Cercasi Ammazzamostri

By EmmaJTurner

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[SLOWBURN, AZIONE, AVVENTURA, COMMEDIA] Meli, botanica, assume Logan per farle da guardia del corpo in un mon... More

PARTE I - I Fiori di Sambuco
Cercasi Ammazzamostri
La Prova sul Campo
Botanica, Spacciatrice di Erbe
Le Strigi e un Cestino
La Succube
Luna Piena e Fiori di Sambuco
Addio?
PARTE II - L'Abbazia del Roseto
Una Nuova Missione
Un Sentimento in Comune
Rose Benedette e Cadaveri nei Letti
Una Discreta Rompitura di Cazzo
Chiacchiere in Bottiglia
Straordinarie Proprietà, Rischi e Utilizzi
Il Parassita
L'avevo detto, io
Alla Prossima
PARTE III - Il Dungeon di Darren
1000 navok, vivo o morto
"Andiamo a salvare un innocente"
Magia di Sangue
Ombre negli Abissi
Non Fare Stronzate
Insetti Giganti e Funghi Molesti
La Città dei Demoni
Il Sesto Livello
Fuori dal Dungeon
Un Dannato Cancello è Aperto
Incubi e Altre Brutte Cose
Chi Guarda la Luna Casca nel Fosso
PARTE IV - La Lettrice del Fuoco
Fuggitivi e Ricercati
Bastoni, Bastardi e Balsìk
Nebbia e Spicchi d'Aglio
Fiore di Campo
Atropa Belladonna
Esoterico e Dintorni (1)
Esoterico e Dintorni (2)
Una Donzella da Salvare
Polvere di Fata
Scarsi Tentativi di Evasione
EXTRA - Da qualche parte alla Barricata
Passo del Vento
Verso Nord
La Lettrice del Fuoco
Pigne e Pignoleti
PARTE V - Vento da Ovest
La Procedura Ufficiale
La Montagna Spaccata

Deus Ex Machina

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By EmmaJTurner

Il cancello aperto svettava minaccioso davanti a loro. Ne usciva una sabbia ocra, quasi arancione. Una brezza calda spirava verso di loro dalla landa torrida e inospitale che si trovava al di là. Ai bordi del foro tra i due portali di ferro, lembi di stoffa grigiastra sbatacchiavano al vento. Era il tessuto di questa realtà, strappato per fare posto ad un'altra.

Il solco, le rocce angolari sul pavimento che sostenevano il cancello in una sorta di mezzaluna, riluceva di potere magico. Al di là del portale si stendeva una landa piatta e vasta, ricoperta di sabbia arancione, sotto un torrido cielo giallo.

Meli sentì le ultime gocce di speranza abbandonare il suo corpo. Un solco. Com'era possibile che ci fosse un solco ancora funzionante lì sotto?

"I krampus... Non... Non ti avevano detto nulla, di... questo?" riuscì a balbettare con voce rasposa all'ammazzamostri al suo fianco.

Logan non rispose subito. Aveva gli occhi sbarrati e il respiro accelerato. Pareva fuori di sé. "I krampus... l'orizzonte, la linea... era un cazzo di solco" disse piano tra sé. "Il solco per un dannato cancello!". Si voltò verso Meli. Un'espressione di panico feroce gli alterava il viso. "Dobbiamo andarcene di qui".

"Oh, non credo proprio!" esclamò la ragazzina battendo le mani entusiasta. "Penso invece che resterete per cena. Alcune vecchie conoscenze, magari...?".

Due enormi creature emersero circospette dal portale. Avevano una brutta pelliccia corta color sabbia, sei occhi ciascuno e lunghissime code puntute e sottili come cilici. Due nekorai.

Vengono da sotto, richiamati da qualcosa.

Meli tremò contro le corde magiche. I nekorai si appostarono ai lati della ragazzina vestita di rosso. Theo era ancora a terra, ferito e agonizzante. Una pozza di sangue si allargava sotto di lui. Sarebbe morto dissanguato se non avessero agito in fretta.

Ad un cenno della padrona, i nekorai avanzarono sinuosi verso i due prigionieri. Meli, con la testa appesantita che rimbombava, pregò che Logan avesse un'idea, un'idea qualsiasi, per tirarsi fuori di lì.

Le massicce teste dei felini si avvicinarono languide; le doppie code frustarono l'aria secca facendo vorticare la sabbia rossa. Meli guardò con orrore le zanne del nekorai aprirsi lente ma inesorabili sopra di lei. Pronta al dolore, e certa di non volere come ultima immagine della sua vita terrena la lingua viola e uncinata della fiera, chiuse gli occhi.

...ma li riaprì subito, udendo un sibilo e un ruggito dolorante: il nekorai che incombeva su di lei era stato colpito da una freccia, che se ne stava ora conficcata fieramente dentro uno dei suoi troppi occhi.

Meli si voltò di scatto per individuare il loro salvatore.

O... salvatrice, a quanto pare. Una donna in armatura di cuoio si ergeva sulla rupe, possente come una dea della guerra, il viso coperto da una balestra in posizione di tiro. Meli la riconobbe dalle lunghe trecce nere: Reika.

La guerriera scoccò immediatamente un secondo dardo che colpì la mutaforma dritta al fianco. La ragazzina strillò e le corde magiche evaporarono. Logan si alzò in piedi e recuperò la spada caduta poco distante. Meli, frastornata dal tentato omicidio per soffocamento, si alzò barcollando.

I due nekorai ruggirono inferociti e, all'ordine della padrona accasciata al suolo, attaccarono.

Meli, certa - be', ragionevolmente certa - che Logan se la potesse cavare con i nekorai grazie all'aiuto della balestra di Reika, si infilò agile tra le due fiere e si lanciò su Theo. Se lo caricò su una spalla come un sacco di patate e estrasse il pugnale. La ragazzina con i capelli bianchi, in ginocchio e con la mano premuta sul fianco sanguinante, la guardò dal basso con occhi iniettati di odio.

Meli ricambiò lo sguardo assassino, ma sotto i suoi occhi la ragazzina si rimpicciolì e diventò un paffuto coniglietto bianco che sparì saltellando dietro i massi in fondo al dungeon. Meli pensò di inseguirla, ma aveva fatto la sua scelta: salvare Theo. Aggirò il campo di battaglia, dove Logan stava schivando zanne e code uncinate in un caos di ruggiti e sibilare di frecce, e posò il ragazzino a terra vicino alle scale scolpite nella parete. Gli mormorò poche parole di conforto mentre gli strappava la manica della camicia e la usava per tamponare la ferita zampillante. Una volta fermata l'emorragia gli accarezzò i capelli, pregò che non morisse, e si preparò a ributtarsi nella mischia.

Reika attaccava dell'alto, scagliando frecce che c'entravano l'obiettivo con precisione chirurgica; Logan, due spade sguainate, si difendeva saltando da una roccia all'altra, colpendo sul brutto muso i nekorai con fendenti sempre più aggressivi.

Meli evitò di striscio la frustata dalla coda di una fiera e recuperò il suo bastone. La ragazzina con i capelli bianchi - coniglietto, o farfalla, o sticazzi - non si vedeva da nessuna parte. Chi diavolo era quella tizia? Come poteva essere così giovane e così magicamente competente? Aveva aperto un cancello da sola, per Iddio, quando per richiuderli - quando? quarant'anni prima? - erano servite intere squadre dei migliori spezzaincantesimi della Repubblica.

Meli si affiancò a Logan, impegnato a conficcare la spada d'argento nel collo di un enorme felino. Un fiotto di sangue sprizzò come una fontana. Tre dardi in successione si infilarono precisi dentro l'orecchio della bestia, facendola crollare a terra, morta.

Logan lanciò uno sguardo sospettoso alla guerriera sulla rupe. "Chi diavolo è la tiratrice?".

"Reika" rispose Meli. "Sta dalla nostra parte... credo".

"Il bambino?".

"Vivo. Per ora".

"La mutaforma?".

"Sparita. Un coniglietto".

"Recupera il ragazzino. Dobbiamo andarcene da qui prima che escano altre oscenità da quel cazzo di-".

Una risata malvagia coprì la fine della frase. A Meli si ghiacciò il sangue nelle vene. Non era una risata qualunque, quella: veniva fuori dai suoi incubi di bambina e l'avrebbe riconosciuta ovunque. E infatti, in un turbinio di piume nere e schiamazzi molesti, uno stormo di strigi planò fuori dal cancello.

***

Una strige mirò dritta verso la guerriera shati, che mollò a terra la balestra e estrasse una grossa arma a due mani. La testa della strige rotolò giù dalla rupe fino ai piedi di Meli.

Il nekorai ancora in piedi, distratto per un attimo da tutto quel volteggiare di uccelli, tornò all'attacco. Logan scartò di lato per evitare una zampata che gli avrebbe divelto gli arti dal corpo; Meli rimpianse il suo aconito abbandonato nello zaino al di là del lago sotterraneo.

Le strigi ridevano e li schernivano volteggiando in tondo. Meli le fissò paralizzata. Sentiva il panico risalirle il petto. Aprì la bocca per inghiottire più aria; il cuore le martellava nelle orecchie.

"Mel! Il ragazzino!".

Giusto. Meli si riscosse e corse verso le scale. Lieta di trovare Theo ancora vivo, lo prese tra le braccia e cominciò a risalire i gradini. Non ebbe nemmeno il tempo di vedere se Logan fosse dietro di lei, che due strigi le furono addosso.

Meli, sbilanciata dal peso di Theo, quasi scivolò giù dalle scale. Schivò a malapena un colpo di becco e si voltò di spalle per proteggere il ragazzino ferito, tenendolo stretto tra sé e il muro di roccia. Urlò di dolore quando due zampe artigliate le affondarono nelle scapole.

"Dooove vaiii di beeello, dolce bambiiiiina?" trillò estasiata la strige.

"Non sono cazzi tuoi" rispose una voce femminile, mentre con un rumore di carne lacerata la strige veniva strappata via. Meli sollevò lo sguardo giusto in tempo per vedere Reika che con un calcio liberava un'ascia bipenne dalla carcassa senza vita della strige.

Le sorelle demoniache ulularono impazzite, avventandosi sulle due donne a metà scala. Reika roteò e calò l'ascia con rapida precisione, mozzando ali, teste e artigli. Logan, in fondo alla scalinata, era ancora alle prese con il nekorai.

Meli, accasciata contro il muro, non osava muoversi per paura di perdere la presa su Theo. Quando le strigi diedero loro un attimo di tregua, Reika - ascia insanguinata nella mano sinistra - la afferrò per un braccio per aiutarla a proseguire nella salita.

Ma c'era chi aveva altri programmi.

"Pensate davvero di poter uscire vivi da qui?".

Meli, dolorante e sanguinante, alzò il viso verso la voce. La ragazzina era di nuovo una ragazzina, ed era in piedi in cima alla scalinata di pietra. I vestiti di pelle erano laceri e impolverati, e dal fianco lurido di sangue era visibile la ferita da freccia inflitta da Reika.

"Pensate davvero che possa lasciarvi andare, dopo quello che avete visto?". La mutaforma scese due scalini. Camminava instabile sulle gambe e aveva negli occhi una luce di furiosa follia. Le strigi sopravvissute strillavano facendo un baccano infernale.

"Non. Credo. Proprio".

Ci fu un'esplosione. La forza dell'onda d'urto fece volare via Meli dai gradini, e l'attimo dopo la sua schiena colpì con violenza il pavimento del dungeon. Tramortita dall'impatto, Meli non lasciò la presa su Theo, stringendolo al petto come una bambola di pezza. Il dolore le fece ronzare le orecchie e formicolare le mani. Stava per perdere conoscenza.

Sopra di lei, come in un sogno, si librava un aquilotto bianco. L'animale la fissava con luminosi occhi rossi, le ali spalancate e immobili nell'inesistente corrente ascensionale; poi si riscosse e sparì come un bolide bianco dentro il cancello aperto.

Dal cancello si levò un vento caldissimo. Ora al di là del portale non c'era più una distesa di sabbia arancione, ma un fiume incandescente. Lava di un color giallo accecante cominciò a colare fuori dal solco, fondendo la roccia rossa sul fondo del dungeon. Due grosse mani infuocate si aggrapparono al cancello di ferro; ne emerse una gamba seguita da un'enorme bestia deforme, simile ad un demone o ad un golem, ma ricoperta di lava fusa. Meli, seppur rintronata dalla botta e dal dolore, seppe subito che cos'era.

Ci mancava un cazzo di Elementale.

L'Elementale di Fuoco uscì dal portale e si erse in tutta la sua altezza; sfiorava il soffitto, dal quale caddero pietre polverose. L'aria si fece subito bollente e irrespirabile: Meli la sentiva bruciare nei polmoni. La caverna si illuminò a giorno. Com'era il detto? Dalla padella alla brace? Più letterale di così era impossibile.

Due mani forti la tirarono in piedi. "Che diavolo stai facendo?".

Meli non seppe dove trovò la forza di ribattere a tono. "Mi sto divertendo un sacco, non vedi?".

Solo quando vide il sangue che gli imbrattava le mani Logan comprese appieno la gravità delle ferite di Meli. L'ammazzamostri, scarmigliato e col fiato corto, passò lo sguardo da lei, ai nekorai uccisi, alle strigi che volteggiavano sul soffitto, all'enorme Elementale che si stava dirigendo lento, inesorabile e incandescente verso di loro.

"Scale. Adesso". Aggirarono un nekorai morto nel momento stesso in cui un enorme sasso infuocato venne scagliato nella loro direzione. Si gettarono a terra per evitarlo, e la palla di lava e fuoco colpì la parete di roccia dove si spaccò in mille pezzi.

Anche Reika stava correndo verso i gradini intagliati nella roccia, ma un secondo masso incandescente volò davanti a lei sbarrandole la strada. Cercò di aggirarlo, ma un terzo proiettile di lava rovinò contro la scala con un gran fracasso, sgretolando i gradini e rendendo inutilizzabile la loro unica via di fuga.

Grandioso. Meli, a terra, ferita, intorpidita e con un crescente senso di panico a stringerle la gola, si strinse a Logan. Erano in trappola.

Reika li raggiunse. Meli vide nei suoi occhi rischiarati dalle fiamme la stessa terribile consapevolezza che doveva leggersi nei suoi. Sarebbero morte lì, nel dungeon di Darren, bruciate e fuse nella roccia lavica da uno schifoso Elementale di Fuoco.

L'Elementale, gloriosamente ricoperto di lava infuocata, procedeva lento, maestoso e ineluttabile, facendo scricchiolare e tremare l'intera caverna. Le risate sguaiate delle strigi perforavano i timpani, e la temperatura aveva ormai raggiunto livelli insopportabili. Meli sentiva il sudore colarle caldo lungo la schiena. Quell'ultimo livello del dungeon di Darren era la manifestazione terrena della Fine del Mondo delle Scritture.

Reika la aiutò ad alzarsi e si caricò in spalla Theo. Meli la ringraziò con un cenno di capo. Poi guardò Logan - con gli occhi fissi sul nemico, i capelli che vorticavano nell'aria bollente e la spada sguainata di un giallo abbagliante di luce riflessa - e rifletté, in un lampo di follia, che non poteva avere accanto persona più adatta con la quale affrontare l'Apocalisse.

"Ammazzamostri" urlò Meli.

"Eh".

"Al tuo colloquio hai parlato di incantesimi di protezione".

"Non me la cavo alla grande con quelli".

"Sarebbe il caso di provare lo stesso, che dici?" replicò Meli, osservando con angoscia l'Elementale caricare un altro enorme masso infuocato verso di loro.

Logan si concentrò e incrociò gli avambracci davanti a sé. Attorno a loro si formò una sfera protettiva trasparente. Ma durò solo un attimo: in un guizzo azzurro, la sfera svanì. "Cazzo".

Un nuovo proiettile lavico che si schiantò sulla parete sopra di loro. Si protessero la testa con le braccia dai lapilli infuocati. In un guizzo di ironia isterica, Meli pensò che quel bestione non aveva poi una gran mira.

La parete del dungeon si incrinò. Logan guardò in alto. Meli vide un'idea precisa formarsi dietro quegli occhi chiari. L'uomo la afferrò per un braccio e la tirò contro di sé, posizionandola in un punto preciso. "Qualunque cosa succeda, non staccarti da me". Non avendo valide alternative, Meli annuì. Diede le stesse istruzioni a Reika, che si mise in posizione.

L'Elementale ora incombeva su di loro. Il caldo era opprimente. Con un ghigno infuocato, la creatura sollevò una nuova pietra, che subito diventò una palla di lava infuocata nelle sue mani. Prese la mira. Meli sentì le dita di Logan stringerle il braccio.

L'enorme proiettile lavico volò verso di loro. Logan la trascinò di lato all'ultimo momento e evitarono per un soffio di essere schiacciati. La roccia colpì la parete del sotterraneo esattamente dove Logan la voleva. La crepa corse su, velocissima, fino al soffitto. Un minaccioso scricchiolio rimbombò nella sala. Meli si aggrappò a Logan. In un boato assordante, la parete esplose e il fiume sotterraneo invase il sesto livello del dungeon di Darren.






Spazio dell'autrice

E con questo capitolo abbiamo raggiunto il CULMINE DI ANSIA di questa Parte III! Fatemi sapere cosa ne pensate <3


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