Un Amore Sotto Rete

By AuroraFalconi3

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Aurora ha 17 anni, abita a Perugia e gioca con la Serie B del suo paese. Simone invece ne ha 20, é di Bolzano... More

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CHALLENGE
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NONOSTANTE TUTTO.
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IMPORTANTE.
TERZA MEDIA.
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By AuroraFalconi3

Pov's Benedetta
Aurora é uscita.
É andata a prendere le pizze per Simone, ha detto che avrebbe provato a farci pace e magari la pizza avrebbe contribuito un pò, solitamente la pizza risolve tutti i problemi.
"Secondo te l'avrá perdonata?" chiedo a Ivan che é sul divano a guardare la TV.
Siamo nella stanza di Ivan e Aaron, mentre Awatef è nella nostra stanza con Russell.

"Non lo so, so solo che é successo tutto per sbaglio e che se ce ne sará bisogno parleró anch'io con Simone." mi rassicura Ivan.
É davvero un ragazzo d'oro e ora sono convinta piú che mai che mi piaccia.
"Sei dolcissimo." gli rispondo.

Mentre dico queste parole mi alzo dalla poltrona e mi siedo sul divano vicino a lui.
"E se ordinassimo anche noi delle pizze?" mi chiede Ivan.

"Ma non hai una dieta da rispettare?" gli domando io scherzando.

"Si é vero, ma una volta posso sgarrare." dice avvicinandosi a me.
Siamo vicinissimi, i nostri nasi si sfiorano e poi sento che qualcuno apre la porta e subito ci distacchiamo.
É Berger, certo, anche lui dorme in questa stanza.
Penso si sia reso conto di aver interroto qualcosa e per questo ridacchia sotto i baffi.
"Ehm..scusate devo prendere il giacchetto, l'ho lasciato qua..vado subito." chiude il portone ed esce.
Prima che io possa anche solo riavvicinarmi Ivan si alza, ha paura di baciarmi, glielo leggo negli occhi, ma non so il perché.
Svia il discorso:" Allora queste pizze? Sono giá le 19.20. Andiamo a prenderle nel ristorante qua davanti?"

"Si ma certo, prendo la felpa e arrivo." rispondo.
Usciamo e andiamo a prendere le pizze, io prendo una quattro formaggi e lui una francescana.
Visto che siamo lí prendiamo anche una porzione di patatine e due birre.
Quando torniamo a casa sono le 20.15 e abbiamo una fame da lupi, soprattutto Ivan.
Mangiamo la pizza e le patatine al massimo in venti minuti, anche se ne lasciamo qualche piccolo pezzo, e Ivan beve quasi da solo tutte e due le birre.
Non é ubriaco, é solo un pó brillo, ma niente di che.
Iniziamo a guardare un film sul divano, io ho la testa appoggiata sulla sua spalla e lui ha un braccio intorno al mio collo.
Ad un certo punto mi tolgo le scarpe e metto le mie gambe sopra le sue, mi sembra di stare in paradiso.
Si gira e posiziona il suo sguardo verso di me, siamo vicinissimi, cerco di avvicinarmi ancora di piú ma quando sono ad un passo dal baciarlo gira la testa.
"Cos'hai? Cos'hai che ti blocca? Con me puoi parlarne." lo rassicuro.

"É che...qualche anno fa ho sofferto tantissimo a causa di una ragazza, io l'amavo e stavamo insieme, eravamo felici...poi un giorno, rientrato a casa dagli allenamenti, la trovai in cucina seduto sul tavolo che si sbaciucchiava con il mio fisioterapista...non capivo perché l'avesse fatto, stavamo cosí bene." disse, la voce inizio a tremargli e gli occhi a lucidarsi, fino a quando una lacrima non scese.

"Io...io non sono come lei, io non ti tradiró mai" risposi cercando di farglielo capire.

Fece finta di niente e continuó il discorso.
"E sai quale fu la cosa piú brutta? Quando le dissi di andarsene non cercó neanche di fermarmi, non mi disse che c'era un motivo o una spiegazione per quello che avevo visto, semplicemente se ne andó.
Mi incolpai per anni di quello che era successo, pensavo di non averle dato abbastanza affetto o di non averla capita a pieno. Solo dopo capii che io non centravo nulla, era lei che mi aveva tradito, perché io l'amavo davvero...ed é per questo che ho paura, io non voglio soffrire ancora" concluse il discorso.

"Io sono qui per questo, per non farti soffrire, sono qui per farti credere che le donne che ti amano per quello che sei e che non ti tradiscono esistono davvero, ed io sono una di quelle." risposi infine.

Mi avvicinai lentamente, gli misi un braccio intorno al collo e gli diedi un bacio.
Fu un bacio dolce, non troppo lungo, che finii in un abbraccio da parte di Ivan.
Mi sembrava cosí fragile, indossava un' armatura...e questo faceva di lui un guerriero.
Ci addormentammo sul divano, uno abbracciato all'altra e rimanemmo in quella posizione fino alla mattinata seguente.

Pov's Awatef
Aaron é nell'appartamento mio e di Benedetta, mentre lei é andata nel loro con Ivan quando Aurora se ne è andata per fare pace con Simone.
Io e Aaron siamo di nuovo soli, la prima volta dopo quel bacio.
"Hai fame?" gli chiedo.

"Bé si, un pó" mi risponde lui sorridente.

"Allora che ne dici se cuciniamo qualcosa, io e Benedetta avevamo comprato pasta, carne e qualcos'altro, potremmo provarci." propongo con un sorrisetto sulle labbra.

"Va bene, ma potremmo far esplodere la cucina eh, ti avverto" dice lui scherzando.
Ci alziamo dal divano e apriamo la dispensa.
C'é della pasta, dei pomodori e una fettina di carne.
In teoria non dovrebbe essere difficile, dobbiamo solo cuocere la pasta e la fettina.
"Okay okay, non mi sembra chissá quanto rischioso" dice Aaron.

Facciamo cuocere la pasta e fin lí tutto bene.
Poi, quando Aaron accende il fornello per la carne, per sbaglio lascia il guanto per prendere i tegami bollenti sul fornello, e va a fuoco.
Inizialmente non si accorge nessuno dei due.
Poi Aaron mi grida:" Aiuto Awy, ho fatto un casino va tutto a fuocooooo!"

"Oh mio dioo." urlo anch'io.
Mentre cercavamo di spegnerlo, Aaron, prende il guanto nell'unica parte non ancora bruciata e cerca di lanciarlo nel rubinetto, dove potremmo aprire l'acqua e spegnere il fuoco, ma preso dalla paura di bruciarsi lo lancia troppo forte e prende una tenda.
La tenda inizia a bruciare, se non facciamo presto tutto andrá a fuoco.
"Aspetta ci penso io." grido.
Prendo un cesto e lo riempio d'acqua lanciandolo addosso alla tenda, ma una volta non basta e cosí Russell ne prende un altro e fa lo stesso anche lui.
Finalmente dopo qualche minuto il fuoco si spegne e ci calmiamo.
Solo adesso mi accorgo che siamo fradici, completamente fradici.
Ci sediamo sul divano e iniziamo a ridere a piú non posso.
"Quando dicevo che avremmo fatto danni non intendevo sul serio" disse Aaron scherzando.

"E adesso dovremmo ripagare la tenda immagino" mi ricordai io.

"Giá é vero, bé quanto potra mai costare, una trentina di euro?" chiede lui non ricevendo risposta.

"Siamo tutti bagnati." dico io cambiando discorso e anche tono, adesso sono un pò piú seria, ma gli sorrido.
Ha i capelli zuppi che gli cadono davanti alla fronte e con la mano li scosta da un lato.
Sto per svenire giuro.
"Si é vero, effettivamente adesso sento anche un pó freddo." dice lui sorridendomi a sua volta.
Prende il collo della maglia e se la toglie, é tutta bagnata e gli farebbe soltanto sentire freddo.
L'appoggia vicino al caminetto, dove ha posato prima la sua felpa extra large. La prende e me la da. É grigia e c'é una scritta in inglese nera.
"Tieni, non voglio che tu senta freddo."

"Gra...grazie." dico balbettando, é troppo dolce.
Mi tolgo la maglia davanti a lui, sinceramente non mi importa stargli senza maglietta davanti, Aaron lo fa sempre con me, e poi tanto devo rimettermi sopra la sua felpa quindi non succederebbe niente.
Vedo che mi fissa, allora non sono l'unica che fissa l'altro quando é senza maglietta, lo facciamo entrambi.
Poi mi guarda e sorride.
"Cos'hai da ridere?" gli chiedo.

"No é che sei troppo buffa" mi risponde lui. "E anche bellissima" aggiunge dopo qualche secondo.

Si avvicina a me e prendendomi il viso mi bacia. Di nuovo. Amo baciarlo, fino a quando non si stacca e mi dice:"Ehi, è mezzanotte, devo tornare in camera mia che é tardi. Buonanotte." dice lasciandomi un bacio sulla fronte.
Lo sento uscire e mi stringo nelle coperte, fino a quando, qualche minuto dopo bussa qualcuno.
Guardo dallo spioncino, é ancora lui, Russell, avrá dimenticato qualcosa.
Apro lui mi prende per i fianchi e mi bacia di nuovo, allora anche lui ci ha preso gusto, arriviamo incollati fino al divano, ci sediamo e mi dice:" Penso che dovremmo dormire insieme sta notte sai.." annuncia.

"E perché?" chiedo incredula.

"Bé nell'altra camera, i due piccioncini Ivan e Benedetta dormono beati sul divano e quindi a me tocca dormire di qua.." risponde euforico.

Ehehe, la Bennii.
Intanto peró sono contenta e cosí gli chiedo:" E quelli cosa sono?" indicando qualcosa che tiene in mano.

"Ooh bé, noi non abbiamo cenato e visto che hanno lasciato qualche avanzo di pizza e patatine neanche toccate potremmo mangiarli noi."

"Ottima idea" ribadisco.
Mangiamo un pó e poi ci addormentiamo sul divano, stesi, mentre Aaron mi abbraccia protettivamente, con la mia testa fra la sua spalla e la sua testa e con le sue mani che mi fasciano i fianchi, ho una gamba accavallata sopra le sue e non potrei desiderare di meglio.

Pov's Aurora
Simone non mi ha perdonata.
Ero certa che l'avrebbe fatto e invece no.
Non so dove andare, é tardi, ma non voglio tornare a casa, ho gli occhi pieni di lacrime e non riesco a smettere di singhiozzare.
Poi una macchina accosta di fronte al marciapiede dove sto camminando, all'inizio non ci faccio caso, ma poi abbassa il finestrino.
"Ehi, cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola soletta?" chiede il ragazzo all'interno.
Non lo conosco e cosí continuo a camminare, peró molto piú velocemente, ho paura.
"Che fai non mi rispondi?" chiede il ragazzo arrabbiato scendendo dalla macchina.
É tardi e in strada non c'é nessuno cosí inizio a correre, ma lui é piú veloce e mi raggiunge, cerco di dargli un pugno, ma apparte un pó di sangue dal naso non risolvo la questione.
Mi blocca le mani e mi schiera contro il muro, mi bacia e scosto subito la testa, allora con forza mi tiene il mento per baciarmi di nuovo.
Ho paura, tanta paura, non so chi sia, mi sta costringendo a baciarlo, anche se non voglio, ma poi succede qualcosa e lui si blocca.

Ciao a tutti, anche il nono capitolo é giunto al termine, scommetto che non vedete l'ora che arrivi il decimo per scoprire il continuo.
Lo so, é che volevo lasciarvi un pó di "suspance".
Ciao ragaaaa🙋💘

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