My starboy|| Kenan Yildiz

By sstx_21

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"L'amore è come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sco... More

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By sstx_21

Kenan

Mi alzai controvoglia, ma con la determinazione giusta per spaccare la rete anche questa sera.

Un riposino pomeridiano non fa mai male,
soprattutto se si tratta delle poche ore a disposizione prima di una partita.

L'adrenalina cresceva sempre di più mentre mi rinfrescavo il corpo con una doccia veloce e fresca.

Mi lavai accuratamente i capelli e con la lametta rasai la lieve ricrescita della peluria sul mento.

Una volta pronto, si erano già fatte le 16:30. In mezz'ora ero riuscito a prepararmi alla perfezione.

Così presi le cuffiette e tutto l'occorrente e mi diressi verso lo stadium, in cerca dei miei compagni di squadra e soprattutto, volenteroso di incrociare lei prima di entrare in campo.

La partita questa domenica sarebbe iniziata alle 18, e come accordato infine con Matias, nel post partita gli avrei dedicato un po' di tempo insieme a Dean.

Gaia

-davvero mamma?- dissi entusiasta al telefono con i miei genitori

-sì tesoro, domani pomeriggio ti portiamo a casa, e anche se durerà per poco, goditelo- disse con tono dolce mia mamma che, dall'altra parte del telefono, mi aveva appena dato un annuncio pazzesco.

Domani, appena tre giorni prima del mio compleanno, i miei genitori sarebbero venuti a prendermi per portarmi alla mia cara casuccia a Firenze.

Purtroppo però, la "vacanza" sarebbe durata solamente due giorni. Anche perché il mio compleanno l'avrei sicuramente festeggiato a Torino insieme a tutte le persone mie care, come Bianca, o Kenan e anche Fede.

-devo andare, Fede mi chiama, ci vediamo domani- dissi prima di conservare il telefono nella borsa e raggiungere mio fratello sull'uscio della porta.

Misi velocemente le scarpe e uscimmo per raggiungere, come quasi ogni domenica, lo stadium.

Durante il tragitto Fede rimase concentrato, nonostante non fosse una partita contro una big, anche se il Frosinone, come il resto delle squadre di serie A, non andrebbe mai sottovalutato. Con la Juve da 2 anni a questa parte tutto è possibile...

@gaia.chiesa's story


Durante il riscaldamento i miei occhi non si staccavano nemmeno un secondo dalla figura di Kenan che ogni tanto si voltava in mia direzione per mandarmi baci volanti.

E ogni volta, tutti si giravano verso di me per capire a chi fossero rivolti quei gesti d'amore. Ormai la nostra relazione era ufficialmente aperta al pubblico.

Il fischio dell'arbitro mi fece ritornare alla realtà e fui costretta di conseguenza a seguire ogni passaggio distogliendo lo sguardo da lui che non sempre riusciva a giocarsela bene.

Lo vedevo distratto, non era totalmente lucido,
c'era qualcosa che lo turbava, ma non riuscii a capire cosa lo distraesse così tanto.

La partita proseguì nei migliori dei modi, con una doppietta di Dusan che fece esplodere lo stadio di urla di felicità non appena segnò il secondo gol al minuto 33.

Quando anche il secondo tempo cominciò, Kenan sembrò cambiare totalmente atteggiamento. Ora era veramente tornato in lui.

Dribblava meravigliosamente, superando ogni uomo. Faceva passaggi perfetti contribuendo a molte occasioni favorevoli.

Ma nonostante ciò la partita si concluse senza un suo gol, ma con la vittoria della juve che guadagnò 3 punti facendo 2 gol senza permettere agli avversari di entrare in area di rigore nemmeno una volta.

Quando tutti uscirono dagli spogliatoi aspettai ansiosamente Kenan, spaventata dalla reazione che avrebbe potuto avere dopo aver giocato una partita
in modo discreto.

Mi complimentai con tutti i ragazzi e in particolare mi soffermati su Dusan, che era energico più che mai -quando me la fai conoscere la ragazza che ho visto in tribuna?- gli dissi quando si rivolse a me

-potevi andarci a parlare- rispose lui ancora sudato

-non ero sicura parlasse italiano- feci spallucce, distraendomi nel notare che dietro di Dusan c'era proprio Kenan.

Lo guardai per bene in faccia cercando di cogliere subito quali fossero le sue emozioni, ma quando mi rivolse il suo sorriso splendente, tutte le preoccupazioni mi scivolarono via del tutto.

Sembrava contento, e così lo potevo essere anche io.

-va bene ti lascio con il tuo fidanzatino perché non sei più lucida- mi disse Dusan dopo aver tentato di dirmi qualcosa ma con scarsi risultati, dato che la mia attenzione era caduta totalmente su di lui.

Senza che dissi niente, Kenan si avvicinò a me prendendomi il viso per azzerare la distanza tra di noi, unendo le nostre labbra in un bacio leggero.

-lo so, non ho giocato bene ma l'importante è che abbiamo vinto, e per questo sono contento- mi sussurrò prima che potessi dire qualsiasi cosa

-per me sei sempre il numero uno sappilo- gli risposi io incatenata ai suoi occhi che brillavano come ogni volta che venivano a contatto con i miei.

A interromperci fu una voce familiare, che però non sembrava avere un accento del tutto italiano. Infatti ad affiancare Kenan fu proprio Matias Soulé, che non tardò a salutarmi.

-Ciao Gaia! Come stai?- mi disse, cogliendo di sprovvista Kenan che non si aspettava la sua presenza in questo momento

-Oh, ciao Matias! Tutto bene, tu?- risposi io sorridendogli

-bene bene- diede una pacca sulla spalla di Kenan che sorrise solamente -stasera te lo rubo te l'ha detto?- mi disse poi guardando solamente il suo amico Kenan, che nel frattempo guardava me

-si... tienilo d'occhio mi raccomando- gli dissi poi, fulminando il mio fidanzato

-certamente, niente alcol e, sobre todo, stiamo il più lontani possibili da las chicas promesso- disse con il suo accento argentino che mi fece sorridere involontariamente.

Mi lasciarono dopo poco, nonostante avessi voluto passare la mia serata insieme a Kenan, magari sotto le coperte o magari davanti alla tv a sfondarci di pop corn proprio come la prima volta che siamo stati solo noi due insieme.

Kenan
-Que tienes? Ti vedo strano e non hai fatto tanto bene in campo- mi disse Mati tenendo le mani salde sul volante mentre ci dirigevamo verso il locale.

Il mio sguardo era perso nel vuoto. A dire il vero non sapevo nemmeno io esattamente cosa mi passava per la testa. Avevo una strana sensazione che mi perseguitava da qualche giorno.

-non so, mi sento strano- dissi con voce bassa.

Lui si girò verso di me guardandomi dall'alto al basso, poi si voltò in direzione di Dean che se ne stava zitto.

-bro, adesso bisogna divertirsi, se non sono triste io che ho perso perché dovresti esserlo tu?- mi disse, stavolta guardando la strada.

-ci proverò, a divertirmi- dissi, chiudendo la conversazione.

In poco tempo arrivammo a uno dei locali più prestigiosi e affollati di Torino. Sebbene questi non fossero esattamente posti da me, questa sera avevo una particolare voglia di sentire la musica penetrarmi nelle orecchie.

Così seguii Matias e Dean che si muovevano come esperti dentro quel posto che a mala pena ti permetteva di respirare.

La musica era talmente alta che per sentirci dovevamo urlarci nelle orecchie e, nonostante questo, molti tentativi di dialogo avevano scarsi risultati.

La situazione al bancone per fortuna si rivelò molto più pacata, nonostante fossero in molti a chiedere da bere.

A dir la verità, in tutta la mia vita avevo bevuto una sola volta, che ovviamente non finì nei migliori dei modi.

Questa sera non avrei fatto eccezione, non mi sarei ridotto in condizioni pessime a tal punto da non riuscire nemmeno a camminare.

-non bevi?- mi urlò Dean sorseggiando un drink e ordinando il primo giro di shottini

-nono preferisco essere il sobrio tra i tre- risposi

-dai almeno un giro fattelo- intervenì Matias che mi porse quello che doveva essere uno shottino di vodka

-ho detto no- esitavo, ma non mi arrendevo, anche se la tentazione c'era

-dai fra, uno solo- mi incoraggiò Dean avvicinandomi sempre di più lo shottino che sembrava pregarmi di essere inghiottito.

Così mi arresi e presi con la mano quel mini bicchiere. Lo portai alle labbra e feci scorrere il fluido in bocca ingoiandolo di getto.

Immediatamente sentii un bruciore alla gola farsi sempre più acuto, costringendomi a fare una smorfia disgustata. Inizialmente sembrò una sensazione fastidiosa che però poi si trasformò quasi in una dipendenza.

Da uno shottino passai a due, poi a tre poi a quattro fino ad arrivare a perdere il conto.

Vacillavo sempre di più con un sorriso da ebete stampato sul volto. Riuscivo a mala pena a distinguere i miei amici nella folla di gente che mi mandava ancora più in confusione.

-fra, menomale che dovevi rimanere sobrio- mi derise Matias che sembrava per ora essere quello più lucido -si vede che sei astemio- mi prese per un braccio cercando di trasportarmi in pista -non fare cazzate- mi urlò all'orecchio, lasciando la presa.

E fu proprio in quel momento che tutto attorno a me sembrò surreale. La musica divenne ovattata, la gente si muoveva a rallentatore e io non sentivo più il pavimento sotto i piedi.

Me ne stavo fermo, o meglio, credevo di stare fermo, mentre sentii tirarmi il braccio da qualcuno.

Quando riuscii a scorgere la mano che afferrò il mio braccio, notai che sembrava femminile. Le dita sottili, le unghie lunghe non fecero che testimoniare la mia ipotesi.

Risi divertito cercando di capire chi mi avesse afferrato per il braccio.

Quando finalmente quella ragazza finì di trasportarmi non so dove potei ammirare la sua figura.

Aveva i capelli biondo cenere, gli occhi neri e un sorriso smagliante. Sembrava qualcuno di famigliare in realtà...

-Gaia? Che ci fai qui?- dissi a stento senza scandire bene le parole, infatti lei sembrò non sentirmi, o forse mi stava semplicemente ignorando.

Che ci faceva qui la mia Gaietta? Perché non era a casa con suo fratello o con Lucia?

Mi sorrise, stuzzicandomi il collo con le mani calde. Poi si avvicinò sempre di più a me, arrivando a sfiorare le mie labbra.

Le mie mani si posarono istintivamente sui suoi fianchi e le sue mani si avvinghiarono al mio collo, rendendo i nostri corpi pericolosamente vicini.

Lei non esitò nemmeno un momento avvicinando le labbra alle mie per far entrare in contatto le nostre lingue.

Fu lei a trasportarmi nel bacio, a contrario di tutte le volte che l'avevo baciata io stesso.

Non mi sembrava lei però, non era la mia Gaia.

E fu nel momento in cui mi staccai che sembrai ritornare lucido per un millesimo di secondo, che però mi bastò per realizzare ciò che avevo appena fatto.

-non sei Gaia- dissi stavolta urlando -chi sei? Vattene! Vai via, fai schifo!-

Quelle labbra non erano morbide come le sue, le sue forme non erano armoniose come le sue e soprattutto, quel profumo non era il suo.

Sentii subito un buco allo stomaco che si trasformò presto in un grande solco che riuscì a bucarmi l'anima.

Che cosa avevo appena fatto?

No, io ho baciato Gaia. Ho baciato Gaia! Era lei!

Cercavo di convincermi di essermi sbagliato, di aver appena respinto Gaia e di non averla riconosciuta del tutto.

Ma quando quella ragazza si presentò nuovamente davanti a me, rimasi disgustato nel realizzare come in pochi secondi avevo commesso quel grande errore, che io stesso non mi sarei mai perdonato.



SPAZIO AUTRICE
Sono sparita per qualche giorno, lo so... ma oggi sono tornata!

Come avrete notato, il capitolo è più lungo rispetto agli altri, e proprio per questo mi ci è voluto un po' più di tempo per idearlo, per scriverlo e per correggerlo. Spero vi piaccia anche se non finisce nei migliori dei modi...

Ora, arriva la fatidica domanda... Che ne pensate? Come risolverà questo casino Kenan?

Ci vediamo al prossimo, come sempre lasciate una stellina se volete❤️💫

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