She.

Oleh _belle_21

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"Ci saremo detti 'basta' altre mille volte, ma al primo sguardo saremo tornati sui nostri passi. Io con la mi... Lebih Banyak

I.N.I.Z.I.O.
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
CAPITOLO IX
CAPITOLO X
Importante
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
CAPITOLO XIII
CAPITOLO XIV
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
CAPITOLO XVII
CAPITOLO XVIII
CAPITOLO XIX
CAPITOLO XX
CAPITOLO XXI
CAPITOLO XXII
CAPITOLO XXIII
CAPITOLO XXIV
CAPITOLO XXV
CAPITOLO XXVI
CAPITOLO XXVII
CAPITOLO XXIX
CAPITOLO XXX
CAPITOLO XXXI
CAPITOLO XXXII
CAPITOLO XXXIII
CAPITOLO XXXIV
CAPITOLO XXXV
CAPITOLO XXXVI
CAPITOLO XXXVII
CAPITOLO XXXVIII
CAPITOLO XXXIX
XL - Epilogo
Ringraziamenti
F.I.N.E.
Nuova dramione!
Paint It Black (nuova dramione!)

CAPITOLO XXVIII

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Oleh _belle_21

"Una volta aver provato l'ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi a terra, continuerai a giardare il cielo."
(Leonardo Da Vinci)

Si svegliò presto quella mattina, poco sicura di aver realmente dormito. Infatti, provò più volte a ricordarsi come si fosse addormentata la sera precedente. Sbadigliò sonoramente, notando che aveva ancora qualche minuto prima della colazione. Decise di vestirsi con calma e preparare tutti i libri, tutto sommato doveva essere pronta per la prima lezione dopo le vacanze di Natale. Indossò la divisa e legò in una coda, più ordinata del solito, i ricci indomabili. Nel mentre di tutto ciò, riflettè molto. Quelle vacanze erano praticamente volate, ricordava a tratti solo pochi momenti, il resto del tempo avrebbe potuto giurare di averlo passato a studiare. Ricordò anche, con non poca delusione, di aver dovuto rinunciare alla sua principale aspettativa: non aveva annullato la "Damnatio Memoriae" sui suoi genitori. La preside le aveva rifiutato il permesso perchè preoccupata del fatto che tutti i mangiamorti fossero da pochi evasi da Azkaban. O almeno era quello che credeva lei , noi sappiamo, invece, che ciò era semplicemnete quello che Draco aveva voluto che credesse.

Eppure, sentiva di ignorare, del suo resoconto di quegli ulitimi giorni, qualcosa di importante. Era una strana sensazione per lei, abituata a tenere sempre rigorosamente in ordine la sua mente, propio Hermione Granger, che era solita non dimenticare mai niente. Dovette così, per forza delle cose, autoconvincersi che fosse solo un'ingannevole e passeggera sensazione. Pochi minuti dopo, era già pronta; la divisa normalmente spieguzzata e la borsa stracolma di libri.

Raggiunta la Sala Grande venne affiancata da Ginevra, che la invitò a sedersi accanto a lei. Sinceramente non capiva il motivo di tanta premura, la trattavano tutti in modo strano quella mattina. Erano gentili e continuavano a farle domande su come si fosse svegliata, o su se avesse male alla testa. Soltanto Harry, con la testa bassa sul piatto, evitava di partecipare alla conversazione e rispondeva con frasi di circostanza. Ma, nel suo sguard fuggente, Ginny e Neville poterono leggere una sorda disapprovazione. Poco dopo, fece il suo ingresso in sala Ronald, il quale raggiunse repentino Hermione e si chinò su di lei  per poterla baciare. Fu una strana sensazione per lui, sentire di nuovo le labbra della donna sulle sue, una bella sensazione.

-Come ti senti?- le chiese, prendendo posto.

-Ma si può sapere perché mi fate tutti la stessa domanda?!- chiese sbuffando la riccia, che incominciava a sospettare qualcosa, dato il vuoto di memoria che aveva sugli accaduti della sera precedente.

-Ieri sera non stavi molto bene..- sopraggiunse Neville, al quale era stata spiegata la faccenda.

-Francamente non lo ricordo..- rispose lei, abbassando lo sguardo.

-L'importante è che ora stia meglio, pronta per iniziare le lezioni!- l'incitò Ginevra, convinta di risollevarle il morale.

-Già.- rispose soltanto, mentre il suo sguardo vagava altrove.

Appena finito di mangiare, si avviarono tutti insieme verso l'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure: la prima lezione era con le serpi.

-Buongiorno ragazzi, passate delle belle vacanze?- li salutò sornione Waigh, mentre si armava di bacchetta ed aspettava che tutti gli studenti prendessero posto.

-Bene.- esordì, non appena l'ordine venne ristabilito -Oggi vedremo un argomento piuttosto delicato, ma che conoscerete di certo. So che avete affrontato l'argomento al quarto anno, con il professor Moody.- la classe ammutolì -Cosa sapete delle tre maledizioni senza perdono?- domandò, come conclusione.

Draco, seduto con Zanini in ultima fila, si irrigidì di scatto, prendendo preoccupato a fissare il vuoto.

-Chi sa dirmi la prima?- ruppe il ghiaccio il professore, guardandosi intorno con sguardo improvvisamente serio.

-La maledizione "Imperio".- rispose Pansy, ghignando soddisfatta.

-Molto bene, signorina Parkinson.- la lodò immediatamente Waigh.

-Ora, la applichi su questo folletto.- esordì, facendo apparire un folletto della Cornovaglia proprio sul banco della serpeverde.

-Cosa?!-

-Ha sentito perfettamente.-

La ragazza abbassò lo sguardo sulla creatura, impugnando tremante la bacchetta. Sembrava così indifeso ed ingenuo, era solo un folletto.

Sussurrò impercettibilmente l'incanto, per  poi annullarlo solo qualche secondo dopo. Fu allora che Waigh, con aria di chi si sta divertendo un mondo, chiese chi conoscesse, invece, il nome della seconda delle tre maledizioni senza perdono.

E fu silenzio.

-La maledizione Cruciatus.- fece improvvisamente una voce, l'unica che nessuno si aspettava di sentire in tali circostanze.

La ragazza, quella ragazza, si era fatta avanti coraggiosa. Aveva dimostrato di essersi lasciata alle spalle la sofferenza dei momenti passati, pronta a vivere quelli futuri.

-Esatto, Signorina Granger!- la guardò ammirato, fiero della mezzosangue a lui prediletta. In quella classe era stata l'unica a provare suddetta maledizione sulla sua pelle. Il professore non poté fare a meno di sorridere divertito: notando che la Granger, ironia della sorte, era stata torturata proprio a casa di Draco.

-Ora, applicala sul folletto.- fece imperioso, mentre la classe si zittiva e riportava lo sguardo sulla giovane strega.

Tutti tranne Draco, lui guardava in basso.

-Forza, Granger!- urlò sarcastica Millicent Bulstrode, schernendola.

-È severamente vietato lanciare queste tre maledizioni, professore.- fece stupita Hermione, mentre cercava di trattenersi dalla rabbia che stava provando in quel momento.

-Non se a fine didattico, Granger. E poi su, in fin dei conti la guerra l'avete combattuta tutti in questa classe.. quindi avete già fatto uso dei tre anatemi.- esordì calmo -Forza..- la incitò poi.

La strega alzò tremante la bacchetta, incapace di fare ciò che le era stato detto, mentre la cicatrice sull'altro avambraccio iniziava a bruciarle.

Pian piano, si facevano spazio in lei i ricordi terribili di quella notte, quando a Malfoy Manor era stata torturata da Bellatrix Leastrange. Aveva, sulla sua pelle, subito più volte la maledizione Cruciatus; e quelle immagini, quelle immagini le torturavano tutt'ora il sonno. Percepì un forte dolore allo stomaco, mentre gli occhi iniziavano a pizzicarle.

-Lo farò io.- irruppe una nuova voce, seppur incerta, dalle ultime file. Tutti si girarono sconvolti, compreso Zabini che sedeva di fianco a lui.

Il professore, invece, non era soddisfatto del ragazzo che gli aveva tolto tutto il divertimento, seppur celato.

-Bene Signor Malfoy, si alzi e si avvicini..-

Il ragazzo si mise in piedi tremante, andando a posizionarsi proprio di fronte al banco della ragazza. Probabilmente il mangiamorte, pensò Draco, non sapendo che lui l'aveva obliviata, stava cercando di dare ai due una lezione. Tirò lentamente la bacchetta fuori dalla tasca, deglutendo. Di fronte a lui Hermione lo fissava, era sorpresa e spaventata al tempo stesso. Forse si era esposto troppo, ma altrimenti avrebbe dovuto farlo lei.

-Crucio!- la sua voce rieccheggiò tra le pareti dell'aula, colpendo il folletto, a soli pochi centimetri dal viso della grifondoro. Quell'anatema occupava ormai tutti i suoi incubi e pronunciarlo, vedere i suoi effetti consapevole di non star sognando, lo costrinsero a mordersi a sangue le labbra per non urlare. Finalmente, le torture alla povera creatura cessarono. Mentre Draco fissava sconcertato Hermione, la quale aveva le lacrime agli occhi. Ronald, accanto a lei, era sconvolto. Si chiedeva perchè Malfoy l'avesse fatto, poi, spaventosamente, gli venne in mente una e una sola risposta.

-Grazie, Signor Malfoy.- disse Waigh -Può tornare al suo posto.-

Draco abbassò la bacchetta, rimasta a mezz'aria fino a quel momento; e fissò gli occhi sconcertati di quella che per lui ora era solo la Granger un'ultima volta, prima di tornare a sedersi.

-E l'ultima maledizione, qualcuno la conosce?- chiese ancora Waigh.

Nelle file avanti, Hermione sussultò in modo evidente, mentre osservava il professore avvicinarsi al banco di Harry Potter.

-Lei, ad esempio, Signor Potter?- chiese e, in quel momento esatto, a tutti nella stanza parve di rivivere la traumatica lezione fattagli al quarto anno dal professor Alastor Moody.

-L'anatema che uccide.- rispose il ragazzo che è sopravvissuto, con tono fintamente indifferente.

-Avada Kedavra!- un nuovo urlo fece eco tra le pareti strette dell'aula, risuonando spaventoso alle orecchie di tutti i presenti, nessuno escluso.

L'anatema mancò di poco Hermione, colpendo il povero folletto della Cornovaglia sul suo banco.

Qualche ragazza urlò, mentre lei  non si mosse, fissò inerte la scena, come paralizzata.

Nelle file indietro, Zabini dovette trattenere Draco, che stava per scattare in piedi.

Il ragazzo aveva capito, si trattava di un ulteriore avvertimento.

***

Quel pomeriggio, terminate le lezioni, Hermione decise di uscire a fare una passeggiata in compagnia di un bel libro.

Raggiunse quella che ormai era diventata la sua roccia, si sedette e vi si appoggiò con la schiena, ammirando di fronte a lei  le acque del Lago Nero. Il ghiaccio si stava sciogliendo, così come la neve sugli alberi e sul paesaggio circostante.

Sentiva di essersi persa quei momenti particolari, datati nel culmine dell'inverno, che nel corso dell'anno aveva sempre aspettao con ansia. Quando la neve inizia a scendere sempre più di sovente, fiocchi di leggera pioggia ghiacciata, resa brillante poi (nelle rare belle giornate) dal Sole splendente. Si era persa quel periodo in cui, rilassata, si rifuggiava di fronte al camino della Sala Comune a leggere o chiacchierare con i suoi amici.

Ma la cosa peggiore era che era sicura di non essersi persa nulla di tutto ciò, solo, non lo ricordava. Istintivamente, portò una mano al collo per sistemare meglio la sciarpa, poiché aveva iniziato a soffiare un venticello serale particolarmente freddo. Nel farlo, intoppò in una catenina, stupita. La tirò lentamente, fino a quando la collanina non riemerse dai grovigli della sciarpa rossa.

Rimase a bocca aperta.

Il ciondolo era visibilmente di valore, consisteva in una rosa per metà in oro e metà in argento. Cercò nella sua mente, non riuscendo però a ricordare chi gliela avesse regalata. Era davvero strano, eppure, aveva su di lei  uno strano effetto.

-Posso sedermi?- chiese una voce alle sue spalle, facendola sussultare.

-Certo, Harry!- gli sorrise, chiudendo il libro ed ossevandolo prendere posto anche lui contro la roccia.

-Volevo.. volevo sapere come ti va, non parliamo da un po'.- le disse lui, un po' titubante.

In effetti, Harry si era ricreduto. Sì, aveva capito che lei  e Malfoy si amavano davvero ed aveva deciso di essere felice per loro. Ma poi, quando Ron gli aveva parlato della conversazione avuta col serpeverde, oltre ad avere la conferma dei sentimenti del platinato verso la sua migliore amica, ci era anche rimasto male. Era stato, paradossalmente, l'unico ad essere contrariato. Ginevra aveva opposto poca resistenza, mentre Luna e Neville avevano scrollato le spalle, la corvonero solo un po' più incerta.

-Tutto bene, a te?- gli rispose tranquilla la grifondoro.

-Bene.- le sorrise, rassicurante -Senti Hermione, oggi.. per quello che ha fatto Waigh..-

-Non parliamone ora.- lo interruppe repentina -Ha sorpreso anche me: immaginavo fosse un buon insegnante, ma quello che ha fatto oggi.. cioè io.. capisco che ora facciano parte del programma, ma.. ma mostrarle alla classe in quel modo..- balbettò incerta, mangiandosi qualche parola.

-Lo so.- le rispose lui, attirandola a sé per farle poggiare la testa sulla sua spalla.

Rimasero a lungo in quel modo e, mentre lui osservava pensieroso l'orizzonte, lei  riprese a leggere. Hermione era davvero grata ad Harry ed adorava il rapporto che aveva con lui.

Era suo fratello.

Il fratello che non aveva mai avuto, ma di cui sentiva continuamente il bisogno. Tra di loro si era, nel corso degli anni, instaurato un legame speciale. Avevano riso, combattuto, sofferto, perso, vinto, insieme. Erano Harry Potter ed Hermione Granger, inseparabili. Fu così che, in quel momento come in tutti gli altri, Hermione si sentì sicura fra le braccia del suo migliore amico. Lui, dal canto suo, sentiva il fremente desiderio di raccontarle tutta la verità, ma dovette trattenersi.

***

Quella sera, a cena, Hermione arrivò in leggero ritardo. Entrò nella Sala Grande mano nella mano con Ronald, che cercava costantemente di attirarla a sé un po' di più. Si fermarono al centro della sala, quasi fosse tutto calcolato, poi lui la baciò. Fu un bacio di quelli classici, che leggete in tutti i romanzi rosa del mondo: lui la strinse forte, le loro lingue danzarono insieme e bla, bla, bla...

Era proprio questo il problema.

Hermione percepì quel bacio diverso, o meglio, non lo percepì per niente. Confrontò mentalmente le labbra del rosso con quelle di un altro, anche se non sapeva di chi. C'era qualcosa che mancava in quel bacio, più di qualcosa. Prima di tutto, avevano un sapore diverso da quello che desiderava; anche il bacio aveva un ritmo che, per quanto si impegnasse, Hermione non riusciva a seguire. E, per finire, quel bacio non le piacque affatto. Ma, ovviamente, seppur stranita, non lo diede a vedere.

Intanto, sulla soglia della Sala Grande, Draco si era bloccato a fissare i due grifondoro.

-Dra', Dra' muoviti!- lo riscosse Blaise.

Lui obbedì, passando accanto alla coppia a testa bassa.

-Avresti potuto evitarlo.- lo rimproverò Zabini, non appena ebbero preso posto.

Ma Draco non lo ascoltava, fissava le mani unite e i corpi vicini, qualche metro più in là del loro tavolo, di Lenticchia e della sua mezzosangue.

Fu poi quando Pel Di Carota la baciò nuovamente e lei  sorrise ricambiandolo, che perse la presa sul bicchiere dell'acqua, il quale finì per infradiciarlo tutto.

-Draco!- lo richiamò Blaise, mentre lui si alzava e si avviava a passo svelto fuori dalla Sala Grande.


·Spazio Autrice·
Oddio amo la citazione che apre il capitolo.. Leonardo Da Vinci *--*
Ok, passando a cose che possano interessarvi...
Questo capitolo è noiosetto, ma non sottovalutatelo! Ci sono dei particolari importanti come il cambiamento in Waigh e i ricordi vaghi di Hermione; oltre all'indecisione di Harry..

Pretendo tante stelline ed altrettanti commenti, sono rimasta sveglia fino a quest'ora per pubblicare il capitolo, nonostante domani abbia le invalsi! ):

Comunque colgo anche questo spazio autrice per ringraziarvi di leggere la mia storia e sostenermi. Siete davvero fantastici!! *-* Commentate anche qui: mi aspetto consigli, critiche o anche semplicemente saluti.

Un bacio, a venerdì!


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