Dangerous Love

By clarinejay

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Caroline Night è una ragazza che deve lavorare per sistemare i danni del padre ormai scomparso da anni. Per... More

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Sequel
Healing Love
💜Nuova storia💜

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By clarinejay

Oblio. Era quello lo stato in cui ero, totalmente in oblio. Avrei però voluto durasse per sempre...



"Tocca a te"

"Hey così non vale! Mamma dì qualcosa a papà, sta barando!"urlo arrabbiata.

"Non è vero semplicemente tua figlia non sa perdere"si difende papà soddisfatto.

"State ancora giocando a scacchi?! Non vi stancate mai?" dice mamma esasperata apparendo dalla porta.

"E' colpa sua"diciamo all'unisono io e papà.

"Siete identici - ridacchia mamma con occhi pieni di emozione- su Caroline aiutami ad apparecchiare"

Mi alzo dalla sedia facendo la linguaccia a papà che intanto sta rispondendo al telefono, dirigendomi in cucina per aiutare mamma.

"Cosa c'è da mangiare?"chiedo mentre cerco di capire cosa c'è nella pentola.

"Pollo arrosto e patatine fritte"sorride.

"Qualcuno ha invocato il mio nome?"dice papà mentre entra in cucina.

Il solito, quando si parla di cibo per lui si parla di qualcosa che lo riguarda.

"Nessuno John, perciò giù le mani tutte e due"ci fulmina con lo sguardo mentre stavamo quasi per riuscire a prendere un pezzetto di pollo.

Ci sediamo a tavola dopo aver finito di apparecchiare, papà ci racconta le sue avventure di lavoro e nel mentre iniziamo a mangiare lo squisito pollo che ha fatto mamma.

"Dovevate vederlo, l'ho messo a tacere quel farabutto! Voleva fare bella figura davanti al capo ma non sa con chi a che fare"dice mentre mangia come se non ci fosse un domani.

"Non si calpestano i piedi ai Night"dico fiera.

"Esatto, figlia mia. Dobbiamo far vedere al mondo quanto valiamo"

"Siete pazzi! Quel tuo collega voleva solo entrare nelle grazie del capo, non dovevi sminuirlo- dice mamma facendo, come al solito la parte della saggia- e tu signorina, cerca di abbassare i toni e non pensare che non abbia notato che ieri sera sei rientrata alle due di notte!"

Beccata.

Il cibo mi va di traverso e posso vedere mio padre ridere talmente forte che penso gli verrà un infarto.

"Dev'esserci qualcuno che ti ha aperto la porta a quell'ora, visto che non avevi con te le chiavi..."continua fulminando mio padre,il quale subito smette di ridere.

"Colpevole vostro onore"dice mio padre mentre alza le mani in segno di resa "Chiediamo di essere puniti, dopo aver finito di gustare questa prelibatezza, sarebbe un peccato sprecarla"dice teatralmente facendo alzare gli occhi al cielo alla mamma.

Mi trattengo a stento dal ridere, a tal punto che neanche due secondi dopo scoppio in una fragorosa risata e con me papà. Mamma anche se non vuole darlo a vedere, sta ridacchiando anche lei.

Mi sento felice, mi sento viva. Ho mio padre al mio fianco e mia madre pure, ho una casa tutta mia, ho i miei genitori, ho la mia scuola, ho la mia vita... non potrei chiedere nient'altro.

"Vi voglio bene"dico ad un tratto sorridendo.



"Si è svegliata? Come sta?"

Jennifer?

"Non ancora, sta riprendendo i sensi"

Erik?

"Dovrebbe svegliarsi tra pochi secondi"

Edward?

Apro gli occhi piano piano, cerco di resistere dall'urlare per il dolore alla testa e per gli occhi che mi bruciano.

"Cosa ci faccio qui?"mormoro cercando di alzarmi ma un fortissimo dolore al petto fa sì che io non riesca a muovermi.

"Si è svegliata vedo, come si sente?"chiede un'infermiera mentre compila dei fogli.

"B-bene, ma dove sono? Cos'è successo?"chiedo guardandomi attorno.

Sono sdraiata in un lettino dell'ospedale con delle macchinette attaccate che continuano a fare un fastidiosissimo rumore insistente.

"E' svenuta per un attacco di panico avvenuto ieri mattina a scuola dovuto alla sua claustrofobia"spiega sorridendo dolcemente "Ci sono i suoi amici fuori, quelli che l'hanno portata qui, glieli chiamo"dice prima di uscire dalla stanza.

"Caroline!"urla Jennifer prima di abbracciarmi fortissimo.

Mi stringe a sè mentre la sento singhiozzare e dire"Ho avuto davvero tanta paura di perderti"

"Non succederà mai"le dico ricambiando l'abbraccio.

"Hey, c'è spazio anche per me oppure no?"chiede Erik.

"Certo, vieni qua!"dico abbracciandoli tutte e due.

"Violet sta per arrivare, è andata a prenderci il caffè"dice Erik appena ci stacchiamo dall'abbraccio.

Annuisco sorridendo e quando vedo che c'è anche Edward, dico "Tu non mi vuoi salutare?"

"Ho visto che sei occupata"dice mentre si siede vicino a me.

"Mi fa piacere che tu sia qui"dico sincera facendolo arrossire lievemente.

"Mi assento per un secondo e tu ti svegli?"

"Violet!"sorrido felice.

E' vestita con dei jeans strappati e una maglietta stretta rosa, in mano ha quattro caffè che appoggia sul tavolo prima di venire da me e abbracciarmi.

"Non farmi prendere mai più questi colpi, promettimelo"sussurra mentre mi stringe fortissimo.

"Promesso"mormoro appena ci stacchiamo dall'abbraccio.

"Ah, quante smancerie! Voglio lo stesso trattamento quando starò male anch'io"dice Antony appoggiato allo stipite della porta.

"Vieni qua"dico felice di vederlo.

Lui si avvicina e anche se cerca di fare il duro, lo abbraccio forte e neanche dopo qualche secondo ricambia anche lui l'abbraccio.

"La band al completo"dice Erik scherzando appena io e Antony ci stacchiamo dall'abbraccio.

"Ma com'è successo?"chiedo all'improvviso creando un silenzio assoluto dove tutti si scambiano sguardi complici.

"Damon ti ha chiuso in uno sgabuzzino per un'ora e qualche minuto sapendo che soffrivi di claustrofobia"dice Violet diretta.

"Violet!" la rimprovera Jen "Un po' di delicatezza!"

"Nessuno voleva parlare e il succo della storia è questo. Non potevamo mica dirle che è inciampata sulle scale e sbattuto la testa!"si difende guardando male Antony.

"Era un'idea geniale"borbotta Antony offeso.

Subito tutta la scena compare davanti ai miei occhi.. La sua voce fredda, il rumore della porta di ferro che si chiudeva alle mie spalle, il tintinnio delle chiavi che si allontanavano, la sensazione di non riuscire più a respirare... tutto.

"Ora ricordo"dico a bassa voce con lo sguardo triste. "Mi ha chiuso lì perchè voleva sapere chi mi aveva detto quel maledetto nome"

"Cosa? Che nome?"chiede Erik non capendo.

"Credimi meglio se non lo sai, potrebbe rinchiuderti nello zoo" dice Violet frustrata.

"Ha oltrepassato ogni limite"dice Antony arrabbiato "Scusami tanto Caroline... per tutto, sono già andato a dirgli la verità ieri, dopo che ho saputo cosa ti aveva fatto"

"Tranquillo, non devi sentirti in colpa. Dico davvero- gli prendo la mano vedendo la sua insicurezza e tristezza- tu non mi hai fatto niente"

"Cosa ti ha risposto Damon dopo che ha scoperto che eri stato tu?"chiede Edward.

"Niente, sembrava che già lo sapesse"risponde.

"Stronzo mestruato"commenta Erik ottenendo una gomitata da parte di Jen.

"Ma come faceva ad avere il tuo telefono Damon? Io ho ricevuto un tuo messaggio" chiedo ad Edward.

Avevo ricevuto un messaggio d'aiuto da parte di Edward, non Damon.

"Me lo ha rubato"risponde arrossendo Edward.

"Rubato? Tu che ti fai rubare le cose?"chiede Violet come se sapesse qualcosa.

"Si, non ero concentrato"dice guardando per un secondo Jen.

"Di sicuro ha tirato fuori un argomento che ti prende molto"mormora passando lo sguardo maliziosa da Jen a Edward.

Jen inizia a diventare talmente rossa da assumere lo stesso colore dei suoi capelli e non so per quale motivo ma Erik ne sembra pure infastidito.

"Erik tutto bene?"chiedo.

"Si certo"sorride mentre Edward lo guarda attentamente come se ci fosse una specie di gara tra di loro.

"Dicono che chi sviene per tanto tempo veda il suo futuro in un sogno, tu cos'hai visto Caroline?"chiede Jen.

"Non credo possa mai avverarsi"mormoro. "La mia famiglia, ho visto papà e mamma felici e io con loro"



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