Le prigioni di Garibaldi.

By albachiara95

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Massimo è un professore universitario tutto d'un pezzo, che ama il suo lavoro e che il tempo ha un po' scolor... More

Prologo
Il nemico che attacca di notte
Primi incontri e cose in chiaro.
E fuori nevica.
Una giornata quasi romantica
Inaspettate consapevolezze
Un amore che dura una vita.
Il Romeo sbagliato...?
Solo per te
Il coraggio di dire sì
Sbagliare è umano, perseverare...?
Non tutti i mali vengon per nuocere
2 a 0, palla a centro!
E alla fine vince il cuore!
Il coraggio di dire no.
Prendere o lasciare.
Ed ogni volta è sempre un colpo all'anima.
Un destino che sembra essere segnato.
Lolita.
Scacco al re.
Tana!
Buon compleanno, Max!
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Quando l'eternità per me sei tu.
Senza infamia e senza lode.
Sarà perchè ti amo.
Come si cambia, per non morire.
Doloroso come la verità.
A un passo da te.
Scacco matto.
Il mio posto dov'è? Il mio posto sei te.
Insieme, fino alla fine.
In ginocchio da te.
Epilogo

Il fuoco sotto la cenere, brucia le foreste.

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By albachiara95

Sara chiude il quaderno di scatto e sorride "Finalmente abbiamo concluso anche l'ultima lezione! Domani mi faccio interrogare così questo capitolo "storia" lo chiudo una volta per tutte!" Massimo si lascia andare contro lo schienale della poltrona, rilassato "Bene! Come sei messa con le altre materie?" Sara fa una smorfia "Credo che mi abbiano abbonato il sei politico per liberarsi al più presto di me!" lui sorride, trovandola sempre estremamente buffa, nonostante tutto "Addirittura? Allora ti conviene metterti d'impegno così prendi questo benedetto diploma e smetti di tormentare tutti!" Sara si imbroncia "Possibile che non ti dispiaccia nemmeno un po' che le nostre lezioni siano finite? Pensa che da oggi in poi mi rivedrai molto di meno!" certo che gli dispiace, gli dispiace al punto che quasi ne sente già la mancanza, certo, ovviamente, che non glielo dirà mai "Sapevi che prima o poi sarebbero terminate, che ti aspettavi? Che andassero avanti per sempre?" le chiede cercando di sdrammatizzare, Sara ci pensa un secondo, poi solleva le spalle "Sì lo sapevo, ma irrazionalmente speravo che ti saresti accorto che sono la donna della tua vita e avresti deciso di stare con me per sempre!" Massimo ride, indispettendola ancora di più "Sara, ma credi di vivere nel mondo delle favole?" offesa, ecco cosa le legge Massimo negli occhi quando torna a guardarla "Guarda che sei stato tu a baciarmi per primo e a confessare che mi ami!" gli dice cercando di metterlo alle strette, di fargli ammettere che sta perdendo colpi, che forse riesce a sconfiggere il mostro che fa la guardia ai freni inibitori di Massimo, lui sospira, poi toglie gli occhiali da lettura e chiude gli occhi, premendo le dita sui polpastrelli, spossato "Sara..." sussurra "...so quello che ho detto e quello che ho fatto! Ma questo non cambia le cose, l'aver ammesso di provare qualcosa per te non scalfisce la mia legge morale, io non ti toccherò mai più, nemmeno con la punta dell'indice, e non permetterò a te di farlo con me, sai come la penso, sai come ci vedo, sai che per me abbiamo sbagliato entrambi ma io in particolare perchè fino a prova contraria il cinquantenne della situazione è Massimo Lombardi e non tu, adesso stammi a sentire, fai la tua vita! Vai avanti come se non ci fossimo mai conosciuti tanto insieme non potremo andare mai da nessuna parte, lo so io e lo sai tu anche se non lo vuoi ammettere! Adesso vai a casa, domani ti chiamerò per sapere come è andata l'interrogazione, per il resto, vorrei che il nostro restasse un rapporto di stima reciproca ma nulla di più, se mi vuoi bene, mi ascolterai, puoi fare questo per me?" e finalmente riesce ad alzare le iridi scure su quel viso che si aspetta di vedere rassegnato, ma se avesse prestato anche solo un minimo di attenzione in più al modo che ha Sara di amarlo, saprebbe già che tutto questo accorato discorso non è servito a nulla. Sara sorride, poi batte pigramente le mani, sfacciata "Bravo, davvero un bel monologo! Peccato però che se ci avessi creduto sarebbe venuto meglio, perchè fai parlare sempre il professore e mai il vero te stesso? Perchè c'è sempre lui di mezzo? Lascialo fuori dalle nostre questioni, lascialo perdere e proviamoci!" poi si allunga sulla scrivania, arrivando a posare la mano sulla sua "Io lo vedo nei tuoi occhi quello che vuoi, lo vede tutto il mondo anche se non te ne parla, sei solo tu che fai finta di essere cieco!". Massimo si allontana da quelle dita esili che ama e si alza in piedi "Basta, Sara, ti ho detto basta, mi hai fatto una promessa, non la stai mantenendo, accetta che queste siano le nostre ultime battute, per favore!" lei raccoglia le sue cose e mette lo zaino in spalla "Tanto ti verrò a trovare lo stesso!" gli dice dispettosa, lui scuote la testa "Non potrai! Io in estate non sono mai a casa, vado tre mesi al mare con gli amici, fuori Roma, te lo dico per risparmiarti una passeggiata inutile!" e ancora una volta è il professore che parla, quello a cui non stanno mai bene le risposte degli studenti, quello che fa piangere i laureandi e disperare quelli che non hanno il coraggio di sedersi di fronte a lui, quello che non può nulla contro Sara. "Ah sì? E come fai con gli esami?" gli dice melliflua, Massimo le sorride tagliente "Ho i miei assistenti!" sconfitta. Sara sospira "Come vuoi professore, vorrà dire che dovrai accorgerti che ti manco fino a perdere il sonno per capire veramente quanto sono importante! Ci vediamo, buona serata!" e non cerca di baciargli la guancia, non lo guarda nemmeno, ha gli occhi tristi di chi non riesce a trovare una via d'uscita, di chi ci prova e ci riprova ma va a sbattere sempre contro lo stesso muro, ha gli occhi tristi di una bambina stanca che ha una sola colpa, la più imperdonabile di tutte, quella di essere nata nella generazione sbagliata.

E' notte fonda quando il campanello di Massimo comincia a squillare con insistenza disturbando il suo sonno già agitato, l'uomo si alza dal letto e caracolla giù per le scale che portano all'ingresso con la paura folle che sia successo qualcosa di terribile, con la sensazione sgradevole che non sia solo una paura, pensa di tutto, pensa a tutte le persone che ha incontrato, a tutti gli errori che ha fatto, ad Alice, a Sara, pensa che se le fosse successo qualcosa morirebbe con lei, pensa che se fossero i carabinieri venuti a dargli una terribile notizia, forse non avrebbe più ragione di esistere. Ma quando apre se la trova solamente davanti in lacrime, disperata ma miracolosamente sana, Sara con gli occhi grandi e lucidi, il trucco rovinato e i capelli fuori posto, la sua piccola e bellissima Sara, minuscola tra le sue braccia che la stringono come se la conversazione del pomeriggio non fosse mai avvenuta, che la stringono urlandole "Sei l'amore della mia vita..." anche se lui resta zitto e aspetta pazientemente che lei si sia calmata prima di chiederle "Che è successo?" e di rimanere sconvolto e turbato quando lei gli risponde "Ho seguito il tuo consiglio, sono uscita con Marco di 5C, te lo ricordi, no? E' tanto carino e gentile, abbiamo passato una bella serata, allegra, spensierata, fino a che non mi ha baciata..." attende la sua reazione con gli occhioni spalancati e mordendosi il labbro, reazione che non arriva, tenuta a bada da anni di esperienza, che traspare solo dagli occhi, uno spiraglio di rabbia trattenuta che scompare subito dopo, sedato dal suo buonsenso "Sì, e allora?" freddo, vorrebbe quasi tapparle la bocca e chiederle di non continuare "...e allora io ho chiuso gli occhi ma quando li ho riaperti ho visto solo te, vedevo solo quello che non c'è mai stato tra noi piuttosto che quello che c'è stato con lui, lo so che è da pazzi e che devo andare avanti, ci ho provato ma ormai sono ammalata di te, Massimo, ti prego tienimi con te, per favore, ti prego!" e seppellisce nuovamente il viso nel suo petto, tremando come una foglia.

Quando se la ritrova nuovamente addosso, Massimo non sente niente, improvvisamente è svuotato, annientato, non ce la fa, non vuole farcela e non può farcela, non ha la forza ne la voglia di combattere, resta immobile, con Sara tra le braccia, non la lascia andare, si limita a poggiare la schiena al muro e a scivolare lentamente verso il basso e lei lo segue, asseconda i suoi movimenti e restano così, nell'ingresso, fino a che l'alba non li sorprende addormentati e li sveglia con un trillo dell'orologio da polso che indossa Sara. Massimo apre gli occhi e la scuote, travolto dagli eventi, nuovamente "Sara, svegliati, devi andare a scuola, vuoi fare colazione?" lei alza la testa e lo guarda, indifesa, e Massimo sente di amarla forte, come non mai, poi scuote la testa "No, posso fare solo una doccia?" lui annuisce "Sai dov'è il bagno, vai, io preparo il caffè, ti sei calmata?" lei annuisce strofinando le guance nere di mascara secco "Mi sa che ho fatto l'ennesimo casino!" lui la spinge verso le scale "Vai, farò finta che non sia successo, a patto che tu non lo faccia più!" lei annuisce assente, poi va via, chiudendosi in bagno con gli occhi stanchi e le ossa doloranti dalla posizione scomoda su cui ha passato la notte.

Mezz'ora dopo, Massimo sente un urlo agghiacciante provenire dal bagno, si fionda su, senza pensare e spalanca la porta che Sara non ha volutamente chiuso a chiave "Sara, che...?" poi ammutolisce e gli si arrossono le orecchie, gli si arrossano le guance, il collo, i polmoni, la gabbia toracica, persino le punte dei capelli. Nuda. Sara è nuda davanti ai suoi occhi e lui non riesce a smettere di guardarla e per la prima volta non riesce a sentirsi in colpa per non riuscire a distogliere lo sguardo, trovandola bellissima, un fiore di loto sotto il sole, sfolgorante, splendente, così bello che a fissarlo viene male agli occhi. "C'era un ragno!" è l'unica risposta che gli arriva, Massimo fa per indietreggiare ma lei lo ferma "Aspetta, che cosa vuoi veramente?" silenzio "Vieni..." e apre le braccia "Vieni da me..." e gli annebbia il cervello.

Massimo la afferra e quasi scivola su quelle goccioline che brillano sul suo corpo bagnato e la bacia con una rabbia inaudita, la rabbia dei buoni, la rabbia di chi è stato forte per troppo tempo e si è stancato, la incolla al muro e schiaccia il corpo contro il suo, rubandole persino i respiri, desiderando di fondersi con lei in un corpo solo, desiderando di distruggerla, desiderando di scappare e di andare fino in fondo, non la tocca però, tiene le mani ben salde sui suoi fianchi, strette così forte che quasi le lascia il segno delle dieci dita e poi, come un fulmine a ciel sereno, nel caldo asfissiante di quel bagno che assiste alla scena più surreale della sua esistenza, uno squillo, il telefono fisso al piano inferiore, uno squillo che distrae Massimo e lo tira fuori dal limbo in cui è caduto. La guarda, il respiro affannoso e le guance accese, abbassa gli occhi sui loro bacini incollati, separati solo dalla stoffa dei pantaloni di Massimo, stoffa che lui benedice, si stacca da lei senza una parola e si sente uno stupido, imbecille, manipolato, si sente fregato come un idiota, respira profondamente, poi la guarda come se non l'avesse mai vista e punta il dito fuori dalla porta, tremando di collera "Fuori!" lei apre la bocca per replicare ma lui non la lascia parlare "Fuori, non farti vedere mai più, tu non riesci a non essere cattiva perchè sei cattiva, ti ho chiesto una cosa, una sola, cazzo, di cosa, ti ho chiesto di lasciarmi in pace, nemmeno questo hai fatto! Vai via Sara, se ti rivedo ancora, ti butto fuori a calci, chiaro?!". E finalmente il professore è morto, ha perso il controllo e si è trasformato in Massimo, un Massimo che vede Sara rivestirsi e scappare con gli occhi pieni di lacrime e non riesce a provare compassione per lei ne per se stesso e solo quando la porta sbatte sul silenzio di quella casa irrimediabilmente vuota Massimo decide: se ne andrà da Roma, dovesse scappare fino all'inferno, tutto pur di salvare se stesso, pur di salvare lei.

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