Il fuoco sotto la cenere, brucia le foreste.

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Sara chiude il quaderno di scatto e sorride "Finalmente abbiamo concluso anche l'ultima lezione! Domani mi faccio interrogare così questo capitolo "storia" lo chiudo una volta per tutte!" Massimo si lascia andare contro lo schienale della poltrona, rilassato "Bene! Come sei messa con le altre materie?" Sara fa una smorfia "Credo che mi abbiano abbonato il sei politico per liberarsi al più presto di me!" lui sorride, trovandola sempre estremamente buffa, nonostante tutto "Addirittura? Allora ti conviene metterti d'impegno così prendi questo benedetto diploma e smetti di tormentare tutti!" Sara si imbroncia "Possibile che non ti dispiaccia nemmeno un po' che le nostre lezioni siano finite? Pensa che da oggi in poi mi rivedrai molto di meno!" certo che gli dispiace, gli dispiace al punto che quasi ne sente già la mancanza, certo, ovviamente, che non glielo dirà mai "Sapevi che prima o poi sarebbero terminate, che ti aspettavi? Che andassero avanti per sempre?" le chiede cercando di sdrammatizzare, Sara ci pensa un secondo, poi solleva le spalle "Sì lo sapevo, ma irrazionalmente speravo che ti saresti accorto che sono la donna della tua vita e avresti deciso di stare con me per sempre!" Massimo ride, indispettendola ancora di più "Sara, ma credi di vivere nel mondo delle favole?" offesa, ecco cosa le legge Massimo negli occhi quando torna a guardarla "Guarda che sei stato tu a baciarmi per primo e a confessare che mi ami!" gli dice cercando di metterlo alle strette, di fargli ammettere che sta perdendo colpi, che forse riesce a sconfiggere il mostro che fa la guardia ai freni inibitori di Massimo, lui sospira, poi toglie gli occhiali da lettura e chiude gli occhi, premendo le dita sui polpastrelli, spossato "Sara..." sussurra "...so quello che ho detto e quello che ho fatto! Ma questo non cambia le cose, l'aver ammesso di provare qualcosa per te non scalfisce la mia legge morale, io non ti toccherò mai più, nemmeno con la punta dell'indice, e non permetterò a te di farlo con me, sai come la penso, sai come ci vedo, sai che per me abbiamo sbagliato entrambi ma io in particolare perchè fino a prova contraria il cinquantenne della situazione è Massimo Lombardi e non tu, adesso stammi a sentire, fai la tua vita! Vai avanti come se non ci fossimo mai conosciuti tanto insieme non potremo andare mai da nessuna parte, lo so io e lo sai tu anche se non lo vuoi ammettere! Adesso vai a casa, domani ti chiamerò per sapere come è andata l'interrogazione, per il resto, vorrei che il nostro restasse un rapporto di stima reciproca ma nulla di più, se mi vuoi bene, mi ascolterai, puoi fare questo per me?" e finalmente riesce ad alzare le iridi scure su quel viso che si aspetta di vedere rassegnato, ma se avesse prestato anche solo un minimo di attenzione in più al modo che ha Sara di amarlo, saprebbe già che tutto questo accorato discorso non è servito a nulla. Sara sorride, poi batte pigramente le mani, sfacciata "Bravo, davvero un bel monologo! Peccato però che se ci avessi creduto sarebbe venuto meglio, perchè fai parlare sempre il professore e mai il vero te stesso? Perchè c'è sempre lui di mezzo? Lascialo fuori dalle nostre questioni, lascialo perdere e proviamoci!" poi si allunga sulla scrivania, arrivando a posare la mano sulla sua "Io lo vedo nei tuoi occhi quello che vuoi, lo vede tutto il mondo anche se non te ne parla, sei solo tu che fai finta di essere cieco!". Massimo si allontana da quelle dita esili che ama e si alza in piedi "Basta, Sara, ti ho detto basta, mi hai fatto una promessa, non la stai mantenendo, accetta che queste siano le nostre ultime battute, per favore!" lei raccoglia le sue cose e mette lo zaino in spalla "Tanto ti verrò a trovare lo stesso!" gli dice dispettosa, lui scuote la testa "Non potrai! Io in estate non sono mai a casa, vado tre mesi al mare con gli amici, fuori Roma, te lo dico per risparmiarti una passeggiata inutile!" e ancora una volta è il professore che parla, quello a cui non stanno mai bene le risposte degli studenti, quello che fa piangere i laureandi e disperare quelli che non hanno il coraggio di sedersi di fronte a lui, quello che non può nulla contro Sara. "Ah sì? E come fai con gli esami?" gli dice melliflua, Massimo le sorride tagliente "Ho i miei assistenti!" sconfitta. Sara sospira "Come vuoi professore, vorrà dire che dovrai accorgerti che ti manco fino a perdere il sonno per capire veramente quanto sono importante! Ci vediamo, buona serata!" e non cerca di baciargli la guancia, non lo guarda nemmeno, ha gli occhi tristi di chi non riesce a trovare una via d'uscita, di chi ci prova e ci riprova ma va a sbattere sempre contro lo stesso muro, ha gli occhi tristi di una bambina stanca che ha una sola colpa, la più imperdonabile di tutte, quella di essere nata nella generazione sbagliata.

Le prigioni di Garibaldi.Where stories live. Discover now