Don't Forget Me Now || A Raur...

Bởi xuxisrose

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《Keep talking, because I love to hear your voice.》 ~ "Sei uno dei soliti puttanieri a cui piace una ragazza... Xem Thêm

Chapter 01.
Chapter 02.
Chapter 03.
Chapter 04.
Chapter 05.
Chapter 06.
Chapter 07.
Chapter 08.
Chapter 09.
Chapter 10.
Chapter 11.
Chapter 13.
Chapter 14.
Chapter 15.
Chapter 16.
Chapter 17.
Chapter 18.
Chapter 19.
Chapter 20.
Chapter 21.
Chapter 22.
Chapter 23.
Chapter 24.
Chapter 25.
Chapter 26.
Chapter 27.
Chapter 28.
Chapter 29.
Chapter 30.
Chapter 31.
Chapter 32.
Chapter 33.
Chapter 34.
Chapter 35.
Chapter 36.
Epilogo.
Nuova Storia.

Chapter 12.

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Bởi xuxisrose

Ormai giovedì era arrivato ed io sorrisi tutta la mattina.
Qualcuno mi lanciò degli sguardi confusi, probabilmente avevano pensato che fossi fatto. Non era normale vedere qualcuno che si dirigeva verso la biblioteca, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

Attraversai la scuola e raggiunsi le porte della biblioteca. Spinsi per entrare. Un intenso odore di carta mi investì subito. C'erano dei grandi scaffali in legno, pieni di libri e dizionari.
Sulla destra c'era l'angolo riservato alla bibliotecaria, che fissava tutti con fare altezzoso. Sì, ci considerava delle capre addomesticate.
Le sorrisi e lei si limitò a zittirmi. La fissai con aria confusa.
Ero zitto!
Scossi la testa, allontanandomi.
Fra alcuni scaffali vi erano anche dei tavoli, che in quel momento erano tutti vuoti.
Alzai lo sguardo, per osservare il piano superiore.
Mi sedetti ad un tavolo, appoggiando lo zaino sul ripiano. Picchiettai le dita contro il legno, aspettando l'arrivo di Laura.

"E se si fosse dimenticata?"

"Oddio, non verrà!"

"Mi ha dato buca!"

"Sembrerò un idiota..."

"Se non volesse più vedermi?!"

"Se mi stesse evitando?!"

"Se si fosse trovata un ragazzo e lui le impedisse di vedermi?!"

Lo so, i pensieri dentro la mia testa non avevano senso; ma in quel momento non riuscii a fare altro.
Mi mangiucchiai le unghie della mano sinistra, nonostante fossero già corte. Ancora un po' e mi sarei mangiato il dito.

Sentii un rumore di tacchi che sbattevano contro il pavimento, velocemente.
Mi alzai, con cautela e mi affacciai da dietro uno degli scaffali.
Era lì.
Non mi aveva dato buca.
Stava parlando con la bibliotecaria, con il suo solito sorriso.
Era stupenda come sempre.
Aveva degli skinny jeans neri, con dei cerniere sulle ginocchia; una canotta bianca stretta in vita, che poi si allargava svasandosi. Nei piedi aveva dei tacchi bianchi, fatti a sandalo.
Mi osservai velocemente.
Merda, sembravo un barbone in confronto a lei.
Avevo dei jeans neri anche io, ma avevo una maglia bianca, con sopra la mia giacca da football. Essa era rossa, con la lettera della scuola in giallo.
Mi passai una mano nei capelli e li tirai appena.
Mi facevo delle paranoie da ragazza... ero l'unico ragazzo sulla Terra che si preoccupava di come la ragazza di cui era innamorato potesse criticare il suo abbigliamento.

Tornai a sedermi nervosamente, mentre i passi di Laura si fecero sempre più vicini.
"Hey!" Le sorrisi, appena girò l'angolo.
Mi alzai nuovamente, con disinvoltura.
"Ciao Ross." Mormorò piano, per evitare di farci infamare dalla bibliotecaria.
Le diedi un abbraccio di lato. La strinsi al mio fianco, appoggiando il braccio sinistro intorno alle sue spalle. Lei fece passare il suo braccio destro intorno alla mia vita, per ricambiare.
Sarei voluto rimanare in quella posizione per ancora tanto; ma ero certo che sarei sembrato... imbarazzante.
Quando sciogliemmo l'abbraccio, le spostai la sedia, per aiutarla a sedersi.

"Allora, vuoi iniziare da chimica o letteratura?" Domandò Laura, guardandomi.
"Chimica. Sono molto più indietro." Risposi, con un sorriso timido.
"Non preoccuparti, riusciremo a fare tutto. Hai portato le schede?"
Aprii lo zaino e tirai fuori tutto il plico di fogli.
"Iniziamo con la nomenclatura di alcuni composti..." Disse lei, aprendo il libro di chimica.

La osservai mentre leggevamo alcune leggi chimiche.
Riuscivo a capire meglio le cose spiegate da lei, piuttosto che dal professore. Probabilmente perché era lei a parlare e prestavo più attenzione.
Osservavo tutto quello che faceva, senza proferire una parola.
Notai anche il modo in cui sfogliava le pagine. Usava sempre la mano sinistra, per fare prima.

"Quindi pensi di aver capito?" Chiese Laura, osservandomi.
Annuii. "I simboli degli elementi sono costituiti da una, due o tre lettere che derivano dal nome originale, spesso latino dell'elemento chimico." Risposi.
Lei mi sorrise. "Ottimo! E la tavola periodica quali serie chimiche ha?"
"Ehm... oddio aspetta..." Mi grattai la nuca, con un'espressione confusa.
Avevo il sopracciglio destro alzato, così come la parte sinistra del mio labbro. La mia famiglia mi prendeva in giro spesso per questa cosa.
"Dai, lo abbiamo ripetuto anche prima. I primi sono i più semplici." Mi incitò Laura, giocando con la penna fra le dita.
"Uhm... ci sono i metalli, che sono alcalini e alcalino terrosi. Poi ci sono i metalli del blocco d e del blocco p.
Poi... ci sono i semimetalli ed i non metalli. I gas nobili e gli alogeni.
Ci sono anche quei due con il nome strano..." Risposi, inceppandomi sugli ultimi due nomi.
"Esatto. Quei due sono i "la-"." Laura disse le prime due lettere per aiutarmi.
"PENSA LYNCH. NON FARE LA FIGURA DELL'IGNORANTE!"
"I... lantanoidi e attinoidi?"
"Giusto!"
Mormorai un: "Sì!" contento.
Laura rise appena. "Hai fatto dei gran miglioramenti."
La ringraziai. Lei si scusò, per andare in bagno. Mi disse che intanto potevo iniziare a leggere il brano di letteratura.
Tirai fuori il mio libro, mentre lei si allontanava.
Aprii alla pagina che ci era stata assegnata ed appoggiai i gomiti sul tavolo di legno, con un leggero tonfo. Chiusi le mani a pugno e le usai per sorreggermi la testa, intanto che leggevo.
Il testo lo avevo già letto nei giorni scorsi, ma avevamo degli interi esercizi da svolgere e Dio solo sa quanto alzheimer giovanile mi avesse regalato.
Quando la gente era in fila per avere una buona memoria, io dovevo essermi dimenticato di andare.
Era l'unica soluzione plausibile.

Nonostante per certe cose avessi la memoria di un bruco, certi fatti li ricordavo anche troppo bene... ed era una cosa che non mi era mai piaciuta.

Aprii il palmo della mano, sentendo i tendini tirare, poi la richiusi velocemente, conficcando quel poco di unghie rimaste nella pelle.
Strinsi gli occhi, rendendomi conto che il mio respiro era aumentato.
No, no, no, non ora, pensai disperato.
Calmati. Pensa a qualcosa di bello.
Così pensai al sorriso di Laura. Al modo in cui arricciava dolcemente le labbra ed a come spuntassero le due fossette più carine che avessi mai visto.
Questo bastò a scacciare ciò che stava accadendo dentro la mia testa.

Mi guardai intorno con circospezione, per accertarmi che lei non fosse ancora tornata.
Aprii il suo libro di letteratura, ad una pagina a caso. Con la penna nera scrissi: 《Keep talking because I love to hear your voice.》.
Sorrisi, perché era vero. Avrei voluto ascoltarla parlare per quanto più tempo possibile, perché amavo sentire la sua voce.

Dopo circa un quarto d'ora, sentii di nuovo il suono dei tacchi.
"Scusami, ma purtroppo il bagno del corridoio era stato intasato da rotoli di carta e... una ciabatta." La ragazza davanti a me si scusò, ridendo.
"Devono essere stati Calum e Chase. Oggi avevano portato una ciabatta in pelo a scuola e una confezione formato famiglia di carta igienica." Spiegai, cercando di trattenere le risate.
"Ora capisco perché siete amici."
"Stai insinuando che io sia infatile?"
"Lo hai detto tu, non io." Mi lanciò un sorriso, per prendermi in giro.
"Ringrazia che siamo in biblioteca." Dissi, a denti stretti, fingendomi offeso.
Laura si coprì la bocca con la mano sinistra, per sopprimere l'imminente risata.
Io voltai il viso verso destra, per non guardarla.
"Oh dai, sai che scherzo." Sentii la sua mano poggiarsi sopra la mia. Girai nuovamente il capo, per osservarla. Con la coda dell'occhio notavo le nostre mani, una sopra all'altra. Lei mi sorrise, socchiudendo gli occhi. Le sue guance avevano un piccolo accenno di rosso.
Non riuscivo ad allontanare la mia testa da quel lieve contatto fisico. Sul tavolo la mia mano piena di piccoli calli, risultava ancora più grande rispetto a quella di Laura, che stava dolcemente appoggiata sul dorso di essa. La pelle della sua mano era morbida, come la seta. Le sue dita erano relativamente lunghe e magre. Le sue unghie non erano lunghissime, erano naturali, senza smalto.
Non aveva anelli e, ad essere sincero, non glieli avevo mai visti indosso.
"Uhm, sarà meglio." Risposi, facendo un'espressione compiaciuta.

Dopo quella pausa - che avrei voluto non finisse più - riprendemmo a studiare.
"Quindi, cosa ne pensi del brano?" Domandò Laura, incrociando le dita, sopra al suo quaderno.
Cercai di riflettere il più velocemente possibile. Sicuramente le ero sembrato uno stupido durante chimica e non avrei mai voluto che continuasse a pensarla in questo modo.
"Beh, penso che Bren fosse talmente tanto innamorato di Alliah, che il solo pensiero che lei lo rifiutasse fosse il suo peggiore incubo...
Insomma, Alliah non aveva mai dato una chance a nessuno, era molto chiusa e Bren ha fatto il possibile per avvicinarsi a lei." Esposi a Laura il mio pensiero, sperando di aver detto le cose giuste.
"Sai, io questo libro l'ho già letto. Potrei prestartelo, dovresti proprio leggerlo."
"Sì, mi piacerebbe molto." La ringraziai.

Mettemmo a posto le nostre cose ed uscimmo dalla biblioteca insieme.
Attraversammo il corridoio, parlando di un programma TV.
Adoravo quando rideva. La sua risata contagiava anche me, non ero capace di trattenere un sorriso oppure una risata.
"Vuoi che ti accompagni a casa?" Le chiesi, con gentilezza.
"No tranquillo. Maia e Grace mi hanno chiesto se mi andava di andare in centro con loro. Ma grazie dell'offerta."
"Nessun problema. Se hai bisogno di un tassista, sai dove trovarmi." Le feci l'occhiolino, in un modo da flirt.
"Magari mi tornerai utile, Lynch."
"È un piacere aiutarti, Marano." Mi abbassai, per arrivare all'altezza del suo viso.
Mi sarebbe piaciuto sentire quelle labbra sulle mie, ma ero certo che mi avrebbe respinto. Quindi poggiai le mie labbra sulla sua guancia. Sentii appena il sapore della sua pelle ed un delizioso profumo di gelsomino - che doveva essere il suo profumo - mi invase le narici.
Santo cielo, tutto di questa ragazza era magnifico.
Mi allontanai da lei, sorridendole.
"Non prendere troppo l'abitudine di baciarmi, Lynch." Lei mi avertì, marcando il mio cognome.
"Non ci sperare." Ribattei, con un mezzo sorriso.
"Ci vediamo."
"Certo." Lei si avviò, diretta verso il centro.
Io andai verso la mia macchina. Quando fui sistemato, urlai dalla gioia.

~Angolo autrice:

INDOVINATE CHI È TORNATA DAL MONDO DEI MORTI, CHE NICO DI ANGELO SPOSTATI PROPRIO.

Yay! :3

È iniziata la seconda settimana di alternanza scuola/lavoro ed Ellingtons-wife sta per avere un mental breakdown. HELP.

Anywayyyyyy, quanto sono belli i Raura? Eh? Eh? Sono dolci? :3

Spero vivamente che la storia vi stia piacendo e non vi stia annoiando :c

Domanda: avete iniziato a mettere le decorazioni di Natale? →
A casa mia è tutto decorato da quasi una settimana, AHAHAH

Votate e commentate ;)~

Ellingtons-wife






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