Amour masqué

By FrancescaAbeni

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•Primo libro della serie Masked• Marinette e Adrien sono in coppia per una ricerca scolastica. Durante una su... More

!AVVISO!
Cap. 1
Cap. 3
Cap. 4
Cap. 5
Cap. 6
Cap. 7
Cap. 8
Cap. 9
Cap. 10
Cap. 11
Cap. 12
Cap. 13
Epilogo
Recensione su FanfictionIT

Cap. 2

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By FrancescaAbeni

Chat Noir chiuse la finestra da cui, circa un'ora fa, era uscito e annullò la trasformazione, tornando ad essere Adrien Agreste.

Il ragazzo camminò verso la scrivania, guidato dalla luce del monitor ancora acceso sulla bellissima foto di sua madre di quando aveva la sua età, abbandonandosi sulla sedia con un sospiro.

Guardò l'immagine con malinconia, come a chiederle dei consigli, siccome suo padre era troppo impegnato con il lavoro per ascoltarlo, e Nathalie era come un robot al servizio di Gabriel; non aveva nessuno con cui confidarsi.

C'era Nino, ma era pessimo nelle questioni di cuore, basti ricordare quando voleva dichiararsi a Marinette; oppure c'era Alya, ma era la migliore amica di Marinette e sicuramente le avrebbe detto qualcosa.

Marinette.

Tutto si collegava a lei; lei era il motivo per cui era così confuso.

«Che cosa strana l'amore umano.» sospirò Plagg, fluttuando fino a sedersi sulla scrivania, con una fetta di Camembert tra le zampe.
«Io non sono innamorato di Marinette!» esclamò sulla difensiva, accorgendosi solo in quel momento che il suo kwami non aveva fatto nessun nome.
«Le tue azioni e le tue guance non dicono lo stesso.» canticchiò la piccola divinità nera, azzannando il formaggio puzzolente di cui era tanto goloso.

Adrien distolse lo sguardo, sentendo il suo viso riscaldarsi maggiormente.

«Oh insomma! Non fare il finto tonto! Perché vai a trovarla tutte le sere? Perché non smetti di guardare le sue foto? Perché prima ti sei ingelosito quando quell'altro ragazzo l'ha chiamata?» chiese Plagg, fluttuando davanti al naso del suo portatore, punzecchiandogli la punta con la zampa minuscola. «Sinceramente, certe volte mi sembri uno stalker.» aggiunse ridacchiando; adorava far innervosire l'adolescente riguardo queste cose.
«Non sono geloso! È che non mi va a genio Nathaniel.»
«Perché anche a lui piace quella ragazza.»
«Si chiama Marinette.» lo corresse. «E poi, non mi interessa se Nathaniel la chiama. Non sono fatti miei.» rispose girando la sedia, dando le spalle allo spiritello nero. «Io amo Ladybug. Marinette è una mia... amica...» sospirò, sentendo una punta di amaro quando pronunciò quella parola. E lo stalker non sono io!» aggiunse alzandosi, dirigendosi verso il bagno per una doccia rinfrescante che, sperava, lo aiutasse a mettere ordine nei suoi pensieri confusi.
«L'amour.» sospirò Plagg, facendo roteare gli occhi, per poi tornare a divorare il formaggio restante.







Il giorno successivo, Marinette, Alya e Nino stavano ridendo seduti ai loro posti, aspettando l'arrivo della professoressa, quando una voce tremante chiamò la ragazza dai capelli neri, che si voltò di malavoglia.

«Ciao Nathaniel.» lo salutò, cercando di mantenere il sorriso.
«Ciao Mari, mi chiedevo se volessi uscire con me questo pomeriggio.» chiese rosso in viso, raggiungendo quasi la tonalità dei suoi capelli.
«Nathaniel, ne abbiamo già parlato...» rispose ricordando la risposta che, dopo che Chat Noir se n'era andato, gli aveva inviato via messaggio.
«Non riesci a trovare un buco per uscire con me?»
«Non posso, sono impegnata, te l'ho già detto.» esclamò, trattenendo l'esasperazione.
«Cosa devi fare? Forse ti posso aiutare.» propose, accarezzandole la guancia.

Marinette s'irrigidì al tocco, allontanandosi dalla mano del suo compagno di classe.

«I-Io...»
«Lei deve studiare con me.»

I quattro si voltarono verso la porta e videro Adrien con un sorriso innocente, che nascondeva la rabbia, stampato sul volto. «Oggi avevamo intenzione di iniziare la ricerca. Non dirmi che te lo eri dimenticato, Mari.» aggiunse scandendo bene il soprannome, sedendosi al suo posto e tenendo gli occhi su quelli del rosso in uno sguardo di finta gentilezza.
«È-È vero. Dobbiamo preparare la ricerca.» esclamò come se si fosse realmente dimenticata, cercando di nascondere la sorpresa.

A salvarla da altre domande imbarazzanti fu l'arrivo della professoressa, che salutò gli alunni con un caloroso "Buongiorno".

Finito l'appello, mentre Madame Bustier scriveva alla lavagna, Adrien posò un biglietto piegato in quattro parti sul banco di Marinette, che lo aprì incuriosita.

"Finita la scuola ci troviamo in biblioteca per la ricerca ;)"

Lo smile in fondo alla frase lo rendeva più speciale. Quel fogliettino lo avrebbe sicuramente attaccato al diario.

Gli rispose, su un altro bigliettino, disegnando un pollice alzato e scrivendo:

"Ok. Grazie per prima^^"

La ragazza lo lanciò e finì in parte al quaderno dell'amico che, appena lo lesse, si voltò verso di lei, rispondendo con un sorriso a trentadue denti e lei non poté che fare lo stesso.






«Qualcuno qui ha fatto tombola.» canticchiò Alya, indicando Adrien, che stava parlando con la professoressa di chimica di un progetto che aveva preparato.
«Magari tu avessi ragione.» sospirò. «Invece con Nathaniel non so più che fare.» aggiunse esasperata, appoggiandosi alla spalla dell'amica.
«Non ha ancora accettato la friendzone. Secondo me dovresti dargli ancora un po' di tempo, poi smetterà.»
«Sì, ma è da tre mesi che questa storia va avanti. Tre mesi! E la situazione peggiora di giorno in giorno.» rispose, abbracciando la mora, in cerca di conforto.
«Ehi, Mari.» la chiamò Nathaniel, avvicinandosi a loro.
"A parlare del diavolo..." pensò lei, sciogliendo l'abbraccio. «Ehi, Nathaniel.»
«Tutto bene?» chiese mentre le guance gli diventarono rosse.
«Contando il fatto che me l'hai già chiesto all'inizio dell'intervallo -cioè cinque minuti fa- e che non è successo nulla da allora, direi che sto bene... ancora...» disse con monotonia.
«Bene... Ti volevo chiedere se potevo fare qualcosa per te, se ti serviva qualcosa.» esclamò con gli occhi che si illuminavano, sperando che la corvina potesse passare anche gli ultimi dieci minuti con lui.
«Grazie, ma non ho bisogno di niente.» ridacchiò nervosamente, volendo restare da sola con Alya.
«Sicura?»
«Marinette, Alya, potete venire qua un attimo?»
"Salvata dalla professoressa." pensò con un sospiro. «Scusaci Nathaniel, ma ora dobbiamo proprio andare.» rispose afferrando l'amica per un polso e trascinandola verso Madame Bustier, lasciando il rosso davanti alla panchina su cui erano sedute.





La campanella della fine delle lezione suonò, e tutti gli studenti uscirono dalle loro classi, diretti verso casa o altri posti in cui avrebbero incontrato i loro amici.

Nino e Alya, con i loro rispettivi compagni di classe –tranne che per Chloé e Sabrina–, dopo aver salutato Adrien e Marinette, uscirono dalla classe, lasciandoli soli.

I due camminarono verso la biblioteca, parlando, e balbettando nel caso di Marinette, della giornata scolastica trascorsa, delle foto fatte ieri pomeriggio durante il servizio fotografico del biondo e delle serate passate in compagnia di un felino nero dell'altra.

«Come ti sembra Chat Noir?» domandò Adrien, sedendosi accanto alla sua compagna. «Il fatto che viene a trovarti quasi tutte le sere lo trovo gentile da parte sua.»

Il modello trattenne le risate e il fatto di voler lusingare il suo alter ego; stava parlando di se stesso, infondo.

«Non dico il contrario, ma certe volte compare nel momento sbagliato: quando sto facendo i compiti, quando disegno, quando sto per dormire, quando ho appena fatto la doccia...» rispose contando sulla punta delle dita.

"Quello sì, che è stato un brutto momento... Ma non molto, infondo." pensò l'altro, ricordandosi di quando l'aveva vista in intimo e, certe volte, l'immagine si quel momento gli appariva diverse al giorno. Una cosa davvero imbarazzante ed eccitante, doveva ammetterlo.

Accorgendosi di cosa stava pensando, agitò la testa, senza farsi vedere dall'amica, che aveva finito di elencare.

«Ma tutto sommato mi fa compagnia e lo apprezzo.» aggiunse la ragazza, sorridendo, notando un velo rosa sulle guance del modello, che la guardava con lo stesso sorriso.
«D-Direi di i-iniziare la-la ricerca.» balbettò alzandosi di scatto, indirizzandosi verso la sezione "Letteratura".

"Quant'è carino! Mi ha sorriso!" pensò cercando di trattenere un urlo d'entusiasmo. "Diventerà il padre dei miei figli!"

«Tutto bene, Marinette?» chiese Adrien sbucando in parte a lei, spaventandola.
«Ehm... S-Sì, stavo cercando qualcosa su Hugo.» aggiunse prendendo il primo libro che trovò, per poi porgerlo al suo amico, che lo prese e lesse il titolo.
«Ed io che ho sempre creduto che Victor Hugo fosse maschio.» scherzò, guardando l'adolescente divertito.

Marinette spiò il nome del libro che aveva preso: "Madeleine de Souvré"

«Ma che...?» esclamò sorpresa, facendo ridere Adrien, mentre lei arrossì, sorridendo al suono della sua risata e per l'ennesima figuraccia che aveva appena fatto davanti a lui.

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