⚠️OLD VERSION- The price of b...

By tresorartist

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Potete trovare la nuova versione aggiornata ed estesa sul mio profilo: The price of being young ^^ TRAMA Kai... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Messaggio per il lettore
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Chiacchiere da salotto
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Ringraziamenti e novità
Novità!

Prologo

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By tresorartist


14 Febbraio 2011

Mi prometti che ci penserai ? È un ottima opportunità per te.

Sospirai mentre leggevo il messaggio di mia madre, fastidioso come il ronzio di una zanzara. Ero talmente secchiona che avevo vinto non so come una borsa di studio per l'Inghilterra ma ero certa che dietro a tutto ciò ci fosse il suo zampino. Non mi dispiaceva lasciare la mia San Francisco, dopotutto odiavo il mio liceo, ma ciò che mi frenava nel partire era invece qualcosa di molto più sciocco e adolescenziale: avevo una cotta. Una cotta che ormai durava da anni e perlopiù una di quelle marchiate con il timbro indelebile di "amore impossibile". Essere innamorata di qualcuno più grande di te di nove anni non era di certo la scelta più consigliabile, soprattutto se quella persona era il migliore amico di tuo fratello. Scrissi di controvoglia una risposta veloce a mia madre, promettendole che ci avrei pensato.

<< Era mamma? >> mi chiese Tate sbucando fuori dall'ingesso con solo addosso dei jeans stretti, mostrando così il torso nudo e ben definito.

Ovviamente se ci fosse stato a guardare al posto mio una qualsiasi altra ragazza, questa sarebbe svenuta in preda agli ormoni. Annuii e lui aggrottò le sopracciglia.

<< Ancora non capisco perché non vuoi accettare >>

"Perché non voglio non vedere più il viso del tuo migliore amico nonché inquilino" ma ero convinta che quella risposta non gli sarebbe piaciuta.

<< Mi spieghi perché dobbiamo farlo? >> borbottai cambiando volontariamente discorso.

Sul suo bel viso passò un sorrisetto divertito << Kaila ti spaventa così tanto una festa? >>

Alzai gli occhi al cielo << No, certo che no >> mentii.

Certo che mi spaventava. Ero la classica ragazza nerd che trovava divertente passare il tempo libero a leggere libri o giocare a Dangeon and Dragons, ovviamente tipi come me, non erano le persone "fighe della scuola". Ero abituata a stare da sola e ora l'idea di trovarmi insieme a tanta gente racchiusa in un'unica stanza mi faceva venire i brividi.

<< Ma proprio oggi? >> cinguettai.

Eh sì, mio fratello aveva avuto la fantastica idea di fare una festa proprio il giorno di San Valentino, o era un idiota o era un genio.

Esasperato si passò una mano sulla zazzera bionda scura << Non ti ho fatto saltare la scuola oggi per niente! Forza dammi una mano! >>

<< Se lo avessi saputo prima non ti avrei seguito>> commentai sottovoce.

Una risata scoppiò nella stanza e in risposta il mio cuore incominciò a battere forte conscio di sapere a chi appartenesse. Guardai l'uomo più sexy di questo mondo entrare con un scatolone pieno di cianfrusaglie. I capelli lisci, corvini come la notte, erano abbastanza lunghi da sfiorare il collo chiaro e in quel momento avrei voluto essere una di quelle fortunate ciocche. A parte il fisico definito e stupendo, erano quegli occhi color azzurro - ghiaccio, a rendermi completamente pazza di lui, erano così penetranti che sembravano che potessero leggere dentro l'anima di chiunque; e in quel preciso momento, quell'uomo meraviglioso, noto ai comuni mortali con il nome di Dion Price mi stava regalando un sorriso sghembo, "IL" sorriso, quello capace di far sciogliere ogni minima volontà ad una donna.

<< Ti divertirai >> mi disse con voce suadente, anche se qualsiasi cosa lui dicesse l'avrebbe resa  tremendamente sexy.

Feci quello che le mie capacità potevano fare in quel momento: annuire.

Tate si avvicinò appoggiandosi al bancone e con quel movimento, riuscii a notare i muscoli flettersi del braccio. Non potei non rimanere a fissarlo corrucciata. Era davvero un mistero. Come era possibile, geneticamente parlando, che da due stessi genitori nascessero un figlio stupendo e una figlia racchia? Mia madre aveva cornificato mio padre! Non c'erano altre spiegazioni ed io non riuscivo ad accettare che le mie cellule si fossero rincoglionite in corso d'opera.

<< E poi, parteciperai ad una festa con tanti studenti del college >> continuò mio fratello.

<< Ed ex studenti >> aggiunse Dion come se si parlasse di qualcosa di appetibile.

Li guardai sospettosa << So a cosa state giocando >>

Si scambiarono un'occhiata divertita prima di regalarmi degli sguardi da angioletti.

<< Cosa? Noi non stiamo facendo nulla >> cinguettò Tate imitando la voce di un bambino.

Alzai gli occhi al cielo << Eh va bene, vi aiuterò >>

<< Oooh finalmente! >> esclamò poi dandomi un colpetto sulla testa, convinto, erroneamente, che fosse delicato.

<< Aia >> borbottai prima di lanciargli un occhiataccia << Sono pronta a cambiare idea >>

<< Eh su! Smttila di fare la depressa! Molte ragazze farebbero carte false per venire a questa festa! >>

Non potei ribattere perché sapevo che fosse vero. Molto tempo fa, mio fratello insieme a Dion erano gli idoli della scuola e la fama durava ancora. Come non dargliene torto! Erano intelligenti, simpatici, affascinanti e molto, molto belli ed in un certo senso mi sentivo segretamente fiera di avere un legame con loro. Quando iniziai il liceo molte ragazze, per così dire "in", avevano provato ad "entrare nelle mie grazie" ma fu del tutto inutile. Era come voler unire la nutella con l'insalata, troppo diverse e mal accoppiate. Tuttavia il mio palese rifiuto aveva sortito gli effetti del disprezzo più totale. Ora ero la "secchiona - nerd" ed ero come un raffreddore, che per paura di prenderlo, ci si stava il più lontano possibile.

<< E magari finalmente farti degli amici >> continuò implacabile Tate con sguardo di rimprovero.

Rabbrividii. Non era che io non volessi degli amici, solo un sociopatico non li vorrebbe, ma ogni persona del liceo mi evitava. Anche i ragazzi nerd perché a detta loro me la "facevo" con i fighi: mio fratello e Dion. In quella scuola mi sentivo davvero un pesce fuor d'acqua.

<< Cosa c'è? Vi siete già stufati di me? >> scherzai con finta aria scioccata senza dare a vedere quanto le sue parole mi ferissero.

Dion mi si avvicinò guardandomi con occhi seri e con un piccolo sorriso << Oh Piccola Kaila, non potremmo mai stancarci di te >>

Ovviamente scherzava ma ciò non voleva dire che non era riuscito ad uccidermi. Eh sì, ero davvero messa male ...

Passai tutta la mattinata a sistemare il loro appartamento per la festa. Non ero mai stata così schiavizzata come quella volta. Quando finimmo, mi spaparanzai sul divano esausta, seguita a ruota da Dion.

<< Bel lavoro! >>

<< Sono distrutta >> bisbigliai sistemandomi gli occhiali che mi erano scivolati sulla punta del naso << Giuro: se mio fratello tornasse un'altra volta a scuola non mi farò più fregare dal suo sorriso! >>

Ridacchiò dandomi una pacca sulla spalla << Dai che stasera ti divertirai >>

Cercai di trattenere un brontolio di disapprovazione. Non era propriamente esatto: "Loro" si sarebbero divertiti.

<< Ti sei portata il cambio? >> mi chiese mio fratello sbucando fuori, con solo la testa, dalla cucina.

Annuii.

Indurì la mascella << Mettiti carina ma non troppo >> commentò poi ritornando dentro la cucina.

Alzai gli occhi al cielo mentre sentii Dion accanto a me ridacchiare.

Mio fratello a volte si assumeva il ruolo di "difensore della virtù della sorellina" quando questo compito era davvero inutile. Io che attiravo l'altro sesso? Forse in un altro universo parallelo!

<< Ho sentito dire che hai vinto una borsa di studio >> mormorò Dion con una traccia di ammirazione.

Mugugnai. Giuro che avrei ucciso, mio fratello e mia madre o chiunque l'avesse saputo per poi averglielo riferito!

<< Ancora non ho deciso... Se questa era la tua prossima domanda... >>

Mi fece un sorriso da furbetto che creò mille danze nel mio fragile cuore.

<< In realtà no, volevo solo farti i complimenti >>

<< Ah >> mormorai sorpresa.

Non gli interessa che  io parta o meno? pensai tra me e me, senza però proferire alcuna parola. 

Tate uscì nuovamente dalla cucina e ci passò davanti, anche lui, con la testa persa tra mille pensieri.

Aggrottai le sopracciglia guardandolo confusa << Dove vai? >>

Mi regalò un sorriso malizioso << Non credo che vorresti saperlo >>

Bleah! No, non lo volevo assolutamente. Uscì dalla stanza ridendo per la mia espressione disgustata.

<< Ma non vi stufate mai? >> borbottai a Dion.

Inarcò un sopracciglio curioso << Di cosa? >> chiese con una traccia divertita.

All'ottantanove percento ero sicura che avesse capito a cosa mi stavo riferendo. Arrossii mentre l'imbarazzo diventava totale.

<< Beh ... del ... sesso occasionale >> balbettai.

Mi osservò con quegli occhi penetranti mentre un sorriso lascivo gli si dipinse sul volto.

Oh mio Dio...

<< Kaila, non ci si stufa mai del sesso >>

Il messaggio sottinteso era:  Tu ancora non te ne rendi conto perché sei una povera verginella. Complimenti Kaila! Bella figura di merda!

Diventai ancor di più paonazza mentre mi pentii della stupida domanda. Ma cosa mi era saltato in mente di chiedere ?! Lo sentii ridacchiare piano e io lo guardai con la coda dell'occhio.

<< Sei imbarazzata >>

Ovviamente sì... << ...Beh ho fatto una domanda stupida >> dissi invece con tono ironico per cercare di placare il mio impaccio.

<< Non proprio >>

<< Eh? >> 

Mi guardò con una strana luce negli occhi << E' normale pensare in quel modo per quelle ... >>

<< Come me? >> chiesi continuando il suo discorso.

Mi annuì leggermente intimidito e qualcosa dentro di me scattò come una molla di quei vecchi giochi. Mi era finalmente chiaro cosa pensasse di me Dion. L'avevo sempre sospettato ma ora che avevo la risposta certa mi ferì. Mi vedeva davvero brutta ed indesiderabile. Lo sapevo già, eppure sentirselo dire direttamente mi fece male ma non come immaginato. Non c'era nessuna traccia di tristezza ma al suo posto una rabbia mista all'umiliazione più pura.

<< Lo so, non c'era bisogno che evidenziassi l'ovvio >> dissi con una lieve punta di accusa.

La sua espressione divenne confusa come se non capisse la mia uscita << Come? >>

Alzai gli occhi al cielo. Voleva proprio farmelo dire ?!

<< Beh, lo so già da me che sono una cessa sfigata e quindi la penso in maniera diversa da quelli come te e Tate. Lo so bene e non avevo bisogno che tu me lo sottolineassi >> mormorai con impeto.

Dovevo controllarmi, infondo aveva detto solo la verità. Dion era bellissimo, popolare e intelligente ed io invece, che cosa potevo offrirgli? Una testa brava a studiare? Sospirai piano. Non eravamo fatti per stare insieme, ne avevo coscienza ed era proprio per questo che non mi davo pace. Continuavo inutilmente a sperare in qualcosa in più dell'amicizia, si sapeva che persone come lui non avrebbero potuto amare o desiderare persone come me. Le mie speranze come il mio amore dovevano sparire al più presto perché del tutto irrazionali.

<< Aspetta Kaila >>

Mi girai scocciata verso di lui <<Che c'è ?! >>

Calmati Kaila, devi calmarti.

<< Pensi questo? >> Sembrò quasi sul punto di scoppiare a ridere.

Oh perfetto mi stava veramente aiutando così!

<< Grazie mille Dion >> dissi stizzita.

Lui mi fermò per il braccio e mi guardò con dispiacere sebbene avesse ancora una traccia ironica.

<< Scusami è che ... Hai detto una tale stronzata che non riesco a esser serio>>

Sgranai gli occhi << Eh? >>

Mi osservò come se mi volesse analizzare. Poi mi regalò "IL" sorriso.

<< Kaila, non sei per niente una cessa sfigata >>

Lo guardai come se mi stesse prendendo in giro e ciò lo fece ridere.

<< Fidati >>

Sbuffai << Io credo proprio di sì Dion! Insomma guardami! >> dissi indicandogli la mia persona << Porto degli orrendi occhiali, ho le lentiggini, per non parlare del fatto che ho una retromarcia come seno! >>

Okay ... sul serio avevo parlato delle mie tette con Dion?!

<< Non mi sembra che ciò ti dia l'etichetta di "cessa - sfigata" >> ridacchiò divertito.

Esasperata sospirai << Eh allora trovami almeno un lato positivo >>

Mi guardò serio per un tempo che mi sembrò infinito. Le mie spalle si abbassarono delusa. Ormai ero arrivata alla amara conclusione che non mi avrebbe dato alcuna risposta.

Scossi la testa << Ecco ... >>

<< Il sorriso >> disse interrompendomi.

Sbalordita dalle sue parole alzai il viso verso di lui << Come? Scusa? >>

<< Il sorriso >> ribadì << Hai un bellissimo sorriso >>

Ok, non era come se avesse detto:"Sei una figa da paura, diventa mia" ma anche quel minimo complimento mi aveva scatenato un subbuglio nel cuore. Gli piaceva il mio sorriso! A Dion Price ?! Dovevo imparare a farlo sempre. Ok, mi dovevo assolutamente calmare.

<< Eh comunque stiamo tergiversando .... Prima non mi riferivo a ciò >>

Mi girai nuovamente presa in contropiede dalle sue parole. << Come?>>

Ridacchiò sotto i baffi << Stavamo parlando di quelle come te ... >>

Aprii la bocca appena mi ricordai per poi richiuderla in fretta. << E allora a cosa ti riferivi? >>

Mi fece un sorriso divertito << Intendevo chi non ha avuto molto esperienze... Di solito poi, voi ragazze così giovani, sognate l'amore >>

Ah! Si riferiva a questo quindi. Bene! Totalizziamo una altra figura di merda! Oggi avrei battuto il record, ne ero certa.

Rise della mia espressione sorpresa e mi diede una pacca sulla spalla << Abbi un po' più di fiducia in te stessa >> fece una pausa e mi guardò come se volesse mangiarmi << e poi >> mormorò

<< Poi? >> balbettai. Oh Dio, non dirmi che ....

<< Se al posto mio ci fosse stato qualcun altro, molto probabilmente dopo il tuo discorso di tette avrebbe fatto in modo di farti cambiare idea >>

Lo guardai confusa. Intendeva forse...

<< Sesso Kaila, parlo di sesso >> disse tra una risata e l'altra.

Diventai rossa come un peperone, per quello che aveva detto ma soprattutto per ciò che mi frullò nella mente. Avrei voluto che lui facesse proprio quello con me.



Okay, stai calma Kaila Young.; Ce la puoi fare. Feci un grosso respiro mentre osservavo già da venti minuti la mia immagine allo specchio. Avevo fatto i boccoli ed ora i miei capelli rossi cadevano morbidi sul mio seno. Mi ero anche un po' truccata, ombretto lilla, mascara e un rossetto color ciliegia. Il mio massimo in fatto di make - up. Indossavo i miei amati jeans neri con sopra una maglietta in raso a fronzoli lilla (che metteva in evidenza il mio piccolo seno) che non avevo mai indossato. Era un regalo di mia madre, il che vuol dire vestiti imbarazzanti, ma che, per quella occasione mi sembrò adatta. E poi... Quando mai avrei tradito le mie amate all- star nere ?! Mai e poi mai! Il rumore della musica al piano di sotto rimbombava fino dove mi trovavo io. Ok potevo farcela. Scesi le scale e venni investita dal rumore tuonante dei corpi che ballavano e dalle grida in festa. Ero allibita e camminai cercando di non scontrarmi con qualcuno. C'era proprio tantissima gente, proprio come ci si aspettava.

<< Kaila! >>

Mi girai e notai mio fratello poco lontano da me circondato da ragazze.

<< Scusatemi un secondo >> mormorò scoccando un sorriso seducente a queste. Oh mio Dio che schifo.

Quando mi raggiunse avevo ancora un'espressione schifata.

<< E ora non mettere il broncio >> mi disse porgendomi una birra.

Sgranai gli occhi << Ma Tate .... >>

<< Non dirlo alla mamma >> minacciò, come se prevedesse che far bere la sorella minorenne non avrebbe reso nostra madre contenta.

Annuii mentre prendevo il bicchiere.

<< Okay, divertititi ma non fare stupidaggini >>

Alzai gli occhi al cielo << E quando le avrei fatte? >>

Ridacchiò << Vero, sei troppo matura per farle >>

Detto ciò, ritornò di gran carriera verso le sue fan adoranti ed io per qualche attimo rimasi a fissare la sua ampia schiena del tutto spaesata. Mi guardai intorno: c'era chi ballava, chi faceva gara di bevute e chi .... Beh, chi si dava da fare. Sorseggiai un po' di quella bevanda e una smorfia mi nacque sul viso. Era amarissima.

<< Non ti piace la birra? >> mi chiese una voce vicino a me.

Sussultai e per poco non feci cadere tutta la bevanda dal bicchiere. Il ragazzo ridacchiò e io rimasi bloccata per quanto fosse bello e tremendamente sexy. Era parecchio alto doveva raggiungere quasi il metro e novanta e il corpo muscoloso era fasciato da una canottiera nera aderente e da dei jeans chiari. La t - shirt scura faceva risaltare i capelli lunghi di un biondo grano e gli occhi tremendamente azzurri. Cazzo, ho appena fatto una figura del cavolo di fronte a questa meraviglia!

Mi schiarii la voce << Già, preferisco farla cadere... >> ...ma che cavolo stavo dicendo?!

Lui ridacchiò prima di lanciarmi un'occhiata curiosa << E' la tua prima volta ad una festa? >>

Sorrisi << Si vede tanto? >>

<< Naaaa >> disse per poi fare una pausa << Beh, tralasciando gli occhi da cucciolo smarrito che fai! >>

Cercai di non scoppiare a ridere << Io non li faccio ! >>

Rise anche lui << Mmh ne sei sicura? Io vedo ancora una traccia di cucciolo >>

Arrossii mentre un sorriso da beota mi si dipinse sul viso.

<< Mi chiamo John >> disse porgendomi la mano.

Sorrisi mentre gliela stringevo << Kaila >>

Mi regalò uno sguardo furbetto << Allora Kaila, riuscirai a resistere? >>

Assottigliai gli occhi divertita << In che senso? >>

Si morse il labbro inferiore in modo erotico. Ok, smettila di fissare la sua bocca.

<< Ho come la sensazione che scapperai fuggendo via da questa festa >>

Mi sistemai una ciocca di capelli << Dipende >>

Inarcò un sopracciglio intrigato << Dipende da cosa? >> mi chiese sensuale.

Rimasi in silenzio e mi accinsi a bere un altro sorso della mia birra. Cominciavo ad abituarmi a quel sapore amaro e anzi mi sorpresi a constatare che mi piaceva. Ridacchiò, come se il mio silenzio fosse già una risposta.

<< Scommetto anche che non sei una studentessa del college >> disse poi lanciandomi una occhiatina furba.

Sorrisi << Beccata >>

Mi guardò sempre più interessato << Mmh non hai mai partecipato ad una festa, non hai mai bevuto birra eppure ti sei imbucata lo stesso ad una con collegiali >>

<< Hey >> dissi dandogli un colpetto sul petto << Non sono un'imbucata! Ho partecipato io stessa alla creazione di questa festa >> dissi guardandolo con fierezza.

Okay, mi sa che non reggo l'alcool, da quando in qua riesco ad essere così tranquilla davanti ad un ragazzo ?!

<< Ah si? >> mormorò per niente convinto.

Ridacchiai << Non mi credi >>

Mi regalò un sorriso da angioletto << My lady, per quanto mi dia l'impressione di non proferir menzogne, non le credo >> disse imitando un gentiluomo dell'Ottocento.

E' così, dunque, eh?!

Mi avvicinai a lui al punto che potevo sentire il suo profumo alla menta. Mi guardò con sorpresa ma anche con bramosia. Gli posai una mano sul braccio e lo girai in direzione del ragazzo contornato da tante fanciulle come se stesse dentro ad un harem.

<< Guarda >> gli ordinai.

Inarcò un sopracciglio << Un megalomane egocentrico? >> chiese divertito.

Scoppiai a ridere << Beh quello è mio fratello, il proprietario della casa >>

Lo vidi sgranare gli occhi e con la consapevolezza di aver appena fatto una gaffe. << Emh, non dirglielo >>

Risi guardandolo maliziosa << Mmh non so >>

Il mio occhio scivolò verso due persone vicino alla finestra che si stavano dando da fare. Il ragazzo guardava lei con un sorriso perverso mentre le stringeva le natiche, d'altra parte lei ridacchiava ed era abbandonata nel petto di lui. Riconobbi subito il ragazzo: i capelli neri e quegli occhi azzurro ghiaccio, potevano appartenere sola ad una persona: Dion. Una fitta di gelosia mi colpì ma cercai di ignorarla. Non dovevo essere gelosa, non dovevo nel modo più assoluto. Quella non era di certo la prima volta che lo faceva, tante volte si era portato a letto delle sconosciute.

<< E cosa posso fare per farti cambiare idea? >> mi chiese John con un sorriso mentre piano piano si avvicinava a me.

Non dovevo farmi prendere dalla gelosia, non dovevo ....

Cercai di sorridere a John << Non lo so >>

Mi sorrise anche lui << Beh, io avrei in mente qualcosa ... >>

Quando cedetti alla curiosità, vidi Dion baciare la ragazza e qualcosa mi salì dentro. Una gelosia ceca mi infuocò dentro l'anima e non riuscii più a vedere nulla se non lui con quella zoccola.

<< Kaila? >>

Mi voltai sorpresa verso John che mi guardava preoccupato.

<< Tutto bene ? >>

<<Scusami, ma devo andare >> dissi sbrigativa.

La mia uscita lo prese in contropiede << Come? >>

Diedi una rapida occhiata ai due prima di concentrarmi verso di lui. Per un attimo mi sentii responsabile a mollarlo lì così all'improvviso.

<< Mi dispiace >> mormorai guardandolo in colpa << Sei davvero simpatico e davvero molto, molto, carino ... >>

Inarcò un sopracciglio con leggero divertimento << Ma? >> chiese interrompendomi.

Feci un sospiro e lo osservai << Ma devo andare >>

Mi allontanai da lui sperando di non averlo troppo offeso e mi diressi verso Dion e la puttanella. Ok, magari ero troppo dura ma la gelosia mi stava logorando. Come una furia andai da loro ma quando mi trovai a pochi passi mi bloccai. Ora che ero davanti a loro, cosa avrei fatto ?! Gli occhi di Dion si aprirono un secondo e quando si posarono su di me li sgranò sorpreso.

<< Kaila? >> mormorò con confusione mentre separava la sua bocca da quella di lei.

Ecco e ora cosa dire ?

La brunetta con cui stava si girò infastidita da quella interruzione e mi lanciò un occhiataccia << Chi è questa sfigata? >>

Come aveva detto ?! Strinsi la mascella incazzata nera e senza distogliere lo sguardo dalla Puttana, perché ora si che potevo chiamarla così, mi rivolsi a Dion.

<< Vieni >>

La Zoccola aggrottò le sopracciglia arrabbiata << Scusa!? Potresti andare a infastidire qualcuno del tuo stesso livello? >>

"Ok, Kaila calmati, non diventare quella famosa nella festa per aver iniziato una rissa" mi ripetei.

Affinai lo sguardo << Lo sto facendo >> sibilai. Girai la testa verso Dion, che era sempre più sorpreso << Vieni >> ripetei dura.

Prendendolo per la mano lo trascinai via, deviando ogni minima persona ubriaca.

Fece un sospiro << Kaila >>

Lo ignorai, bene e ora che lo avevo condotto contro la sua volontà con me, che cosa gli avrei detto? Scusami ti amo e non voglio che baci un'altra ragazza al di fuori di me ?! Questa situazione da friendzone sapevo bene come sarebbe andata a finire se mi fossi confessata: mi sarei ritrovata con un bel cuore spezzato.

<< Kaila >> mormorò questa volta con tono minaccioso.

Oh cavolo che mi era venuto in mente?! Dovevo rimanere con quel John, era simpatico e attraente, e forse magari sarebbe nata anche una storia. Invece no, io dovevo andare a correre dal mio sexy amico.

<< Kaila ora basta! >> disse imperativo strattonandomi per farmi girare.

Ci guardammo circospetti, occhi verdi in quegli splendidi occhi azzurro ghiaccio, come se volessimo analizzarci a vicenda. Nel suo viso leggevo solo esasperazione e confusione.

<< Si può sapere che cosa ti è preso ?! >> sbraitò portandosi indietro i capelli neri.

Bene era incavolato .... Dopotutto avevo interrotto una scopata sicura. Eppure la sua accusa non mi intristì né mi fece sentire in colpa, ciò che invece provai fu solo rabbia; per lui che non riusciva ancora a capire quello che era evidente anche ad un cieco; ma soprattutto rabbia per me. Erano quasi tre anni che provavo per Dion qualcosa che non era più una semplice cotta, era il mio primo amore e come una cretina mi facevo sempre trasportare dai sentimenti.

<< Kaila! Mi vuoi rispondere? >>

Strinsi forte i pugni con lo sguardo rivolto in basso << Vuoi sapere il perché ?! >> chiesi dura. Non ci potevo credere che ancora non lo avesse capito.

<< Si! >> mormorò esasperato con sguardo furioso.

Non so cosa mi diede la forza di fare quello che stavo per fare, ma sapevo solamente che una energia, la stessa che mi aveva spinto ad interromperlo, mi diede il coraggio che non avevo mai avuto. Con passi veloci tolsi la minima distanza tra noi e senza mai distogliere lo sguardo da lui mi alzai in punta di piedi. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Un semplice bacio, un premere di labbra. Ma non per questo fu per me poco importante. "Ti amo, ti amo da impazzire, non toccare le altre, sii mio", questo volevo dire con quel bacio. La sua bocca era calda e impreparata e quando mi staccai i suoi occhi erano dilatati dalla sorpresa. Il mio respiro era affannoso e il mio cuore sembrava impazzito. Nel silenzio, più i secondi passavano sotto il suo sguardo fisso, più sentivo abbandonarmi da quella adrenalina. Lo vidi deglutire forte e io mi preparai a la fine.

Le sue mani corsero veloci sulla mia vita sollevandomi da terra e sbattendomi al muro. La sorpresa durò poco perché le sue labbra corsero subito sulle mie. Non dovette fare fatica, perché la mia bocca accolse con un gemito la sua lingua. Sapeva di birra, sapeva di uomo, sapeva maledettamente di Dion. Le nostre lingue si scontravano furenti come se ogni momento fosse l'ultimo. La sua mano scivolò sulla mia natica stringendola forte, provocando in me un ansimo voglioso. Sotto la sua guida allacciai le mie gambe intorno alla sua vita e il suo corpo tonico e muscoloso premette sul mio. Ero inondata da Dion e cavolo mi sembrava di essere in paradiso. La sua bocca scivolò sul mio labbro inferiore succhiandolo e mordicchiandolo con i denti. Senza staccare mai la sua bocca dalla mia, prolungando quel fantastico bacio, mi sollevò e io con le mani e le gambe intrecciate a lui, mi feci condurre. Salì le scale con velocità e sicurezza anche se trasportava quasi cinquantadue chili. Con le dita giocherellai con i suoi capelli lisci, morbidi come la seta mentre insaziabile, seguii con la lingua il contorno del suo labbro superiore. Sentii alle mie spalle il cigolio di una porta e capii subito che mi aveva portato nella sua stanza. Mi buttò sul suo letto con le coperte in raso nero, sexy come il padrone. Non distolse mai i suoi occhi dai miei, anche quando chiuse la porta a chiave. L' azzurro ghiaccio dei suoi occhi creava in me dei brividi di eccitamento e timore, un timore reverenziale. Con passi fluenti e decisi come una pantera, posò le gambe sul materasso così da trovarsi sopra di me. I nostri sguardi erano agganciati come anche i nostri respiri, e con lentezza la sua testa si abbassò sul mio ventre. Con garbo sollevò la mia maglietta, lasciandomi scoperta la pancia. Non smise mai di fissarmi anche quando incominciò a fare dei movimenti circolatori con la lingua. Un gemito mi percosse violentemente. Come era possibile che il mio corpo fosse così schiavo del suo ?! Piano piano, più la sua lingua andava in alto, più lui sollevava la mia maglietta fino a che non rimasi nuda con solo i jeans. Dovevo essere in imbarazzo visto che ero così esposta ma con lui l'adrenalina superava ogni cosa. Con i denti stuzzicò un capezzolo e dalla mia bocca uscì un gemito mentre con una mano sbottonò l'apertura dei miei pantaloni. Il mio cuore batteva a mille e non potevo quasi crederci a ciò che stava succedendo ... In pochi attimi ci ritrovammo pelle nuda contro pelle nuda. Avevo visto Dion a torso scoperto già altre volte ma vederlo completamente svestito creò dei brividi in me. Era bellissimo, con i muscoli torniti del petto e alla vita delle infossature così tremendamente sexy. La sua bocca fu su di me proprio nel momento in cui ci unimmo completamente e in quella sera del 14 Febbraio, persi la verginità.


Quando mi svegliai un sorriso beato mi si dipinse sul volto ripensando alla sera prima. Aprii gli occhi e mi ritrovai esattamente dove pensavo: nel letto di Dion. Era successo davvero, non era un sogno, avevo fatto sul serio l'amore con lui. Mi portai una mano sul cuore e sentii quanto stesse battendo forte, mentre non riuscivo a togliermi di dosso un stupido sorriso dalla faccia. Da ora in poi sarei stata con lui liberamente, potevo accarezzarlo, baciarlo ogni volta che volevo, poteva essere Mio come io Sua. Certo avevamo saltato le basi, ovvero vari appuntamenti e quant'altro, ma in fondo lo conoscevo da così tanto tempo che ero sicura che per noi quelle "regole" non si addicevano. Un pensiero sgradevole balenò distruggendo le mie piacevoli fantasie. Tate. Mio fratello non avrebbe sicuramente apprezzato la faccenda, anzi ero certa che si sarebbe infuriato molto, ma forse spiegandogli bene le cose avrebbe poi capito. Io amavo Dion e ora che lui mi voleva non potevo certo fermarmi per mio fratello. Un rumore di porta che si apriva, mi fece tornare alla realtà e quando i miei occhi si posarono nei suoi azzurri, un nuovo sorriso allargò la mia faccia.

<< Buongiorno >> mormorai alzandomi.

Lui mi sorrise senza rispondere e mi accorsi che i suoi occhi erano due pozze scure. 

Aggrottai le sopracciglia << Tutto bene ? >>

Si sedette vicino a me e si passò una mano sui capelli segno che non preannunciava niente di buono.

<< Sì >> disse << in realtà no >> sussurrò poi con un sospiro.

Il cuore incominciò a fermarsi. << Mio fratello ... Mio fratello ha saputo ... >>

Sgranò gli occhi come disgustato all'idea << NO! certo che no! >>

Imbronciai le labbra sempre più confusa << E allora cosa c'è che non va Dion? >> chiesi toccandogli un braccio.

Sussultò al gesto e osservò a lungo la mia mano prima di sollevare il suo sguardo sul mio viso. Capii tutto già leggendo i suoi occhi ...

<< Kaila quello che è successo ieri notte ... >> incominciò lui

<< NO! >> sbraitai sorprendendolo << No! Prima di prendere qualsiasi decisione fammi dire una cosa >>

Muto mi osservò con dispiacere ed io, presi il suo silenzio come un consenso alla mia richiesta. Sentivo le lacrime pungermi gli occhi, ma dovevo resistere, dovevo fargli capire che non c'era niente di cui preoccuparsi e per far ciò dovevo rimanere sicura, seppure stessi morendo di paura.

<< So che sei spaventato, visto che sono sempre stata considerata la sorellina di Tate ma .. >> dissi svelta prima che lui mi interrompesse << Ma io per te provo davvero qualcosa di forte e per me la scorsa notte è stata magica >> mormorai con impeto << Quindi se per te è la stessa cosa, affronteremo insieme mio fratello, gli spiegheremo bene quello che proviamo e si sistemerà tutto >>

Quando finii di dire ciò che dovevo, Dion rimase immobile come una statua e ciò aumentò solo la mia ansia. Perché non diceva nulla? Perché continuava a guardarmi con rammarico ?! I miei respiri divennero sempre più forti mentre il cuore iniziava a tremare per l'angoscia.

Mi prese per le mani e si preparò a parlami << Kaila per me è stato solo uno sbaglio >>

Sgranai gli occhi, mentre la sua frase esplodeva dentro di me come una bomba mandandomi in mille pezzi. "È stato solo uno sbaglio". 

Fece un sospiro mentre si passava nuovamente una mano sui capelli

<< Cazzo è dura >> borbottò << Kaila tu sei fantastica ma rimani la sorellina del mio migliore amico e ... >>

Gli posai le mani sulle guance mentre le lacrime che avevo trattenuto cominciarono a scendere copiose.

<< Ma te l'ho detto ... gli parleremo e ... >> balbettai con voce strozzata.

<< Kaila io non ti amo >> disse duro interrompendomi << non provo niente di romantico verso i tuoi confronti, ieri notte per me non ha significato niente >>

"Non ti amo", "ieri notte per me non ha significato niente", più parlava e più mi feriva. Era ufficiale Dion Price mi stava uccidendo.

Mi guardò con amarezza << Mi dispiace ... >>

<< NON OSARE >> gridai e la mia furia lo prese allo sprovvista << Non hai più sedici anni CAZZO! Se ti scopi la sorella del tuo migliore amico fallo con un po' di cervello! >>

Sgranò gli occhi mentre ormai la tristezza e la consapevolezza di essere stata solo usata si stava affacciando dentro al mio cervello. Che stupida come avevo solo potuto pensare che volesse qualcosa di più tra noi ?! Sgusciai fuori dal letto vestendomi rapidamente.

<<Ti ricordo che sei stata tu a saltarmi addosso! >> disse con rimprovero.

Lo guardai scioccata. Lo aveva davvero detto?!

Strinsi i pugni con rabbia << Vaffanculo Dion >> gridai furente, per poi uscire in lacrime fuori dalla sua stanza.

Non c'erano parole per quello che provavo: rabbia, delusione, tristezza e cazzo come mi sentivo così cretina! Mi ero sempre immaginata che la mia prima volta avvenisse con qualcuno che amassi e che lui a sua volta ci tenesse a me. Un singhiozzo mi perforò quando veloce mi chiusi dentro la mia auto. Ero stata trattata come una puttana e non potevo credere di essere stata capace di donargli qualcosa che per me era davvero importante.

<< Stupida! Stupida! >> singhiozzai mentre davo delle botte al volante, per poi accasciarmi in un forte pianto.

Non potevo rimanere lì, non potevo continuare a vivere facendo finta di nulla. Inoltre mio fratello mi conosceva bene. Avrebbe subito capito che c'era qualcosa che non andasse ma soprattutto non avrei potuto vedere il volto di Dion. Feci qualcosa che solo il giorno prima pensavo impensabile, presi il cellulare e chiamai mia madre. Rispose al primo squillo.

<< Tesoro ... >>

<< Mamma ho deciso, accetto la borsa di studio per Westminster School >>

Non ascoltai gli urli contenti di mia madre, non ci riuscivo. Era da codardi scappare ma l'idea di rivederlo mi faceva venire i crampi allo stomaco.


L'organizzazione per il viaggio a Londra fu organizzata completamente da mia madre, io non ne avevo la forza. Per mia fortuna da quel giorno non vidi e sentii più Dion. Non mi aveva mandato nessun messaggio di scuse o di buon viaggio e anche se sapevo che fosse meglio così, non potei non esserne ferita. La mia preoccupazione era che il mio trasferimento in Inghilterra diventasse vano, perché ora come ora mi era quasi impossibile credere di riuscire a dimenticarlo e scordare quello che era successo tra noi. Dopo una settimana, la mia data di partenza era arrivata e con amarezza scoprii che Dion non si era presentato per salutarmi. Avrei iniziato i corsi la settimana successiva, ma in quell'asso di tempo avrei avuto un tutor che mi avrebbe spiegato come si sarebbero svolte le attività scolastiche. All'inizio l'imponente architettura Elisabettiana mi aveva messo a disagio: tutto sembrava così elegante e perfetto che ero convinta che anche qui come al mio liceo mi sarei sentita un pesce fuor d'acqua. Avrei diviso la mia stanza con una ragazza della mia età. Si chiamava Lucy King e dire che sembrava una modella delle riviste di moda era dir poco. Come mi disse lei stessa, era di origine angloamericana, sua madre era inglese mentre suo padre americano, era molto simpatica e scoprii che avevamo molto in comune. Mi presentò a molti suoi conoscenti ed a differenza del passato ora ero circondata da amici miei coetanei. Con la consapevolezza di non essere più sola, nacque in me la speranza che forse avrei scordato l'unica persona che, otre a mio fratello, era riuscito a farmi ridere: il mio migliore amico, il mio primo amore, Dion.


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