Pov's Jennifer
"Vado a prendere qualcosa da bere"dico ormai stanca per quanto ho ballato.
Andrew annuisce mentre continua a ballare a ritmo di musica. Mentre mi dirigo al bancone cerco con lo sguardo Caroline ma non la trovo, dopo che Damon ha sferrato un pugno contro quel povero ragazzo non l'ho più vista. Spero solo stia bene.
"Cosa prendi dolcezza?"chiede il ragazzo al bancone sorridendo.
"Quello che ho preso prima va bene"rispondo.
Lui annuisce e inizia a prendere una bottiglia da cui fuoriesce un liquido azzurro.
"Non balli?"
"Sto facendo una paus-"le parole mi muoiono in bocca appena alzo lo sguardo verso la mia destra.
"Una pausa da quel deficiente suppongo"dice sicuro di sè Edward.
"Non è un deficiente e almeno lui mi tratta bene"rispondo con tutto il coraggio che ho.
"Solo perchè ti chiede di uscire non vuol dire per forza che è un bravo ragazzo"
"Solo perchè tu non lo hai fatto prima non vuol dire che nessun'altro può"rispondo senza pensare.
Appena mi accorgo di ciò che ho detto mi maledico mentalmente per la mia stupidaggine.
"Ma guarda, non sapevo che l'alcool avesse questo effetto su di te"dice sorridendo.
"Non sai molte cose su di me"
Non ho la minima idea di come cavolo sto facendo a tenergli testa e a rispondere in questo modo ma la cosa sta iniziando a piacermi e sento una forte carica che mi dà la spinta a continuare.
"Allora permettimi di conoscerti"dice cambiando improvvisamente espressione.
"Sono una serva, in particolare una di quelle che vive a casa tua per saldare il debito che ho con la tua famiglia. Perchè vorresti conoscermi?"lo stuzzico.
Lui sorride compiaciuto e dopo che il ragazzo del bar mi dà finalmente il mio bicchiere di alcool, Edward si avvicina pericolosamente al mio viso e dice "Perchè sei una calamita Jennifer, la calamita più pericolosa che abbia mai visto"
A queste sue parole le mie guance vanno a fuoco, facendomi mimetizzare con il colore dei miei capelli.
Maledizione Edward, tu e le tue parole. Così sono più confusa di prima.
"Jennifer, hai preso da bere?"
"Andrew"mormoro sorridendo falsamente. "Si, possiamo andare"dico.
Appena faccio un passo verso Andrew, la mano di Edward mi ferma il braccio. Subito lo sguardo di Andrew si posa sulla mano di Edward, il quale ovviamente lo sfida con un sorrisetto provocante.
"Edward"dice Andrew con disprezzo, come se fosse il nome di qualche malattia.
"Vi conoscete?"chiedo sorpresa.
"Certo, e siamo anche cari amici, per questo lascerà che tu ballerai con me questa sera"risponde Edward.
Andrew sbuffa e dopo che Edward gli lancia uno sguardo che non riesco a capire, come se avessero una specie di questione in sospeso, accetta e se ne va furioso.
"Cosa mi sono persa?"chiedo incrociando le braccia al petto voltandomi verso Edward.
"Niente, ti ho solo dimostrato che certi ragazzi non ti meritano"
"Questo non lo scegli tu"
"Tu non ami lui"afferma sicuro di sè arrivandomi a un palmo dal viso.
"Chi lo dice?"rispondo guardando i miei piedi. Non riesco a mentire, non sono mai stata capace e questo è un mio grandissimo difetto.
"Guardami" sussurra.
Alzo lentamente lo sguardo e appena incontro lo sguardo di Edward non riesco a non fissarlo incantata.
"Tu ami me, non puoi e non devi amare nessun'altro al di fuori di me"sussurra provocandomi mille brividi sopratutto quando mi avvicina con la sua mano sulla mia schiena al suo petto, facendo scontrare i nostri due corpi.
Gli fisso le labbra ammaliata e desiderosa di assaggiarle almeno un po', sembrano così morbide e dolci.
"Vieni, andiamo a casa, questo posto mi sta annoiando"
Annuisco totalmente impotente nel rifiutare qualsiasi cosa lui voglia.
Pov's Caroline
Il rumore di una sveglia insistente disturba il mio sonno, così quando apro gli occhi e cerco di alzarmi due forti braccia mi stringono impedendomi qualsiasi mossa.
Piano piano mi guardo intorno cercando di capire dove sono e come sono finita in una stanza che non è la mia.
Appena però alzo lo sgurdo verso la parete, vedo una foto di grande dimensione di Damon.
Vi prego ditemi che non è quello che penso io.
Mi giro lentamente per capire di chi sono quelle braccia e appena vedo un Damon addormentato senza maglietta, inizio a dare fuori di matto.
"Oh mio dio cosa è successo??!"urlo facendo svegliare Damon.
"Buongiorno anche a te"risponde con voce impastata dal sonno.
Butto Damon giù dal letto con uno spintone facendolo urlare dal dolore.
"Ma sei matta??? Sono solo le sette di mattina e tu già mi butti giù dal letto?!"escalma infastidito.
"Che cosa è successo? Perché sono qua con te e non nella mia amata stanza?"chiedo impaurita.
"Ah adesso capisco...non ti ricordi cos'è successo ieri sera -sorride compiaciuto sedendosi sul letto accanto a me- e hai paura che io e te-"
Lo blocco prima che possa aggiungere altro, anche perché mi sembra abbastanza divertito da questa situazione.
"Si quello, allora?"dico diventando tutta rossa in viso sopratutto perché vedere Damon di prima mattina a petto nudo sembra un dono divino.
I suoi muscoli sono perfettamente scolpiti e il suo viso, anche da appena sveglio, è affascinante.
I capelli che gli ricadono sulla fronte e la fossetta che gli compare ogni volta che sorride fa in modo che il mio cuore batta più velocemente.
"Che c'è? Ti dà forse fastidio parlare di se-"
"Non... non dire quella parola"lo blocco tappandomi le orecchie come una bambina.
"Ieri sera però non ti sei frenata con Anna" urla in modo tale che io senta.
"Perché? Cos'ho fatto ieri sera?"chiedo spaventata.
"Non ti ricordi proprio niente eh"commenta osservandomi attentamente.
"Allora? Cos'è successo ieri sera??"ripeto decisa.
"Eri ubriaca e mi hai supplicato di portarti a casa, così mi hai fatto pena e ti ho aiutato"spiega annoiato.
"Ti ho supplicato?? Io?"
"Si e hai anche dato della troia ad Anna"aggiunge sorridendo divertito.
Splanco gli occhi spaventata.
Quella mi ucciderà nascondendo il mio corpo in una cantina!
Ma perché non mi ricordo NIENTE?? Ho solo un fortissimo mal di testa.
"E perché sono nel tuo letto?"
"Perché non avevo le chiavi della tua camera da letto, preferivi dormire in salotto??"chiede stanco delle mie domande.
"Si, mille volte meglio dormire in salotto che con te"rispondo.
"Scusa se ho preferito non farti fare la figura della sbronza che non sta in piedi e dorme in salotto!"sputa alzandosi dal letto.
"Scuse non accettate"
"Ma che problemi hai? Dovresti ringraziarmi e chiedermi scusa"
"Sei tu quello che mi deve chiedere scusa, mi hai portato in camera tua contro la mia volontà e per di più nel tuo letto!"
"E ti lamenti? Sai quante ragazze morirebbero solo per sfiorarmi??"
Ecco che torna il Damon orgoglioso e stronzo.
"Di certo non io e ora se permetti me ne vado"dico decisa alzandomi dal letto.
"Non te ne vai da nessuna parte senza prima chiedermi scusa"
Mi blocca la strada apparendomi di fronte.
"Sei tu quello che mi rapisce e mi porta in camera sua"dico testarda.
"Sei tu quella che beve quintali di alcool e poi non riesce a stare in piedi" risponde avanzando sempre di più verso di me, facendomi indietreggiare.
"Sei tu il motivo per cui devo bere, fai talmente schifo che mi devo dimenticare della tua figura"
"Sei tu il motivo per cui mi ritrovo sempre immischiato nella tua miserabile vita"
Aumenta di qualche passo.
"La mia miserabile vita??
Scusa se non sono un Piers e non possiedo metà america"
"Non è qualcosa che possono avere tutti. E ora le mie scuse"
Sto per ribattere quando, indietreggiando, cado nel letto e con me Damon che si posiziona sopra di me con i gomiti appoggiati ai lati della mia faccia.
"Vedi? Alla fine sarà sempre questa la situazione: vinco sempre io"dice con un sorrisetto.
"Scordatelo.
Non ti chiederò mai scusa"ribatto decisa.
"Non è la stessa cosa che dicevi ieri sera"
"Perché? Cosa ho detto ieri sera?"
"Che ho un bel viso e che sono stupendo"sorride malizioso.
"Ma per carità. Sicuro che ero io quella sbronza e non tu?"
"Sicuro, e ora le mie scuse"dice stringendo di più la presa sul mio corpo.
"Perché dovrei chiedere scusa a qualcuno che non se le merita le scuse"
"Perché sennò non ti lascio andare, semplice"
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Il prossimo capitolo lo pubblico domanii!
Bacii