49.

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Kenan
-promettimi che non mi manderà a fanculo- chiesi a Federico mentre sistemavo delle patatine in una ciotola

-non ti prometto niente, dopo quello che hai fatto dovresti anche aspettartelo...- disse lui rubando una patatina.

Mi fermai un attimo -ma promettimi almeno che farai di tutto per non farmela perdere- lo guardai con occhi sinceri

-lo sto già facendo- rispose lui

-non so come dirti che- cercai di dire, prima di essere interrotto

-che sei innamorato di lei? Si Kenan, me l'hai già detto fin troppe volte, so quanto ci tieni, e so anche quanto lei tenga a te- mi rassicurò.

Sperai fosse tutto vero e che quella sera sarebbe andata nei migliori dei modi, anche se potevo aspettarmi di tutto.

Vederla stare male a causa mia ha fatto stare male me il doppio. E non poterle dare spiegazioni, non poterle dire quanto io in realtà sia perso di lei è stata la cosa più straziante.

Ma oggi avrei fatto di tutto per rimediare le cose.

Gaia
Mi svegliai completamente sudata, nonostante fossimo in pieno inverno. Mi ci volle un po' per capire che ero ancora in macchina e probabilmente molto presto saremmo arrivati.

Mi tolsi le cuffiette ormai scariche dalle orecchie e mi alzai stiracchiandomi.

-buongiorno principessa, siamo quasi arrivati- mi disse mio padre al volante.

"Principessa"...assomiglia tanto a "prensesim"

Mi limitai ad annuire, ancora assonnata. Guardai il telefono e notai che si erano fatte le 12:30 e io non avevo ancora risposto a nessun messaggio e, inoltre, avevo una chiamata persa da parte di Bianca.

Spensi il cellulare e focalizzai la mia attenzione sulla strada attraverso il finestrino. Le macchine saettavano veloce mentre le pioggia cadeva velocemente su di esse.

Il cielo grigio mi fece rattristire più di quanto già lo fossi.

Purtroppo non ho mai passato un compleanno con il sole anche se è sempre stato il mio più grande desiderio...

Passandomi una mano per i capelli notai che erano completamente annodati, quindi mi affrettai a spazzolarli con ciò che avevo a disposizione.

Successivamente tirai fuori lo specchietto e decisi di truccarmi leggermente, dato che il mio viso era molto pallido.

Applicai un po' di correttore, del blush sulle guance e infine un velo di mascara per intensificare lo sguardo.

Solo ora mi accorsi che la macchina stava percorrendo le vie della mia città, Torino, e molto presto saremmo arrivati a casa.

Riposi tutto ciò che avevo sparso nella macchina dentro la mia borsetta che avevo portato e infine mi misi comoda sul sedile, aspettando che mio padre parcheggiasse nel cortile di casa.

Sperai che Fede venisse ad accogliermi con gioia, ma questo non accadde.

Quando scesi dalla macchina sentii cedere le gambe, tanto che dovetti aggrapparmi alla portiera per non cadere.

Attorno a me regnava il silenzio e dentro casa le luci sembravano spente, segno che probabilmente Lucia e Fede non erano ancora tornati.

A passi lenti, raggiunsi la porta dove mio padre aveva appena appoggiato la valigia.

Ci guardammo, mentre mia mamma ci raggiungeva allegra -non suoni il campanello?- mi chiese lui, facendo gesto di farmi avanti

My starboy|| Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora