Mia
Stanotte ha nevicato un sacco e tutte le strade bloccate. Hanno chiuso le scuole per questo nonostante sia sabato non sono a scuola.
Mi sono svegliata circa da un oretta e ho fatto colazione con calma insieme ai miei genitori. Poi non avendo nulla da fare ho deciso di mettermi avanti con i compiti.
Afferro il cellulare per capire con la calcolatrice, se il calcolo che ho fatto è giusto e noto che sono le undici.
Mentre sto cercando di risolvere per la trentesima volta un equazione mi squilla il cellulare.
Sul display compare scritto numero sconosciuto.
Deciso di rispondere. Di solito non lo faccio mai quando mi chiamano dei numeri sconosciuti, ma questa volta sento che sia giusto rispondere.
<< Mia >> appena sento quella voce sbuffo e faccio per chiudere la chiamata, ma la voce spezzata di Luca mi blocca << Mia non riattaccare per favore >>
<< stai piangendo?>> mi addolcisco tutto d'un tratto.
<< sei l'unica di cui ho bisogno ora. Ti prego >> singhiozza disperato.
<< Luca che succede ?>> domando preoccupata.
<< puoi raggiungermi in ospedale, per favore >> dice tra le lacrime.
Sento il mio cuore precipitare a queste parole.
<< arrivo >> rispondo mettendo giù. Afferro la giacca ed esco di casa così come sono, non mi preoccupo del fatto che sono ancora in pigiama e neanche del fatto che sono struccata. Ora ho una priorità e quella è Luca.
Sento rimbombarmi nelle orecchie le urla dei miei genitori << Mia dove vai ?>>
Sono in panico. Non rispondo. Non ci riesco e non voglio farlo. Devo raggiungere al più presto Luca.
Farmi accompagnare in auto allungherebbe solo le cose, quindi mi metto a correre tra la neve candida.
Di solito amo la neve, ma in questo momento la sto odiando ! Mi rende solo più lenta.
Il pensiero di Luca in lacrime che mi dice di raggiungerlo in ospedale, non mi fa ragionare.
Arrivò all'ospedale dopo venti minuti.
Sono tutta bagnata sia per il sudore a causa della corsa, sia a per via della neve che mi è finita un po' dappertutto.
Lo trovo davanti all'entrata che si guarda intorno.
Il fatto che sia lì in piedi e che sta bene mi fa tranquillizzare.
Più mi avvicino più mi accorgo di quanto sia messo male. Ha gli occhi rossissimi e una espressione davvero distrutta.
Quando gli arrivò davanti sforza un mezzo sorriso.
<< tutto ok ?>> chiedo preoccupata buttandomi alle sue braccia.
<< no >> risponde lui allontanandomi e io mi fermo ad osservarlo.
<< dai entriamo >> sospira e mi mette un braccio intorno alle spalle.
<< no prima mi spieghi che succede!>> mi blocco, credo mi verrà un crollo nervoso.
Sbuffa e poi spiega con voce tremante << i miei genitori stamattina sono partiti in auto per andare a trovare un collega di mio papà che ha una casa in montagna. Io li avevo avvertiti che sarebbe stato pericoloso pericoloso con tutta questa neve, ma sono partiti comunque.
L'ospedale mi ha chiamato mezz'ora fa dicendo di venire qui al più presto perché i miei genitori avevano fatto un incidente e si trovavano in gravi condizioni. Io non sapevo che fare, ho chiamato subito te. Mia non so cosa pensare, ho paura >>
<< Lu ascoltami >> gli afferro il viso tra le mani cercando di farlo tranquillizzare << andrà tutto bene, magari non è niente di che e ti hanno detto così per farti arrivare presto >> cerco di pensare positivo. Non so neanche io cosa dirgli, ma è cosi distrutto che non posso starmene zitta.
<< perché mai ? Mia so com'è il clima in ospedale e non dicono quasi mai al telefono che i pazienti sono in gravi condizioni, quindi se l'hanno fatto, è così >> si scansa arrabbiato.
Gli afferro la mano sperando di potergli dare un po' di conforto.
Luca si avvicina alla reception per chiedere informazioni. La signora dopo aver cercato il nome dei genitori di Luca sopra un computer ci dice di salire al secondo piano e di aspettare fuori alla quarta sala a destra. Così facciamo. Io scossa dalla notizia mi siedo su una sedia mentre di fronte a me Luca fa avanti e indietro per il corridoio visibilmente nervoso.
Dopo dieci minuti circa un dottore invita Luca ad entrare nella stanza. Io non posso entrare quindi rimango fuori.
Continua ad immaginarmi le varie notizie che potrebbero dare a Luca e a tutti i modi in cui lui potrebbe reagire. Poverino non riesco neanche a capire quello che stia provando. Io al suo posto non so se riuscirei a ragionare in modo lucido come ha fatto lui fino ad ora.
Sento la nausea causata dall'ansia salirmi cosi decido di alzarmi. L'attesa mi sta distruggendo. Faccio alcuni passi per il corridoio cercando di svagarmi e pensare ad altro, ma non ce la faccio.
Poi finalmente la porta si riapre e vedo uscire da lì Luca in lacrime. Più che triste però sembra arrabbiato, anzi furioso.
Mi passa di fianco senza neanche guardarmi e si va a chiudere nel bagno poco distante dalla stanzetta.
Il dottore lo rincorre, ma poi vedendo che Luca non ragiona posa lo sguardo su di me.
<< tu sei qui con quel ragazzo vero ?>>
<< si >> rispondo confusa.
<< puoi convincerlo ad andare a parlare con suo padre ? L'incidente gli ha causato una grossa emorragia interna, gli restano pochi minuti. >>
Nuovamente tutto intorno a me torna a rimbombare. Sento un peso posarsi sul petto e iniziò a respirare a fatica. Annuisco affannata e mi dirigo verso il bagno.
Con la poca forza che mi è rimasta busso.
<< Luca ! Esci fuori da lì ti prego >> dico tramante.
Non ricevo risposta ma sento solo dei tonfi contro la parete. Credo stia tirando dei calci.
<< io gli avevo detto di non andare ! Come sempre non mi hanno ascoltato ! Ora a pagarne le conseguenza sarò io ! >> lo sento urlare.
Faccio un lungo respiro poi dico tutto ciò che mi passa per la testa << capisco che sei arrabbiato. Però questo non è il momento in cui prendersela con il mondo intero. Luca ora devi ragionare. Ok, tuoi hanno fatto un errore, ma anche tu in passato hai fatto molti sbagli e loro ti hanno sempre perdonato. Loro avranno avuto più tempo per pensarci su e scusarti, ma tu Luca ora non ce l'hai. Tuo papà sta morendo Luca...>>
Pensavo che dopo queste parole si sarebbe deciso ad uscire, ma non sento più nessun rumore.
<< davvero non voi neanche salutarlo ? Preferisci stare qui e fare l'incazzato ? Mentre lui sta soffrendo su un letto lottando contro la morte ? Lo vuoi lasciare davvero solo nei suoi ultimi minuti di vita ? >> faccio un sospiro per calmarmi << Luca io so del bene che provi per tuo padre e anche quanto lui tenga a te, quindi per piacere non fare questa cazzata. Se non lo fai te ne pentirai per tutta la vita >> Mi scende una lacrima.
Sento il lucchetto dalla porta girare e dopo qualche secondo lo trovo davanti a me. Mi passa di fianco uscendo dal bagno e io lo seguo mentre chiede al dottore di accompagnarlo alla camera del padre. Il dottore si ferma davanti ad una porta, la numero 18 e ci chiede di non farlo agitare.
Penso che Luca debba passare questi ultimi minuti da solo con il padre quindi gli sussurro << ti aspetto qui >> Lui annuisce triste prima di superare la porta.
Sappiamo entrambi cosa sarà successo quando uscirà da quella stanza.
Mi avvicino ad una finestra ma dopo pochi istanti sento la porta alle mie spalle aprisi.
<< vuole parlare prima un attimo con te >> mi avverte Luca.
<< con me ?>> domando stupita. Lui mi fa di sì con la testa.
Mi precipito nella stanza.
<< ciao Mia >> mi saluta Gabriele facendo un po' di fatica.
<< ciao >> rispondo timida cercando di non far trapelare la mia tristezza.
<< sei così bella, l'ho sempre pensato. Il mio ragazzo ci ha visto bene, buona, bella, intelligente, solare. So che spesso mio figlio può essere un gran coglione, fa sbagli e dice cose che non pensa, ma tu Mia per favore cerca di perdonarlo sempre, ti ama davvero, te lo assicuro. Spero un giorno di potervi vedere sull'altare insieme >> fa una pausa poi aggiunge affettuoso aprendo le braccia << vieni qui >>
Mi avvicino e mi faccio avvolgere dalle sue braccia tremanti. << addio Mia, cerca di prenderti cura di Luca al posto mio. Ah e saluta i tuoi genitori da parte mia. >> mi saluta e mi scende una lacrima.
<< certo. Addio Gabriele >> dico con la voce spezzata mentre esco dalla stanza per lasciare il posto a Luca.
Non so se riuscirò soddisfare tutte le sue richieste, ma sono sicura che ci proverò.
Appena Luca richiude la porta scoppio in lacrime.
Mi passano davanti tutti i pomeriggi passati da piccola a casa di Luca con suo padre. Allora per me era come un secondo papà. Non se lo meritava proprio, un uomo sempre allegro e così buono con tutti.
Non posso credere che non lo rivedrò più.
Ciao belli ❤️😍❤️
Come state ?
Un capitolo triste... è stata dura scriverlo.
Alla prossima...
baciiii 😘😘❤️