She.

By _belle_21

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"Ci saremo detti 'basta' altre mille volte, ma al primo sguardo saremo tornati sui nostri passi. Io con la mi... More

I.N.I.Z.I.O.
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
CAPITOLO IX
CAPITOLO X
Importante
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
CAPITOLO XIV
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
CAPITOLO XVII
CAPITOLO XVIII
CAPITOLO XIX
CAPITOLO XX
CAPITOLO XXI
CAPITOLO XXII
CAPITOLO XXIII
CAPITOLO XXIV
CAPITOLO XXV
CAPITOLO XXVI
CAPITOLO XXVII
CAPITOLO XXVIII
CAPITOLO XXIX
CAPITOLO XXX
CAPITOLO XXXI
CAPITOLO XXXII
CAPITOLO XXXIII
CAPITOLO XXXIV
CAPITOLO XXXV
CAPITOLO XXXVI
CAPITOLO XXXVII
CAPITOLO XXXVIII
CAPITOLO XXXIX
XL - Epilogo
Ringraziamenti
F.I.N.E.
Nuova dramione!
Paint It Black (nuova dramione!)

CAPITOLO XIII

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By _belle_21

ATTENZIONE.
La storia rispetta in massima parte la saga. Ci sono tuttavia dei piccoli particolari da me modificati o totalmente inventati. Ovviamente man mano che li incontreremo vi dirò quali sono. Come avrete notato, i poteri del Marchio Nero sono stati incrementati e modificati, dato che è stato riattivato; il tatuaggio ora risponde soltanto a colui che lo ha reso di nuovo attivo. Inoltre informo il lettore che ci saranno, nel corso della storia, incantesimi di mia invenzione. Quando ce ne saranno, troverete un asterisco.
Detto ciò, buona lettura.

***

"Il nostro dovere è quello di essere utili, non secondo i nostri desideri, ma secondo le nostre forze."
(Henri Frédéric Amiel)

Piccoli fiocchi di neve cominciavano a posarsi sul terreno circondante la scuola, biancheggiandone il paesaggio. Dalla finestra della sala comune serpeverde la vista era mozzafiato, dal lago ghiacciato alla neve che ricopriva il prato della scuola; per non parlare degl'alberi, che erano ormai nudi ed esposti al freddo della neve, dell'inverno. Draco li invidiava terribilmente, gl'alberi, loro potevano spogliarsi di tutte quelle foglie che avevano portato per tanto tempo, quei fardelli. Ma ora, ora potevano mostrarsi per quello che erano, potevano essere degl'alberi insomma. E lui... lui non poteva neanche permettersi un attimo per essere se stesso, non poteva mostrare il vero sé perché era destinato a portare i suoi pesi, le sue foglie, senza mai sbagliare, senza mai mostrare il vero Draco... ininterrottamente, per sempre. Erano passate due settimane da quando aveva saputo della sua missione e si era preso tutto il tempo per riflettere saltando numerose lezioni, aveva cercato ancora e ancora di lanciare con successo l'incantesimo "Passaporta", ma niente. Non dormiva da tempi immemori ormai e aveva seriamente bisogno di una mano, una mano che, ovviamente, non avrebbe mai chiesto a nessuno.

Quel Giovedì si era stranamente alzato con la voglia di mangiare qualcosa, bizzarro, dato che ultimamente stava sul serio diventando anoressico.

Come varcò la soglia della Sala Grande tutti si voltarono verso di lui e milioni di chiacchiericci si levarono dai vari tavoli, compreso quello degl'insegnanti. Chi gli gridava contro insulti incomprensibili, chi gli lanciava oggetti, chi piangeva e chi, come lei, lo fissava e basta. Hermione non poteva credere che lui centrasse qualcosa con tutto quello, lei sapeva che lui non sarebbe potuto ricadere in quella cerchia, che, questa volta, lui avrebbe scelto.

Draco dal canto suo non ci capiva più niente, era terrorizzato nonostante continuasse a camminare imperterrito e col suo solito fare superiore e distaccato. Raggiunto il tavolo della sua casata, l'accoglienza non fu diversa. Così si sedetta in un angolino tutto solo, presto raggiunto da Blaise che gli porse l'ultima edizione de "La Gazzetta del Profeta". Il re delle serpi prese distrattamente il gironale e cominciò a leggere, presto però la sua attenzione cadde su di un particolare articolo.


I MISTERI DELLA FAMIGLIA MALFOY
Trovato ieri sera da una coppia di giovani maghi il corpo di Narcissa Malfoy, nata Black.

La salma della strega era stata gettata in mare e, miracolosamente e per fortuna dell'intero mondo magico, è stata trovata da due maghi. I quali hanno immediatamente compreso che a colpire la donna era stato l'antema che uccide. Dopo numerosi esami al corpo tumefatto dai detriti e dalle alghe, i medimaghi sono risaliti all'identità del cadavere. Il ministero della magia ha subito preso la causa su di sè e il ministro della magia dichiarando che ne farà un'assoluta priorità, occupandosene personalmente; i migliori auror sono già sulle tracce di Lucius Malfoy, marito della signora Black ed ex mangiamorte. Il presunto colpevole era stato assolto questa estate da ogni colpa assieme al figlio Draco Malfoy.

Draco lasciò cadere il giornale e corse via sotto gl'occhi di tutti diretto al bagno dei prefetti, le lacrime che premevano per scendere.
L'avevano trovata.
Avevano trovato sua madre.
Morta.
Ricordi dolorosi della fatidica notte tornarono a tormentare la parte conscia della sua povera mente, nel mentre che immagini terribili gli scorrevano davanti agl'occhi come un film proiettato su un grande schermo.
-Malfoy!-
Sapeva che qualcuno gli stava venendo dietro, ma quella voce... lei. Rabbrividì. Doveva trovare subito una soluzione.
-Malfoy, fermati!-
Draco estrasse la bacchetta e tentò ancora di ricacciare indietro le lacrime, corse dentro al bagno e si nascose dietro l'ucscio della porta.
-Malfoy?- il tono era notevolmente più basso e... dolce, un sussurro.
Hermione Granger stava per varcare la soglia del bagno dei prefetti, entrando si trovò una bacchetta puntata al petto.
-M..malfoy?!- lui tremava visibilmente e continuava a scuotere minacciosamente il braccio, ma dalla sua bacchetta non fuoriusciva nulla.
Non voleva colpirla.
Era così bella, le guance arrossate per la corsa, i capelli ancor più ribelli e tremendamente stupendi, il fiatone per il correre o forse per la paura, le pupille dilatate.
Paura, di lui.
Una lacrima sfuggì al suo controllo, maledetta.
Subito lui se l'asciugò e tentò di smettere di tremare e figurare un tono deciso quanto freddo.
-Vattene.-
-Va tutto bene- disse invece lei con voce dolce, quasi in un sussurro.
Va tutto bene.
No, no Granger.
Va tutto male.
Quella frase, Salazar, quella frase. L'aveva sognata pronunciarla, l'aveva sognata mentre baciava Weasley e lo tranquillizzava.
Va tutto bene.
-Va via Granger!- urlò, fuori di sé.
Emise un singhiozzo e si accasciò a terra per lasciarsi andare.
Hermione recuperò subito la sua bacchetta e s'inginocchiò di fronte a lui.
-Shh. Draco, va tutto bene.-
Draco.
Va tutto bene
Va tutto bene, Draco.
Draco.
Il serpeverde sembrava un fiume in piena, Hermione non avrebbe mai immaginato che i Malfoy piangessero, o che potessero avere dei motivi per piangere. Lui, invece, sembrava esausto, triste... lui sembrava... una persona normale.
Lui era Draco.
-G..granger..-
-Shhh.- gli spostò un ciuffo ribelle che era finito sugl'occhi inzuppati di lacrime e prese le sue mani fra le sue, stringendole e sorridendogli per tranquillizzarlo.
Stettero così per una buona mezz'ora poi, quando lui smise di tremare, lei gli lasciò le mani e lo aiutò ad alzarsi.
-Devo portarti dalla preside ora, lo capisci?-
Lui annuì semplicemente seguendola nei corridoi illuminati dai primi raggi di Sole della giornata, seppur si teneva sempre a debita distanza da lei.
-Siamo arrivati.- disse solo la grifondoro
Lui pronunciò la parola d'ordine ed entrò senza degnarla di uno sguardo, o di una parola.
Hermione Granger rimase sola ed impalata a fissare il Gargoil. Ora sapeva che lui centrava qualcosa, ma cosa poteva volere il padre? Ormai era tutto finito...
Cosa voleva ancora da Draco? Si diresse verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure decisa ad indagare in seguito.
***
-Oh signorino Malfoy, si sieda pure. Gradisce un biscotto?- la vecchia preside lo aspettava seduta su di una grande poltrona rossa propio dietro la scrivania del preside. La McGrannit non era più la strega d'un tempo, la guerra l'aveva cambiata. Lo si notava dalla sua espressione stanca e dalle grosse borse sotto gl'occhi spenti, che contribuivano a risaltare quei suoi modi duri e quel suo cipiglio severo.
-No, la ringrazio- rispose accomodandosi.
-Immagino lei sappia perché ho mandato la signorina Granger a chiamarla..-
Gl'occhi di Draco si spalancarono, mentre una triste consapevolezza gli stringeva il cuore.
A lei non importava. L'aveva mandata la megera...
Che stupido. Aveva forse pensato... che a lei potesse importare, che a qualcuno potesse importare?
-L'ha mandata lei?- chiese, con falsa noncuranza.
-Oh certo, chi altrimenti?- fece una pausa -Ho bisogno di farle alcune domande, lo capisce?-
-Mi dica.-
-Molto bene.- assunse, se possibile, un'espressione ancor più grave -lei non sa cosa possa essere successo a sua madre?-
-No- rispose, stringendo i pugni con forza sotto il tavolo. Se Draco Malfoy aveva un pregio, quello era sicuramente il suo sangue freddo; la sua capacità di ingannare le persone era sorprendente. Eh sì, era propio una viscida serpe.
-E lei non sa perché suo padre sia scappato e dove possa essere ora?-
Draco si prese qualche secondo per riflettere, se avesse parlato, se avesse detto tutto alla vecchia, sarebbe veramente finita.
Ma poi, una volta che suo padre lo sarebbe venuto a sapere, prima di essere catturato avrebbe sicuramente fatto sì che il marchio lo uccidesse lentamente. Non avrebbe avuto scampo.
-Era da tempo, dopo la guerra, che si comportava in modo strano. Non so dove sia andato.- rispose infine, mentre le nocche gli diventavano bianche e le unghie gli si conficcavano nella pelle.
-Molto bene- sospirò la vecchia preside .
-Se non ha nient'altro da dirmi, può andare.-
Draco si alzò, ma la donna lo bloccò prima che potesse uscire dall'ufficio:
-Signorino Malfoy!- lo raggiunse, sfiorandogli una spalla e facendolo rabbrividire al suo tocco -Le mie condoglianze.
Ah, ecco. Se n'era ricordata. Aveva ricordato che sua madre era una persona e non solo una mangiamorte.
Non rispose e si diresse a lezione.
Aveva due ore di Difesa Contro le Arti Oscure, avrebbe potuto prendersi un giorno libero e non andarci, ma il pensiero che fosse presente anche lei lo convinse subito.
Il professor Waigh non l'aveva mai convinto, era simpatico a tutti gl'altri alunni, esclusi i serpeverde. Draco vedeva in quel suo strano modo di essere estremamente gentile e comprensivo, uno scopo che non riusciva a spiegarsi, ma la santità di quell'uomo non lo convinceva.
-Signor Malfoy. È in ritardo, 5 punti in meno a serpeverde.
E improvvisamente avvertì un dolore lancinante al braccio. Il marchio. Emise un suono molto simile ad un singhiozzo strozzato. No, quella non era la sua giornata.
-Signorino Malfoy? Tutto bene? Vuole farci l'onore di sedersi e seguire con noi la lezione?- aveva mandato al limite della sopportazione persino Waigh.
Draco annuì semplicemente andando a sedersi accanto a Zabini, propio dietro la Granger e Weasley.
Mentre lei interveniva ogni due secondi facendo assegnare continuamente punti alla sua casa, Lenticchia le accarezzava la schiena scendendo sempre più in basso e non lasciandola un secondo.
Asino giulivo.
-Disgustoso, non trovi amico?- Blaise era decisamente l'unica persona che gli rimaneva e, anche se non lo diede a vedere, apprezzò il suo trascurare la questione dei suoi e fingere che non fosse successo niente.
-Già- rispose solo, notando la mano di Weasley arrivare ai fianchi della ragazza. Hermione si scostò improvvisamente, come scottata.
-Signorina Granger, tutto bene?-
-S..si professore, mi scusi.-
***
Una volta uscita dall'aula Hermione aveva un'ora libera e decise quindi di prendersela comoda e iniziare con le sue "indagini".
Quando finalmente vide il biondo che praticamente correva cercando di farsi spazio fra la folla di primini prese a corrergli dietro.
-Malfoy! Malfoy!-
Lui la sentì subito, ovviamente. Ma finse comunque di non saperla correre a perdifiato dietro di lui ed aumentò il passo verso i sotterranei, l'unica cosa che mancava arrivati quel punto era parlare con lei.
Ma sì, si è capito che quella non era decisamente la giornata fortunata di Draco Malfoy.
Hermione lo prese per un braccio costringendolo a fermarsi nel bel mezzo del corridoio.
-Salazar, Granger che vuoi?-
-Ciao Malfoy, volevo solo..- ma si bloccò.
Hey, ciao Malfoy volevo sapere come stavi... Sai? Mi farebbe piacere sapere come si sente il mio peggior nemico dopo aver perso la madre e avere tutta la scuola contro...?
Hermione, che idiota che sei.
-Granger?- la guardava interrogativo.
Ma sì, sei una grifondoro!
-Volevo... mi chiedevo, come ti senti?- chiese, tutto d'un fiato.
Il serpeverde in un primo momento restò interdetto, gli aveva davvero chiesto come stava? Lei? A lui? Poi il suo profumo alla vaniglia lo raggiunse, mettendolo in guardia. Non doveva lasciarsi incantare, non di nuovo.
-Benissimo Granger, e tu?- disse ironico, prima di strattonare il braccio e continuare a camminare.
-Malfoy! Merlino, vuoi aspettare un attimo?!- gli urlò dietro mentre tentava inutilmente di raggiungerlo facendosi strada fra i maghetti che correvano qua e là per il corridoio -Draco!- urlò infine
Lui si voltò improvvisamente, come se si fosse dimenticato qualcosa di importante.
-Ah Granger, ci tenevo a congratularmi per Lenticchia... molto passionale, sbaglio?- poi si rivoltò e, come se niente fosse, sparì.

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