MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE...

Da lucaholdencaulfield1

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Precedentemente il racconto si intitolava "THE BEGINNING." Nel 2280 gli abitanti della Terra sbarcano su Mart... Altro

Capitolo 1 - 12 giugno 2310
Capitolo 2 - Capsula
Capitolo 3 - Messaggio
Capitolo 4 - Hackers
Capitolo 5 - Fuga
Capitolo 6 - Tempesta
Capitolo 7 - Braccati
Capitolo 8 - Gli Osservatori
Capitolo 9 - Chiarimenti
Capitolo 10 - Genitore
Capitolo 11 - Speranza
Capitolo 12 - Inseguimento
Capitolo 13 - Missione Suicida
Capitolo 15 - Sentimenti
Capitolo 16 - Aiuto
Capitolo 17 - Tradimento
Capitolo 18 - Amici
Capitolo 19 - Passato
Capitolo 20 - Annuncio
Capitolo 21 - Clem Hale
Capitolo 22 - Ritrovamento
Capitolo 23 - Nemici-Alleati
Capitolo 24 - Partenza (Parte 1)
Capitolo 24 - Partenza (Parte 2)
Capitolo 25 - Benvenuti sulla Terra
Capitolo 26 - NASA
Capitolo 27 - Rabbia
Capitolo 28 - DNA
Capitolo 29 - Decisone
Capitolo 30 - Interrogatorio
Capitolo 31 - Attacco (Parte 1)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 2)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 3)
Capitolo 31 - Attacco (Parte 4)
Capitolo 32 - Riscossa
Capitolo 33 - Motivi (Parte 1)
Capitolo 33 - Motivi (Parte 2)
Capitolo 34 - Altruismo
Capitolo 35 - Contatto
Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 1)
Capitolo 36 - I Rifugiati (Parte 2)
Capitolo 37 - False speranze
Capitolo 38 - Proposta
Capitolo 39 - Ultimo Sguardo
Capitolo 40 - Entrata Trionfante
Capitolo 41 - Riconciliazione
Capitolo 42 - Svolta
Capitolo 43 - L'ultimo scontro
Ringraziamenti

Capitolo 14 - S.O.S.

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Da lucaholdencaulfield1




          

Sono un'idiota! Ero avviluppato alla disperata speranza di ritrovare la mamma e non ho concesso alla mente di ragionare.

Richiudo la porta, mentre Daren caccia l'aggeggio metallico e le nostre armi riprendono volume.

«Cosa facciamo?» Gli domando terrorizzato.

«Dai un'occhiata con quei cosi che porti agli occhi, e controlla dove sono le guardie.»

Ordina tenendo saldamente il suo fucile grigio tra le mani. Mi volto verso l'ingresso del reparto e dagli occhiali appaiono le temperature corporee delle due guardie.

Una sentinella, meccanicamente, poggia la mano sulla maniglia ed è in procinto di abbassarla. Si sente un lieve cigolio. «Stanno aprendo la porta!» Sbraito.

Daren recepisce il messaggio in un millisecondo e spara tre colpi, che si colpiscono le due guardie ferendoli agli arti.

«Andiamo!» Scalpita con il busto inclinato.

«Aspetta! Controllo le stanze.» Daren si affaccia dal reparto e controlla vigile i prossimi bersagli che si avvicinano.

L'allarme suona incessante e ora una voce accompagna il suono infernale. «Irruzione nel reparto casi di Massima Urgenza. A tutte le guardie recarsi al 33esimo piano.» Annuncia asettica una voce femminile.

«Ragazzi, dovete andarvene! Trenta uomini vi sono alle calcagna.» Mi avverte Joshua, ma ignoro completamente il suo aggiornamento.

Mi precipito ad aprire la seconda porta: vuota; spalanco la terza e un uomo calvo mi guarda con fare interrogatorio; vado alla corsia apposta cominciando dal fondo: spalanco la prima porta e appare un altro uomo dai capelli lunghi intento a limarsi le unghie; mi rimane l'ultima.

Blocco ogni mio movimento e la mia gabbia toracica va su e giù.

Osservo la mano posarsi sulla maniglia; la apro e un cigolio agognante echeggia nella sala. Intravedo Isaac privo di sensi e adagiato su delle lenzuola terse.

«Merda!» Borbotto. Avrei voluto trovare la mamma! «C'è Isaac.» Avviso Daren.

«Cosa?» Domanda lui confuso.

«Lo dobbiamo trasportare. È privo di sensi.» Lo informo.

«Okay, basta che ti sbrighi. Tra due minuti le cose potrebbero peggiorare.» Dice Daren sbatacchiando la testa.

Isaac è disteso supino e in un angolo della parete avvisto una telecamera.

Un tempo la sorveglianza fungeva da deterrente nei miei confronti, ma ora sono il ragazzo più ricercato di Marte e di certo questa effrazione non farà altro che accrescere la mia fama da criminale.

Il viso di Isaac è smorto. Poso il suo braccio sulla mia spalla e tento di trascinare il suo corpo: ha lo stesso peso di una balena.

Le gambe di Isaac strascicano al suolo, ma un tonfo metallico sovrasta il contatto del pantalone con il pavimento.

Mi volto e il dispositivo che controllava i suoi parametri vitali spara un colpo lacerando il mio zigomo; abile, afferro l'arma premendo il grilletto e colpendo il dispositivo.

«Centrato!» Esulto poi il mio sguardo incontra il viso pallido di Isaac e mi raschio la voce.

«Cazzo! È ridotto male.» Afferma Daren appena vede il suo amico.

«Joshua dove dobbiamo andare?» Chiedo urlando.

«Appena uscirete dal reparto dovrete voltare a sinistra. Ci dovrebbe essere la scala per le emergenze.» Seguiamo le istruzioni di Joshua, ma finiamo per giungere in un punto morto.

«Non ci sono le scale di emergenza.» Sbotto.

«Stanno salendo.» Avverte Daren alle mie spalle.

Le ampie vetrate si susseguono e noto un tabellone digitale con impresso sopra a chiare lettere "USCITA D'EMERGENZA."

«Trovate!» Affermo invaso dalla gioia.

Daren controlla la situazione alle mie spalle mentre io con addosso il peso morto di Isaac mi reco verso l'uscita.

Il din dell'ascensore mi fa presagire il peggio: percepisco i tonfi sconnessi provocati dagli anfibi degli agenti.

«Dobbiamo accelerare il passo!» Incita Daren. Le mie gambe diventano flaccide come un budino e le mie braccia tremano per lo sforzo.

Non credevo che un corpo fosse così pesante; tuttavia Isaac ha una corporatura massiccia.

«Stanno andando nel Reparto.» Mi informa Daren. Un agente ci avvista invocando a gran voce la nostra posizione.

«Merda!» Partono due colpi laser dal fucile del mio amico; poi quest'ultimo si gira e si attornia l'altro braccio di Isaac. Le scale sono a pochi metri da noi.

Due calci e la porta a molla si spranga. Scendiamo velocemente la scalinata, io defilato lungo il corrimano e Daren dalla parte della parete. Ma la nostra fuga viene interrotta da alcuni androidi e agenti che procedono nella nostra direzione.

«Dobbiamo salire!» Ordino invertendo la rotta.

Non ho la più pallida idea di quanti piani sia l'Osservatorio A e quindi trasciniamo stancamente il corpo di Isaac su per le scale; balziamo sui gradini come dei grilli.

La forza dell'inerzia mi permette di proseguire e il mio unico intento è raggiungere la cima senza finire nelle grinfie dell'Èlite.

I passi echeggiano agghiaccianti nelle mia tempia.

«Proseguono verso l'alto.» Urla un uomo dabbasso.

Gli androidi sono alle nostre calcagna e il suono meccanico dei loro movimenti rimbomba fra le pareti. Il mio battito cardiaco è sincronizzato con i miei passi. Un passo TUM!, un altro passo TUM!

«Quanto diamine è alto questo fottutissimo palazzo?» Domanda Daren affannando.

L'adrenalina pulsa dentro di me e la sento sbattere contro le pareti del corpo.

Daren invece sembra appartenere da una razza aliena proveniente da una qualche galassia ignota.

Ha solo l'affanno e la sua espressione sembra essere infastidita per la fuga.

Vorrei rispondere alla sua domanda, ma le parole mi si strozzano in gola e in questo preciso istante mi accorgo che polmoni sono sul punto di collassare.

Le scalinate proseguono senza una fine e i colpi si infrangono sulle pareti.

«Una porta!» Annuncia Daren eccitato ma senza scomporsi.

La apre e un accecante luce bagna le scale. Mi affaccio, ma oltre il tetto si delinea soltanto il vuoto.

«Siamo in trappola!» Constato sconvolto.

Gli agenti muniti di androidi sono quasi in cima.

Daren posiziona un oggetto circolare sulla soglia della porta e l'aggeggio si mimetizza con il rivestimento del pavimento.

Continuo a voltarmi in modo compulsivo per poi accovacciare Isaac al suolo.

Gli androidi valicano l'uscio e noncuranti calpestano l'oggetto che poco prima Daren aveva piazzato.

Lo scoppio, accompagnato da una sfera d'energia blu, coinvolge una decina di automa.

L'onda d'urto mi scaraventa al suolo, ma mi rialzo subito dopo e riagguanto il fucile che mi era cascato.

Gli agenti suonano la carica facendo irruzione sul tetto. Ne sono troppi: circa una quarantina.

«Arrendetevi! Siete circondati.» Ci avverte un agente puntandoci l'arma contro.

«Ne avete fatta di strada, eh ragazzini?» Dalle retrovie sento una voce familiare: è l'agente Tresca; il suo timbro è come le odiose lezioni di botanica.

«Non avete chance! Vi avevo avvertito.» Proclama con tono solenne mentre si fa spazio fra gli agenti.

I nervi facciali di Daren si contorcono sul suo volto. Ora che presto più attenzione al primo agente che ci ha intimato ad arrenderci, constato che si tratta del medesimo che ha sferrato un pugno al mio amico.

«Joshua prenditi cura di Dylan!» Dico levandomi gli occhiali. La voce di Joshua si dissolve nell'aria e poco dopo una cerchia di velivoli volatili ci attorniano.

Abbasso lentamente l'arma e odio me stesso per essermi arreso al sorriso compiaciuto che ora sfoggia l'agente Tresca. Ma d'improvviso, un fulmine colpisce una schiera di velivolo, che vanno in fiamme e finiscono per schiantarsi contro le vetrate dell'Osservatorio B.

Una sontuosa astronave si posa sopra le nostre teste e attraverso il vetro ialino scorgo Chryssa al comando. Una dea è venuta in nostro aiuto!

Daren inneggia una sparatoria con gli agenti per poi rifugiarsi dietro a un pilastro.

Trascino il corpo di Isaac in direzione dell'astronave, che ora sta librando sopra di noi.

Daren si lancia in una corsa sfrenata, ma un colpo penetra nella sua gamba; si accascia al suolo, ma si fa leva con l'aiuto delle braccia e rialza claudicante.

Adagio Isaac all'interno della stiva; Daren arranca verso di me e agguanto il suo braccio aiutandolo a raggiungere l'astronave.

«Cose ne dite di questo salvataggio, ciurma?» Domanda Chryssa soddisfatta. Ha avuto un tempismo perfetto, e ci ha salvati da una prigionia ormai certa. L'astronave prende quota per poi allontanarsi dall'Osservatorio A.

Prendo fiato, ma dal finestrino una flotta di navicelle, proveniente dall'Osservatorio B, si mette in scia al veicolo sui cui viaggiamo.

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