Taehyung era stufo di questa situazione.
Era la prima volta in vita sua che stava antipatico a qualcuno, senza sapere neanche il motivo.
Aveva cercato di ignorare la situazione.
I giorni erano passati uguali l'uno all'altro, ma poi la situazione era peggiorata ulteriormente quando, pure Jimin, aveva iniziato a passare meno tempo con lui, per stare insieme quell'essere.
Il suo migliore amico continuava a lodare le qualità di quello stupido.
Bravo nello studio, negli sport, a interagire con le persone.
Insomma per Jimin era la persona migliore del mondo.
Ma perché allora si comportava male sono con lui?
Cosa aveva fatto di sbagliato?
Quel giorno prese una decisione.
Avrebbe preso coraggio e gli avrebbe parlato, chiedendogli quale fosse il suo problema.
Quando Taehyung vide Jungkook entrare in classe, Jimin lo salutò calorosamente e il moro rispose con un caldo sorriso, allora il biondo decise di fare la stessa cosa per iniziare un ipotetica conversazione, ma quello che ottenne fu solo uno sguardo sorpreso e una scrollata di spalle e poi gli passò oltre, senza degnarlo di una seconda occhiata.
Taehyung non si sarebbe di certo scoraggiato per così poco, ormai era deciso ad avere dei chiarimenti e li avrebbe di certo ottenuti.
Quando la lezione iniziò preparò un piano d'attacco infallibile.
Si era accorto che ogni volta che iniziava l'intervallo Jungkook spariva misteriosamente, fino all'inizio della lezione successiva e faceva così anche nell'ora di pranzo.
Un comportamento davvero insolito.
Ogni volta che lo vedeva in classe sembrava avesse mille amici. In poco tempo era riuscito ad ambientarsi davvero bene in questa classe e conosceva più persone di Taehyung, che aveva frequentato questa scuola per tre anni.
Comunque non lo aveva mai visto tornare a casa con qualche amico o uscire fuori da scuola con qualcuno.
Non sembrava un po' solo?
Velocemente scacciò quel pensiero che gli era passato per la testa.
"Tutti vogliono stare con Jungkook o essere suoi amici" pensò ridendo per la sua stupidità.
Comunque sia voleva parlargli e capire perché quella volta sul ponte si era comportato così con lui.
< Potresti smetterla? >
Sentì una voce femminile che lo chiamava, Taehyung tornò alla realtà e si rese conto di star continuando a picchiettare la matita contro la superficie del banco in maniera ossessiva.
Metà dei suoi compagni di classe erano girati nella sua direzione, aspettando che la smettesse di infastidire la lezione.
Vide Jimin guardarlo divertito e poi voltò la testa in direzione di Jungkook che lo stava fissando intensamente con un espressione indecifrabile.
Taehyung provò a distogliere lo sguardo, ma per l'ennesima volta fu travolto da quegli occhi magnetici che avevano il potere ogni volta di stregarlo e fargli dimenticare quello che stava facendo.
Ad interrompere quel contatto appena creatosi, fu Jungkook che si voltò in direzione dell'insegnante, facendo finta che niente fosse successo.
Le guance di Taehyung si imporporarono di un leggero rosato, per la figuraccia appena commessa e per il fatto di essere stato incantato da quegli occhi.
Gli occhi di un ragazzo.
Di nuovo.
Fece finta di prendere appunti e mostrarsi interessato alla lezione, per nascondere il suo imbarazzo.
< Qualcosa ti preoccupa? >
La stessa voce di prima parlò ancora e il biondo si rese conto che provenisse dalla sua compagna di banco.
< No tranquilla, ero solo pensieroso > rispose lui, mentendo, infondo mica doveva dire i fatti suoi a una sconosciuta.
< Eppure continuavi a fissare intensamente Jungkook. Molto probabilmente pure lui se n'è reso conto > rise lei allegra.
Lui spalancò gli occhi sconvolto, non si era minimamente accorto di fissarlo.
Ecco perché prima lo guardava.
"Che figura di merda" pensò lui schiaffeggiandosi mentalmente.
< Ah davvero, non me ne sono accorto, stavo guardando il vuoto > rispose ridendo imbarazzato lui.
< Se lo dici tu > rispose lei sorridendo e riprendendo a seguire la lezione.
Taehyung la guardò per qualche secondo, aveva lunghi capelli neri, che le ricadevano lungo la schiena e occhi dello stesso colore. Non si era mai fermato a guardarla veramente, troppo arrabbiato per non avere più il suo migliore amico vicino, ma osservandola bene, la ragazza era davvero carina e si imbarazzò un po' al pensiero che lei possa aver frainteso la situazione.
Perché davvero, non c'era nulla da fraintendere.
La campanella che segnava l'ora di pranzo finalmente suonò e la maggior parte delle persone, comprese Jungkook, uscì di fretta dalla classe, per accapararsi per primi i cibi del baracchino della scuola.
Era la sua occasione.
Di fretta si alzò dalla sedia e si diresse fuori alla porta.
< Ehi Tae ti va di pranzare... >
< Mi spiace Jimin oggi ho da fare, per oggi pranza senza di me >
Non lo fece neanche finire di parlare che rapido uscì dalla classe.
Guardò per i corridoi, ma lo aveva perso di vista.
Tutta colpa di Jimin.
Deluso entrò in classe e si diresse a passo pensante verso il suo banco, pronto per mangiare da solo il suo pranzo fatto da casa.
Intanto di fianco a lui sentì la sua compagna di banco parlare con delle ragazze che facevano parte della loro classe e lui, dopo aver iniziato a consumare il suo pasto in silenzio, ascoltò la loro conversazione.
Di certo i discorsi tra ragazze non gli interessavano minimamente, anzi se doveva dirla tutta lo annoiavano terribilmente, ma in questo momento non aveva nulla da fare ed era troppo depresso per alzarsi e andare a cercare Jimin.
< Hai sentito di Kang Min-yon, pare che con il suo visetto carino e i suoi modi da falsa timida è riuscita ad ottenere il più figo della classe >
< No aspetta stai parlando di Jimin? E' già fidanzato? E io che speravo di avere un opportunità con lui, è troppo tenero > esclamò una.
< Ma no, sto parlando di Jungkook >
< Cosa? > le due ragazze urlarono in coro, dopo aver sentito la notizia.
Ci mancò poco che anche Taehyung urlasse dalla sorpresa.
"Allora è per questo che non lo vedevo mai con nessuno, ha già la ragazza" pensò il biondo.
Ora molti suo dubbi erano chiariti.
< Eh si, avete capito bene, da quello che ho sentito, sembra che passino tutti gli intervalli in una delle aule del terzo piano, quelle che di solito non usa mai nessuno > continuò la ragazza ottenendo tutta l'attenzione delle sue amiche.
"Trovato" pensò Taehyung vittorioso.
Si alzò all'improvviso, abbandonò il suo pranzo mezzo mangiato e si diresse al terzo piano.
Uno strano silenzio aleggiava in quell'ala della scuola, del tutto differente dal rumore degli studenti e delle voci in generale, che animavano ogni corridoio o aula dell'istituto.
Arrivato all'ultimo gradino si bloccò di colpo.
Forse era stato un po' troppo frettoloso.
Non poteva di certo andargli a parlare in questo preciso momento, chissà cosa stava facendo con quella ragazza.
Stava per scendere le scale e tornare indietro, quando sentì un rumore provenire da una delle aule più lontane del piano.
Sapeva che non doveva andare, il rumore non dimostrava che erano loro?
Ma se invece fosse stato qualcun alto?
La curiosità di scoprire da cosa era derivato quel rumore era troppo forte da sopprimere, davvero.
Cercando di essere il più silenzioso possibile, si diresse verso l'ultima stanza e cauto aprì la porta.
Sbirciò all'interno della stanza e vide banchi e sedie sparse per il pavimento e capovolte.
Forse era stata una di esse a produrre quel rumore.
Voltando la testa vide in angolo la testa mora, ormai famigliare di Jungkook, che sovrastava completamente una figura minuta davanti a lui.
La scena gli sembrava proprio come aveva immaginato, ma quando Jungkook si girò e lo vide in faccia, notò che aveva uno strano liquido rosso che gli colava dal mento e un ghignò malizioso che si andava piano piano a formarsi sul suo viso, non appena si rese conto chi era la persona che gli aveva interrotti.
Taehyung era sconvolto, la scena gli sembrava così surreale che faceva fatica a credere ai proprio occhi.
Non capiva cosa stava succedendo o forse era il suo cervello che tentava disperatamente di cancellare quello che gli si presentava davanti.
Le ginocchia iniziarono a tremare e le gambe non ressero più il suo corpo, che lentamente si accasciò al suolo.
Non una parola fuoriusciva dalla sua bocca.
Quel giorno sul ponte, aveva avuto dannatamente ragione, quando aveva deciso di evitare questa persona, pensando che sarebbe potuta risultare pericolosa.
Lui, però aveva ignorato il suo istinto e si era ritrovato in questa orribile situazione.
"Sono un idiota" pensò senza mezzi termini e si maledì mentalmente, fino a che non sentì una voce che interruppe il suo flusso di pensieri.
< E così il piccolo Taetae mi ha scoperto >