Ero seduto alla mia scrivania, intento a fare i compiti. Sì, perché studiavo. Non come qualcuno che conoscevo bene. Finta tosse, Rocky, finta tosse.
Lui e lo studio andavano d'accordo come Chase e Grace. Per niente. Eppure quei due erano fidanzati.
Ho sempre apprezzato la buona volontà con cui Grace stava con Chase. Si erano fidanzati all'inizio del Junior, dopo chiari segnali di interessamento di lei e avances di lui.
Conoscevo Chase dalle elementari e, a dirla tutta, non era mai stato il tipo che si innamorava e restava. No, no, tutt'altro. Quando avevamo iniziato le superiori, dopo una settimana ci aveva già provato con tutte le ragazze del suo corso. Al Sophomore entrò a far parte della squadra di football e questo gli permise un approccio più diretto con tutte le ragazze che gli interessavano. Era un vero e proprio donnaiolo, ma - per fortuna, oserei dire - aveva perso la testa per la ragazza dagli occhi azzurri del suo corso di spagnolo, aka Grace.
Poi c'era David. Era sempre stato un ragazzo con i piedi per terra, quando non si faceva trascinare da Chase, ovviamente.
Ci conoscemmo il primo anno di superiori, era stato il mio primo vicino di banco - Chase mi diede buca per una ragazza... ovviamente -.
Lui e Maia si conoscevano già. Erano migliori amici da sempre. L'amicizia si trasformò in amore e alla fine si fidanzarono.
Fu proprio Maia ad aggiungere Grace nel gruppo, quindi Chase in un certo senso avrebbe dovuto ringraziarla.
Calum era la persona che conoscevo da più tempo di qualsiasi altra. Avevamo fatto asilo, elementari, medie e superiori insieme.
Era più di un amico o un migliore amico. Era come un fratello.
Aveva sempre avuto le idee più strane, per questo in cazzate faceva concorrenza a Chase.
Blake ormai non lo consideravo neanche più. A scuola ci evitavamo a vicenda, ma era meglio così. Si era dimostrato un perfetto idiota.
Perso nei miei pensieri, arrivai alla fine della pagina, realizzando di non ricordare nulla.
Mi misi le mani nei capelli e ricominciai da capo, esasperato.
Quel giorno l'insegnate di letteratura aveva chiesto ad alcune persone cosa per loro significasse 'rischiare'. Non avevo ascoltato le risposte di nessuno, troppo perso, finché la mia persona preferita non aveva parlato.
Aveva detto che secondo lei amare e fidarsi erano azioni che riguardava il 'rischiare'.
Adoravo così tanto la sua voce. Mi piaceva talmente tanto che a parole non sarei riuscito a spiegarlo.
Non era una semplice voce che rompeva il silenzio, creando rumore.
Era un suono nell'aria, uno di quelli che ti trasmettavano qualcosa, ogni volta che lo ascoltavi. Trasmetteva le stesse cose di come quando eri in macchina e dopo una giornata estenuante, passavano per radio la tua canzone preferita, facendoti sentire proprio il tuo pezzo preferito, che avresti cantato a squarciagola; come quando sentivi la voce di una persona a te cara, che però non si faceva viva da tanto tempo e tu non facevi altro che assaporare il momento, lasciando che quella voce si facesse largo nella tua memoria.
Adoravo tutto di quella ragazza.
Il modo in cui muoveva le labbra quando parlava. Il modo in cui lasciava le labbra leggermente schiuse.
Mi piaceva come il suo labbro inferiore fosse più pieno di quello superiore.
Il sorriso invece, era la fine del mondo.
Se mi avessero chiesto quale sarebbe stata l'ultima cosa che avrei voluto vedere, sarebbe sicuramente stata lei sorridente.
Quando sorrideva le sue labbra si allungavano appena, appiattendosi, ma facevano spuntare due fossette appena accennate. Erano piccole e si potevano vedere solo da vicino, perché con il colore delle due gote era impossibile notarle.
Scossi la testa, dandomi alcuni schiaffi sulla guancia, per tornare allo studio.
Continuai a leggere il brano, cercando di concentrarmi. Era un estratto di un libro poco conosciuto. Non ne ricordavo il titolo, ma parlava di un ragazzo che non aveva il coraggio di dichiararsi alla sua amata - déjà vu... - e quindi le lasciava messaggi in codice, nei quali scriveva ciò che provava.
Lo trovai un brano interessante, magari avrei potuto prendere spunto.
Riuscii a finire il brano, senza perdermi ulteriormente.
Completai il resto dei compiti, finché non calò il buio. Fui costretto ad accendere la lampada sulla scrivania, per vederci qualcosa.
Nonostante avessi la porta chiusa, un profumino delizioso filtrò dalla parte bassa della porta. Mamma era alle prese con la cena, pensai.
Chiusi il libro, alzandomi dalla sedia. Spensi la luce, per dirigermi in cucina. Mamma era già lì, così mi toccò apparecchiare la tavola, poiché ero ancora in punizione.
Di solito, una sera a testa avevamo l'obbligo di apparecchiare e sparecchiare. Per fortuna avevamo la lavastoviglie per lavare i piatti, perché pulire il cibo mangiato da altri mi disgustava. Poi con i miei fratelli andavo a camminare scalzo nelle pozzanghere, ma era un altro conto.
Mi raggiunsero anche gli altri, per poter cenare.
Per la gioia di Rocky, mamma aveva fatto del Mac'N'Cheese. Buon dio...
Quel ragazzo non mangiava altro.
//
Il giorno seguente trovai i miei amici, all'entrata di scuola.
Fui sollevato di vederli. Non avevano neanche risposto ai miei messaggi, avevo iniziato a preoccuparmi.
"Ciao ragazzi!" Li salutai, avvicinandomi. Calum mi fissò, con sguardo assente. Scossi la mano davanti al suo viso, per fargli sbattere le palpebre, ma restò fermo.
"Che ha?" Domandai, rivolto agli altri.
David biascicò qualcosa, per poi sedersi sugli scalini, afferrandosi la testa fra le mani.
"Perché hai voglia di parlare alle otto del mattino?!" Mi chiese Maia. Anche lei si afferrò la testa, sedendosi malamente.
Grace non disse nulla, siccome aveva gli occhi chiusi.
Per ultimo guardai Chase. Lui mi sorrise, mettendomi un braccio intorno alle spalle ed attirandomi a sé.
"È stata la festa del secolo, amico!" Urlò lui, facendo girare alcune persone, che erano presenti sugli scalini dell'entrata della scuola.
Alzai un sopracciglio, cercando di guardarlo, cosa che mi risultò difficile. La sua presa era forte contro il mio collo. Se non fosse stato il mio migliore amico, lo avrei colpito in pancia.
"Ho incontrato un ragazzo simpaticissimo!" Disse Chase, con un sorriso.
"E chi è?" Domandai, togliendomi il sui braccio dalle spalle.
"Lui!" Il castano accanto a me indicò un ragazzo in lontananza. Quest'ultimo era molto alto, con capelli neri e corti. Si vestiva in modo anonimo, senza nessuna caratteristica.
Attraversò l'entrata a falcate veloci, per venire verso di noi.
"Ciao!" Lui e Chase si salutarono, con una stretta di mano ed una pacca sul braccio.
"Marcus, lui è Ross. Ross, questo è Marcus."
Strinsi la mano al ragazzo difronte a me, con un sorriso quasi imbarazzato.
"È un piacere conoscerti! Trovo che tu sia un quarterback fantastico!" Si complimentò Marcus, mettendosi le mani in tasca.
"Oh, beh... grazie." Mi grattai il retro della nuca, alzando appena un sopracciglio.
I miei amici erano ancora in stato comatoso sugli scalini, non si erano neanche accorti di Marcus.
"Ho anche saputo che esci con la Marano. Congratulazioni, è davvero una bella ragazza."
"Come prego?" Chiesi, confuso. Molto confuso.
"Chase e David mi avevano detto che uscivi con Laura Marano..." Rispose in modo cauto Marcus.
Lanciai un'occhiata truce a Chase, che in viso aveva un sorriso pari a quello dello Stregatto.
"Chase dovrebbe imparare a farsi i fatti suoi." Mormorai a denti stretti, in risposta. Chase si limitò a farmi l'occhiolino, mentre Marcus ci osservava perplesso, reggendo la stracca dello zaino in una mano.
Dopo pochi minuti suonò la campanella. Davida aiutò Maia e Grace ad alzarsi. Sembrano ancora tutti e tre brilli.
Calum era immobile sugli scalini. Notai la scena solo con la coda dell'occhio. Qualcuno diede una spallata al rosso, facendolo crollare sugli scalini.
"Calum!" Corsi da lui, preoccupato. "Amico, stai bene?"
"Sì. Perché ci sono due Ross?" Chiese, con un sorriso stordito.
"Calum, sono da solo..."
"Ross numero due, non dire cazzate. Aiutatemi a tirarmi su. Lo zaino pesa troppo." Roteai gli occhi ed aiutai Calum a tirarsi su. Lui sbattè le palpebre un paio di volte, poi girò la testa per fissarmi. "Dov'è andato l'altro Ross?"
"A casa. Era stanco di queste stronzate." Risposi, cercando con lo sguardo chi avesse spinto il mio migliore amico.
Poco più in là notai una testa di capelli scuri, che aveva il dito medio alzato nella nostra direzione.
"Quel demente di Blake." Sussurrai fra me e me.
"Cal stai bene?" Chiesero David e Grace, visibilmente preoccupati. Nel frattempo, Maia stava cercando di tranquillizzare Chase, per impedire che si scaraventasse contro Blake.
Non lo ricordavo così coglione...
~Angolo autrice:
Quale autrice cogliona si dimentica di aggiornare? IO OVVIAMENTE! YAY :3
Vi giuro, ero convintissima di aver aggiornato e invece o-o *facepalm*
Anywaaaayyyyy *acuto*, che mi raccontate?
Volevo dirvi che in questo mese, cioè da più o meno fine Novembre fino alle vacanze di Natale farò davvero fatica ad aggiornare. Dovrò andare in stage (per chi non sapesse cosa sia: vado a lavorare invece di andare a scuola, per ricevere un voto e NON dei soldi) e dovrò fare una quartina di ore alla settimana per tre settimane, quindi il tempo che mi rimane a disposizione è davvero poco.
Purtroppo anche lo scorso anno, come anno scolastico (VIVA LE RIPETIZIONI) è stato impegnativo.
But, don't worry, cercherò comunque di scrivere qualcosa, per non lasciarvi troppo tempo senza capitoli ;)
Spero possiate capire e scusarmi. Per le vacanze di Natale tornerò a rompervi per bene, miei lamacorni adorati.
Domanda: cosa pensate accadrà nei prossimi capitoli? →
Vediamo chi ci si avvicina :3
Votate e commentate ;)~
Ellingtons-wife