Era passata una settimana dal matrimonio.
Una settimana da quando mi aveva regalato la serata più bella della mia vita.
Questo era il mio primo giorno in ospedale dopo il fattaccio.
Avevo chiesto a Matt di entrate separati, mi ero fatta lasciare un isolato prima dell'entrata. Non volevo dare nell'occhio. Già le voci che circolavano su di noi erano abbastanza insistenti.
A Matt invece non importava molto. Questo mi spaventava, speravo dovendoci lavorate a stretto contatto che almeno un po' si sarebbe regolato.
Camminai veloce prima di raggiungere l'entrata.
Con la coda dell'occhio vidi che lui era ancora poggiato alla sua moto intento a usare il suo cellulare.
Poi capii il motivo.
-Buongiorno splendore stavo pensando al magazzino che fa angolo al secondo piano, sai quello dimesso che non usiamo quasi mai... credo che potrebbe tornare utile!-
L'ambiente si era improvvisamente surriscaldato. Come poteva bastare un singolo messaggio per farmi sentire così febbricitante di lui?
Mi stava distraendo.
Entrai a passo spedito.
Senza neanche rendermene conto timbrai il cartellino e corsi a cambiarmi.
Rispetto agli altri giorni era decisamente presto.
Entrai nello spogliatoio quasi deserto per cambiarmi.
Aprii l'armadietto, al cui interno depositai le mie cose, prima di prendere la divisa.
Chiusi l'anta dell'armadietto.
-Ei!- disse con voce cupa.
Per lo spavento andai a sbattere agli armadietti dietro.
I suoi occhi grigi erano su di me.
Il mio cuore batteva all'impazzata.
Infilò la sua lingua dentro la mia bocca, poco dopo le sue mani finirono sotto l'elastico delle mie mutandine.
Cercai di fermarlo.
Ma mi uscirono solo strani mugolii ,le sue labbra erano ancora su di me e mi impedivano di parlare.
Mi spinse facendo muovere gli armadietti dietro di me e provocando un po' di frastuono.
Ero in mutande davanti a lui.
Da un momento all'altro sarebbe potuto entrare qualcuno.
La sua mano si spostò sulla mia natica e mi spinse a se per farmi sentire la sua erezione che spingeva contro i suoi Jeans.
-Matt!- mi dimenai mentre mordicchiava il mio collo.
L'altra sua mano si faceva sempre più vicina al mio punto più vulnerabile.
-Ti prego se arriva qualcuno, ti ho chiesto di lasciarmi in pace almeno in ospedale.- mi lamentai.
Lui sembrava non sentirmi.
Ero stata categorica, potevo giocarmi la carriera se qualcuno ci avesse beccati.
-Allora fatti trovare nella pausa pranzo nel magazzino, e ti prometto che mi comporto bene.-
Mi fissò negli occhi.
La sue dita lentamente stavano per varcare la soglia del mio bottone pulsante.
-Te lo prometto, lo giuro!- dissi dun fiato.
Lui sorrise contento per aver vinto la sua battaglia, e esitante mi lasciò andare, dopo avermi baciato la fronte.
-Ci si vede in reparto Wolfe-
Uscì.
In quell'istante mi sentii come una preda lasciata agonizzante dal suo predatore.
Fortunatamente nessuno poteva assistere al mio stato
Ero tornata al mio reparto. Mi stavo affezionando a tutti anche a Lenner, per cui Matthew non aveva una particolare simpatia, ma con me si era sempre comportato bene.
Quella mia amicizia peró percepivo che riusciva a infastidirlo, non voleva che Lenner si approfittasse di me.
Ero grande abbastanza per prendere da sola le mie decisioni.
In quel momento mi scontrai con George.
Il più delle volte ci evitavamo, come in questo caso.
Non mi guardava nemmeno in faccia, non lavorava neanche più con Matthew.
Una parte di me lo capiva, ci era rimasto male lo avevo deluso.
Quella situazione di tensione però non aiutava.
Entrai nella stanza della signora Lyop e mi scontrai contro il suo petto.
-Matt!- dissi piano.
Poi mi accorsi degli altri medici.
-Mi scusi, non l'avevo vista.-
Per un'istante sorrise, poi si spostò per farmi passare.
-Prego!- disse.
Bravo il mio Matt, almeno era un uomo di parola.
Entrai nella stanza.
Dovevo cambiare il catetere e l'ago canula alla signora.
Il che significava armarsi di tutta la pazienza possibile.
Oltre a non avere vene, infatti si lamentava in continuazione.
Aveva già iniziato nonostante non l'avessi neanche toccata.
-Signora Lyop, cerchi di stare tranquilla, così farò in fretta e la lascerò tranquilla.-
Le dissi, consapevole che con sarebbe successo.
-Signora Lyop!-
La signora, poco prima moribonda e dolorante si rianimó.
Alzai gli occhi al cielo.
Lui e il suo fascino.
Ora avrei potuto prenderlo in giro anche io, così avrebbe dovuto lasciare perdere i miei vecchietti.
Eravamo pari!
-D-dottor White!- cinguettó.
Matt mi allungò la miracolosa scatola infrarossi che permetteva di trovare le vene. Non ce la lasciavano usare. Almeno prima della laurea. Dovevamo imparare a cavarcela in qualsiasi situazione.
Matt mi aiutó molto.
Soprattutto perchè riuscì a distrarre la signora che non si lamentó quasi mai.
Sostituito l'agocanula.
Fissai il catetere, e chiusi il circuito attaccando la busta delle urine.
Fatto.
-Ha visto, abbiamo finito. Era in ottime mani.- concluse Matt.
La signora sorrise.
-Grazie dottore. Grazie anche a lei!-
Si rivolse a entrambi.
Sapevo che mi aveva ringraziato solo per far piacere a lui.
La sistemai e poi uscii dalla stanza portando con me il carrello.
Pensavo che in quanto medico, Matt si sarebbe annoiato a vedere quelle procedure invece era stato lì al mio fianco, tranne durante l'igiene, anche se ci avrei scommesso una mano che quella vecchietta avrebbe gradito la sua presenza anche in quel caso.
-Grazie!- gli dissi.
Lui alzó le spalle.
Mi fissò intensamente.
-Avrò una pausa pranzo davvero interessante, non volevo che qualche vecchietta ti guastasse l'umore!- disse poi.
Mi fermai, per vedere se qualcuno avesse ascoltato.
Lui si voltó.
Lui mi guardó di sottecchi e poi rise.
-In effetti sarei preoccupato anche io al posto tuo.-
Sapevo che si riferiva quello che aveva in mente di fare.
Per il resto delle ore limitò i suoi contatti con me.
Ogni tanto mi passava accanto sfiorandomi impercettibilmente.
Sembrava stesse marcando il territorio.
Fortunatamente non pagai troppo caro il prezzo di lavorare con Lenner.
Dopo aver finito i miei giri mi fiornai nella stanza di Claudia. Mi faceva piacere vederla anche se avevo paura di parlare con lei, mi sentivo in colpa per non aver ancora parlato con Alex. Sapevo quanto ci tenesse.
-Ei!- dissi.
Lei sollevò lo sguardo verso di me e parte della sua faccia fu coperta da un sorriso.
Le varie ecchimosi stavano migliorando.
La cosa mi sollevò.
Poi mi fissò e capii che mi avrebbe chiesto di lui.
-No, mi dispiace non l'ho ancora sentito.- ammisi.
Mi ritrovai la sua mano sulla mia.
-Ti evo, hiedee un osa- disse con voce flebile.
Accarezzai il dorso della sua mano.
Le allungai un blocco di carta e una penna.
Non è stato lui a ridurmi così. Si era drogato è vero. Ma era già fuori uso quando loro sono arrivati e se la sono presa con me.
Lessi quelle parole di nuovo. Ancora e ancora.
Non era stato Alex!
-Chi è stato?-
Le riconsegnai il blocco.
Un suo vecchio spacciatore. Si è presentato al locale. Io non c'ero.
Mi sono ricordata solo ora di aver visto la sua macchina una volta arrivata, poi qualcuno mi ha aggredita da dietro e non ricordo più niente.
Alex non mi avrebbe mai toccata. Lo so per certo, non può essere stato lui. Prima non ricordavo bene. Ora mi sono venute in mente delle immagini. Lui era disteso a terra quando qualcuno mi ha colpito.
Dovevo assolutamente parlare con Matt.
Una parte di me era sollevata dal fatto che non fosse stato Alex.
-Devi parlare con la polizia!- dissi.
Lei annuì.
Indicò il blocco.
Ho paura che possano prendersela con Alex se parlo. Ti prego aiutami.
-Parleró non Matt, gli spiegherò tutto-
I suoi occhi si allargarono.
Le diedi il blocco pensando che volesse dire altro. Ma lei afferrò la mia mano.
-Lei on mi è ai iaciuta, ono elice er oi, ma attenta a utti oro, o engono in ugno.- si sforzò.
Si era accorta di me e Matt.
Non so come, quando era incosciente le avevo raccontato molte cose ma non le avevo detto di me e lui.
-Starò attenta- le promisi.
Guardai l'orologio cazzo, mi avrebbe ammazzata. Mi ero persa gran parte della pausa.
Corsi verso la destinazione.
-Ann!-
Mi voltai.
-George-
Me lo ritrovai davanti, fissai la porta ad un passo da me.
Lui sorrise.
Sapeva.
-Sai non pensavo saresti diventata la sua puttanella personale. Sai anche tu che meriti di meglio.-
Fissai i suoi occhi neri.
-Pensaci.- andò via.
Io restai lì immobile nel corridoio.
Lui aveva portato anche loro in quello sgabuzzino.
Feci un passo indietro allontanandomi dalla porta.
Questa si aprì e uscì lui.
Dalla sua espressione capii che aveva sentito tutto.
Mi sentii una delle tante.
Poi lui mi accolse tra le sue braccia.
-No- disse.
Chiusi gli occhi.
Facendomi cullare dal suo cuore.
Batteva forte.
-Non meriti questo- disse.
Mi prese per la mano e mi trascinò verso l'ascensore.
Lo seguii senza chiedermi dove mi stesse portando.
Arrivò in un ala in cui non ero mai stata. Prese una chiave dalla tasca e aprì la porta.
Mi fece segno di entrare.
Mi fermai sull'uscio.
All'interno della stanza c'era un letto.
-Sei la sola che ci sia entrata- mi incoraggiò.
Leggermente più tranquilla entrai.
Lui chiuse la porta alle mie spalle.
-Questa è mia, la uso dopo i turni di notte. O a volte quando sono di guardia dopo i doppi turni e sono troppo distrutto per tornare a casa.-
Spiegò.
Accarezzai con il dito la superficie liscia del tavolo.
Lui era seduto sul letto a una piazza.
-Vieni qui- mi chiese indicando la parte di letto affianco a se.
Dopo aver guardato i suoi occhi, decisi di fidarmi nuovamente.
Appena mi sedetti afferrò la mia mano e se la portò alla bocca.
Depositando una lunga scia di baci.
-Sei libera di credere alle sue parole. Ma non è così. Non sei come loro.-
Disse.
Chiusi gli occhi. Mi voltai verso di lui.
-Lo so!-
Mi sistemò una ciocca di capelli che era sfuggita dal mio chignon,dietro l'orecchio.
-Menomale!-
Abbassai lo sguardo.
Lui prese il mio mento tra le sue mani, facendomi voltare verso di lui.
Baciò la punta del mio naso.
Quella continua tensione mi destabilizzava sentii le lacrime salirmi agli occhi.
-Sh- disse.
Mi sfuggì qualche lacrima. Lui asciugò i miei occhi depositandogli sopra i suoi baci.
Sembrava come se stesse bevendo le mie lacrime, se volesse dividere con me il mio turbamento.
Poi mi baciò dolcemente. Come non aveva ancora ma fatto.
Restammo così in quella stanza.
Lui si limitò a baciarmi, non mi toccò, non pretese nulla. Si accontentò di tenermi tra le sue braccia.
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Grazie per il vostro continuo sostegno vi adoro!❤️
Nuovo colpo di scena su Alex...è tornato anche George chissà che succederà
Ho deciso che come premio i vincitori della settimana, per quanto riguarda i commenti avranno la possibilità di intervistare i personaggi della storia. L'intervista poi sarà pubblicata. Tra i vari capitoli. Allora siete curiosi di conoscere ancora meglio Ann, Matt e compagnia bella?
Fatemi sapere cosa vi sembra di questa idea!
Per questa settimana ho scelto
pennapenny per il suo commento nel capitolo "How to save a life", speriamo di non dover chiamare un cardiologo...per questo!
Aspetto sia te che CristinaDeLorenzi in chat per l'intervista.
😘😘