Lolita.

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Massimo è perso nella lettura di un libro che sarebbe meglio non leggesse quando Marcello gli batte sulla spalla con impazienza "Max, mi fai un favore? Vai a vedere che cosa dicono quei due cretini alle bambine?" Massimo abbassa il libro e segue la direzione dello sguardo di Marcello, accorgendosi che due ragazzi sconosciuti stanno cercando di attaccare bottone con Sara ed Aurora, sbuffa "Perchè non ci vai tu?" Marcello solleva le sopracciglia "Certo, così poi Aurora non mi guarda in faccia da oggi all'eternità, se ci vai tu, a te non potranno dire nulla, per favore!" altro sbuffo, infine si alza, poggia il libro sulla sdraio su cui era seduto ed esce dall'ombra confortevole regalatagli dall'ombrellone per immergersi nel bagno di luce che il sole del mattino gli riversa addosso, si dirige a passo sostenuto verso le docce fredde usate per lavare via il sale dopo il bagno in mare ma quando arriva i due ragazzi si sono già allontanati e questo non fa che che accrescere la sua stizza, non solo sta per fare la figura del cretino per fare un piacere a Marcello, ma sta anche per dare vita al più grande fraintendimento della storia, come glielo spiega a Sara che è stato Marcello a chiedergli di raggiungerle senza che pensi che sia una stupida scusa? Poi si dice che non deve importargli e che lei è libera di pensare quello che vuole tanto sarà il suo starle lontana a parlare per lui. "Ragazze, tutto bene? Vi stavano disturbando?" Aurora si volta verso di lui e sorride mentre Sara finisce di risciacquare i lunghi capelli sfolgoranti "No, volevano sapere se ci andava di prendere un gelato ma abbiamo rifiutato..." poi guarda sua madre che da lontano la sta supplicando di correre a mettere la crema solare prima di prendere una scottatura e decide di darle ascolto, prima che la scottatura la prendano i suoi timpani "...scusate, torno subito!" e fugge via, lasciandoli soli. Sara esce da sotto la doccia e sorride "Ciao, professore! Non hai caldo?" e finge di volerlo abbracciare ma lui fa un passo indietro "Ferma! Sei tutta bagnata!" Sara storce il naso "E tu non lo sei!" Massimo sospira "Sono le dieci del mattino, a parer mio ho tutta la giornata per fare il bagno, quella che come al solito brucia le tappe, sei tu!" lei non raccoglie la provocazione "Ho capito! Come al solito da quando sei nato, non è giornata!" e fa per allontanarsi ma lui fraintende "Ti ho detto di non toccarmi!" a quel punto Sara si scoccia e si avvicina fulminea con le labbra al suo orecchio, senza però sfiorarlo "Per quello che mi riguarda, sei diventato un po' troppo suscettibile, ma non ti tocco, anche perchè se lo facessi con il senno di adesso, mi sa che qui andrebbe a finire male..." gli sussurra contro il lobo, facendogli formicolare la pelle del collo e Massimo all'improvviso smette di avvertire l'afa impellente, dimentica il contesto e persino tutti gli anni che li separano, il fatto che quando lei è nata lui probabilmente stava firmando i documenti di matrimonio e i muri che ha alzato per tenerla lontana dal mostro che ringhia dentro il suo petto, vorrebbe solo baciarla e metterle spaventosamente le mani dove non ha mani nemmeno avuto il coraggio di pensare, ma poi una goccia d'acqua cade dalla punta del naso di Sara e gli colpisce la spalla, ed è come un proiettile che lo risveglia dal torpore, lì dove la realtà torna a travolgerlo come un'onda anomala, un'onda che lo lascia fradicio mentre Sara si allontana ridendo, più distante che mai dalla bambina che è stata.

Ora di cena, Massimo sta portando le birre in tavola quando si imbatte in Sara ed Aurora che chiacchierano mentre addentano il pane come se non ci fosse un domani, allungate sulle panche di legno disposte intorno ad una tavola apparecchiata ancora per cinque persone dato che Pietro arriverà l'indomani, al calore di una veranda illuminata dal lampione posto accanto alla porta di casa e da parecchie candele alla cedronella. "Come mai hai deciso di farti rossa?" chiede Aurora e lui non può fare a meno di sentirsi chiamato in causa "Vero! Secondo me stavi meglio bionda!" Sara si volta verso di lui con un sorriso sornione "E tu come fai a sapere che prima ero bionda?" gli chiede tagliente, pronta a vederlo sfracellarsi contro le sue stesse parole, ma Massimo le sorride cordiale "Al sole ti sono diventati arancioni, si suppone che sotto ci sia una base chiara, altrimenti ti sarebbero diventati più chiari, certo, ma sempre rossi sarebbero rimasti!" conclude lasciandola a bocca aperta, Sara annuisce, sentendo lo sguardo pungente di Aurora dietro la nuca "Certo, hai ragione! Comunque non mi hai mai vista bionda quindi non puoi saperlo!" conclude mettendolo a tacere, Massimo scuote la testa, non possono andare avanti così, prima o poi dovranno trovare un compromesso. A cena Massimo capita irrimediabilmente seduto accanto a Sara e sembra che tra i centimetri che separano i loro fianchi ci sia un campo d'elettricità che sarebbe capace di ucciderli sul colpo se solo si toccassero, un campo che sfrigola ogni volta che uno dei due muovendosi sfiora accidentalmente la zona rossa e Massimo lo sente sulla propria pelle, ogni volta che lei si allunga per prendere qualcosa, ogni volta che si volta come se lui non le fosse seduto accanto, ogni volta che sfida il destino, come sempre, e poi, mentre Marcello gli chiede come va il lavoro all'università, lei lo guarda e gli dice "Ah fai il professore? E che professore sei? Uno che aiuta gli studenti o uno che li sotterra?" e quando lui apre la bocca per rispondere, Marcello lo anticipa scoppiando a ridere "Massimo li odia i suoi studenti, adesso lo vedi così, ma in campo professionale è un mostro!" e mentre lui gli lancia un'occhiataccia, lei sorride "Ma davvero? Non lo avrei mai detto, sembri una persona così solare!" e solo lui può sapere quanto lei sia ironica in questo momento, e poi accade. Sara poggia il ginocchio contro il suo e Massimo avverte un pugno d'acciaio perforargli lo stomaco, al punto che tutta la conversazione intorno a lui si spegne e nelle orecchie avverte solo il tamburo battente del suo cuore impazzito che non aveva mai corso così veloce per un contatto fisico, mentre si chiede se l'unico organo che lo ha tenuto ostinatamente in vita fino adesso anche se sarebbe stato meglio non lo avesse fatto, sia sempre impazzito per lei come quello di un adolescente e non se ne sia mai accorto oppure questa sia la prima volta, lei gli dà il colpo di grazia, intrecciando la caviglia alla sua, in un modo così dolce e così spietato che gli fa avvertire la sua epidermide contro la propria in modo assoluto, e quella gamba la sente dappertutto, conficcata nel cervello, tra i polmoni e la gabbia toracica, e manda giù un lungo sorso di birra, paradossalmente, per restare lucido mentre capisce che il girone dell'inferno a cui è stato assegnato la notte in cui ha dormito con lei, sta iniziando a dare ogni secondo di più segni della sua reale esistenza. 

Molti sorsi di birra e discorsi sconclusionati dopo, Massimo è a letto e sta leggendo quando sente bussare alla porta "Avanti!" mormora e non è per niente sorpreso quando la vede entrare con un pigiama praticamente inesistente, poggia il libro sulla pancia e la guarda, è ubriaco e arrabbiato. "Che vuoi, Sara?" le chiede drastico, lei chiude la porta, gli si avvicina e si siede sul letto "Che leggi?" e fa in tempo a gettare un occhio sulla copertina prima che lui sposti il libro "Lolita? Veramente? Mi stai lanciando un segnale?" Massimo sbuffa "Ma che ti ho detto l'ultima volta? Ma possibile che non si possa stare tranquilli con te?" lei sospira "Hai ragione, scusa! Comunque sono venuta per seppellire l'ascia di guerra, per dirti che non voglio più battutine pungenti ne frecciatine, ce la facciamo a comportarci come due persone che non si sono mai viste prima?" e per la prima volta Massimo vede una donna dietro quei grandi occhi da bambina, una donna che lo spiazza, così annuisce "Certo! Apprezzo tanto, grazie per aver capito!" Sara gli sorride, un sorriso vero "Posso abbracciarti? E' solo per siglare la pace, niente di personale!" lui annuisce e apre le braccia e lei ci si rifugia dentro, nascondendo il volto tra le pieghe della sua maglietta a righe, poi solleva la testa e strofina il naso contro il suo "Scusami per tutto, farò la brava d'ora in poi, professore!" anche lui le sorride, pensando che nonostante come sia andata, tenerla tra le braccia è sempre stata la candela che ha dato valore al gioco. Improvvisamente un rumore dietro la porta li allarma e Sara corre a sbirciare dal buco della serratura per capire cosa succeda, piegandosi in avanti, questo gesto stuzzica i sensi obnubilati dall'alcool di Massimo che le osserva le gambe lunghissime fuoriuscire dai  calzoncini e il fondo-schiena rotondo su cui batte impudente la luna, improvvisamente gli viene voglia di fare l'amore con lei e quando se ne accorge fa in tempo ad accavallare le gambe mentre lei si gira e ridacchia "Era solo Marcello che tornava dalla cucina, forse aveva sete, io torno in camera, Aurora non crederà che io possa stare in bagno tanto tempo, ci vediamo a colazione, buonanotte professore!" e gli soffia un bacio sparendo alla sua vista nel giro di pochi secondi.

Rimasto solo Massimo fissa la porta chiusa e riflette, seguendo il filo di un pensiero molesto che lo conduce alla più ovvia e alla più dolorosa delle conclusioni: è stato facile scappare dalla ragazzina che Sara ha rappresentato, ma come si fa ora a scappare dalla donna bellissima che è diventata? 



Le prigioni di Garibaldi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora