KANGSHINMU 강신무

By AkaneYuki7

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Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali? Tre ragaz... More

PROLOGO
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107

Capitolo 7

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By AkaneYuki7

Jin, dopo una lunga giornata passata ad insegnare, si diresse verso l'unico bar che questa cittadina possedeva.

Era davvero stanco morto.

Oltre a dover star dietro ai suoi alunni, doveva badare anche a quei due che, senza la sua supervisione, avrebbero combinato di certo qualche guaio.

Distrutto, entrò nel locale e si sorprese piacevolmente nel trovarlo migliore di quanto si fosse aspetto.

Il locale era molto luminoso e accogliente, c'era un lungo bancone che fungeva da bar e intorno molti tavolini colorati.

Una televisione appesa al muro gracchiava a basso volume le notizie del giorno.

A quell'ora non c'erano molte persone; vide solo qualche coppietta ai tavoli e un vecchietto che sorseggiava tranquillo una tazza di tè, mentre leggeva il giornale.

Lui si trascinò stancamente verso il bancone e aspettò paziente che il barista venisse a servirlo.

Dalla porta, che suppose fosse quella della cucina, uscì un ragazzo che rapido si diresse al bancone e si posizionò di fronte a Jin.

La persona aveva corti capelli castano scuro e occhi dello stesso colore, era un poco più alto di Jin e sembrava avere una robusta corporatura.

Jin si accorse che il ragazzo, vedendolo, aveva spalancato gli occhi ed era rimasto qualche minuto senza proferire parola.

"Si vede che è rimasto incantato dalla mia bellezza... Non è il primo e sicuramente non sarà l'ultimo a rimanere ammaliato da me" pensò Jin con una grande autostima di sé, sorridendo furbescamente.

Infondo essere un vampiro aveva pure i suoi lati positivi.

< Ehm scusami >

Ovviamente era contento di fare quell'effetto alle persone, però non poteva di certo passare tutto il pomeriggio nel locale.

< Ah sì certo, allora signore cosa vuole ordinare? >

Jin si mise a ridere di colpo e il ragazzo lo guardò confuso.

< Signore? Ma se abbiamo più o meno la stessa età. Tranquillo dammi pure del tu, comunque vorrei una tazza di caffè >

< Le... cioè voglio dire, ti piacerebbe provare il dolce della casa? È davvero squisito > affermò il barista sorridendo.

Jin ovviamente avrebbe voluto declinato l'offerta, visto che ogni cibo umano ingoiato gli sarebbe risultato semplice e disgustosa spazzatura, ma vedendo il volto speranzoso del ragazzo di fronte a lui, non ce la fece proprio a rifiutare.

Sorridendo, acconsentì alla richiesta e aspettò paziente il suo ordine.

Il caffè era una delle poche cose che ancora possedevano un sapore decente, cosa del tutto misteriosa per lui.

Questo e anche gli alcolici, erano di certo un ottimo metodo per sopprimere la fame crescente, diciamo che fungevano un po' da surrogati, ma di certo non avrebbero mai potuto sopprimere quella feroce e immensa sete.

Perso nei suoi pensieri, si accorse solo in un secondo momento che il suo ordine era arrivato.

Lentamente sorseggiò il caffè bollente e godé per un attimo del suo caldo tepore. Poi con la coda dell'occhio, vide che il cameriere, che gli aveva servito, stava aspettando impaziente che lui assaggiasse il dolce che gli aveva portato.

Controvoglia prese la forchetta e infilzò quella fetta di torta, quasi con cattiveria e poi portò alle labbra un piccolo pezzettino, ingoiandolo quasi subito, non volendo sentire neanche per un minuto di più quel sapore disgustoso nella sua bocca.

Forzò un sorriso al barista e gli disse:< Avevi proprio ragione, la torta è ottima >

< Sono contento che ti sia piaciuta > rispose allegramente il castano.

In quel momento Jin si accorse che, mentre il ragazzo sorrideva, delle piccole fossette spuntarono ai lati del suo volto.

Pensò che fosse una delle cose più carine che avesse mai visto.

Un momento dopo aver partorito quel pensiero, se ne pentì.

"Da quando considero un ragazzo adorabile, oltre che me stesso?" si chiese lui, portando alle labbra la tazza di caffè in modo da nascondere il leggero rossore che era andato a imporporare le sue guance dall'imbarazzo.

Intanto il barista aveva alzato il volume della televisione e delle notizie preoccupanti arrivarono alle orecchie di Jin, che subito posò la tazzina sul bancone e voltò la testa di scatto in direzione della tv.

La reporter parlava di un caso di omicidio, avvenuto nella cittadina di Haneul, intorno alle quattro e le cinque di quella mattina.

Jin quasi non si strozzò con il caffè che stava bevendo.

La scientifica, dopo aver esaminato il cadavere, aveva poi confermato che in realtà l'assassinio era avvenuto per colpa di un animale e in quel momento Jin tirò un sospiro di sollievo interiore.

"Giuro che quando troverò quei piccoli bastardi gli ammazzerò con le mie stesse mani davvero" pensò invaso da una rabbia feroce.
"Me lo avevano promesso e io mi ero fidato di loro"

Grazie al suo fine udito, sentì il cliente anziano borbottare al barista, a qualche tavolo di distanza da lui, una frase che lo fece preoccupare molto.

< Io l'ho visto il corpo della vittima e non riesco ad immaginare quale animale possa aver mai fatto una cosa del genere. Pensa che hanno addirittura detto di aver ritrovato il corpo completamente prosciugato, non una goccia di sangue era rimasta. Da anni non si verificava più un omicidio qui >

Si alzò di colpo dalla sedia e con gesti frettolosi pagò il barista e lo salutò in malo modo.

Non era il tempo di essere cordiali.

Adesso aveva cose più urgenti da fare; trovare quei due deficienti e farli pregare per le loro inutili vite.


Jin entrò nella casa, sbattendo la porta.

I due ragazzi seduti sul divano lo ignorarono e continuarono a guardare la televisione indisturbati.

< VOI COME AVETE POTUTO? >

Jin si mise davanti allo schermo e lo spense, per attirare l'attenzione dei due.

< Cosa hai combinato stavolta Jungkook? > chiese Yoongi guardano l'amico di fianco.

< Perché devo essere sempre io? Cosa hai fatto tu piuttosto > ribatté il moro offeso.

I ragazzi iniziarono a litigare, ma Jin gli bloccò con un altro grido:< Non fate i finti tonti, so benissimo che è stato uno di voi due e adesso voglio sapere chi è stato >

< Se magari ci dicessi cosa avremmo potuto fare, magari te lo diremmo anche > rispose tranquillamente Yoongi.

< Stamattina è stato ritrovato un cadavere qui ad Haneul e l'ora di decesso risale a quando ci siamo separati, quindi ora voglio sapere il colpevole >

< Bravo Jungkook, dopo quattrocento anni non hai ancora imparato a liberarti di un cadavere? > chiese Yoongi.

< La vuoi finire? Io non ho fatto proprio niente, piuttosto cosa hai fatto tu questa mattina? >

< Io sono tornato a casa a dormire, ma tu, che te ne sei andato prima di noi, non c'eri, quindi cosa hai fatto questa mattina? >

Anche gli occhi di Jin si voltarono adesso verso Jungkook, curioso di sapere la risposta.

In quel momento Jungkook si ricordò di essere entrato in casa di quell'umano e di quello che aveva tentato di fare.

< Ero in giro > rispose il moro voltando la testa da un'altra parte, imbarazzato.

< Non sei mai stato bravo a mentire Jungkook, vedi abbiamo trovato il colpevole Jin, prenditela solo con lui, io non centro > disse Yoongi alzandosi dal divano.

< Oh Jungkook come hai potuto... > iniziò Jin deluso dall'amico.

< Vi sto dicendo che non sono stato io, perché non volete credermi >

< Eh tu perché non ci vuoi dire dove sei stato? > chiese Jin.

< Vi dico che non sono stato io >

Jungkook ignorò la domanda del castano e se ne andò in camera sua.

Chiuse la porta a chiave, anche se sapeva che non sarebbe servito a niente, se quei due volevano entrare, non sarebbe bastata una semplice porta a fermarli.

Aprì il suo baule e al suo interno, sotto tutti i suoi vestiti, tirò fuori una scatola di legno color pece.

L'aprì lentamente, quasi per paura di romperla. Era da più di cento anni che non lo faceva più.

Non poteva più resistere, doveva vederla.

Pensava di essere riuscito a superarlo, ma ora tutto era cambiato.

"A causa di quell'umano"  pensò lui infuriato.

Conservava al suo interno un rotolo di stoffa molto antica, lo aprì molto lentamente e quando vide il profilo della persona che era dipinta, gli tornarono le lacrime agli occhi.

Era davvero bella, il suo ricordo non gli dava per niente giustizia, quelle labbra piene, quegli occhi lucenti e quel sorriso che non aveva mai lasciato le sue labbra, neanche quando era morta.

Il ragazzo strinse forte a sé quel pezzo di stoffa, come se in questo modo, avesse potuto far tornare indietro l'unica persona che avesse mai amato in vita sua.

< Mi manchi davvero tanto Sun-hi >

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