MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE...

By lucaholdencaulfield1

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Precedentemente il racconto si intitolava "THE BEGINNING." Nel 2280 gli abitanti della Terra sbarcano su Mart... More

Capitolo 1 - 12 giugno 2310
Capitolo 2 - Capsula
Capitolo 3 - Messaggio
Capitolo 4 - Hackers
Capitolo 5 - Fuga
Capitolo 6 - Tempesta
Capitolo 7 - Braccati
Capitolo 8 - Gli Osservatori
Capitolo 9 - Chiarimenti
Capitolo 10 - Genitore
Capitolo 11 - Speranza
Capitolo 12 - Inseguimento
Capitolo 13 - Missione Suicida
Capitolo 14 - S.O.S.
Capitolo 15 - Sentimenti
Capitolo 16 - Aiuto
Capitolo 17 - Tradimento
Capitolo 18 - Amici
Capitolo 19 - Passato
Capitolo 20 - Annuncio
Capitolo 21 - Clem Hale
Capitolo 22 - Ritrovamento
Capitolo 23 - Nemici-Alleati
Capitolo 24 - Partenza (Parte 1)
Capitolo 24 - Partenza (Parte 2)
Capitolo 25 - Benvenuti sulla Terra
Capitolo 26 - NASA
Capitolo 27 - Rabbia
Capitolo 28 - DNA
Capitolo 29 - Decisone
Capitolo 30 - Interrogatorio
Capitolo 31 - Attacco (Parte 1)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 2)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 3)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 4)
Capitolo 32 - Riscossa
Capitolo 33 - Motivi (Parte 1)
Capitolo 33 - Motivi (Parte 2)
Capitolo 34 - Altruismo
Capitolo 35 - Contatto
Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 1)
Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 2)
Capitolo 37 - False speranze
Capitolo 38 - Proposta
Capitolo 39 - Ultimo Sguardo
Capitolo 40 - Entrata Trionfante
Capitolo 41 - Riconciliazione
Capitolo 43 - L'ultimo scontro
Ringraziamenti

Capitolo 42 - Svolta

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By lucaholdencaulfield1


Planiamo in direzione di un'immensa distesa verde. Sontuosi alberi emergono dal terreno creando una fitta foresta, che pulsa anidride carbonica invisibile ad occhio nudo. Ricordo che la nonna ha menzionato una base nascosta in una foresta, ma dalla mia posizione non riesco a scorgere nessuna costruzione umana. L'astronave si destabilizza perdendo quota e ruotando su se stessa; il rumore creato da propulsori diventa più tenue, quasi impercettibile e dopo un po' un lieve scossone ci avvisa che siamo atterrati.
«Apertura porta d'uscita.» Ci informa il computer di bordo. Il portello si spalanca  e una grande quantità d'aria pura invade ogni singolo angolo del velivolo. Gli agenti iniziano a scendere ed io, Daren e Wade atterriamo poco dopo i piloti. Jason è dietro di noi. Una flotta di navicelle è sbarcata in questa apparente radura deserta, invece un velivolo sembra essere piantato nel terreno da tempo. Esce Ai, ed elargisce un sorriso. Infine esce Chryssa trasportata da una barella che libra a mezz'aria e dopo di lei Arin Rasmey. Di sottecchi guardo Jason, che aggrotta la fronte e sembra essere intenzionato ad avvicinarsi, ma lo fulmino con lo sguardo.
Infine giunge anche Ethan sulla terra ferma, privo di sensi e sorretto anch'esso da una barella che libra. Una folla di persone si accalca nella radura al ridosso della  folta foresta: agenti della NASA e Rifugiati, tutti uniti in attesa di ordini. Si sente un ronzio provenire dalla vegetazione simile a quello dell'erba che viene rasa. Un strano oggetto volante e rettangolare, di un colore sfumato fra il nero e il blu scuro e spesso nei lati, compare davanti a tutti. Alto quanto un uomo, ed eretto proprio come qualunque essere capace di camminare su due gambe.
Gli agenti della NASA non sembrano essere sorpresi, mentre i Rifugiati sono trasecolati, alcuni si ritraggono, mentre altri invece sono affascinati dalla tecnologia. Un piccolo sportello si solleva verso l'alto producendo un sottile e rimbombante rumore metallico. Appare il volto di Ned Stewart, e Sam, immediatamente si cimenta ad andargli incontro. Si scambiano un breve e freddo abbraccio.
«Tra poco arriveranno altre capsule per tutti voi, poiché la base è coperta da un campo magnetico.»
Si alza un mormorio, e i Rifugiati si confrontano tra di loro.
«Ragazzi, abbiamo deciso di partecipare a questa guerra tutti insieme. Non c'è bisogno di dubitare dei nostri alleati.» Wade chiama all'attenzione la sua comunità.
Un'orda di capsule provenienti dal sottobosco giunge sino a noi librando. Ethan e Arin Ramsey vengono bloccati in modo tale che i loro corpi non possano muoversi e inseriti nel inconsueto mezzo di trasporto. Chryssa, invece riesce ad entrare, ma non senza qualche difficoltà. L'aiuto a rimettersi in piedi per poi darle un fugace bacio. Lei sorride e il portello si chiude. Tutti sono all'interno delle capsule tranne me. Osservo ancora per un po' la natura, mentre gli strani velivoli si inoltrano nella foresta. I raggi del sole bagnano la vegetazione, ma la luce non penetra in profondità poiché una folta nebbia aleggia sugli alberi. Il ronzio ora si è acuito, e l'orda di capsule si addentra sempre più nell'oscurità. Alzo un piede, voltando le spalle e appoggiandole contro la fredda parete. Lo sportello si chiude, e il velivolo si volta per poi incamminarsi in modo autonomo. È calato il buio, ma proprio in questo momento appare una vetrata che mi permette di vedere i colori del bosco; insetti che svolazzano liberamente nell'aria, uccelli che si ritraggono all'avanzare dell'oggetto in cui sto viaggiando e piccoli roditori appoggiati sui rami che scrutano la situazione in cerca di prede. Un leggero sfrigolio mi fa notare che ho oltrepassato il campo magnetico. Intravedo degli edifici emergere fra le piante rampicanti, e tutti i velivoli, che trasportano l'equipaggio, si immettono in appositi binari penetrando e vengono inghiottiti dall'edificio. Do un'ultima occhiata alla boscaglia, prima che il mio mezzo entri nel passaggio. Cala di nuovo il buio e il velivolo segue il percorso cadendo in discesa.  Avverto un improvviso svuotamento dello stomaco, che si attenua appena la ripida discesa cessa. Lo sportello si solleva e un imponente sala comune funge da punto di raccolta. Ethan, Arin Ramsey e Chryssa vengono portati in infermeria tramite un varco. Roteo la testa e incontro il viso di mia madre. Si spinge verso di me cingendo le sua mani intorno al mio corpo. Questa volta il suo abbraccio dura secoli.
«Sei tutto intero?» Da un'occhiata di sfuggita al mio corpo, per poi abbracciarmi di nuovo.
«Sto bene, ma'. Più sano che mai.» Sfoggio un sorriso, e la mamma ne strozza anche lei uno, interrotto, però, dal singhiozzo. Si dà una sistemata, prima che io possa far caso alla nonna e Clem Hale, che discutono animatamente in una stanza.
«Cosa ci fa lui qui?» Domando alla mamma riassumendo un tono grave.
Lei si volta distrattamente, e poi rigira. «È approdato sulla Terra da poche ore.»
«Ai.» Un urlo grottesco risuona nella sala dagli alti soffitti, ed ora che presto più attenzione è possibile vedere il percorso delle radici impiantate nel terreno.
«Mamma.» Ai si cinge verso May, la mamma di Joshua. Si riapre una ferita quando penso alla sua morte.
«May, mi ha raccontato che ha concepito una bambina nel suo breve soggiorno qui sulla Terra, poi è ritornata su Marte. » Asserisce la mamma, guardando anch'essa la scena. In questo momento, però,  la mia mente è sintonizzata verso la stanza in cui Clem Hale e la nonna stanno dialogando. Mi reco nella stanza e alla mia comparsa la loro discussione di interrompe.
«Carl!» Esclama la nonna sorpresa; dopodiché mi abbraccia brevemente.
«Cosa ti ha fatto Robert?» Soggiunge Clem Hale. Ha le braccia conserte e la gambe incrociate. È appoggiato ad un enorme tavolo di vetro rotondo, e le luci soffuse rendono la sua espressione più arcigna e cupa. Questa volta ha optato per un completo senza cravatta, ma con l'immancabile camicia bianca spuntata.

«Non ho tempo per spiegare cosa Robert mi abbia fatto. Più che altro cosa ha fatto ad Ethan.» Dico.
Clem Hale aggrotta la fronte dirigendosi verso di me. «Parla, ragazzo.» Ordina autorevole e preoccupato, Non ho mai visto quell'espressione di terrore dipinta sul suo volto. Nel frattempo la nonna, vigile, scruta ogni mia mossa.

«Arin Ramsey mi ha mostrato che gli scienziati dei Ribelli sottoponevano ad esami il DNA di Ethan.» Clem Hale serra la bocca chiudendo gli occhi. Sbatte una mano sul tavolo di vetro e si volta.
«Solo questo?» Si precipita la nonna.
Scuoto la testa. «Mi ha anche detto che sono riusciti a riprodurre il DNA.» Informo. La nonna si lascia andare al rammarico voltandosi e cingendo le sua mani sui fianchi.
Clem Hale fissa la parete nera e i suoi occhi si confondo con la tonalità della facciata.
«Abbiamo una sola possibilità per scovare Robert .» Mi sbilancio.
Clem Hale e mia nonna si voltano all'unisono. Pendono dalle mie labbra.
«Arin Ramsey.»
Clem Hale nitrisce quasi, alzando e abbassando la mano in segno di disapprovazione. «Non parlerebbe mai.» Conclude.
Abbozzo un mezzo sorriso fissandolo. «Ricordi ancora che tu e mia nonna avete impiantato un DNA sintetico nel mio corpo? Le mie facoltà intellettive si sono evolute e ora sono anche in grado di carpire le paure più profonde delle persone.»
«Qual'è quella di Arin Ramsey?» Domanda la nonna bramosa di risposta.
«Il figlio. È l'unica possibilità che abbiamo.»
Clem Hale sogghigna indicandomi con un dito e allo stesso tempo guarda la nonna. «Questo ragazzo mi assomiglia.»
La nonna si pietrifica.
«Non sarò mai come te!» Rispondo adirandomi. «Non ho sete di potere, voglio solo porre fine a questa guerra.» Clem Hale è sorpreso della mia reazione e me lo lascio alle spalle abbandono la sala. La nonna tenta di afferrarmi ma non ci riesce.
«Cos'è successo?» Chiede la mamma una volta uscito.
«Nulla.» Rispondo  diffidente.
La sala è invasa da Rifugiati. Wade parlotta con alcuni suoi collaboratori, Daren, invece, è di fianco alla madre. Avvisto Jason, è in un angolo da solo. La nonna e Clem Hale continuano a parlare e origlio una frase che mi pietrifica.
«Dopotutto Abbie è mia figlia.» Clem Hale Ha appena detto che mia madre è sua figlia? E se così fosse io sarei suo nipote? Spalanco le orbite passandomi una mano fra i capelli. 

«Carl, cosa ti prende?» La voce della mamma è ovattata. La guardo, ed alcuni lineamenti assomigliano a lui. Clem Hale è il padre di mia mamma.
Come ha potuto la nonna mentirle per tutto questo tempo? La mamma mi ha sempre raccontato che lei era legatissima ad Arthur, mio nonno, e mai nella sua testa sarebbe balenata l'idea che suo padre fosse Clem Hale. Non posso dirglielo ora, dopo che ha passato tutta la sua vita con Arthur, le si spezzerebbe il cuore.
«Allora, Carl?» Insiste.
«Devo far parlare Arin Ramsey, mamma. Dylan non era nell'edificio, Robert si sarà preventivato, e l'avrà spostato in un'altra base.»
La mamma annuisce esprimendo tutta la sua collera. Non le dirò nulla della mia sfuriata con Robert, anche perché sarebbe un dettaglio futile. Ora o mai più, Arin Ramsey dovrà parlare.
Sorpasso l'intera sala dirigendomi verso Jason. Daren, Sam, Wade e tutti gli astanti hanno gli occhi puntati su di me. Cammino frettoloso e con un solo obiettivo: Jason. Lui nota la la mia avanzata e si impensierisce.
«Jason devi scusarmi.» Assume un'aria confusa.
Lo sorpasso addentrandomi nel reparto medico, per poi entrare nella stanza di Arin Ramsey. È steso sul letto ed è ancora privo di sensi.
«Dottoressa Opal.» Urlo. Lei si avvicina correndo. «Deve svegliare quest'uomo. Adesso.»
«Ma non poss-» La interrompo.
«La prego, non mi renda la cose più difficili.» Sconfitta e controvoglia, la dottoressa Opal si reca nei pressi di un armadietto, racchetta una pistola a siringa d'acciaio e versa un liquido contenuto in flaconcino nel contenitore della siringa, per poi avvicinarsi ad Arin Ramsey e premere lo stantuffo.
La sostanza fa subito effetto, riportandolo alla luce. Trascino la sua barella lungo il breve tragitto che congiunge alla sala comune e quando approdo, Clem Hale ha già la pistola puntata sulla fronte di Jason.
Come avrà fatto ad intuire la mia idea? Le nostre menti malvagie sono simili?
Arin Ramsey annaspa boccheggiando, mentre tutti i presenti assistono alla scena sbigottiti.
«Allora, brutto canaglia. Questa sono le due scelte tu mi dirai dove si nasconde quel vile di Robert, oppure farò saltare la testa a tuo figlio.» Clem Hale ha un volto oscuro, tanto da incutere timore anche a me. Jason è terrorizzato, ha il viso madido di sudore e lotta con palpebre affinché loro non si chiudano. Mi fossilizzo, mentre Arin Ramsey si muove convulsivo.
Balbetta e il suo volto è ancora deturpato dalla percosse di Jason. «In un centro di ricerca.» Confessa avvilito.
«Dove di preciso?» Lo assale Clem Hale urlando. Un agente si avvicina con un tablet. «Indicami il punto esatto.»
Arin Ramsey tremante, pigia il pollice contro lo schermo, svelando la posizione di Robert.
«Bravo ragazzo. Bella scenata!» Clem Hale si congratula con Jason e lui elargisce un sorriso.
Arin Ramsey è sconvolto, tanto quanto me.
«Se solo il punto che ci hai indicato è sbagliato, giuro che ti torturerò sino alla fine dei tuoi giorni.» Sussurra Clem Hale inarcando il suo busto. Arin Ramsey scuote la testa e tremando come un fronda in balia del vento.
«Siete dei vigliacchi, avete fatto esplodere una base con migliaia di ragazzi all'interno. Vili.» Sbotta Clem Hale mantenendo la sua freddezza glaciale.
La dottoressa Opal appare dalla retrovie, e senza nessuno che glielo ordini, si porte con sé la barella su cui è adagiato Arin Ramsey.
«Avevo capito il tuo intento.» Spiega Jason. «Però con Clem Hale è risultato più credibile.»
Ammicco, ma al contempo stesso sono disgustato di me stesso.
«Amico, tu non l'avresti mai fatto, sei troppo buono. Se non fosse stato per te,  io avrei ucciso mio padre.» Poggia una mano sulla mia spalla. Ho evitato che Jason potesse commettere una brutta azione per il semplice motivo che l'ho commessa prima, e a differenza sua io non ho avuto tentennamenti.
«Forza ragazzi ci aspetta l'ultima battaglia.» La voce di Clem Hale echeggia e un attimo dopo gli agenti si mobilitano ad entrare nelle capsule.
«Pronto a piantare pallottole ai Ribelli?» Domanda Daren avvicinandosi.
Ammicco e insieme ci avviamo verso l'ultima battaglia.

[SPAZIO AUTORE]

Domani pubblicherò il gran finale, preparatevi.

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