Don't Forget Me Now || A Raur...

Par xuxisrose

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《Keep talking, because I love to hear your voice.》 ~ "Sei uno dei soliti puttanieri a cui piace una ragazza... Plus

Chapter 01.
Chapter 02.
Chapter 03.
Chapter 04.
Chapter 05.
Chapter 06.
Chapter 07.
Chapter 08.
Chapter 09.
Chapter 10.
Chapter 11.
Chapter 12.
Chapter 13.
Chapter 14.
Chapter 15.
Chapter 16.
Chapter 17.
Chapter 18.
Chapter 19.
Chapter 21.
Chapter 22.
Chapter 23.
Chapter 24.
Chapter 25.
Chapter 26.
Chapter 27.
Chapter 28.
Chapter 29.
Chapter 30.
Chapter 31.
Chapter 32.
Chapter 33.
Chapter 34.
Chapter 35.
Chapter 36.
Epilogo.
Nuova Storia.

Chapter 20.

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Par xuxisrose

"Chase, ne sei sicuro?" Domandò David, guardandolo. Il ragazzo al mio fianco incrociò le braccia sul petto, continuando a scuotere la testa.
"Certo! Perché non dovrei?!" Chase gli rivolse un sorriso, allacciandosi il casco.
Calum continuava a ridacchiare, mentre tirava fuori dalla scatola il pluriball.
Io osservai la scena, appoggiato contro il muro, con un sopracciglio inarcato.
Le chiamavano ore buche produttive.
Con il piede picchiettavo il pavimento, tenendo il ritmo dei secondi che passavano.
Capitava spesso che sotto Halloween qualche professore si ammalasse e capitavano spesso ore buche. Loro la chiamavano una maledizione, noi studenti una benedizione. Forse qualcuno aveva fatto un patto con Satana, vendendogli la sua anima, per far sì che gli insegnanti si ammalassero. Chiunque fosse il giovane eroe, gliene ero grato.
Era circa la terza ora del mercoledì, il giorno prima di Halloween.
Mi ero incontrato con i tre idioti presenti, per passare il tempo.
Ci trovavamo sulle scale del primo piano, Calum e Chase avevano avuto un'idea 'geniale'. Parole loro, non mie.
Calum arrotolò il pluriball intorno a Chase, fermandolo in vari punti, con dello scotch.
"Mi sento tanto un bruco dentro ad un bozzolo, pronto a diventare una farfalla!" Esclamò Chase, contento.
"Oppure un cretino dentro a del pluriball, pronto a rompersi qualche osso." Ipotizzò David, alzando le spalle.
"Sei così noioso!"
"Dai Calum, aiutami!"
Il rosso aiutò Chase a stendersi per terra, in cima alla rampa delle scale.
"Ross, tu vai infondo, così mi prendi."
"Perché io?" Chiesi, allontanandomi dal muro. Chase girò la testa verso di me, lanciandomi uno sguardo annoiato.
"Prima non vuoi fare la troia e poi non vuoi aiutarmi. Come facciamo ad essere amici?!"
Iniziai a scendere le scale, con le mani in tasca. "Me lo chiedo spesso anche io." Borbottai.
Arrivai a piano terra e guardai annoiato i miei amici, pochi metri più in alto.
David e Calum diedero una spinta al corpo di Chase, che iniziò a rotolare lungo gli scalini.
Le risate di quest'ultimo risuonarono in tutto il corridoio, mentre il suo corpo raggiunse i miei piedi.
Io mi limitai a guardarlo. "Sei ancora vivo?"
"Sì! Ed è stato fantastico!" Disse, sorridendomi.
Gli altri due scesero le scale, affiancandomi.
"Perché ti parlo ancora?"
"Perché mi ami."
"Con tutto il cuore, guarda. Ora vado a lasciare Maia e divento gay per te."
"Fallo, amor de mi vida."
"Inizio a shipparvi." Dissi, osservando i due, che si stavano ancora prendendo in giro.
"Come prego?" Chiese Chase, rotolando su un fianco, per guardarmi in faccia. David si limitò ad alzare il dito medio nella mia direzione.
"Vi shippo. Chavid."
"Io shippo i Coss." Disse quello che era avvolto nel pluriball.
"I cosa?"
"I Coss. Te e Calum."
Io guardai Calum, confuso. Lui si limitò a scuotere la testa.
"Scusami Ross, non sei il mio tipo."
"Povero il nostro biondino. Prima friendzonato da Laura e poi da Calum. Vuoi un abbraccio?" David mi prese in giro, scoppiando a ridere.
"Come osi abbracciare un altro, dopo tutto quello che abbiamo vissuto?!" Domandò adirato Chase, guardando male tutti e tre.
"Scusami Chase, fra noi è finita. Ora voglio Ross." Disse David, indicandomi con un dito.
"Come ti permetti?!" Calum mi spostò con il braccio dietro di sé.
"Ragazzi?" Domandai, continuando ad essere confuso.
"Abbiamo tante ship a disposizione. Con Ross sono: i Coss, Ravid ed i Chass. Con me sono: i Ravid, i Cavid ed i Chavid. Con te sono: i Coss, i Cavid ed i Caluse. Con Chase sono: i Chass, i Chavid ed i Caluse." Spiegò David. "Qual è la migliore?"
"I Coss."
"No i Ravid."
"Io mi shipperei con un'altra persona." Mi intromisi, da dietro il braccio di Calum. Tutti e tre mi lanciarono un'occhiata pragmatica. "Sapete... una ragazza bassina. Capelli castani. Di nome Laura."
"Ci tradisci così?!"
Roteai gli occhi, appoggiandomi la mano sul viso. Dove avevo sbagliato?

Lungo il corridoio davanti alle scale sentimmo dei passi e la voce del preside, farsi sempre più vicina.
"Merda." Bisbigliò David.
Calim afferrò Chase per i piedi ed iniziò a correre per le scale, mentre la testa di quest'ultimo continuava a sbattere la testa sugli scalini.
David corse verso lo stanzino del bidello, chiudendocisi dentro.
Io rimasi in mezzo al corridoio a guardarmi intorno.
Vidi l'ombra del preside, così iniziai a correre nel corridoio alle mie spalle.
Svoltai alcuni angoli, vedendo solo lunghe file di armadietti con la coda degli occhi.
I miei passi rimbombavano nei corridoi vuoti. Arrivai davanti alla porta degli spogliatoi e mi ci appoggiai contro, per riprendere fiato.
Piegai le ginocchia e ci appoggiai le mani sopra, inarcando il busto.
Quel giorno avrei persino avuto gli allenamenti ed ero morto già prima.
Ottimo.

Guardai sulla sinistra, per osservare la fine del corridoio, che si concludeva con una delle uscite di sicurezza.
Vidi due persone nella piccola balconata fuori.
Uno era un ragazzo alto, dai capelli scuri, la persona accanto a lui era una ragazza, dai lunghi capelli biondi, raccolti in una coda.
Rimasi ad osservarli, siccome avevano un'aria familiare.
Stavano parlando, parecchio infuriati. Lei gli urlò qualcosa, che non riuscii a comprendere.
Il ragazzo si avvicinò a lei e l'abbracciò.
Riconobbi la ragazza. Era quella che usciva con Blake, Lennea.
Lei sciolse l'abbraccio, allontanandosi. Il ragazzo si girò, tirandosi i capelli. E fu come se la cosapevolezza mi avesse preso a schiaffi.
Era Marcus.
Che ci facevano loro due insieme?

Me ne andai velocemente, per evitare di farmi vedere da Marcus.

//

Il giorno di Halloween mi era sempre piaciuto. Adoravo le decorazioni che occupavano la città.
Per una volta all'anno potevi essere tu stesso la paura e non essere sopraffatto da una di esse.
E per quanto mi vergognassi ad ammetterlo, la paura mi aveva sempre impedito di fare molte cose. Avrei mai avuto il coraggio di dirlo? No, ovviamente per paura.

Rydel era in camera sua a prepararsi dalle tre del pomeriggio. Saremmo dovuti andare via per le 18:30.
Erano le cinque ed anche gli altri avevano già iniziato a prepararsi.
Rydel ci avrebbe aiutati con il trucco, perché da soli non avremmo fatto molto.
Io ero in camera mia. Fra le mani avevo una vecchia camicia a scacchi rossi e neri. Presi le forbici ed iniziai a tagliarla qua e là. Strappai la parte superiore della manica. Feci la stessa cosa in una T-shirt bianca, creando dei piccoli buchi qua e là.
Avevo scelto dei jeans che avevano un solo taglio sul ginocchio - già fatto, lo giuro - ed il paio di Converse più vecchio che avessi.
"Sono pronta, come sto?!" Domandò Rydel, dal corridoio. Aprii la porta per guardarla. Gli altri fecero lo stesso.
Nostra sorella era in mezzo al corridoio, con un sorriso stampato in faccia e le mani sui fianchi.
"Cosa saresti, scusa?" Domandò Rocky, sporgendosi di più dalla sua stanza.
"Sono Malefica, idiota."
"Sappiamo che lo sei. Quindi da cosa ti sei vestita?"
La bionda lanciò uno sguardo carico d'odio verso Rocky, che sbiancò.
"Avrei dovuto spingerti giù dalle scale, quando avevi quattro anni." Ribattè lei, voltandosi, per ignorarlo.
"Avresti fatto un piacere anche a noi." Disse Ryland, ridendo.
"Tu stai zitto, che sei quello che ha rotto le palle fino all'ultimo."
"Hey!"
"Basta voi due." Li riprese Riker, appoggiando la fronte contro lo stipite.
Io osservai Rydel. Da dove cominciare?
In testa aveva un copricapo nero, con delle corna tutte arricciate. I capelli erano sciolti, con i boccoli. Aveva attaccato anche delle extension nere.
Indosso aveva un abito tutto nero. Aveva le maniche lunghe e la parte anteriore di esse terminava molto oltre la mano. Il corpetto aveva dei nastri, con una fascia di pelle sulla vita. La gonna era di raso? O tulle? Non ne avevo idea. Aveva uno strato liscio - forse seta? - che terminava per terra, con un leggero strascico. Sopra di esso vi era appunto del raso. Sì, era sicuramente raso.
I piedi erano coperti, ma aveva sicuramente dei tacchi.
Sulle unghie aveva uno smalto nero lucido. Si era data qualcosa dulle guance, per farle sembrare più scavate e nelle labbra aveva un rossetto rosso sangue.
"Stai benissimo." Mi complimentai, sorridendole.
"Grazie Rossy!" Rispose, per poi guardare male Rocky.
"Ha ragione, stai davvero bene."
Anche Ryland e Riker si complimentarono con lei.
"Aw, che carini i miei fratelli! Dai, ora aiuto voi! Chi vuole venire per primo?" Domandò lei, battendo le mani.
Fra tutti ci scambiammo uno sguardo spaventato.
"Io non ho bisogno di trucco." Ryland chiuse la porta. Sentimmo anche lo scatto della serratura, segno che si era chiuso dentro.
"Può andare Riker."
"Cosa?!"
"Perfetto!" Delly trascinò Riker nella sua stanza.
Non feci neanche in tempo a vedere il suo costume.

Io indossai i miei vestiti e mi osservai allo specchio del bagno. Per ora più che uno zombie sembravo un barbone.
Bello.

Dopo circa venti minuti Riker uscì dalla camera di Rydel. Aveva un'espressione più che annoiata in viso.
"Jack Sparrow? Davvero?" Domandò Ryland, che era ancora in pigiama.
"Sapete che mi piace, cosa volete?" Nostro fratello maggiore ci guardò male.
Il suo costume era davvero fatto bene.
In testa aveva una parrucca con dei finti dread. Aveva una bandana color porpora sopra ad i capelli, con un grande capello nero sopra.
Aveva del trucco nero intorno agli occhi e dei baffi ed una barba finti.
Indossava una camicia bianca, sbottonata sul petto, con un gilet marrone. Sulla vita aveva legata una fascia bianca, che copriva gli abiti.
Aveva una cintura spessa, sul marrone, che teneva fermo il tutto.
Aveva dei pantaloni un po' larghi, sempre marroni, con degli stivali neri, alti, ai piedi.
"Sono stata brava?!" Ci domandò Rydel, ridendo.
"Con cosa gli hai attaccato i baffi e la barba?"
"Con la colla per le ciglia finte."
"Questo schifo viene via, vero?" Chiese Riker, toccandosi il viso.
"Sì, tranquillo. Ha chi tocca?!"
"A me!" Rocky uscì dalla sua stanza. Con degli strani abiti indosso.
"Da che ti sei vestito?!"
"Lo vedrete dopo il trucco!"

Mentre aspettavamo che Rydel sistemasse Rocky, Ryland si era già preparato. Si era vestito da Marco Antonio, l'abile condottiero romano.
Aveva una tunica bianca addosso, con sopra la divisa militare, con dei decori color ottone. Essa sembrava parecchio pesante e lo faceva sembrare molto più muscoloso. Nei piedi avevi dei sandali alla romana, allacciati fino ai polpacci.
Sulla vita aveva una fascia nera, con la fodera di una spada.

"Ma tu non ti congelerai vestito così?" Gli chiese Riker, inarcando un sopracciglio.
Ryland si appoggiò al corrimano della balconata interna, scrollando le spalle.
"Una bocca in meno da sfamare."
"Hey!"

Quando Rocky ci si presentò davanti, realizzai da cosa si era vestito. Da Cappellaio Matto.
I suoi capelli erano stati cotonati ed erano sparati in tutte le direzioni. Il suo viso era bianco, con due strisce rosse sotto agli occhi. Le sue labbra erano più rosate. In testa aveva un cappello a cilindro verde bottiglia, con una fascia rosa intorno, che era annodata dietro. I nastri cadevano fino a metà della sua schiena.
Intorno al collo aveva una grossa sciarpa nera, con dei fiori colorati. Sotto ad essa aveva una camicia nera, che era coperta da una giacca. Non sarei mai stato capace di capire il colore. Era marrone. Ma anche verde. Buon Dio...
Aveva dei pantaloni neri, gressati di grigio, che si fermavano poco dopo il polpaccio. Nei piedi aveva un vecchio paio dei mocassini di papà. Da essi spuntavano chiaramente delle calze a righe.
Nelle mani aveva dei guanti beige, senza dita.
"Penso di essere il più normale." Se ne uscì Ryland, spostando lo sguardo su ognuno di noi.
"Parla quello in gonnellino."
"Quanto avevi in storia? Nell'Antica Roma ci si vestiva così!" Esclamò il minore di noi, roteando gli occhi annoiato.
"Ross, tu cosa saresti, un barbone?"
"Simpatico. Dovrei essere uno zombie, Rocky. Ma tu sei fortunato. Gli zombie mangiano cervelli." Risposi, facendo un sorriso sarcastico. Rocky si limitò a farmi il dito medio.
"Muoviti!" Rydel mi afferrò, trascinandomi nella sua camera. Sbattè la porta alle mie spalle.
Rydel adorava il rosa ed il nero. La sua camera ne era piena.
Le pareti erano di un rosa antico, piene di mensole.
La sua sedia era esattamente come la mia, solamente rosa.
La sua stanza era fatta esattamente come la mia, ad eccezione per la porta che era sulla destra, non davanti al letto.
In più la sua finestra era sulla sinistra e non sulla destra.
Il suo letto aveva la montatura grigia, con le coperte rosa.
La sua scrivania era sul beige e molto più ordinata della mia, ad eccezione di quel giorno, che era piena di trucchi, cotton fioc, struccante ed altre cose che non riuscivo ad identificare.
La porta del suo bagno era alla sinistra del suo letto, mentre la cabina armadio era sulla destra.
Ai lati e sotto al letto aveva un tappeto rosa, con dei pois neri.
Aveva una parete nella quale aveva fatto mettere delle sottili assi di legno, con dei piccoli chiodi, nei quali aveva appeso collane e bracciali.
Alla sinistra della finestra c'era un grosso specchio a figura intera, completamente immacolato.
Lei mi fece cadere sulla sedia, sorridendo. Io mi limitai a fissarla, spaventato.
"Che hai intenzione di fare?" Domandai, appoggiando i piedi a terra e spingendo la sedia indietro, sperando di allontanarmi da lei.
Le rotelle iniziarono a stridere contro il legno.
Purtroppo la schiena della sedia entrò in contatto con il muro e capii di non avere scampo.
Rydel si avvicinò di nuovo a me ed iniziò a girarmi il viso a destra e a sinistra, tenendomi le guance con il pollice e l'indice.
"Uhm... Delly?"
"Sì?"
"Che stai facendo?" Domandai, liberandomi dalla sua presa.
"Guardavo come sistemarti il trucco. Uhm... dovresti essere uno zombie?" Annuii. "Bene, allora inizio subito!"

Cosa accadde in quel lasso di tempo, non mi è dato saperlo.
"Fatto!" Disse Rydel, posando anche l'ultimo set di trucchi.
Mi fece alzare e mi portò davanti allo specchio.
Quasi mi spaventai, per il mio riflesso.
Mi aveva messo del fard? Fondotinta? Non so cosa, in tutta la faccia, per renderla molto più chiara. Sempre con del non so cosa mi aveva truccato intorno agli occhi, per renderli più scavati, con del nero, del verde e del viola. La mia mascella sembrava più accentuata.
Con un piccolo pennellino aveva creato una specie di ferita sopra al mio sopracciglio sinistro. Essa era di colore rosso, una parte era stata diluita con l'acqua, per farlo colare lungo la mia tempia e vicino al mio occhio, fino al mio zigomo.
Sulla mia guancia destra aveva semplicemente disegnato dei piccoli tagli, che sembravano davvero reali.
Intorno alle mie labbra aveva fatto la stessa cosa con il pennarello, come se fossi sporco di sangue.
Mi aveva schiarito il collo e poi con del trucco nero aveva creato delle linee, come se ci avessi passato le dita.
Mi aveva schiarito anche le mani, sporcandole sempre di nero in alcuni punti. Ne aveva passato un po' anche sulla mia maglia, che avevo già bucato qua e là.

Uscimmo dalla stanza ed i miei fratelli fecero qualche passo indietro.
"Woah. Sono leggermente terrorizzato." Disse Riker, fissandomi.
"Dai, andiamo!" Esclamò Rydel, contenta. Fra le mani aveva un sacchetto scarlatto, con un grande fiocco davanti.
"Cos'è quello?"
"Il regalo per Vanessa. Vi ricordate che è anche il suo compleanno. Vero?" Chiese nostra sorella, pronta ad infamarci.
"Certo! Che domande fai?!"
"Io le ho portato il mio regalo questa mattina." Disse Riker, con fare orgoglioso.
"Ma per fortuna. È la tua ragazza."
"Si sarebbe ritrovato single se non lo avesse fatto."
Ridendo scendemmo le scale, mentre Riker continuò ad odiarci internamente.

Mamma e papà erano entrambi a casa e vennero verso di noi, per fare le solite raccomandazioni da genitori.
"Ragazzi, divertitevi! Non fate troppo tardi, mi raccomando. State lontani dai tipi strani..." Iniziò a dire, per poi osservarci. "Okay, è come se doveste stare lontani da voi stessi, conciati così...
Rettifico: state sempre con i vostri amici e non con persone che non conoscete. Non bevete. Non mangiate cose strane. Se avete freddo tornate a casa, non si sa mai. Non immischiatevi in qualche rissa. Controllatevi fra di voi, anche con i vostri amici. Non lasciate Rydel o le vostre amiche da sole. Non allontanatevi troppo. Okay, penso di aver detto tutto." Terminò nostra madre, poggiandosi le mani sui fianchi.
"Possiamo andare?"
"Sì, fate i bravi!" Si raccomandò anche nostro padre.
Uscimmo da casa, per poi salire sulla macchina di Riker. Lui e Rydel si erano comodamente sistemati davanti.
Rocky, Ryland ed io eravamo nei sedili posteriori.
Io ero stretto fra loro due e non riuscivo neanche a respirare, siccome avevo le braccia schiacciate lungo il busto.
"Avete allacciato la cintura?" Chiese Riker, facendo inversione ed uscendo dal vialetto di casa.
"Io neanche ce l'ho la cintura!" Esclamai, allungando il collo verso l'alto, per riuscire a respirare. Tutto inutile.
Pregai che quel viaggio in auto durasse poco.

~Angolo autrice:

Com'è possibile che io abbia sempre sonno? Idk.
Anywayyyyy, nuovo capitolo tutto per voi, yay! :3

In realtà non ho tanto da dire, quindi boh oco

Annedoto divertente!
Eravamo in assemblea in aula magna, insieme ad altre classi di altre scuole e dovevamo registrarci ad un sito per fare un questionario. Per farlo dovevamo anche scegliere un nome e la mia amica scrive e nel proiettore compare in grande: "ROSSO LYNCH". SONO MORTA DEL RIDERE, AIUT.
(Sì ha scelto "Rosso", perché è come lo chiamiamo ogni tanto per sputtanarlo :3)
Quindi niente, sei scuole hanno assistito al nome di un disagiato, feene.

Sto cercando di scegliere una copertina per la prossima ff... enniente, HELP :c

Domanda: avete già fatto delle gite quest'anno? →
Io no e poi mi fanno cacare le gite c:

Votate e commentate ;)~

Ellingtons-wife







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