MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE...

By lucaholdencaulfield1

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Precedentemente il racconto si intitolava "THE BEGINNING." Nel 2280 gli abitanti della Terra sbarcano su Mart... More

Capitolo 1 - 12 giugno 2310
Capitolo 2 - Capsula
Capitolo 3 - Messaggio
Capitolo 4 - Hackers
Capitolo 5 - Fuga
Capitolo 6 - Tempesta
Capitolo 7 - Braccati
Capitolo 8 - Gli Osservatori
Capitolo 9 - Chiarimenti
Capitolo 10 - Genitore
Capitolo 11 - Speranza
Capitolo 12 - Inseguimento
Capitolo 13 - Missione Suicida
Capitolo 14 - S.O.S.
Capitolo 15 - Sentimenti
Capitolo 16 - Aiuto
Capitolo 17 - Tradimento
Capitolo 18 - Amici
Capitolo 19 - Passato
Capitolo 20 - Annuncio
Capitolo 21 - Clem Hale
Capitolo 22 - Ritrovamento
Capitolo 23 - Nemici-Alleati
Capitolo 24 - Partenza (Parte 1)
Capitolo 24 - Partenza (Parte 2)
Capitolo 25 - Benvenuti sulla Terra
Capitolo 26 - NASA
Capitolo 27 - Rabbia
Capitolo 28 - DNA
Capitolo 29 - Decisone
Capitolo 30 - Interrogatorio
Capitolo 31 - Attacco (Parte 1)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 2)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 3)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 4)
Capitolo 32 - Riscossa
Capitolo 33 - Motivi (Parte 1)
Capitolo 33 - Motivi (Parte 2)
Capitolo 34 - Altruismo
Capitolo 35 - Contatto
Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 1)
Capitolo 37 - False speranze
Capitolo 38 - Proposta
Capitolo 39 - Ultimo Sguardo
Capitolo 40 - Entrata Trionfante
Capitolo 41 - Riconciliazione
Capitolo 42 - Svolta
Capitolo 43 - L'ultimo scontro
Ringraziamenti

Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 2)

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By lucaholdencaulfield1


Ho impresso nella mente questo suggestionale panorama apocalittico come se fosse uno foto. Un leggero fastidio nella tempia mi distogliere dal guardare  come se delle nocche stessero tamburellando nella mia testa. Mi isso dal macigno di pietra, tutt'altro che comodo e gli oggetti diventano sfumati.
Mi volto e Daren e a pochi metri da me intento ad esplorare la zona.
«Io riscendo.» Lo informo.
«Sto venendo anch'io.» È la voce di Daren che odo distante anni luce. Percorro lo stretto corridoio per poi giungere di nuovo nell'arena incavata nella pietra. Mi fermo, ma tutto rotea vorticosamente: le persone di sdoppiano e il dolore alla tempia cresce.
«Carl...» È una voce. È alle mie spalle? Davanti?  Non riesco a discernere la provenienza. Sono disorientato e un attimo dopo il mio corpo si lascia calamitare dalla gravità. Casco con la tempia al suolo precipitando nelle tenebre.

***

Cosa mi è successo? Ora la vista mi è tornata nitida.
Sono di nuovo nel cronicario in cui mi sono risvegliato poche ore fa e ho di nuovo un ago conficcato nelle vene, e questa volta fa più male del solito.
Il metallo si è permeato nella mia pelle. Volto lo sguardo incontrando la donna di colore. 
«Come ti senti?» Mi domanda lei pacata; la sua è una ninnananna.
«Cos'è successo?» Chiedo di rimando. 
«Il tuo cervello ha fatto uno sforzo inaudito e così il corpo ha collassato.» Risponde lei. Gira il tablet e uno scanner blu scansiona il mio braccio. Mi ritraggo per poi arrendermi ai controlli.
«Sei un tipo a cui non piace stare a letto» Dice lei sfoggiando un sorriso dolce.
«Devo riuscire a recuperare una persona; non posso perdere altro tempo.  Lei si spaventerebbe a scoprire cosa è stato iniettato nel mio corpo.» Mi isso levando l'ago nella mia vena. Ormai è un rituale ad ogni risveglio.
«Fermo! Devi restare ancora a riposo. Il tuo corpo potrebbe collassare da un momento all'altro.» Pronuncia la dottoressa con fare preoccupato.
«Non posso, come le ho già detto devo andare.»
«Il tuo DNA è diverso dagli altri e il tuo corpo potrebbe risentirne maggiormente.» Constata lei in tono stentoreo. Le luci sono quasi inesistenti e alcune lampade di sono spente.
«Prima dello scoppio della guerra, effettuavo ricerche sui danni che i DNA sintetici provocavano all'uomo .» Insiste lei.
«Sono felice, così in futuro potrà aiutare le persone a cui vengono impiantati dei DNA sintetici. Se ci sarà un futuro per noi.» Rispondo scettico.

«Capisco il tuo desiderio di salvare la persona che ami, ma è rischioso. Il tuo copro risentirà degli effetti del DNA.» Si alza dalla sedia e segue vispa ogni mio spostamento.
Mi cristallizzo sulla soglia del varco «Può aiutarmi a far resistere il mio corpo?» Domando cercando di prevenire ogni eventualità. Se dovrò affrontare questa battaglia da solo, dovrò essere al massimo della mia forza.
«Un modo c'è...» Si sbilancia timorosa fissando il pavimento. «Ma è rischioso!»
«Sono abituato al rischio.» Dico freddo. «Qual'è la soluzione?»
«Non molto tempo fa ho creato una siero in grado di aiutare le cellule e sostenere i ritmi accelerati del corpo, come nel tuo caso. Ma non l'ho mai testato.» Afferma perplessa.
«Bene! Può procurarmi questo siero?» La donna è sorpresa della mia risposta.
Annuisce e si incammina verso l'uscita in penombra. Mi fa segno di seguirla e senza fronzoli ubbidisco. Camminiamo per un po' sino a giungere in un deposito di medicine. La stanza è concentrata e tanto grande da contenere quattro scaffali per ogni lato della parete rocciosa. Quasi tutte le mensole sono vuote; sono presenti solo alcuni flaconcini e bottigliette aperte che contengono pochissimo liquido al loro interno.
«Ormai ci sono rimasti pochissimi medicinali!» Afferma mesta.
Avanza verso uno scaffale per poi spostarlo dalla parate. Si abbassa e pesca un flaconcino contenente del liquido blu.
La dottoressa osserva per qualche minuto le boccette, poi si alza ponendomi il siero. Ma Daren bighellonando e fischiando si piomba nella stanza.
«Carl, sono andato in quella specie di ospedale, ma non c'eri. Tutto bene?» Chiede dalla soglia del varco. Appena avvista la sostanza del liquido sfoggia un sorriso sornione. «Questo posto mi piace perché finalmente c'è una dottoressa di colore» Afferma euforico, e la dottoressa elargisce un sorriso. «Quando sei pronto a partire, vieni a cercarmi così ti inietto il siero.» Aggiunge lei sorridendomi con gli occhi. Agguanto il flacone osservandolo per qualche secondo. «Grazie.» Bofonchio.
La sua mano è soffice e delicata, mi ricorda la mano della mamma. «Ho deciso di fare il medico per aiutare le persone, non per farle ammalare. E poi il mio nome è Opal.» Finisce sorpassandomi. Il suo corpo crea una debole raffica di vento freddo che alza leggermente i miei capelli.  «Se ci fermassimo qua?» Domanda e il liquido crea un riflesso nei suoi occhi.
Rimugino sulla domanda, per poi riflettere se è davvero Daren quello che ho davanti, ovvero la stessa persona che voleva sterminare tutti i Ribelli, oppure è un'altra persona, quella che vuole restare in questo posto senza fare nulla per porre fine alla guerra.
«Vorresti dire che dovremmo rinunciarci, che io debba arrendermi e lasciare Chryssa e mio fratello nella grinfia di mio padre?»
Lui tentenna. «N-no...» Balbetta. «Volevo solo dirti che sono stanco di tutto questo. Carl non possiamo fermali! Anche se i Rifugiati si alleassero a no, non ce la faremo.» È la prima volta che mi sofferma a rimuginare quanto questa guerra ci abbia mutato nel profondo. Un tempo l'entusiasmo era l'unico sentimento di cui Daren disponeva, invece adesso, la pusillanimità della guerra l'ha invaso.

«Joshua è morto perché gli hanno fatto credere che la NASA avesse ucciso sua madre.» Acuisco il tono di voce e Daren spalanca le orbite. «Isaac è morto nell'esplosione, e con lui anche Erik, ed anche Daisy.» Continuo aggrottando la fronte. «E tutti gli altri membri del nostro equipaggio. Anch'io all'inizio ero restio a partecipare a questa guerra, ma quando i Ribelli hanno toccato la mia gente...» Mi punto il dito sul cuore. Sento il peso di tutte le vita dei ragazzi marziani che mi gravano sulle spalle. «Questa guerra è diventata anche la mia guerra. Quindi se tuo vuoi giocare insieme a Wade e fuggire dalla guerra, allora resta pure qui! Ma sta' pur certo che io non rimarrò qui sotto a vedere altre vite scomparire da questo pianeta.» 

Rimando Daren alle mie spalle uscendo dalla stanza. È stato un duro colpo scoprirei che Daren on sarà più al mio fianco, ma non mi farò scoraggiare dalla sua rinuncia.
Avverto un frastuono che proviene dall'arena e dei piedi che battono sulla terra provocando delle pesanti vibrazioni. Affretto il passo giungo sul luogo, e noto Wade al centro della struttura. Gli spalti sono gremiti di persone che applaudono e acclamano. Alcuni Rifugiati sono in piedi proprio davanti a me e inalberano le mani in cielo. Tutti le persone che abitano in questo rifugio sono radunate intorno a Wade.

«È stata indetta una riunione!» Proclama Wade.
Ai mi si affianca; il suo viso ha acquistato lucentezza dalla sua ultima confessione.
«Tutto bene? Sei svenuto, ho visto Opal che ti soccorreva.» Domanda lei.

«Sì, il mio DNA fa strani scherzi. Sai sono un "mostro" da queste parti» Rispondo sarcastico.
«Quanto avrei voluto studiare biotecnologia. Però me la cava bene vicino ai computer.» Confessa. Le rivolgo un'occhiata e sorrido.
«Indicono sempre riunioni da queste parti?»
Lei assume un'aria annoiata e sbuffa.«Spesso, quando succede qualcosa fuori dal "normale".» Dice virgolettando. «Hai deciso di restare?»
Scuoto la testa mettendomi a braccia conserte ad osservare l'evolversi di questa assemblea.«Non me ne starò con lei mani in mano.» Rispondo riflessivo. Avvisto Daren; sta prendendo posto di fianco a Jason. Alcuni ragazzi compiono il giro dell'arena con apposite fiaccole e passano di fianco ai bracieri. La folla è in tripudio.
«Posso venire con te?»
«Non voglio che un'altra persona muoia. Preferisco essere solo!» Constato.
«Ho monitorato un ragazzo che è entrato nel sistema della NASA.» Dice lei. Trasalisco e penso a Joshua, alla sua morte, e all'esplosione. Il ricordo di lui è ancora vivido in me, ma anche quello di tutte le altre persone che hanno perso la vita.
«Ho detto qualcosa che non va?» Domanda Ai stralunata.

Scuoto leggermente il capo.«No! È solo che conoscevo quel ragazzo.» Pronuncio malinconico. «Scusa.» Dice lei imbarazzata, ma Wade inaugura il suo discorso.

«Sapete tutti che l'Ultima Guerra ha rovinato la nostre vita, e ora non sto qui a dirvi cosa abbiamo passato e tutti i nostri cari che abbiamo perso. Come sapete tutti, ci siamo organizzati e abbiamo creato una comunità sotterranea. Grazie all'aiuto di questi uomini.» Wade indica i numerosi uomini che si trovano alle sua spalle.
«Chi sono?» Domando curioso. Inclino gli occhi verso destra e mi accorgo che la luce del giorno è tramontata, ora dalle fessure penetra un leggero bagliore.
«Ingegneri, medici e architetti stanchi delle guerra come tutte le persone che sono qui e che insieme a Wade hanno fondato questo rifugio sotterraneo. Ci sono anche i Cacciatori, che escono per procurasi il cibo e tutto ciò che ci serve.» Finisce lei. La ressa di persona, nel frattempo, acclama il nome di Wade.
«Perché non escono fuori da questo buco? Intendo tutti.»
«Secondo Wade questa sarà l'Ultima Guerra e considerano la situazione che c'è di sopra, non posso dargli torto. Il livello delle radiazioni è cresciuto a dismisura a causa delle fuoriuscita di sostanze tossiche e radioattive. Quando i Cacciatori escono indossano sempre le mascherine e portano con sé un rilevatore di radiazioni, e per questo motivo che restano tutti sottoterra. Io rimango ancora qui perché possiedono delle attrezzature tecnologiche.» Spiega abbozzando un sorriso.
«Ormai il vostro mondo è andato in rovina!» Constato, mentre Wade riprende continua:
«Quando abbiamo fondato questa comunità la prima regola che abbiamo sancito è stata: rimanere fuori dal conflitto. E nonostante in queste ultime ore abbia ricevuto vari inviti a partecipare a questa guerra, ho declinato per il rispetto di questa comunità.» La folla urla ancora di più, ora le persone sono in piedi.
Jason china il capo e sconfitto abbandona l'arena, mentre Daren rimane ad ascoltare Wade cosa ha da dire. Ai, d'improvviso, estrae dalla sua borsa un dispositivo e dal display scorgo un punto rosso lampeggiante.
«C'è qualcuno!» Esulta lei euforica.
«Dove?» Domando confuso.
«Ai, qualcuno sta mandando un segnale?» Domando Jason prendendoci alla sprovvista.
«Chi?» Insisto io cercando di capire la situazione.
«Quando i Ribelli hanno attaccato la base in cui vi eravate rifugiati, abbiamo messo un sensore di movimento per gli esseri umani. Ci sarà qualcuno intrappolato.» Spiega Ai.
«Andiamo a controllare!» Ordina Jason.
I miei battiti aumentano. E se fosse Chryssa? Se i Ribelli non l'avessero catturata? Forse la sua voce era soltanto un sogno.

Il mio stomaco si attorciglia al solo pensiero di trovarla viva. Ai fa segno di seguirla e io e Jason obbediamo.  

[SPAZIO AUTORE]

Daren tentenna, mentre Carl è determinato a salvare Chryssa. Wade e I Rifugiati rifiutano di unirsi alla guerra. Ai prende di sorpresa Carl avvisandolo di aver riscontrato un segnale proveniente dal luogo dello schianto di Chryssa, sarà davvero lei?

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