Inaspettate consapevolezze

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A maggio fa sempre caldo a Roma ma quest'anno il clima ha esagerato, Massimo continua a sudare e più sta fermo, più la canottiera bianca che indossa gli si incolla al torace, Alice dorme già, sotto il lenzuolo accanto a lui, Massimo la guarda, si chiede come diavolo faccia a dormire coperta con quel caldo, si chiede come diavolo faccia a dormire in generale, lui proprio non ci riesce, nonostante abbia spalancato le finestre, sente di essere vicino al collasso da un momento all'altro.
Proprio mentre sta decidendo se accendere la tv nel tentativo di conciliare il sonno o alzarsi per prendere un bicchiere d'acqua e placare l'arsura, il cellulare infilato nel cassetto del comodino dà segni di vita. Massimo sorride, da un po' di tempo, da quando non riesce più a capire dove convenga sbattere la testa per tenere un po' a bada i desideri torbidi del suo inconscio fin troppo conscio, sorride sempre quando il cellulare gli comunica l'arrivo di un sms.
Lo prende ed apre velocemente Wathsapp, dando le spalle a sua moglie, Sara gli ha mandato una foto, la scarica e dopo qualche secondo sullo schermo del cellulare appare lei, seduta sul letto, indossa una canottiera rosa dalle bretelle sottili e gli slip ma non può dirlo con sicurezza dato che ha piazzato un cuscino proprio tra le gambe aperte
-un cuscino enorme che copre qualsiasi cosa, per fortuna- anche se queste ultime, lunghe e lisce, sono in bella vista.
Sorride all'obiettivo, reggendo una tazza rossa con alcuni cuoricini bianchi disegnati su. Sotto la foto c'è scritto: "Mi hanno lasciato di nuovo da sola e ho appena finito di vedere un horror, mi raggiungi?".
Massimo non ci sta a pensare nemmeno mezzo secondo, si alza, apre il cassetto dell'armadio e tira fuori una polo bianca che infila prontamente ed abbina con un paio di pantaloni blu, poi prende le chiavi della golf dalla mensola che precede l'ingresso ed esce di casa, chiedendosi perché non ha esitato, chiedendosi che cosa sia cambiato tra di loro, come lei abbia fatto a convincerlo, a farlo capitolare alla fine, come lei abbia continuato a chiedergli per un tempo che non saprebbe definire, sempre la stessa cosa, senza mostrare il minimo segno di rammarico o incertezza, il minimo segno di cedimento, il minimo segno di impazienza. Sempre la stessa cosa. E ora l'eco di quelle parole gli scorre nel cervello come una valigia sul nastro trasportatore: "Ti voglio, professore, e anche tu vuoi me, non puoi negarlo per sempre".
E questa sera, mentre la golf sfila tra le strade affollate di Roma, Massimo si chiede perché non abbia pensato nemmeno per un secondo che lei non ci sarebbe mai riuscita, come se avesse sempre saputo che alla fine lo avrebbe sedotto.
Parcheggia sotto quel palazzo cadente che tanto gli è familiare e sale le scale di volata, poi bussa, impaziente.
Sara va ad aprire e quando se lo trova davanti, sorride, incredula. Massimo aveva ragione a pensare che indossasse solo gli slip sotto la canottiera, è bellissima e sensuale come un gatto, nella luce della sua tenera età che lo investe con una forza mai esercitata prima.
"Non ci credo, professore, che cosa sei venuto a fare?" chiede ironica.
Già, che cosa è andato a fare? Perché non se ne torna a casa, da Alice? E mentre la guarda capisce che è arrivato il momento di dirle quello che ha segretamente tenuto nascosto per mesi in fondo al cuore: "Sono venuto per dirti che ti amo, Sara, e non me ne frega nulla se per te sono solo un capriccio, uno conquista o quello che vuoi, io ti amo e niente potrà mai cambiare tutto ciò, niente, hai capito? Mi hai stregato, non so più come fare per tenere nascosto tutto ciò perciò sono giunto alla conclusione che non ha senso, niente ha senso se non ci sei tu, lo capisci?!" poi si ferma, ansante, per paura di aver esagerato, vorrebbe scusarsi per la veemenza ma si rende conto che nemmeno quello ha senso perciò se ne sta zitto, in attesa.
Sara lo ha ascoltato senza battere ciglio, per tutto il tempo ha quasi trattenuto il respiro, per non perdersi nemmeno mezza parola di quel discorso frettoloso che le ha scaldato il cuore e glielo ha sciolto come un cubetto di ghiaccio sotto il sole, poi gli sorride, ma non come al solito.
Gli sorride in un modo nuovo e completo, come se prima di quel momento non avesse fatto altro che riservare il meglio per gli atti finali, quel sorriso splende nella penombra di quel corridoio che fa da palcoscenico alla tragedia, l'ultimo atto, quello in cui si risolve la vicenda, quello in cui il pirata prende la principessa e la porta via, lontano da tutto, a vivere il loro amore dove nessuno al mondo può fermarli ed è quello che Massimo spera e che in fondo spera anche Sara.
"Professore, io..." poi tace e mentre si chiede cosa può aggiungere di più, Massimo la guarda e fa qualcosa di così sconsiderato che in quel momento appare semplicemente perfetto.
Le posiziona una mano dietro la nuca, la attira a sè e la bacia, con una foga sofferta, la foga di chi ha trattenuto quell'impeto troppo a lungo e ora è libero di poter vivere l'emozione che lo inchioda al suolo dolorante e lo porta in alto tra le stelle allo stesso tempo.
Sara gli passa le braccia intorno al collo e gli salta addosso, stringendogli le gambe in vita e il tragitto dalla porta alla cameretta è anche fin troppo lungo per chi non vede l'ora di dar voce e corpo alle sue paure e i suoi sogni fusi insieme.
Massimo la respira tutta, accarezzandola con la stessa dolcezza con cui tempo addietro ha accarezzato il suo primo amore ma se possibile in modo ancora più delicato, come si accarezza finalmente la donna della tua vita dopo aver dimenticato colei che ti ha fatto soffrire, con la consapevolezza che solo quello sfiorarsi può curare sul serio tutti i graffi sul tuo cuore martoriato. E la vive, la morde, ride, la bacia, non sa nemmeno più se ci sia un angolo di mondo in cui scappare, un angolo di mondo in cui fare l'amore così come lo stanno facendo loro, contro il pavimento, contro il muro, contro qualsiasi cosa, sia giusto, un angolo di mondo in cui Sara non esista in quella maniera così violenta, così vera, un angolo di mondo in cui Sara non è la cosa migliore che gli sia successa da sempre.
E non esiste più cielo ne terra, né caldo, né freddo, le stelle, il sole, i libri di storia, il gelato, i vincoli matrimoniali, la prudenza, l'età, c'è solo lei, in ogni sfumatura del suo essere, in ogni punto che la sua anima in estensione riesce a raggiungere, negli spigoli delle loro ossa e nel colore dei loro occhi incatenati in una danza che esclude ogni cosa, tranne il fatto che si amano e si amano senza remore, senza farsi più domande, senza soffrire, si amano e al diavolo tutto e che esistano solo le spinte di lui e i sospiri di lei.

Poco dopo, nella quiete della stanza spalancata sul cielo blu che veglia su Roma, finalmente Massimo la guarda tutta, senza difese, tra le sue braccia, le accarezza la fronte sudata e la bacia teneramente "Amo ogni cosa di te, anche il fatto che sei impossibile!" le dice, Sara arriccia il naso in una smorfia tenera "Anche io, anche il fatto che sei troppo precisino e che sei in ritardo per la lezione!" Massimo la fissa senza capire "In ritardo per cosa...?" e lei, indicando la sveglia sul comodino, ripete "La lezione Massimo, forza, sono le otto, vuoi svegliarti?".
E improvvisamente la sensazione di calore e pace prodotta dai loro corpi vicini inizia a svanire e lui si ritrova sudato da capo a piedi nel proprio letto, con Alice che lo guarda apprensiva, reggendo una tazza di caffè.
In quel momento ogni tassello del puzzle va disastrosamente al suo posto e lui si alza in fretta, recuperando il cellulare e chiudendosi in bagno senza degnare la donna più di un altro sguardo, ed è solo allora, davanti al suo riflesso stravolto, illuminato dalla luce della lampadina infilata nella cornice dello specchio, che controlla le notifiche e trova un messaggio della peste.
"Domani niente lezione, devo accompagnare la mamma a fare spese, ci vediamo martedì, buonanotte professore, sei sempre l'uomo della mia vita, non lo dimenticare mai".
Massimo chiude gli occhi e pizzica la radice del naso con il pollice e l'indice della mano destra, un giorno quella ragazzina lo porterà sull'orlo della follia...poi li spalanca, colpito da un'improvvisa consapevolezza, l'ennesima...è già impazzito, altrimenti non avrebbe sognato quello che ha sognato, c'è poco da fare.

Le prigioni di Garibaldi.حيث تعيش القصص. اكتشف الآن