⚠️OLD VERSION- The price of b...

By tresorartist

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Potete trovare la nuova versione aggiornata ed estesa sul mio profilo: The price of being young ^^ TRAMA Kai... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Messaggio per il lettore
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Chiacchiere da salotto
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Ringraziamenti e novità
Novità!

Capitolo 12

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By tresorartist



Quando la luce del nuovo mattino fece capolino, io non avevo ancora compreso i miei sentimenti. Non ero riuscita a dormire a forza di rimuginare e quel mio sacrificio fu vano poiché non ero giunta ad una vera conclusione. Tuttavia, in mezzo a quel mare di dubbi ed incertezze, ci fu qualcosa che mi insospettii: la gelosia. Durante la cena non avevo smesso per un secondo di guardare infastidita Dion ed Elise flirtare. Mal sopportavo le attenzioni che lei rivolgeva a lui ma più di ogni altra cosa, odiavo quando Dion le rispondeva. Oltre a ciò, c'era da aggiungere che in quel primo giorno di vacanza non avevo mai pensato a John o sentito la sua mancanza. Forse era troppo presto per provare dei sentimenti nei suoi confronti o forse questi erano degli indizi sulle mie vere emozioni. Quando mi decisi ad uscire dal letto per fare colazione, mi accorsi che la casa era silenziosa. Guardai l'orologio elettronico fissato al muro della mia stanza. Erano le sei del mattino, un orario davvero inusuale per i miei standard. L'aver dormito tanto in spiaggia e poi la sera a letto presto pur di non vedere le due coppiette, beh aveva scombussolato il mio orologio biologico. Con le infradito rosso ciliegia scesi silenziosamente le scale, decisa a farmi una colazione coi fiocchi. Rimasi tuttavia bloccata quando entrando nella cucina il mio sguardo si scontrò su una schiena ampia dalla vita stretta e da quelle fossette di venere irresistibili. Mi morsi il labbro.

Cavolo bisognava sempre trovarsi, appena alzata, con quella visione davanti agli occhi...

Dion si girò e i nostri sguardi si incontrarono nuovamente. Un brivido mi percorse tutta. Piegò le labbra perfette in un sorriso sbieco

<< Buongiorno >>

A quel suo modo di fare il mio cuore rispose con una piccola capriola << 'Giorno >> mormorai intimidita.

<< Fame? >>

A quella domanda il mio sguardo scivolò verso le uova strapazzate e il bacon nella padella che aveva in mano. Il mio stomaco rispose per me.

Ridacchiò << Preparo anche per te >>

<< Grazie >> balbettai mentre con la mente decidevo i mille modi per sotterrarmi.

<< Di niente >>

Per un po', l'unico suono fu l'olio che friggeva e in quel silenzio mi appagai della sua visione ai fornelli. Non potei non rivivere il passato quando, da più piccola subito dopo scuola, mi rifugiavo nell'appartamento che ora consideravo anche mio.  Il rumore dei piatti mi fece risvegliare dal ricordo. Guardai con ammirazione il bendidìo che aveva cucinato Dion. Sorrise.

 << La tipica colazione Americana >> mormorò aggiungendo un bicchiere di arancia per entrambi.

Ridacchiai << Anche a Londra è così >>

Mise il broncio << Per favore non mi rovinare il momento >>

Scoppiai a ridere forte e il suo sguardo si addolcì. Lo guardai a mia volta, spiazzata dal suo radicale cambiamento.

<< che c'è? >> mormorai imbarazzata.

Scosse la testa << Mi mancava la tua risata >> sussurrò poi.

Arrossii vistosamente mentre sentivo il mio cuore battere ancora più forte nel petto. Cercai di concentrarmi sul sapore delle uova ma era difficile con lui che continuava a fissarmi. All'improvviso decisi di prendere coraggio.  Deglutii nervosamente e sollevai il capo nella sua direzione. 

 << Senti riguardo a l'altro ieri .... >>

Sbatté le ciglia folte e mi regalò un sorriso degno di un Dio. << Sì? >>

Feci un sospiro. Okay, puoi farcela! Sollevai lo sguardo e incrociai quello suo.

<< Io credo .... >>

<< Ah siete svegli anche voi ! >> ci voltammo di scatto.

Elise era lì con un vestitino leggero, bianco e con un sorriso smagliante. Anche senza un filo di trucco sembrava bella come non mai. Ma solo io quando mi svegliavo sembravo Yzma delle follie dell'imperatore?! Guardò i nostri piatti con libidine.

 << Ho fame ... posso averne un po' ? >>

Dion mi lanciò una rapida occhiata prima di rivolgersi a lei << Certo >>

Trattenni uno sbuffo. Era sicuro: Non sarei mai riuscita a parlare da sola con lui.

<< Uuh uova ! >> mormorò Elise sedendosi sulle ginocchia di Dion.

Senza chiedere il permesso, e sapevo quanto Dion lo odiasse, prese la sua forchetta addentando un pezzo di bacon. Sentii un grande moto di fastidio pungermi come fuoco vivo, ma rimasi lì, muta senza fare nulla, concentrandomi solo nel cibo del mio piatto. Con la coda dell'occhio vidi Dion sussultare prima di lanciarmi uno sguardo penetrante. Feci un sospiro e continuai a mangiare in silenzio, cercando di ignorare i mormorii soddisfatti che faceva Elise. Con che faccia faceva queste cose d'avanti a me? insomma non si sentiva in imbarazzo?! Finii velocemente la colazione, quasi mi strozzai, tutto pur di evitare la scenetta difronte a me, e portai il piatto nel lavandino.

<< Vado a finirmi di preparare >> borbottai regalando alla coppia un'occhiata in tralice.

Elise annuì senza mai distogliere lo sguardo da Dion, rimanendo con il braccio intorno al suo collo. Storsi la bocca. Appena feci per andarmene venni chiamata. D'istinto mi girai maledicendomi subito dopo. Dion con poco garbo cacciò via Elise dalle sue gambe così da permettergli di alzarsi. Non potei negare che provai un senso di sollievo misto a piacere a vedere la sua irruenza nei confronti di lei. Con la sua solita andatura decisa e fiera si avvicinò a me con brevi e precisi passi. Sentii le mie braccia farsi sempre più molli quando nei suoi occhi lessi una intensa luce passionale. Si portò i capelli all' indietro con fare nervoso.

<< Sembra che non riusciamo mai parlare >> borbottò esasperato.

Mi limitai ad annuire ancora imbambolata per il fatto che avesse pensato la mia stessa cosa. Mi scoccò un sorriso di sbieco.

<< Spero che stasera potremo farlo... >> sussurrò come se quella frase contenesse mille promesse.

Sussultai e mi maledissi quando nuovamente il mio cuore tremò. Mi stava chiedendo esplicitamente se volevo chiarire con lui. Finalmente una via di fuga.

<< Okay >>

Mi sorrise raggiante prima di ritornare in cucina. E mentre fissavo la sua schiena, non potei trattenere a lungo il sorriso che iniziò a fiorire sulla mia bocca. Sì oggi avremo parlato .....


Quella seconda giornata sembrò prospettarsi molto meglio della precedente. Innanzitutto, ricevetti la chiamata di Shyla ed a quanto pareva, si stava divertendo molto. Il perché non era difficile da immaginare. Il secondo motivo fu che finalmente potei raccontargli le novità.  Scoppiai a ridere, quando iniziò a dire una sfuriata di parolacce contro la sorella. Shyla rimaneva una forte sostenitrice della coppia "Dion-Kaila" e nessuna, nemmeno Elise, doveva distruggere quella sua visione. Aver parlato con lei mi rese di ottimo umore e mi aiutò anche a capire meglio i miei sentimenti già troppo confusi. Quando le luci del crepuscolo iniziarono a sbocciare si decise di fare un barbecue con dei frutti di mare. La spiaggia di sera era davvero fantastica specie perché la passai a chiacchierare allegramente con tutti loro. Falò, mare, amici era ciò di più bello che si potesse avere.

<< Ti va di fare una passeggiata ? >>

Un sorrisino mi sbucò a quell'invito di mio fratello verso la mia amica. Lucy si umettò le labbra, annuendo poco dopo. Il mio sorriso si allargò. Tate si alzò e lei prima di seguirlo mi fece un sorrisetto felice. Alzai i pollici augurandole mentalmente buona fortuna. Quando distolsi lo sguardo dalla coppietta mi accorsi, solo allora che ero rimasta da sola con Dion. Elise, era salita poco prima a farsi la doccia e quella fu una vera fortuna. Quella era l'occasione che speravamo entrambi e non potevamo buttarla dentro al cesso. Aprii la bocca ma la richiusi subito dopo.

<< Vado a fare i piatti >> dichiarai infine.

Sul serio Kaila? dopo tutto questo ?!.

Lui annuì. << Ti serve una mano ? >>

Guardai i bicchieri e le pinze, le uniche cose che dovevo lavare. Sospirai. Non potevo certo dopo quella mia uscita dirgli "Sì grazie". Maledizione Kaila perché sei così imbecille?!

Mi strinsi nelle spalle << Non ti preoccupare >> sussurrai abbassando lo sguardo.

<< Non è una preoccupazione >> disse deciso.

Alzai gli occhi e incrociai quelli suoi trafiggermi. Arrossii fino alla punta dei miei capelli.

<< Grazie >> balbettai.

Sorrise in un modo da rendermi ancora più nervosa e imbarazzata e sì anche così fragile.

<< Di nulla Kai >> mormorò chiamandomi con quel nomignolo che usava quando ero più piccola. Risentirlo mi mandò letteralmente in corto circuito.

Ci alzammo raccogliendo in un tacito silenzio i bicchieri.

<< Prego >> disse facendomi entrare dentro casa.

Accennai un sorriso << Grazie >>

Oh avrei ripetuto per tutta la sera "Grazie" o il mio vocabolario conteneva altre parole?!

Raggiunta la cucina posammo la roba nel lavandino. L'imbarazzo era palpabile, specie perché entrambi non sapevamo come comportarci con l'altro. Dovevo dire qualcosa che non fosse solo "grazie".

<< Come ci organizziamo? >> chiese poi lui con un sorriso sbieco, ansi con "IL" sorriso.

Accennai a mia volta un sorriso << Io lavo e tu asciughi >>

<< Okay, boss >>

Ridacchiai e la cosa sembrò renderlo felice, perché mi regalò un sorriso così brillante da rendermi quasi cieca. Fu proprio in quel momento che il mio cellullare, che avevo lasciato per tutta la sera sull'isola della cucina, suonò. Dion mi lanciò un rapido sguardo divertito prima di allungare il braccio per prenderlo. Fu un attimo. Forse qualche secondo o forse anche meno, ma tutto cambiò. Non lo capii nell'immediato però intesi subito, dalle sopracciglia aggrottate, che c'era qualcosa che non andava.

<< Tieni >> disse e il suo tono acido mi lasciò scossa.

Scossi la testa << Lascialo lì, richiamerò dopo >>

Non potevo perdere tempo al telefono, chiunque fosse, non dopo che eravamo finalmente da soli. Lo guardai di sottecchi senza poter scacciare quella stretta allo stomaco.

<< Okay >> mormorò infastidito.

Lo posò con noncuranza sul tavolo e senza degnare di uno sguardo si allontanò di vari passi da me. Il cellulare squillava ancora ma in quel momento volevo solo che tacesse. Non capivo. Non riuscivo a comprendere cosa fosse successo. Perché non mi guardava negli occhi? Perché all'improvviso sembrava volesse prendere le distanze? Aggrottai le sopracciglia.

<< Non mi dai una mano? >>

<< C'è poca cosa da fare >> mormorò severamente << puoi farlo da sola no? >>

Lo guardai allibita. No. Non riuscivo proprio a capire quel cambiamento repentino.

<< S...sì >> balbettai.

<< Bene >> sibilò senza aggiungere altro.

Con le spalle rigide e con i pugni ancora chiusi si voltò, chiudendo bruscamente ogni tipo di conversazione. Allibita, lo fissai andare via di gran carriera, senza sapere formulare un pensiero.

<< Dion... >> sussurrai mentre guardavo la sua schiena diventare un puntino lontano.

Strinsi le mani e le nocche sbiancarono. Maledizione che cosa era successo?!

Il cellulare, nel frattempo, non si era per nulla azzittito. Incessantemente continuava a suonare proprio come una vera spina nel fianco. Infuriata con lui per essere stato la causa e forse il movente della "non-chiacchierata" lo presi e per poco non lo feci sbattere a terra. Non potevo per varie ragioni. La prima, la più ovvia, perché se lo avessi fatto, avrei realizzato nell'immediato, quale errore madornale avessi appena compiuto. La seconda ragione, la meno ovvia, fosse che nell'attimo in cui stavo per eseguire il tremendo gesto (povero cellulare e povere mie tasche) il mio occhio lesse nel display. Mi congelai all'istante. Abbassai il braccio e rimasi, per qualche altro secondo, incerta a guardare la mia mano chiusa, prima di decidermi a rispondere.

<< Pronto ? >>

<< Hey ! sei sparita ! >> mi accusò John come se volesse rimproverarmi ma dal tono che aveva capii che non era per nulla arrabbiato.

<< Hey John scusa >> mormorai nervosa senza riuscire a capire davvero perché dovevo scusarmi << Sono partita >>

<< Come sei partita? >>

<< Sì, un viaggio con mio fratello ed amici... >>

<< Sei andata per caso alle Hawaii a ballare la hula, hula per caso? >> chiese divertito << Perché in questo caso pretendo che poi balli di fronte a me >>

<< No, niente Hawaii... sono ancora qui >> deglutii << O meglio, sono ancora qui a San Francisco ma al mare.... >>

<< Ah ! allora mi sento offeso per non avermi invitato nella tua piccola combriccola >>

Feci un piccolo respiro mentre il senso di colpa mi stava attanagliando. Non tanto per non averlo invitato ma quanto più per la sensazione di ingannarlo, in qualche modo.

<< Mi dispiace >> sussurrai

Lui scoppiò a ridere << Kaila sto scherzando! >>

<< Ah >>

<< Ti stai divertendo? >> chiese poi.

Annuii. Alzai gli occhi al cielo quando mi ricordai che lui non poteva aver visto la mia risposta.

<< Sì ... qui è molto bello >>

<< Allora ti dovrò poi portare nella mia casa al mare ... ti piacerebbe un sacco >>

Feci una smorfia << Non ne dubito >> scherzai.

Lo sentii ridere piano << quando ritorni dalla tua fuga? >>

Trattenni il respiro << Domani >>

<< Ci vediamo? >>

La sua semplice domanda implicava in realtà un'altra questione: Ci saremmo rivisti ancora oppure la cosa si chiudeva qui? Chiusi gli occhi trattenendo il respiro. Sembravo fredda alle mie stesse orecchie e non era giusto. Avevo iniziato ad intuire finalmente cosa provassi veramente e lui doveva saperlo.

<< Sì >> sussurrai infine.

Fece un sospiro sollevato proprio allo stesso istante in cui lo feci anche io, solo che al differenza del suo, il mio era dato dall'impazienza.

<< John ti richiamo più tardi >> dissi sbrigativa << ora devo andare >>

<< Okay, ci sentiamo Kaila >>

<< Sì, ci sentiamo >>

Quando attaccai ebbi una consapevolezza. Avevo capito la ragione del cambiamento di Dion. Non era per qualcosa che avessi fatto io personalmente, aveva semplicemente letto il nome di John e aveva presupposto che si trattasse del tipo con cui ero uscita. Era geloso e la cosa mi faceva piacere anche se avrei preferito che parlasse e non reagisse da offeso. Ridacchiai tra me e me.

<< Che cretino >> ...Già ma era un cretino che mi piaceva.

Sospirai e guardai il marmo bianco del ripiano della cucina. Era inutile negarlo ancora. Era altresì inutile ignorare ogni minimo segnale. Ero gelosa di lui e ogni volta che ci vedevamo sentivo un magnetismo difficile da combattere. Mi piaceva e anche se mi aveva ferito in passato e anche se avevo paura di essere ferita di nuovo non potevo fuggire come una codarda. Forse la vecchia Kaila lo avrebbe fatto o forse no. Ma non ero in grado di evitare ciò che sentivo. Mi morsi il labbro con il cuore in gola.

Sì, non potevo.

Salii velocemente le scale in vetro con molta meno delicatezza di quanto invece facessi ogni volta che ci salivo. Sentivo l'adrenalina, che mi scorreva nelle vene, solleticarmi piacevolmente. Questa volta avrei detto tutto. Tutto ciò che pensavo e provavo. Mi sarei esposta e gli avrei fatto capire che al di là di quello che pensava su John e su di me, era sbagliato, perché io volevo lui. Mi ritrovai infine difronte alla sua porta e tutto il mio corpo tremava. Sembrava che volesse esplodere da un momento all'altro per il desiderio di dirgli ciò che provavo. Sorrisi come un'ebete mentre alzai il pugno per bussare. Fu proprio in quel preciso istante che la porta si aprì.

Dion era lì. Bellissimo, di quella bellezza che riesce a spaventarti ma che allo stesso tempo affascina e che ti trascina con sé. Il sublime vero e proprio. I suoi occhi azzurro ghiaccio sgranarono leggermente senza curarsi della ciocca che gli era finita sopra ad uno di essi. Per un secondo mi appagai di quella visuale per l'altro secondo mi ricordai della ragione che mi portava lì.

Sussultò << Kaila >> mormorò sorpreso di vedermi.

Aprii e dischiusi la bocca senza sapere da dove cominciare. Avrei potuto iniziare con un: "Ti sei sbagliato, non è come credi, perché a me piaci tu" oppure da "Sono stata una sciocca e mi dispiace non averlo capito e di averti ferito ma non posso negare ciò che provo per te" ...

Avanzai verso di lui di un passo << Ti devo parlare >>

Ecco forse era meglio...

Fece una smorfia, come se la cosa non lo rendesse contento.

<< Mi devi dire qualcosa riguardo al tuo ragazzo? >> sibilò

Scossi la testa velocemente << Non stiamo insieme >> dissi mettendo in chiaro ogni cosa.

Mi osservò a lungo << Ma ti ha chiamato >>

<< E allora ? non vuol dire che mi ci sono fidanzata >>

Mi appariva stupido spiegare questo, ma con lui tutto era possibile....

Aggrottò le sopracciglia << E allora di cosa vuoi parlare ? >> chiese divenendo subito interessatissimo alla cosa.

Arrossii vistosamente mentre sentivo alle mie stesse orecchie il martellare incessante del mio cuore.

<< Io...  io credo che tu mi piaccia >> balbettai.

Non era certo un granché rispetto a quello che mi ero prefissata, ma il concetto almeno era chiaro. Sgranò gli occhi totalmente sorpreso delle mie parole. Rimase in silenzio e io volevo spiegargli bene ma non ci riuscii.

Le sue labbra si fiondarono sulle mie senza che io potessi davvero capire cosa stesse succedendo. Ero impreparata ma il suo tocco echeggiò subito in tutto il mio corpo. Portai le miei mani intorno al suo collo e lo spinsi sempre di più su di me. La sua lingua incontrò presto la mia e come sempre riuscivano i suoi baci, un gemito mi sfuggii.

<< Dion? quanto ci metti?! >>

Ci immobilizzammo all'istante. Quando staccai la mia bocca dalla sua e i miei occhi incrociarono quelli suoi. Un lampo li illuminò. Sentii dentro al petto un lieve colpo. Fu come un terremoto: Dall'epicentro le onde sismiche si diffusero radialmente tutto intorno fino ad arrivare al mio cuore. Con forza, forse più di quanto immaginavo avessi, lo spinsi via da me guardandolo con sguardo vacuo.

<< Kaila aspetta >> iniziò lui avvicinandomi una mano ma che allontanai di scatto.

Non era possibile che ci fossi ricaduta una seconda volta...

<< Kaila ascolta >> supplicò .

Lo osservai con disgusto. << Mi hai baciato, quando avevi Elise ad aspettarti in camera?! >> sibilai dura.

Cazzo non era passata neanche mezz'ora da quando ci eravamo separati in cucina.....

Sul suo viso perfetto passò un'espressione tormentata << Aspetta .... Fammi spiegare pensavo che tu stessi con quello ... >>

<< E questo ti da il diritto di scoparti subito un'altra ?! non hai pensato prima che so di parlarne con me?! >> sbottai.

<< Dion? che succede? >> urlò nuovamente Elise << Con chi parli? >>

Dai rumori della stanza capii che si stava avvicinando ed io non avrei potuto sopportare di vederla, non in quel momento. Scossi la testa disgustata. Non ci potevo credere. Ci ero cascata con tutte le tasche una seconda volta.

<< Kaila, ti prego >> sussurrò con occhi pieni di trasporto.

Guardai quel colore azzurro – ghiaccio e scossi la testa piena di ribrezzo. Stavo mandando a fanculo una possibile e sana relazione con un uomo bellissimo e dolcissimo per uno stronzo come lui, ma cosa diavolo mi passava per la testa?!? Dovevo essere davvero matta per farlo!.

<< Non dire altro Dion, è colpa mia non dovevo pensare che ci potesse essere qualcosa tra noi >>

Una luce pieno di disperazione colpì il suo viso. << Aspetta Kaila non è così tra noi ci può ... >>

Scossi la testa mentre ricacciavo indietro le lacrime << Dion hai confermato nuovamente che su di te io non potrò mai farci affidamento >> mormorai abbassando lo sguardo << Dimenticati di questa conversazione Dion, dimenticati di me>>

<< Kaila ti prego >> esclamò lui.

Scossi nuovamente la testa e mi allontanai da lui e da tutto ciò che rappresentava. Gli avevo donato nuovamente il mio cuore e nuovamente lui l'aveva spezzato. Ma ero stanca di soffrire per lui. Ero stanca di lui. Tutto doveva finire con la stessa facilità di come quando si strappa una pagina da un libro. E io avevo appena strappato quella raffigurante il nome di Dion.

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