She.

By _belle_21

731K 39.2K 27.8K

"Ci saremo detti 'basta' altre mille volte, ma al primo sguardo saremo tornati sui nostri passi. Io con la mi... More

I.N.I.Z.I.O.
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
CAPITOLO IX
CAPITOLO X
Importante
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
CAPITOLO XIII
CAPITOLO XIV
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
CAPITOLO XVII
CAPITOLO XVIII
CAPITOLO XIX
CAPITOLO XX
CAPITOLO XXI
CAPITOLO XXII
CAPITOLO XXIII
CAPITOLO XXIV
CAPITOLO XXV
CAPITOLO XXVI
CAPITOLO XXVIII
CAPITOLO XXIX
CAPITOLO XXX
CAPITOLO XXXI
CAPITOLO XXXII
CAPITOLO XXXIII
CAPITOLO XXXIV
CAPITOLO XXXV
CAPITOLO XXXVI
CAPITOLO XXXVII
CAPITOLO XXXVIII
CAPITOLO XXXIX
XL - Epilogo
Ringraziamenti
F.I.N.E.
Nuova dramione!
Paint It Black (nuova dramione!)

CAPITOLO XXVII

14.4K 867 1.1K
By _belle_21

"Ricordo ogni particolare di quel giorno, come se le immagini fossero state marchiate a fuoco nella mia mente. Ma vorrei che venissero spazzate via dal vento."
(Jessica Sorensen, Con te sarà diverso)

Osservava il suo stesso rifesso, specchiandosi nelle pozzanghere del bagno allagato. Il ragazzo riflesso in quegli specchi naturali era a lui così sconosciuto. Si chiedeva disperatamente quando quelle pesanti borse sotto gli occhi si fossero talmente appesantite, quando lo sguardo fosse diventato tanto spento e l'ombra del suo vecchio ghigno fosse scomparsa. Si domandò, in quel momento, quando esattamente la sua vita perfetta fosse volata via. Poi, si rispose che probabilmente non vi era mai stata perfezione nello scorrere monotono dei suoi attimi. Anzi, vi era stato solo inganno.

Si vergognava perfino di guardare il suo riflesso, si odiava.

Ma l'alternativa era alzare lo sguardo verso l'uomo che lo fronteggiava e, peggio, rispondergli.

-Suppongo baci bene, chi tace acconsente dicono i babbani.- ghignò quest'ultimo -Sai, Draco, non mentivo: li ho davvero studiati molto, i babbani. Soprattutto la Granger, sembra piuttosto brillante per esse-

Fu interrotto dal repentino, seppur silenzioso, spostamento del ragazzo, che avanzò fino a quando la bacchetta del mangiamorte non poté sfiorargli il torace possente.

-La ami, Draco? Sei davvero innamorato di una sporca mezzosangue?- chiese ghignando il mangiamorte.

-La mezzosangue non c'entra. Cosa vuole mio padre?- rispose con un'altra domanda, fingendosi indifferente.

-Prima di tutto vederti... Poi devi portargli un libro molto particolare che prenderai in prestito in biblioteca.-

Draco strinse con forza i pugni, mentre sentiva la rabbia accumularsi ed il respiro farsi pesante.

-Perché?- chiese, ragionevolmente -Ha te come infiltrato, io non gli servo.-

-Non ci arrivi, Draco? Vuole che sia suo figlio il complice principale..- sorrise l'uomo, alzando entrambe le sopracciglia.

-No.-

-Sicuro? Non vuoi neanche pensarci? Potresti pentirtene...-

-Non ho più nulla da perdere.- replicò il giovane Malfoy, con l'aria di uno che intende chiudere lì il discorso.

-Lei.-

Fu tutto ciò che disse il mangiamorte. Non specificò nulla, quel pronome oramai era, nell'abitudine del loro udito, un nome proprio.

Lei.

Poteva perdere lei e, Merlino, se l'avesse persa non se lo sarebbe mai perdonato.

Portò lo sguardo sul mangiamorte che aveva di fronte, provando nel vedendolo ghignare divertito una rabbia che mai, in tutto ciò che aveva dovuto subire, aveva provato.

-Se collaborerai non la toccherò.. e sarà salva anche quando attaccheremo.- continuò l'uomo, fattosi improvvisamente serio.

-Non.. non ti credo.- sussurrò Draco, cercando in lui la serpe d'un tempo. Quella vecchia amica che, in tali circostanza, se la sarebbe semplicemente data a gambe.
Cosa l'aveva cambiato tanto?

Lei.

-La Granger è una delle mie alunne migliori.. la strega più brillante della sua età: molti la definiscono così, per me è la strega più brillante e coraggiosa di tutti i tempi.- esordì Nortab, sospirando sonoramente -Mi dispiacerebbe davvero farle del male, non credi meriti qualcosa di più?-

Lo sguardo del professore ora era fisso negli occhi di Draco, come se veramente stesse parlando nel suo interesse; come se, quella sua minaccia, fosse in realtà un consiglio benevolo. Un consiglio, per proteggerla.

Lei.

Probabilmente l'avrebbe ucciso per quello che stava per dire, ma decise così.

-Lo farò.-

Sussurrò impercettibilmente, abbassando di nuovo lo sguardo sul suo riflesso. L'avrebbe fatto. Infondo, almeno per il momento, doveva solo incontrare suo padre.

-Lucius Malfoy ti aspetta alla Stramberga Strillante. Adesso.- esordì freddamente Nortab, per poi lasciare la bacchetta di Draco ed andarsene. Il congegno magico cadde a terra con un rumore tintinnante, rompendo il riflesso di Draco nell'acqua sul pavimento.

Il serpeverde si prese solo un attimo per riprendersi e cercare di calmare il respiro irregolare, per poi uscire dal bagno sotto un incantesimo che lo avrebbe reso invisibile, per evitare di incontrare Hermione. Raggiunta la Torre di Astronomia, si avviò in volo sulla sua scopa al luogo prefissato per l'incontro con suo padre. Questa volta, non sapeva se sperare che fosse solo oppure no.

Quando entrò nella catapecchia, una strana ansia iniziò a corrodergli lentamente lo stomaco.

Lucius ora sapeva.

Della passaporta falsa.

Delle sue intenzioni.

Di lei.

Cosa gli avrebbe fatto? La punizione della notte precedente sarebbe bastata, o aveva in serbo per lui qualcos'altro?

-Draco.- i suoi pensieri furono interrotti dall'eco scandito di una voce conosciuta -Eccoti.-

-Padre.- rispose, deglutendo sonoramente.

-Non chiamarmi in questo modo.- fece quello, alzando poi la voce -Non dopo tutto quello che hai fatto! Tradire la mia fiducia, tradire il Lord!- gridò, avvicinandosi pericolosamente al figlio.

-Non mi sono pentito.- scandì quest'ultimo, sorprendendosi da solo. Aveva avuto il coraggio di prendere posizione, di fronte ad una figura che aveva da sempre temuto. Come sempre, gli era proibita una scelta, ma almeno aveva deciso da che parte stesse il suo cuore. Perché sì, finalmente qualcuno gli aveva dimostrato che un cuore ce lo aveva anche lui.

-Certo, sei qui per la mezzosangue amica di Potter.. che disgusto. Il mio unico erede, invaghito di una sanguesporco indegna della sua stirpe!- lo sgridò, vedendolo però non abbassare lo sguardo come si sarebbe aspettato.

-Ma sarò di parola, se collaborerai, sarà salva.- aggiunse, invitando il figlio a sedersi.

-Ascolta Draco, ti dirò tutto ciò che dovrai fare...-

***

Avanti, indietro. Indietro, avanti.

Hermione non riusciva davvero a stare ferma, camminava incessantemente per la Sala Comune, gremita di studenti intenti a studiare per l'inizio delle lezioni dell'indomani.

Aveva saltato il pranzo, impiegandone il tempo a cercare Draco, che sembrava scomparso. Avrebbero dovuto parlare con la McGranitt, dirle quello che stava accadendo, cercare una soluzione per Draco.

Waigh si era fatto vivo, quindi non doveva essere stato lui a trattenere il serpeverde. Eppure, continuava a dubitare. Cosa doveva dire il professore di così importante a Draco, da insonorizzare addirittura l'ambiente? La cosa non la convinceva. Fu richiamata alla realtà da un bigliettino incantato che aveva preso a svolazzarle davanti agli occhi.

Lo prese e, titubante, lo lesse.

Ore 21.00. Stanza Delle Necessità.

Diceva solamente questo; chi fosse, poi, era chiaro. Da un lato fu sollevata di sentirlo, dall'altro tesa per quello che le avrebbe detto.
-Vi scrivete anche, adesso? Mitico..- scandì lentamente una voce alle sue spalle, un tono conosciuto.
-Ronald..-

-No, non dire niente. Non voglio le tue scuse.-
-Scuse?! Ronald Bilius Weasley! Noi non stiamo più insieme, sono libera di fare ciò che voglio dei miei sentimenti! Io..-

-Vuoi dirmi forse che quando stavamo insieme non ci fosse nulla tra voi?!- la interruppe bruscamente -Che quando vi ho sorpresi in biblioteca e poi nello spogliatoio, le occhiate che vi lanciavate, vuoi dirmi forse che non mi stessi tradendo?!-

-Mi dispiace..- sussurrò la grifondoro, abbassando il capo da fiera leonessa per non mostrare le lacrime. Era abituata a farlo: tutti la conoscevano come una persona forte e tale voleva continuassero a considerarla.

-E di cosa?- fece sarcastico il rosso, ma con tono più pacato, intenerito dalla sua reazione.

-Non volevo mancarti di rispetto Ron, sul serio. Io.. ti chiedo scusa.-

-E io non accetto le tue scuse, Hermione.- replicò -E non perché non ti voglia bene, anzi io.. io ti amo ancora.. Voglio solo che tu capisca che lui non è adatto a te, che stai commettendo un errore.- disse, spezzando il tono nelle ultime sillabe, come a sottolinearne il disgusto.
Poi restò in piedi di fronte a lei a fissarla con insistenza, quasi stesse aspettandoqualcosa. In fin dei conti, una rispostaccia era sicuro di riceverla.

Hermione, invece, aveva messo in moto gli ingranaggi e la sua mente lavorava sulla dolente affermazione dell'ex-fidanzato. Mille e mille volte aveva pensato fosse un errore, e un migliaio era stato Draco a farglielo presente. Sapevano fosse uno sbaglio, non c'era bisogno glielo ricordasse anche Ronald. Ma, spesso, sono propio le cose sbagliate quelle che non domentichi. Non le scordi, davvero. Rimangono in te, pronte a pesare sulla tua coscienza, pronte a ferirti, a ritornati in mente.
Ma in quel caso, pensò, se non le fossero tornate in mente, ne sarebbe morta.
Dicono che sbagliando s'impari, ma il problema di base era che Hermione non voleva assolutamente smettere di commettere quell'errore.
Alzò fiera lo sguardo sul grifondoro che la fronteggiava, asciugandosi le lacrime e prendendo a fissarlo a sua volta, con una strana forza di convinzione espressa nello sguardo determinato.

Lui, capendo che non avrebbe ottenuto comunque nulla, le voltò le spalle ed uscì furente dalla Sala Comune, dimenticando perfino di salutare la Signora Grassa.

Stava incamminandosi per un corridoio solitamente isolato, dove avrebbe svuotato la sua povera mente, quando una voce lo richiamò.
-Lenticchia.- disse solamente, vedendo il rosso voltarsi e scrutarlo con rabbia evidente.

-Vattene, Malfoy.-

-No, è importante.- insistette il biondo, facendo qualche passo avanti in modo da farsi vedere. Quel corridoio non era illuminato e fuori iniziava a far buio.

-Si tratta di Hermione.- aggiunse a denti stretti, mentre stringeva con forza le mani a pugno.

Ronald annuì perplesso ed insieme entrarono in un'aula vuota, predisposta probabilmente per una lezione di trasfigurazione dati i tanti e strani oggetti disposti sugli scaffali in legno rovinato. Draco insonorizzò l'ambiente.

-Cosa vuoi.- il grifondoro ruppe il silenzio, in una domanda somigliante pressoché ad un'affermazione.

-Devi fingere che non sia successo nulla, in questi ultimi giorni.- iniziò sospirando il serpeverde, mentre stringeva sempre di più i denti; non riusciva neanche a parlare, tanta la rabbia che provava -Tu e tutti gli altri.- aggiunse, annuendo deciso più a sé stesso che al Weasley che aveva di fronte.

-Io.. io le cancellerò la memoria.-

-Cosa?!- irruppe improvvisamente Ronald, sinceramente sorpreso -Se questo è uno dei tuoi stupidi scherzi Malfoy, io giuro che..-

-Non lo è.- lo interruppe repentino il mangiamorte -Allora, sei disposto a tornare con lei?- riformulò, questa volta la sua voce era però leggermente incrinata.

-Perché?- chiese l'altro, non capendo il motivo delle azioni insensate del nemico.

Draco si ritrovò in difficoltà. Aveva deciso di cancellarle la memoria per tenerla al sicuro, lontana da lui. Perché, se avesse fatto altrimenti, lei gli avrebbe impedito di sacrificarsi. Ma ora non poteva di certo venire a dire a Lenticchia che tra poco più di un mese i mangiamorte a avrebbero attaccato Hogwarts di sorpresa!

Eh sì, poco prima Lucius gli aveva fatto un minuzioso resoconto della situazione, in cui erano comprese data e modalità di attacco.

-Con te sarà felice, non voglio che i miei errori pesino su di lei.- rispose infine, decidendo in parte di essere sincero. Il rosso a quel punto spalancò la bocca sorpreso, prima di riscuotersi ed annuire convinto.

-Sono felice finalmente tu l'abbia capito, Malfoy.-

Draco gli disse, con espressione e tono indecifrabili, che l'indomani mattina lei non avrebbe ricordato più nulla delle ultime settimane; poi, praticamente correndo, uscì dall'aula. Andò a rifugiarsi nel bagno più vicino, appoggiandosi alla porta e resporandi affannosamente.

"È per il suo bene." si ripeté "Per lei."

***


Si fecero, più lentamente che mai, le 21.00.


Hermione raggiunse praticamente correndo la Stanza Delle Necessità, fiondandocisi dentro ansimante.

Lo trovò di spalle, come ormai di consueto, rivolto verso una finestra immaginaria. In realtà quella stanza non esisteva, come avrebbe potuto affacciare su un paesaggio?
Gli corse incontro, facendolo voltare di scatto al rumore delle sue scarpe scalpitanti sul pavimento.

-Ha insonirizzato la stanza! Dov'eri finito? Che ti ha detto?!- chiese impaziente, mentre con lo sguardo cercava quello basso di lui.

-Draco..- fu interrotta dalle labbra di lui che, assolutamente in un attimo, si posarono sulle sue.

Si baciarono per un tempo indefinito, sancendo il bacio più lungo che si fossero mai dati. Poi lui le sorrise, facendosi da parte e mostrandole la finestra che aveva immaginato, la finestra che, in una stanza inesistente, mostrava un panorama inesistente. Ma, che importava? Loro due lo vedevano.

-Guarda.- le disse, indicando il panorama di una spiaggia -Il mare...-

-Draco..- provò di nuovo, ma venne nuovamente interrotta.

-Ama così tanto le sue onde che, ogni volta che si avvicinano alla terra, le ritira egoisticamente indietro.- continuò in tono atono, indecifrabile ed assorto.

-Io credo che.. se vuoi davvero bene a qualcuno, tu debba mettere la sua felicità prima della tua.-

E, detto questo, si girò a guardarla. Portandola al centro della stanza.

-Non può andare avanti.-

-C..cosa?- chiese lei, che iniziava a sentire un forte bruciore all'altezza sinistra del petto.

-Hermione, noi non possiamo essere.. non possiamo.-

A quel punto, lei iniziò a sentire le lacrime inumidirle il viso, mentre fissava i lineamenti contratti del serpeverde. Sicura, in cuor suo, che anche lui stesse trattendo le lacrime. Non voleva lasciarla, chissà perché le stava dicendo quelle cose...

-Cosa ti ha detto Waigh? Sa tutto della missione..? Sa di noi? Cosa ti ha detto?!- gli urlò contro, interrotta dai singhiozzi.

-Che devo stare dalla parte di mio padre.- le rispose, tentando di apparire freddo.

-No! No, non puoi! Tu.. Draco ascoltami, puoi salvarti, dobbiamo solo...-

-Ma non posso salvare te!- la interruppe, prendendole le mani -Waigh è un infiltrato di mio padre e se io non.. se non-

-Cosa?! Hai ancora paura di stare dalla parte giusta, di non essere un assassino?!- urlò, infuriata -Lascerai morire un sacco di persone per la tua codardia, vigliacco! Sei solo un vigliacco Malfoy!- invenì, strattonando i polsi dalla sua presa, ma lui non aveva intenzione di liberarla.

Poi, Hermione si calmò e sussurrò più piano -La tua vita vale decine di morti?- gli chiese, abbassando lo sguardo e lasciando scivolare le lacrime sul pavimento.

-La tua sì.- le rispose semplicemente, fissandola triste.
Lei alzò di scatto lo sguardo, riportandolo su di lui incredula.

-Cosa? No! Tu non puoi..-

-Io non posso permettere che tu sia in pericolo, ancora.- finì per lei, avvicinandosi alle sue labbra.

Fu Hermione a baciarlo, con una passione che aveva sempre tentato di celare. Con una forza ed una dolcezza mai riservate a nessuno. Fu quando si staccarono che si accorse di avere, tra i loro corpi uniti, una bacchetta puntata al collo.

Il suo sguardo dolce si tramutò subito in uno di terrore e prese a fissare Draco con aria disperata.

-Cosa vuoi fare?-

-Meriti di meglio, Hermione.-

-Draco, non.. no.. promettimi che non ci diremo addio!-

Lui intanto boccheggiava, cercando la forza di prinunciare l'incantesimo. Strinse gli occhi, quando si accorse di star piangendo. Spostò lo sguardo sul petto di lei, notando la catenina con il ciondolo di sua madre che le aveva regalato; avrebbe dovuto togliergleila, per sicirezza. Ma non ce la fece, non ci sarebbe mai riuscito.
Così avvicinò una mano tremante al ciondolo, prendendolo delicatamente e portandolo sotto la maglia della grifondoro, che lo fissava sconcertata.
Poi spostòlo sguardo da lei, puntandolo in un angolo vuoto della stanza, sperando che non guardandola ce l'avrebbe potuta fare.
Ma Hermione gli preseil mento e lo costrinse a guardarla, con le lacrime agli occhi.

-Draco.. io.. io ti amo.- fece titubante, guardandolo incatenare di nuovo le loro iridi opposte.

Il bene ed il male.

Avrebbe voluto dirle che anche lui l'amava, perché ormai l'aveva capito, l'amava. Ma i principi con cui era cresciuto, ciò che gli era stato insegnato e che si portava dietro come tanti fardelli, non glielo permettevano. Ecco, potremmo usare una chiara mmetafora per descrivere i sentimenti del ragazzo in quel mmomento.
Draco era come una nave caricata di tanti pesi, una nave bucata da più parti da palle di cannone lanciatagli da navi che considerava alleate; ed ora, per riuscire a restare a galla, doveva sganciare i pesi caricati, allegerendo il carino... allegerendo l'anima. Gli mancava solo l'ultimo sacco di sabbia, il più grosso e pesante, ma non riusciva davvero a liberarsene. Eppure, sarebbe stato facile per chiunque altro pronunciare quelle due semplicissime paroline, per chiunque, ma non per lui.

Tuttavia, Hermione lesse tutto l'amore che provava per lei nei suoi occhi; e le andava bene anche così. Non le importava che glielo dicesse, sapeva che l'amava, glielo stava dimostrando anche in quel momento, volendola mettere al riparo dai suoi errori. Portò una mano ad accarezzargli le guance ed asciugargli le poche lacrime che ne alteravano la diafanitá, anche se lei stessa era ormai un fiume in piena.

-Abbassa la bacchetta, ti prego.- sussurrò, tremando quando lui la baciò a fior di labbra.
Le sue labbra erano come le ultime righe di una lettera d'addio.

Infatti, probabilmente lo furono, per il momento.

-Oblivion.- sussurrò Draco, con voce rotta.

Ci era riuscito alla fine, per lei.


·Spazio Autrice·
Ok, probabilmente ora molti di voi (tutti) vorranno avadakedavrizzarmi. Ma fermi! Fatemi spiegare!
Allora, prima di tutto mi dispiace per il ritardo, ma la mia classe ha partecipato ad un progetto per l'isola che mi ha occupato l'intero weekend. In secondo luogo, la storia NON è assolutamente finita, questo "Oblivion" è solo un piccolo (o grande) intoppo..
Mi rendo conto di essere davvero in madornale ritardo, quindi per farmi perdonare posterò domani sera il prossimo capitolo.
Che dire, stellinate e commentate! La settimana scorsa la storia ha perfino raggiunto il 69# posto in FanFiction, mi fa davvero molto piacere e vi ringrazio tutti.
A domani!

Continue Reading

You'll Also Like

12.2K 577 5
COMPLETATO Percy e Annabeth hanno appena sconfitto Crono, sono entrambi follemente innamorati ma non hanno mai avuto il coraggio di dirlo all'altro. ...
89.6K 5.3K 21
Il mio nome è Willow Mellark. Ho 14 anni. Vivo nel distretto 12. I miei genitori sono Katniss Everdeen e Peeta Mellark. La pace è tornata, così pare.
144K 5.5K 17
La vita di Hermione Granger cambia in una sola notte. Tutti i progetti e i sogni per il futuro sono andati in fumo, ma questo nuovo avvenire porterà...
118K 6.5K 104
quando incontri la persona giusta poi è così difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.