Ephimeral Brain - Chaos

By sharidann

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Primo libro della saga Ephimeral Brain. Anno 2013_ Racket City, una tra le città più pericolose degli ultimi... More

I. Racket City
II. Missione di recupero
II. Zombie?!
L'incubo iniziò
Città nel caos
Imprevisti pericolosi
Polizia vs Force
Esperimenti
La bambina
La bambina pt 2
Polizia vs Force pt 2
Nelle fognature
Piano di fuga
Progetto DEMO
Nemico o amico?
La Creatura
Il Capo della Force
Verso la stazione
Corrente elettrica
Recupero
Inseguimento
In partenza
Lottare per la libertà
Game Over?
L'incubo non era finito
Scontro finale
Una nuova minaccia
Evoluzione
La resa dei conti
Alexandra Vs Alexandra
Cupola
Un nuovo inizio
Epilogo

Incendio

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By sharidann

Poche ore prima, in un palazzo di Racket City_

Un ragazzo sentì un forte scoppio e poi il calore delle fiamme che invasero quel piano. Corse fuori dalla camera e mentre percorreva per il lungo corridoio, un'altra esplosione lo fece andare a sbattere contro la parete.
Gemiti di dolore uscirono dalla sua bocca, i denti serrati e gli occhi strizzati. Un ematoma sulla parte alta della schiena vicino alla spalla sinistra.
Tossendo per l'eccesso di fumo, si rialzò faticosamente e riprese a fuggire da quel posto. Presto non ci saranno solo che macerie e fiamme.
Un non-morto sbucò fuori da una porta spalancata e uscita fuori dai cardini. Il vestito a fiori rosa era sporco di fuliggine, a tratti bruciato. La pelle piena di rughe, ora presentava anche dei pezzi mancanti. I capelli grigi, solitamente raccolti in uno chignon perfetto, fuori uscivano dalla pettinatura. Molte ciocche caddero a terra spinti dai movimenti frettolosi della donna.

<Signora Smith> la donna non ascoltò la muta preghiera del ragazzo. I suoi denti si avvicinarono al collo del ragazzo scoperta dalla camicia di flanella. L'odore era pestilenziale.

"Più della puzza di vecchio che proveniva dal suo appartamento."

Lui arretrò fino a che non incontrò la parete. Il contatto con la sua schiena gli procurò una fitta sul suo ematoma e con le mani teneva lontano quella che era la sua vicina.
Gli diede una ginocchiata sullo stomaco e la spinse via da sè, facendola cadere all'indietro.

Il ragazzo corse via evitando le fiamme e i primi pezzi di soffitto che crollarono sopra la sua testa.
Intanto lo zombie lo seguiva, le fiamme si attaccarono si suoi vestiti. Lentamente queste bruciarono le sue carni ma lei non sentiva dolore. Non sentiva più niente, solo fame.
Il ragazzo scese le scale dando delle occhiate fugaci e nervose alla sua vicina.

Uno scalino produsse un brutto suono quando il piede del ragazzo ci passò sopra. E si ruppe cedendo al peso dello zombie. Gli altri scalini vicini lo seguirono e una vorace si aprì sotto di lei.
La non-morta cadde infilzata su un asse di legno caduta.
Il ragazzo sbirciò appoggiandosi al corrimano. Era immobile.
Appoggiata ad una parete, c'era un' ascia accanto ad un estintore, in caso di pericolo.

<L'attacco di uno zombie è sicuramente un pericolo> prese l'ascia togliendola dai due pezzi di metallo che la ressero fino a quel giorno.
Passò vicino alla donna che ricominciò a muoversi e ad agitarsi. Il ragazzo sussultò spaventato e afferrò deciso l'arma imorovvisata. Non pensava che avrebbe mai fatto una cosa del genere...
Alzò l'ascia con entrambe le mani e la lasciò ricadere sul collo dello zombie. La testa ricadde lontana dal corpo e i suoi occhi, ancora aperti, continuavano a vedere il giovane.

<Lista dei desideri: uccidere uno zombie nella vita reale, fatto!>

Scese un piano percorrendo il pavimento pericolante.
Un'altra asse gli sbarrò la strada e non solo. Diede il colpo di grazia al pavimento che cedette, inevitabilmente, anche il ragazzo fece la stessa fine. Ritrovandosi disteso sopra ad un gruppo di macerie, la vista si appannò e perse i sensi.

• • •

Le luci dei lampioni si riflettevano sulla vettura. Il viaggio era tranquillo, quasi noioso. Tanto che Scarlett sparava dal finestrino ai pochi non-morti come ad un tiro al poligono.

<C'è una luce laggiù> esclamò Scarlett.

Oltre l'angolo da cui proveniva una luce arancione.
Svoltato l'angolo, scoprirono l'origine della luce. Un incendio.
Declan accostò l'auto e scesero entrambi. L'aria era irrespirabile. Il fumo usciva dalle finestre dell'edificio e alcuni zombie fuggivano correndo all'impazzata producendo dei versi di dolore. Le carni tumefatte e i vestiti rovinati erano coperti di fiamme.

<Aiuto! Qualcuno mi aiuti!> sentirono il grido di un ragazzo.

<Entriamo!> buttarono giù quel che restava della porta e si addentrarono tra le fiamme.
Le urla di aiuto non cessavano. Man mano che i due avanzavano, queste si fecero sempre più vicine e forti.
Declan e Scarlett salirono le scale finché il muro non crollò, sbarrando loro la strada.

<E ora?> chiese Declan guardandosi attorno. Stava già sudando, il viso sporco dalle ceneri.
Scarlett si girò intorno, quasi tutti era inutilizzabile o coperto di lingue di fuoco. Una finestra fece al caso suo.

<Guarda se trovi un'altra strada. Io provo una cosa...>
Scarlett si diresse verso di essa, appoggiò le mani sul bordo per verificare se il legno avrebbe potuto reggere il suo peso.

Dopo aver sentito pochi cigolii da parte del legno, mise uno alla volta un piede sopra al cornicione.
Appollaiata come un uccello, rannicchiata e stretta, si tenne con le mani sopra di lei mentre lentamente e con molta attenzione, si sporse fuori allungando una gamba sul bordo esterno dell'edificio. Fu poi seguito da una mano, dall'altra gamba e l'ultima mano. Mentre procedeva quasi a rallentatore, un pezzo del tetto cadde sopra la sua testa. Lo schivò appena in tempo accellerando il passo e vide le tegole cadere vicino a lei. Una fiamma si attaccò alla sua giacca e questo le diede la forza di fare più in fretta possibile. Salì di un paio di piani, aggrappandosi a finestre, bordi e cornicioni. Si issò con le braccia su uno di quest'ultimo e si diede lo slancio con i piedi. Saltò dentro e si diede delle pacche sulla fiamma che lentamente svanì, al suo posto una grossa macchia nera prese il suo posto.
Scarlett alzò gli occhi al cielo.

"Era la mia giacca preferita."

Con il calcio di una pistola, ruppe la grande vetrata e aprì la finestra dall'interno. Sorpassò la camera da letto e si mise a correre nei corridoi. Il passo veloce, veniva a volte arrestato da dei pezzi di pavimento che crollavano o da dei pezzi di soffitti che per poco non la investirono in pieno.

<Aiuto!>

Scarlett mise l'orecchio vicino alla parete. Le urla provenivano esattamente dietro quel muro.
Impugnò la pistola dalla parte della canna e usò  il manico come un martello per rompere la parete già in parte ceduta.
Creò un varco nel muro.

<Oddio, grazie. Fortuna che qualcuno mi ha sentito!> l'uomo, o meglio il ragazzo, era poco più di un adolescente. Gli occhiali erano appannati e sporchi, una lente scheggiata. I capelli  disordinati e sparati in tutte le direzioni. Gli occhi non si distinguevano attraverso le lenti scure. Presentava dei tagli sul viso, il più grande gli divise il naso.
Portava una maglia con la scritta Biohazard e sullo sfondo un occhio spalancato, con vene viola e rosse, iride verde acceso, molto colorato. Sopra, una camicetta a quadri rossa e nera, pantaloni grigi, con sfumature nere per colpa del fumo. Jeans e all- stars nere e bianche,  un' ascia vecchia in mano.

"Un vero e proprio nerd. Ferite e ascia a parte."

<Non ci sono altre persone?> chiese la ragazza avvicinandosi per vedere se sta bene. Gli afferrò il volto, piuttosto rudemente, con le mani per controllare meglio i tagli. Erano superficiali, fortunatamente per il ragazzo.
Lui negò con il viso, ancora catturato dalle mani della sua salvatrice.

<N-no. Tutti gli altri sono diventati zombie! Non ci ho creduto fino a poco fa. Credevo di stare sognando ma uno i tagli che mi sono procurato mi hanno fatto cambiare idea al riguardo.È una cosa impossibile, fantastica ma impossibile!>
Scarlett stava per ridire sul "fantastico" quando una tegola cadde in mezzo ai due che si allontanarono di qualche passo.

<Non c'è tempo. Qui sta crollando tutto! Usciamo, presto!>
Il ragazzo annuì e seguì la sua salvatrice nel percorso che ha fatto prima.
Si aggrappò un po' incerto ma l'istinto di sopravvivenza ebbe la meglio e proseguì tentennando ancora un poco.
Sul cornicione mise male un piede e Scarlett lo afferrò giusto in tempo per il polso. Lo tirò su tirandolo anche per la camicia e il ragazzo cadde dentro con il respiro affannato e con la morte riflessa negli occhi.

<Non è ancora finita! Alzati!>

Corsero per il piano e arrivarono alle scale, dove si creò una voragine di circa 2 metri. Abbassando il capo, potevano vedere il piano di sotto invaso dalle fiamme.
Scarlett saltò per prima dall'altra parte e aspettò il ragazzo che la raggiunse subito. Corsero via da tutto quel caos, lasciandosi dietro macerie, fuoco e morte.
Quasi sotto all'entrata, un esplosione li fece volare per diversi  metri. L'urto li fece spiaccicare a terra, tossendo per il fumo ingerito.

Scarlett fu la prima ad alzarsi, si avvicinò più quanti poteva all'edificio ormai invalicabile. Evitò i pezzi che caddero come meteoriti vicino a lei e al ragazzo.

<Declan!> urlò rivolta alle fiamme.

<Perché urli?>
Scarlett si girò verso la voce, e vide il soggetto delle sue preoccupazioni comodamente seduto al posto del guidatore della macchina.
Scarlett sospirò di sollievo, spezzando la distanza che la separava da lui. Solo la portiera li divideva, Scarlett si avvicinò al finestrino abbassato. Si abbassò per vedere dentro la vettura e diede un pugno sulla spalla dell'uomo.

<Bastardo! Credevo fossi ancora dentro!> disse però con un sorriso di sollievo. 

<È stato fantastico!>
I due si voltarono al ragazzo stranamente entusiasta.

<Chi è quel nerd?> chiese Declan. Scarlett guardava il ragazzo scocciata e stava per rispondergli quando il primo iniziò a parlare a raffica.

<Molto meglio dei videogiochi! Ora capisco Nathan Drake, l'adrenalina e il pericolo so-> continuò a parlare eccitato agitando le mani.

<Era meglio lasciarlo bruciare> disse Declan sempre con espressione neutra. Scarlett non capì se scherzava o se era serio.

<Ehi tu!>
Il ragazzo si voltò ricordandosi della ragazza, la raggiunse in un paio di grandi falcate. Le prese una mano circondadola con le sue e scuotendola.

<Grazie, grazie, grazie. Ti sarò debitore a vita! E poi sei stata incredibile, una vera eroina! Hai dei poteri speciali per caso? > disse tutto ad un fiato. Scarlett arretrò di qualche passo alzando le mani.

<Datti una calmata. Solo perchè ci sono degli zombie che camminano in città non vuol dire che ora diventiamo tutti dei "supereroi"> fa il segno delle virgolette <almeno, non credo> abbassò la voce sulle ultime parole.

<Comunque tu chi sei?> gli chiese con le mani sui fianchi scoperti.

<Charlie Drake. "Chuck" per gli amici. Esperto di videogiochi e di fumetti. Nerd-sfigato fino al midollo, tu?> sorrise a trenta due denti e le porse la mano, questa volta senza avere l' intenzione di staccarle il braccio. Lei ricambiò un po' incerta.

<Scarlett Certaim, diciamo un agente di polizia> disse poco convinta.

<Se avete finito abbiamo altre persone da salvare.>
I due si voltarono verso l'uomo, con il gomito appoggiato sul finestrino abbassato e la mano chiusa a pugno che sorreggeva la testa. Un espressione...annoiata? O forse infastidita...era difficile decifrarlo.

<Arriviamo musone!> rispose Scarlett.

<Lui è Declan Easton. Non preoccuparti se non capisci che cosa gli passi per la testa...non lo sa nessuno> lo informò lei con il capo girato a fulminare l'uomo, Charlie alzò una mano un segno di saluto che venne ignorata.

<Entra in macchina> gli ordinò la ragazza intenta a fare il giro dell'auto.

<Posso stare davanti io?>

<No!> gli risposero in sincrono i due sopravvissuti.

La missione continuò, il caos ormai era ovunque a Racket City, e i pochi sopravvissuti si stavano radunando...ma riusciranno a fuggire dalla città?

Spazio autrice :
Questo capitolo lo dedico a _Seneca_ per ringraziarlo.
Spero ti piaccia.
Al prossimo salvataggio!

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