Oltre Ogni Cosa

By merirosie

2.2K 125 11

Doveva essere una giornata memorabile, di quelle che resta impressa nei ricordi ed invece, per Megan, tutto q... More

Prima parte
Prima.
UNO
DUE
TRE
QUATTRO
CINQUE
SEI
SETTE
OTTO
NOVE
DIECI
UNDICI
Seconda Parte
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
SEDICI
DICIASETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
VENTUNO
VENTIDUE
VENTITRE

QUINDICI

51 4 0
By merirosie

19 settembre 2015 - Portland

Catherine

Sto leggendo, ovvero faccio finta di leggere perché l'unica cosa a cui penso è "mi annoio!". Ho preparato il pranzo e aspetto che Alex torni dal lavoro. Ovviamente mi auto congratulo con me stessa perché sono una fidanzata perfetta e il minuto dopo, continuo a lamentarmi a causa della noia.

Sono entrata nella decima settimana e tra appena due, ho un controllo per sapere se ci sono miglioramenti ma sono ottimista, mi sento bene.

Sono travolta da un mix di emozioni, ho il timore che possa succedere qualcosa e cerco di tenermi impegnata trascorrendo il tempo in giardino o a leggere, oppure a mangiare gelato in quantità industriali. Non credo che faccia bene ma entrambi siamo proprio soddisfatti delle nostre abbuffate.

Il rombo di una moto mi distrae, dal leggere per l'ennesima volta lo stesso rigo, ed esco fuori per andare incontro al mio Alex.

Ovviamente, non per niente, ma il mio fidanzato è proprio figo. Seguo ogni suo movimento, da quando scende dalla moto a quando sfila il casco per poi aggiustarsi il ciuffo e venire da me. Mi stringe forte a sé, sorride sulle mie labbra e poi mi bacia.

«Ciao detective, preso i cattivi?»

«Ciao gattina. Tutto bene, tu?» Annuisco e penso che vorrei stare attaccata a lui tutto il tempo.

Si abbassa sulle ginocchia e accarezza il ventre lievemente tondo per poi lasciargli un bacio. Credo che innaffierò i fiori con le mie lacrime.

Oltre ad essere un gran figo, Alex è la persona migliore che esiste al mondo e sarà, il padre migliore del mondo ed al solo pensiero il mio cuore fa una capriola.

«Ti va di pranzare sul portico dietro?» chiede e annuisco spostando i piatti fuori. Alex mi guarda, assume una smorfia di disapprovazione e sfila il piatto dalle mani

«Cosa c'è? La pasta non ti piace?» lo sa, mi dà fastidio essere trattata con i guanti, perché sono consapevole di cosa posso fare o meno.

«Per l'ennesima volta, voglio esserti utile dato che devi riposare»

«Lo sai che il mio didietro ha preso la forma del divano? E sono anche ingrassata di due chili» spiego, prima di dare un morso al mio panino.

«Perfetto, era quello che speravo. Tutto procede bene»

Già, siamo caparbi. Alex stringe la mia mano che sta sul tavolo con la sua.

«Allora mio bravo detective, come è andata la giornata?» domando curiosa sul suo lavoro. Nell'ultimo periodo trascorre poche ore in ufficio anche se la procura non ne risente, perché Jack e gli altri componenti della squadra se la cavano piuttosto bene.

«Il solito, anche se credo che papà abbia bisogno di una vacanza. Lo vedo piuttosto strano»

«Che succede, sta bene?» domando apprensiva

«Oh, sì, si... Intendevo dire che, lo vedo cambiato. Pensa ci ha invitato a cena, questa sera» sgancia la bomba e il boccone mi va di traverso, facendomi soffocare.

«Okay, tutto... okay, sto...» bevo un sorso d'acqua. Cosa potrebbe essere andare a cena dal padre di Alex, nonché il nonno del mio bambino?!

Vorrei scappare in Messico, biglietti solo andata.

«Cat, sicura di sentirti bene?» mette una mano sulla fronte per controllare la temperatura.

«Alex... mi piacerebbe aspettare ancora qualche settimana prima di dare la notizia ufficiale» dico guardando il mio piatto.

«Sono d'accordo. Volevo dirtelo ma mi hai anticipato»

«Vedi non c'è paragone» esclamò ironica. Resta in silenzio a fissarmi, con il sorriso sulle labbra ed io vorrei mangiarlo di baci.

«Sei proprio bella lo sai?» il respiro si blocca, il cuore balla la samba e potrei giurare di aver sentito le farfalle nello stomaco.

Ah no, è la nausea. Corro in bagno e rigetto anche l'anima. Il mio cavaliere mi raggiunge dandomi una mano.

«Andrà bene vero?» mi abbraccia da dietro e dal riflesso vedo le sue braccia circondare i fianchi.

«Si, andrà bene»

Ed ora eccomi qua, rintanata nella cabina armadio, in intimo, alla ricerca di qualcosa di decente da indossare. Per quanto conosca Wilson senior, vorrei fare davvero bella figura, per questa cena di presentazione ufficiale

Lo specchio di fronte non mi aiuta affatto dato che, devo coprire la pancia per non destare nessun sospetto. La prima regola, ovviamente mia, è vestirsi con colori scuri. Quindi ho già scelto un paio di abiti sia neri che blu, grazie signore per averli inventati, e scartati quelli che mi fanno sembrare uno spaventapasseri.

Ho bisogno di aiuto ma Alex è sotto la doccia mentre io sono qua, a disperarmi e vorrei chiudermi qui dentro e non uscire per il resto dei miei giorni.

«Non credi di star esagerando?»

«Io non esagero m-mai» oh mio... si è seccata la gola. È appena uscito dal bagno con l'asciugamano in vita e un altro con cui sta frizionando i capelli. Santi numi, vorrei essere uno di quei pezzi di stoffa in questo momento. volto di scatto e afferro il primo abito sottomano e scappo via nell'altra camera per vestirmi.

Arriva al ginocchio, è ampio su tutto il busto e quindi nasconde la lieve curva. Perfetto.

Lego capelli e mi trucco, coprendo per bene le occhiaie.

«Quasi quasi, restiamo a casa» la sua voce bassa mi arriva dritta e prego che gli ormoni non impazziscono.

Dallo specchio vedo il suo riflesso, appoggiato all'uscio. La camicia celeste sui jeans scuri, gli fasciano il corpo divinamente. Sicuri che non deve sfilare su una passerella?

Poi si avvicina restando alle mie spalle e mi sorride dallo specchio; mi stringe la mano e lascia un bacio sulla tempia. La pelle formicola e ho bisogno di calmarmi oppure non riuscirò a sopravvivere alla cena.

Scioglie una ciocca dalla pettinatura che ricade sbarazzina sulla fronte

«Sei molto più bella» sussurra ad un soffio dalle mie labbra

«Dobbiamo andare!» esclama allontanandosi e lasciandomi da sola, imbambolata al centro della stanza.

Infilo le scarpe e afferro la borsa, prima di uscire di casa. Alex mi aspetta appoggiato sul cofano, con dei fiori e il suo miglior sorriso di cui sono innamorata.

«Grazie» non so se mi abbia sentito ma mi bacia. Una carezza soffice capace di scatenare un turbinio di emozioni in un solo secondo.

Mi apre la portiera e mi fa accomodare, mentre allaccio la cintura fa il giro per salire dall'altro lato.

L'aria estiva colpisce il viso, tranquillizzandomi e sciogliendo un po' l'ansia che sento

«Smettila di pensare. Sento le rotelle girare veloce da qui» guida con disinvoltura e concentrazione. Io sono concentrata ma su di lui.

«Caro fidanzato, ti spiego che, questa cena ovvero l'esito, decreterà se a tuo padre piaccio o meno.»

«Oh a me piaci di sicuro e pure tanto» e lo dice in un modo da farmi arrossire.

Ci fermiamo fuori ad un cancello e a quanto pare, in una zona residenziale di alto livello.

Alex preme un pulsante e questo si apre così da arrivare fuori alla porta di ingresso.

Posso fingere di stare male così torniamo a casa?

Da gentiluomo qual è, il mio super fidanzato mi apre la portiera e mi porge la mano per scendere. Mi tira a sé e mi bacia, come se non fosse a casa del padre e che potrebbe vederci.

«Cat, ti adora già quindi, tranquilla e respira» annuisco e non dico una parola. Ho l'ansia e la nausea. Se non voglio che scoprano, devo stare calma e respirare.

Alex mi prende la mano e mi infonde calore, sfregando con il pollice sull'anulare dove sta sempre l'anello di sua madre.

Una signora dai capelli rossi e dagli occhi scuri, ci attende all'ingresso con un grande sorriso.

«Ragazzo mio!» esclama prima di abbracciare Alex.

«Tu devi essere Catherine - lascia Alex e viene da me - sei un incanto anzi ancora più bella da come ti descriveva. Dove la nascondevi eh?» mi abbraccia calorosamente e mi viene da piangere.

«Da occhi indiscreti Julie... Papà?»

«È dentro, andiamo!» ci fa entrare. Se questo è l'atrio allora davvero è un castello. Per quanto sia ampio ha un aspetto confortevole e familiare.

Al centro ci sono le scale che portano al piano di sopra e ai lati, due corridoi. Imbocchiamo quello a destra, per entrare in un salone che ha un enorme vetrata, la quale affaccia sul retro del giardino. Una fontana al centro contornata da rose, ho trovato il mio punto preferito.

«Sai, mia madre restava qui per ore a guardare fuori, con i tuoi stessi occhi brillanti.» sorrido mesta. Soffre ancora molto per la perdita di sua madre e lo so, non è facile affatto.

«Oh siete arrivati!» Robert Wilson fa il suo ingresso e senza abiti eleganti, sembra meno severo. Alex non lo vede ma suo padre è orgoglioso di lui ed è felice di vederlo.

«Catherine ragazza vieni qui, fatti abbracciare!» Alex nota il mio imbarazzo e ridacchia, nascondendo la sua risata.

«Come va fanciulla?» mi abbraccia e mi sento al sicuro. Ha la stessa forza e calore di suo figlio. Mi sto emozionando ma cerco di trattenere le lacrime.

«Bene, lei?» domando in imbarazzo.

«Bene grazie. Sono felice che siate qui. Accomodiamoci, la cena è pronta»

Ci sediamo ad un lungo tavolo apparecchiato come ad un lussuoso ristorante e niente, mi sento goffa.

Wilson junior mi posa una mano sulla coscia e sfrega, per calmarmi.

«Allora figlioli, quando vi sposate?» sputo l'acqua mentre il sorso mi va di traverso. Alex mi soccorre ed io penso di svenire a momenti.

«Mi sento vecchio» si lamenta il procuratore

«Ma tu sei vecchio!» esclama Julie sedendosi a tavola

«Già ed è per questo vi chiedo di sposarvi e darmi dei nipoti. Vorrei diventare nonno e andare in pensione»

«Non credi di correre un po' troppo?» è ancora Julie a rispondere mentre noi due restiamo in silenzio.

Beh, penso sia troppo tardi...

Alex mangia la carne tranquillamente mentre il mio piatto è intatto. Non so che spezia ci sia dentro ma mi sta facendo venire la nausea.

«Scusate, potrei sapere dove è il bagno?»

«Oh sì certo, segui il corridoio ultima porta a sinistra» mi alzo facendo attenzione a non cadere e con molta calma esco dalla sala per poi correre in bagno.

Sciacquo il viso e pizzico le guance per ridare colore, sono in pessimo stato. Sapevo che sarebbe andata male.

Non ce la faccio.

Se ci troviamo in questa situazione di stallo, è a causa mia e dei miei sbagli. Esco dal bagno e mi accorgo che tutto l'esterno della casa ha queste finestre che affacciano sul giardino e le rose come aiuole. Attenta a non combinare altri disastri, apro una di queste ed esco fuori, sedendomi sul dondolo proprio come a casa nostra.

Respiro a fondo e guardo il cielo, senza stelle stasera.

«Anche mia moglie amava questo spazio. Passava ore intere qui, e scordava il resto del mondo» si siede al mio fianco e guarda all'insù insieme a me.

«Alex le assomiglia molto, come la testardaggine e il temperamento. Mia moglie era una donna straordinaria e sono fiero di essere sposato con lei» noto la fede sul suo dito e posso immaginare il suo amore che è vivo nonostante lei non sia con noi.

«Victoria sarebbe contenta di sapere che Alex abbia trovato la compagna della sua vita e che lo renda felice.»

«E lui che mi rende felice. Deve essere orgoglioso di suo figlio signor Robert, è una persona straordinaria» è la persona che amo

«Sai Catherine, sono davvero emozionato all'idea di diventare nonno» mi giro di scatto e posso già vedere la testa rotolare nell'erba.

«C-come?»

«Sono vecchio ma non cieco. Conosco il mondo e riconoscere le persone»

«Mi dispiace non aver detto nulla. Volevamo... essere sicuri e poi l'avremmo detto a tutti»

Mi prende la mano e accarezza il dorso.

«Grazie di cuore per questo regalo.» una lacrima scivola indomita e la asciugo. Wilson senior mi abbraccia.

«Ce la farete Catherine» mi stringo a lui. Sento tutto il peso scivolarmi addosso e le forze venir meno.

«Non credo proprio detective dei miei stivali, lei verrà con me oppure questa volta, non riuscirà a salvarsi.» Ora la pistola viene puntata alla mia testa e automaticamente Alex la punta verso di lui, mentre gli altri, sono tutti immobili, irrigiditi al loro posto.

«Stone non te lo ripeterò di nuovo, siamo circondati, ci sono agenti ovunque, solo un passo falso e non avrai scampo»

«Neanche per voi» rafforza la sua presa sulle mie spalle e sblocca l'arma. A rallentatore vedo il dito premere il grilletto.

Ma stavolta il colpo viene sparato, il boato risuona nelle orecchie fa tremare tutto. L'eco arriva fin nelle ossa e fa gelare il cuore, che si ferma.

Osservo tutto come a rallentatore, dal momento che il proiettile esce dalla canna e colpisce un bambino.

«Gabriel!» urlo ma nessuno mi sente. Urlo, urlo con tutta la voce rimasta ma nessuno sente ancora. E resto io, con il bambino ad occhi chiusi tra le mie braccia.

Gabriel...

«Cat va tutto bene» sento in lontanza. E mi chiedo come faccia a dire che va tutto bene, non vede?!

«Svegliati tesoro» apro e chiudo gli occhi. Sbatto le palpebre per schiarire la vista e mettere a fuoco.

«Alex dove siamo?» chiedo, mi fa male la gola. Posso sentire ancora le mie urla.

«Ricordi di ieri?» accarezza i miei capelli in un movimento lento e sento gli occhi chiudersi

«Eravamo a cena, ero uscita fuori e poi tuo padre è venuto a cercarmi» e abbiamo parlato sul dondolo. Ha scoperto della gravidanza e poi... Oh no!

«Mi dispiace per ieri, non volevo questa -» mi bacia. Le sue labbra morbide sulle mie e sento i brividi attraversarmi ogni centimetro di pelle. Si sposta su di me e sorride.

«Cat, guardami. Va tutto bene e respira» e lo faccio

«Che ore sono?» è giorno fuori quindi è mattina.

«Ora di pranzo. Hai fame, vuoi mangiare qualcosa?» chiede premuroso e non voglio che smetta di toccarmi. La sua mano ricade sul fianco per poi salire sulla pancia, sfiora l'ombelico ed io trattengo un gemito.

Scuoto la testa, ho lo stomaco chiuso.

«Chi è Gabriel tesoro? Un altro ammiratore?» domanda ridendo. Questa è un'altra delle sue fissazioni, vede cose che non ci sono.

«Forse» lo tiro a me e lo bacio. Il sogno mi ha lasciato una strana sensazione addosso e non voglio restare sola.

«Dio, non bastava Carter, quel tizio ad Ocean, il ragazzo della posta, Kevin della lavanderia - conta sulle dita - ora anche questo Gabriel»

«Può essere ma io amo soltanto uno»

«Non dirmi che è Kevin?» dice ribaltando le posizioni. Sono seduta sul suo grembo e posso sentire benissimo altro.

«E com'è questo tipo?» bacia l'incontro del collo, la spalla il petto. Una scia di baci senza fine e non voglio che finisca.

«È una persona gentile, con un gran cuore e il senso del dovere. Mi protegge e mi fa sentire amata. E soprattutto sono orgogliosa di lui» mi guarda negli occhi con quel luccichio. So che quando gli dico queste cose è felice, nche se non sembra ha bisngo d sentrsi ciò ed io lo amo e amo vederlo felice. Mi bacia accarezzando la pancia, nell'ultimo periodo è diventato una sorta di vizio, come per rendere tutto più reale.

Il telefono squilla interrompendo la nostra bolla. Alex risponde e sul suo viso si forma una smorfia.

«Okay ci vediamo tra poco» mi bacia prima di posarmi sul letto e di alzarsi.

«Che succede?» mi siedo mentre guardo Alex vestirsi. Controlla l'ora e si veste velocemente.

«Tra poco accendi sul notiziario e vedrai»

Infila la giacca e prende le chiavi.

«Alex - si ferma, rimanendo la porta aperta e si gira verso di me - sta attento, ti prego» mi fa un occhiolino e sparisce in corridoio.

Mi alzo per accendere la tv e infilarmi un vestito. Sono in intimo e spero che ieri nessuno oltre il mio fidanzato mi abbia visto così. Mi guardo allo specchio e osservo il riflesso, la cicatrice nel basso ventre si è schiarita ma è ancora visibile.

Nel mentre cerco di chiudere la lampo, il notiziario trasmette una notizia bomba, l'arresto di Joshua Stone. Dopo più di un anno di indagini ci sono riusciti.

Tra il caos che regna fuori dagli studi legali le telecamere inquadra Alex, e Carter alle prese con i giornalisti.

Abbasso il volume e rispondo al cellulare, è Alex

«Amore non posso crederci, ci siete riusciti!»

«È finita piccola, capitolo chiuso»

Sorrido davanti alla tv, senza audio e che trasmette la fine di tutta questa storia.

×××

Alex

Lascio che Carter se la sbrighi con i giornalisti e vado in ufficio. Mi sento al settimo cielo e potrei camminare a mezzo metro da terra e nessuno capirebbe.

Le porte dell'ascensore si aprono ritrovando una massa di avvocati in completo sartoriale, che si accalcano per entrare. Esco dando qualche spallata e vado fuori dall'ufficio di mio padre; busso ed entro, trovandolo al telefono. Mi fa segno di aspettare e mi stendo sul divano, ricevendo un'occhiataccia e rido per il suo disappunto.

«Allora hai saputo?» domando mentre firma dei fogli. Mi alzo e mi siedo di fronte.

«Già, congratulazioni»

«Grazie! Finalmente, non vedevo l'ora»

«Cathe ne sarà felice suppongo» Sorrido al solo immaginarmi la sua faccia sollevata

«Beh direi che finalmente diventerò nonno.»

«Come fai a saperlo!?» credo che abbiano sentito anche gli altri uffici.

«Come ho detto alla tua fidanzata, sono vecchio ma non cieco. Eh beh sai, sono padre e tuo madre aveva la stessa... aria in quel periodo» rimango perplesso.

«Papà stiamo aspettando qualche altra settimana per dare la notizia ufficiale a tutti, quindi segreto professionale boss»

«Okay. Le hai fatto la proposta?» domanda senza perdere tempo.

Tiro la scatolina dalla tasca interna della giacca e la poso sulla scrivania. Inizia a pesare e ogni giorno tento di farlo, ma l'ansia mi blocca. Sono un uomo adulto dovrei riuscirci eppure davanti a lei, al solo pensiero le gambe mi tremano.

«Con tua madre ho ricevuto tre rifiuti prima del sì e i miei amici mi prendevano in giro. Una mattina l'ho praticamente rapita, portata fuori città e le ho rifatta la proposta. Credo che abbia accettato per pietà» rido, immaginando la mamma. Era esattamente il suo modo di fare.

«Ah allora dovrò aspettarmi lo stesso da Cathe» annuisce ridendo mentre guarda la foto della mamma sulla scrivania.

Squilla il cellulare e rispondo

«Socio ci siamo riusciti!» urla allegro

«Puoi ben dirlo. Stasera si festeggia, quindi tu e Clara venite a casa» ho un'idea.

«La tua voce è strana, che stai combinando?»

«Vedrai, a dopo» chiudo la telefonata e ripongo tutto in tasca

«È quello che penso?» domanda mentre sto andando via.

«Augurarmi buona fortuna» dico aprendo la porta per tornare da lei.

Quando entro in casa, un profumo di cioccolato mi investe in pieno. Vado dritto in cucina e trovo Cathe, che sforna una torta per la cena con un sorriso enorme sulle labbra. Mi affascina in ogni istante e senza alcunché di complicato. Resto a guardarla ancora un po', senza interromperla e senza che si accorga di me.

Quando per caso sposta lo sguardo verso la porta sobbalza alla mia vista.

«Da quanto sei lì?» prende delle fragole e le deposita sulla torta. In questo momento è lei il mio pasticcino e lo mangerò tutto.

«Sono rientrato da poco.» mi avvicino mettendomi dietro di lei. Le circonda i fianchi, appoggio la sua schiena al mio petto e le bacio il collo. Amo il profumo della sua pelle.

«Che stai cercando di fare?» sussurra come se qualcuno potesse ascoltare i suoi sospiri.

«Di fare l'amore con te» bacio languido l'incavo del suo collo mentre stringe le mani sul bordo del bancone. Infilo le mani sotto al suo vestito e sfioro piano il ventre, il quale mi emoziona ogni volta, per poi salire sul suo seno.

Si volta e mi bacia, afferrandomi. Le nostre mani toccano ovunque fino a spogliarsi ed arrivare sul divano mezzi nudi.

Bacio ancora la sua pancia che oggi pare più tonda e poi, con gli occhi lucidi guardo lei che ha la mia stessa espressione. Non perdo altro tempo e la faccio mia, più di quanto non lo sia già. Piano ad ogni spinta, sento che non riuscirei mai a fare a meno di lei.

Ed eccolo quell'attimo che preferisco, quello in cui il benessere si impadronisce di lei, le guance si dipingono di rosso con gli occhi lucidi e le labbra rosse e gonfie dei miei morsi e dai baci.

Non ci stacchiamo, restiamo uniti con i battiti accelerati e i respiri spezzati. Bacia il mio petto fino ad arrivare alle labbra e perdersi tra le mie braccia.

«Come ti senti?» sono preoccupato, non vorrei aver esagerato

«Bene, tu?» è la consapevolezza di ciò che sto per fare mi cade addosso ma è tutto ciò che voglio. Resto zitto, in cerca delle parole giuste.

«Cathe... non so da dove iniziare. Ci sarebbero così tante cose da dirti ma in questo momento sembra tutto svanito e le parole faticano ad uscire. In questi mesi sono accaduti eventi per cui, ad un certo punto, credo di aver avuto paura di perdere tutto, persino me stesso poi mi sono ricreduto. In una mattina, dove le cose erano iniziate male, mi sono scontrato con una ragazza sai? Stava per cadere e l'ho afferrata in un gesto automatico, senza pensarci. Quando le dita hanno toccato la sua pelle, ho preso come una scossa e forse dovevo capirlo in quel momento che la mia vita sarebbe appartenuta alla sua. Forse sono pazzo, o ubriaco d'amore talmente tanto, che ti sto chiedendo di sposarmi Cat, di condividere la tua vita insieme a me come mia moglie. Di amarci, rispettarci e prenderci cura di questo bambino fino alla fine dei nostri giorni e come sai anche oltre, perché anche lì non riuscirei a stare lontano da te. Quindi Catherine Rosie vorresti diventare mia moglie?» prendo coraggio e la guardo. Le lacrime solcano il suo viso che ha gli occhi puntati su di me e trema tra le mie braccia.

«Se accettassi beh, noi due oltre tutto» si schiarisce la voce e le asciugo le guance bagnate

«Correremo il rischio» le infilo l'anello al dito e la stringo a me, bisognoso del suo calore.

Continue Reading

You'll Also Like

75.3K 2.1K 29
Amira Yamal, sorella gemella della stella del Barcellona Lamine Yamal. Cresciuta nei quartieri della Catalonia, ha sempre avuto un rapporto strano co...
9.4K 673 40
《Martina è una ragazza di 22 anni che vive e gestisce un bar con la sua migliore amica Valentina, nella cittadina di Marsala. Incontrerà nuove person...
112K 2.9K 79
William, Lima, Ethan e Luke sono 4 attraenti fratelli da poco usciti di galera che cercano vendetta: a causa di una donna sconosciuta, non solo hanno...
219K 12.7K 39
[ #962 IN FANFICTION #842 IN FANFICTION #710 IN FANFICTION #101 IN FANFICTION ] Cameron Dallas era un ragazzo come tanti, nella scuola che frequent...