín cosa mi dici? Vi siete baciati alla festa» Paulo guarda verso la sua stanza e mi vede, sbarra gli occhi e si schiarisce la voce. Il nipote lo guarda con un'espressione interrogativa dipinta in volto, così chiudo velocemente la porta e mi rifugio in camera.

«C'è qualcuno in casa?» chiede Lautaro, con una buona dose di paura nella sua voce.
Paulo non risponde e sento dei passi avvicinarsi.
E adesso che cazzo faccio?

lollissimo

okay, in questo capitolo si capisce il titolo della storia, ¡Mala Mía!, perché gran parte delle frasi in spagnolo vengono da una canzone di Maluma che appunto si chiama Mala Mía, che vi consiglio di ascoltare perché a me piace un sacco.

Inoltre, ci tengo a precisare che in tutta la storia i personaggi parlano in spagnolo, essendo argentini, però in questa parte le frasi sono veramente in spagnolo soltanto per citare la canzone e far capire a tutti il titolo

niente, questo capitolo vi è piaciuto? cosa ne pensate della storia per adesso? cosa credete che succederà?

mi aspetto tante tante opinioni♥️

ciaone🧖🏻‍♀️💕

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