Midnight in Paris

By selemoony

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Aurore ha venti anni ed è una delle ragazze più in gamba della facoltà di lettere. Fin da bambina e ha il sog... More

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By selemoony

Noah

Ivy sta dormendo al mio fianco, i capelli biondi le ricadono sul viso e il respiro affannato smuove persino le coperte che avvolgono il suo esile corpo. Le passo lentamente una mano sulla lunga chioma bionda facendo attenzione a non darle fastidio perché non voglio svegliarla, voglio solo tenerla stretta a me il più possibile e non lasciarla più.

Le sue parole rimbombano ancora nella mia testa, lei andrà via quindi non potrò andare a prenderla tutti i giorni dopo il tirocinio, non le potrò più portare la sua cioccolata preferita quando sarà triste, non ci sarò io a rassicurarla quando non si vedrà bella, quando non crederà di essere abbastanza brava, abbastanza intelligente.

Ma lei è forte.

Ivy è la donna più determinata di questo mondo e so che senza di me sarà in grado non solo di camminare da sola, ma anche di spiccare il volo.

Ma io senza di lei sarò in grado di andare avanti?

Ivy è stata il mio più grande sostegno e quando nella mia vita tutto andava male lei è sempre stata al mio fianco a stringermi la mano e a darmi forza. Non le impedirei mai di realizzare i suoi sogni e non le chiederei mai di rinunciare alle sue aspirazioni per me, ma continuo a chiedermi perché tutta questa paura di parlarne con me?

Cerco di non muovermi troppo e prendo il cellulare poggiato sul comodino, sono già le quattro del mattino e non sono riuscito a prendere sonno. Dopo l'ennesima manciata di minuti senza riuscire a dormire decido di alzarmi dal letto cercando di non fare molto rumore perché non voglio svegliarla.

Resto qualche istante ad osservarla, è più bella che mai.

Scavo nelle tasche del mio cappotto, dove sono presenti numerose cianfrusaglie inutili perché mi dimentico sempre di svuotarle, e tiro fuori il pacco di sigarette mezzo vuoto. 

Apro la finestra per non disturbarla con la puzza di fumo e la luce soffusa dei lampioni svela un'atmosfera piuttosto tranquilla. Nelle strade deserte a quest'ora non passeggia nessuno, sento solo in lontananza il rintocco dell'orologio della cattedrale.

Fumo lentamente quella sigaretta mentre mi godo una Parigi notturna, calma e silenziosa, alla quale non sono abituato affatto.

Ivy inizia ad agitarsi leggermente, si volta prima da un lato e poi dall'altro ed emette dei leggeri mugolii. È solita fare così quando il suo sonno è poco tranquillo così getto giù la sigaretta quasi finita e mi avvicino a lei per poterla tranquillizzare.

Aurore

« Andiamo in montagna per Natale? »

Dico entrando in cucina per la colazione dopo aver udito le parole dei miei genitori.

« Il signor Keller ci ha invitati nella sua baita in Svizzera, è una buona occasione per tuo padre per chiudere un affare in corso da diversi mesi, ma non ce la sentiamo di lasciarti sola per Natale »

Ah, quindi io non sono inclusa nella vacanza.

« Non preoccupatevi per me, io ho un esame subito dopo le feste e non posso muovermi da qua »

Metto l'acqua nel bollitore per preparare il tè mentre sento addosso gli occhi insistenti dei miei genitori che mi squadrano dall'alto al basso.

« Sei sicura Aurore? Passeresti il giorno di Natale da sola e non ce la sentiamo di lasciarti sola durante le feste »

So quanto questo affare sia importante per mio padre, lui non ne parla mai ma in questo periodo è molto stressato proprio perché ancora non hanno concluso.

E poi non ho voglia di trascorrere le vacanze con degli sconosciuti.

Prendo l'infuso e metto la bustina nella tazzina nella quale verso l'acqua bollente mentre mia madre mi taglia una fetta del dolce che ha preparato.

« Grazie, ma non dovete preoccuparvi »

« E se andassi dalla zia Charlotte? Almeno staresti in compagnia »

Dalla vecchia zia Charlotte che ha la stessa vitalità di un bradipo?

« Passerò il natale con Noah e suo padre, sono da soli e so che saranno felici di ospitarmi »

« Va bene amore, non combinare guai »

In realtà non c'è nessun pranzo con Noah e con la sua famiglia ma non voglio che i miei genitori rinuncino ad una vacanza per non lasciarmi sola.

Terminiamo la colazione parlando del più e del meno, mia madre è già entusiasta perché vede questa vacanza come una classica occasione per andare a fare shopping e divertirsi per un po', e dopo tutto il lavoro che ha portato a termine in questi ultimi mesi direi che se lo merita proprio.

Per questa giornata non ho chissà quali programmi, sono stanca di studiare dato che ho trascorso le ultime settimane sui libri senza fare nemmeno una pausa e al tempo stesso non ho voglia nemmeno di restare a casa a riposare.

Fuori fa freddo, ma non abbastanza da non potermi godere una passeggiata tranquilla così, dopo aver salutato la mia famiglia, indosso il cappotto ed esco di casa.

Ed è solo quando metto piede fuori casa che realizzo che l'aria fredda e pungente dei primi giorni di dicembre è così fastidiosa che sono quasi tentata di rientrare nuovamente dentro, ma la voce di Kaden che chiama il mio nome attira subito la mia attenzione.

« Ciao Collins dove vai? »

Sono solo le dieci del mattino e lui è vestito come se stesse andando alla prima dell'Opera. Indossa una completo elegante nero abbinato a dei mocassini dello stesso colore, e un lungo cappotto color panna completa l'outfit nella maniera più elegante possibile.

« Sono appena tornato dall'ennesimo interrogatorio di Cordero, dove ovviamente non ha detto nulla, e tu dove vai? »

« Non ho voglia di studiare stamattina e ho pensato di fare una passeggiata »

« Posso offrirti un caffè allora? »

« Certo »

Gli dico mentre attraverso la strada per raggiungerlo e lui con una mano indica il centro della città.

« Andiamo di là ti va? Conosco un caffè che sicuramente ti piacerà »

Iniziamo a camminare verso la zona Louvre, quella che più amo di tutte la città, l'unico posto dove trascorrerei giorno e notte senza mai stancarmi.

I palazzi sontuosi, l'arte che si percepisce già dalle strade, la storia che si cela dietro ogni edificio, nascondono un fascino che nessun'altra  città possiede.

Al fianco di Kaden mi sento quasi piccola e insignificante. È così bello e elegante che riesco a percepire gli occhi di tutte le ragazze su di lui, e lui stesso è consapevole di attirare l'attenzione ovunque vada.

Sarà che la sua stazza di 1,87 cm è difficile non notarla.

Metto le mani in tasca per il freddo e Kaden, notando che stavo letteralmente congelando, mi porta un braccio intorno alle sue spalle e mi attira a sé.

« Va meglio? »

Mi sussurra con delicatezza mentre io sollevo lo sguardo verso di lui.

« Decisamente »

« Vedi, siamo arrivati »

Mi indica l'ingresso del locale, un caffè letterario dei primi del novecento.

Quando entriamo in quel locale l'atmosfera è così rilassante e tranquilla che sembra quasi di essere tornata fra i banchi della biblioteca.

Non si sentono i rumori provenienti dall'esterno e i presenti sono tutti intenti a leggere o a sorseggiare qualcosa di caldo.

Questo posto mi ricorda casa.

Kaden

« Vieni spesso qua? »

Sono le prime parole che Aurore mi rivolge mentre si toglie la giacca e si mette a sedere dinanzi a me.

Ha le guance arrossate e le mani ancora congelate infatti le strofina sui pantaloni nel tentativo di riprendere calore.

Vorrei stringerle, ma mi sembra esagerato, forse mi prenderei troppe confidenze con lei.

« In realtà no, ci sono venuto solo qualche volta, non ho molto tempo per leggere quindi non è proprio il posto adatto a me, però mi sono ricordata di quanto tu ami la lettura e ho pensato potesse essere perfetto per te, in più fanno una cioccolata calda buonissima, che ti consiglio assolutamente »

Aurore mi sorride guardandosi intorno meravigliata.

Sembra sempre una bambina quando va in posti nuovi che non conosce.

E la sua attenzione ovviamente si sofferma sulla grande libreria alle mie spalle.

Per un momento ho pensato che quel suo sguardo meravigliato e innamorato potesse essere rivolto a me, e invece lei sta solo ammirando migliaia di libri tutti raccolti alle mie spalle.

Si alza e raggiunge immediatamente uno scaffale dal quale prende un libro a colpo sicuro.

Deve averlo già adocchiato da quando siamo entrati perché è un'attenta osservatrice.

« Hai detto che non hai tanto tempo per leggere, ma questo è brevissimo e bellissimo, e sono sicuro che ti piacerà »

Aurore poggia sul tavolo un libro dalla copertina bianca così lo prendo fra le mie mani per leggerne il titolo "Notti bianche, Fëdor Dostoevskij"

« Dici che ne vale la pena leggerlo? »

E lei subito annuisce dicendomi di prenderlo.

E la sua ottima scelta viene anche confermata dal cameriere che, venuto a prendere la comanda, si complimenta con lei per la scelta del libro.

« Facciamo così, durante le vacanze di natale lo leggerò e ti farò sapere cosa ne penso »

« Va benissimo, quindi deduco che non partirai durante le vacanze? »

Mi domanda lei sistemandosi il colletto del maglione.

« No, ho molto lavoro da sbrigare e non partirò, solo viaggi d'affari a gennaio e tu? »

« I miei genitori vanno a sciare in Svizzera ma io non sono compresa, quindi resterò a casa a studiare »

« Possiamo farci compagnia a vicenda, lo sai che sono un ottimo chef »

Lei mi sorride e annuisce felicemente alla mia affermazione.

Maëlle

In questi ultimi mesi l'unica volta in cui ho trovato un po' di tranquillità e sono riuscita a fuggire a quella sensazione di angoscia e ansia, che ormai si impossessa di me ogni singolo giorno, è stato quando Aleksander mi ha passato quella pasticca.

E adesso sono qua, dinanzi al suo appartamento, incerta se bussare oppure no.

All'interno riesco a sentire il rumore della televisione accesa quindi sicuramente in casa c'è qualcuno ma sto continuando a pensare se questa effettivamente sia la scelta giusta per me.

Sospiro pesantemente ma poi suono al campanello e dopo pochi istanti vedo la porta di casa aprirsi.

Ad accogliermi non è il moro tatuato come mi aspettavo ma una signora sulla cinquantina, dall'aspetto stanco e trasandato.

« Buonasera signora, Aleksander è in casa? »

« Certo accomodati, non far caso al disordine sono tornata da poco da lavoro e non ho avuto tempo per sistemare tutto, mio figlio è un grandissimo disordinato »

Le sue parole mi fanno sorridere e quando entro all'interno della loro abitazione mi rendo conto che non è poi così a soqquadro come mi aveva descritto, ci sono solo sacchetti di patatine sul tavolino dinanzi alla televisione, ma Aleksander è così, non mette mai in ordine nulla.

« Si figuri, anzi le chiedo scusa per il disturbo, immagino sia appena tornata da lavoro »

« Sono felice di avere un po' di compagnia e di vedere volti nuovi, Aleksander in genere non frequenta persone come te e non porta nessuno a casa »

Sua madre bussa alla sua stanza ma non riceviamo nessuna risposta così decide di entrare in camera e dopo un istante mi fa cenno con la mano di entrare.

Aleksander è seduto dinanzi al suo pc con le cuffie nelle orecchie intento a giocare a uno dei suoi stupidi videogiochi.

« Mi hai fatto morire spero tu sia qui per una buona causa »

Le sue parole suscitano una piccola risata alla madre che ci lascia soli ed esce dalla stanza chiudendoci la porta.

« Ho bisogno di quelle pasticche che mi hai dato l'altra volta »

Si alza in piedi e prende dal cassetto una bustina con dentro due pasticche che subito mi lancia e io afferro al volo.

« Ma sei idiota che le lanci così »

Un ghigno gli compare sul viso, il suo è quasi un tono di sfida ma io questa volta non ho voglia di giocare, non dopo i guai dell'ultima volta.

« Puoi tenere il resto »

Gli dico dopo avergli dato cinquanta euro e la sua espressione è piuttosto soddisfatta.

« Tutti i miei clienti dovrebbero essere come te e lasciare mance così generose »

« Spero solo non siano caramelle, so cosa combini alle feste »

« Le voci si spargono in fretta, a quanto pare, però tu sai con certezza che quello che vendo a te non è mai un falso, le compresse di halloween hanno fatto effetto o sbaglio? »

« Perché fai questo? Perché truffi i tuoi clienti? »

« Non sono un truffatore Maëlle, stiamo parlando di ragazzini che hanno meno di quindici anni e non sono nemmeno consapevoli di quello che stanno facendo, se non gli vendo io la droga andranno sicuramente da qualcun altro quindi è meglio che lo faccia io, almeno non c'è nulla di chimico nelle caramelle »

« E allora perché a me le hai vendute? Se ritieni facciano così male? »

« Perché so che non le prenderai, anzi quando tornerai a casa le metterai nel tuo comodino e le lascerai lì per giorni, fin quando non ti deciderai a scaricarle nel cesso »

Forse Aleksander non ha torto ma al momento mi sento di fare così.

« E secondo me hai solo bisogno di parlare con qualcuno, quindi vieni qua »

Mi indica il suo letto così mi metto distesa e anche lui fa la stessa cosa, mettendosi al mio fianco.

« Facciamo così » dice Aleksander voltandosi verso di me « Tu fai una domanda a me e io una domanda a te, ma dobbiamo essere onesti »

« Va bene allora inizio io »

Aleksander annuisce e dopo aver pensato alla domanda da fare subito la espongo.

« Ti sei mai messo nei guai facendo questo lavoro? »

« Siamo partite con il botto... Si, mi sono messo nei guai, anzi lo sono al momento, ho un debito di più di cinque mila euro con uno strozzino ed è per questo che ho lasciato Aurore, sono riusciti a risalire a lei e non potevo metterla nei guai e adesso pian piano lo sto ripagando, ma come avrai capito non mi forniscono più sostanze oltre quelle che già avevo e quindi mi arrangio con le caramelle »

Aleksander ride nervosamente per nascondere il suo tormento ma io riesco a percepirlo da qua.
Non so bene cosa dire, sono conversazioni difficili da affrontare ma i nostri sguardi dicono tutto, c'è comprensione da parte di entrambi.

« Perché mi hai chiesto quelle pasticche? »

« Perché mi sento sola e abbandonata e le sedute dalla psicologa non fanno più effetto, soprattutto perché i miei genitori l'hanno minacciata di non prescrivermi psicofarmaci, non vogliono una figlia malata »

Avverto una fitta al petto solo a pronunciare determinate parole. Credevo che un giorno avrebbe fatto meno male e invece non passa mai.

« Come hai contratto questo debito? »

« Uno strozzino mi forniva la roba da vendere ma io vendevo sempre solo una parte, l'altra parte la usavo io. Ho fatto abuso di tutte le droghe del mondo, ed è per colpa di questa stupida dipendenza che ho contratto questo debito.
Dopo diversi mesi lui ha smesso di fornirmi la droga e mi ha minacciato affinché gli restituissi tutto il denaro con gli interessi »

« Che ladro »

« Si chiamano strozzini per una ragione, hanno minacciato di fare del male a mia madre e io non posso permettermelo, mi chiedono cinquecento euro al mese, sembra di versare la caparra per una casa, solo che se non sono puntuale con il pagamento loro faranno del male a mia madre perché sanno dove lavora »

La freddezza con cui Aleksander pronuncia queste parole è un colpo al cuore persino me.
Per lui tutto questo è normalità.

« Perché i tuoi genitori non ci sono mai? »

« Loro hanno affari in tutto il mondo, potrebbero portarmi in viaggio con loro ma la verità è che senza di me stanno meglio. Io per loro sono solo il frutto di un errore »

« Te lo hanno detto loro? »

« Queste sono due domande »

Lo rimprovero e lui si sporge verso il comodino per prendere un pacco di sigarette. Ne porta una tra le labbra poi mi porge il pacchetto e faccio lo stesso.

Ben presto l'aria diventa difficile da respirare a causa del fumo che non ha modo di uscire dato che le finestre sono tutte chiuse.

« Hai i soldi per quel debito? »

« Lavoro come barista, Maëlle, e mia madre come cameriera in un ristorante del cazzo che a stento le dà seicento euro in un mese. Con seicento euro riusciamo solo a pagare l'affitto e le bollette ma con quei soldi non mettiamo nemmeno un piatto a tavola, per questo c'è bisogno che io lavori. Tutto quello che guadagno lo dò a lei per gestire la casa, tranne cinquecento euro.. spaccio per potermi concedere anche solo un'uscita al mese o impazzirei »

Inspiro il fumo nei polmoni mentre gli occhi mi diventano sempre più lucidi, un po' a causa del fumo, un po' per l'onestà di Aleksander.

« Senti di essere importante per qualcuno Maëlle, di avere delle persone vere al tuo fianco? »

« I miei amici mi vogliono bene ma non mi sono mai sentita così a mio agio da parargli di tutto questo e di come mi sento... quindi è per questo che mi reputo così sola »

Dopo aver fumato la sigaretta mi alzo per andare ad aprire la finestra e la spengo nel posacenere che è poggiato sulla scrivania.

« Ultima domanda che devo tornare a casa »

« Ti ascolto, sono tutto orecchie »

« Sei ancora innamorato di Aurore? »

« La amo da morire, ma so che un giorno sarà di nuovo mia e potremmo continuare ad essere felici insieme come lo siamo sempre stati »

Forse come lo sei stato tu... perché nell'ultimo periodo lei non ha fatto altro che piangere e stare male.

Ma questo non glielo dico, Aleksander infondo è consapevole di essersi comportato in maniera sbagliata nei suoi confronti, solo che adesso non ha bisogno di sentirsi dire queste cose.

« Mi dici come cazzo le fai quelle caramelle che sembrano droga? »

Aleksander scoppia a ridere e sbatte la testa sul cuscino portandosi le mani sul volto.

« Mi raccomando non raccontarlo a nessuno »

« Hai la mia parola »

« C'è una pasticceria qua vicino, dove puoi realizzare dei dolci scegliendo tu gli ingredienti, ho sperimentato un po' diversi gusti e consistenze e sono arrivato ad avere queste caramelle con un retrogusto amaro simile a quello delle pasticche, è geniale »

« È geniale, mi dirai mai gli ingredienti »

Aleksander scuote la testa divertito.

« Non si svelano i segreti del mestiere »

« Hai ragione, adesso vado, ciao Aleks »

« Ciao Maë »

Esco dalla sua stanza e vedo la signora Devies intenta a sistemare il soggiorno.

« Posso darle una mano? »

« Oh no signorina, non preoccuparti, e dammi tranquillamente del tu »

« Non ho nulla da fare a casa, posso intrattenermi ancora un po' »

Ed eccoci qua alla fine del capitolo.

La settimana prossima uscirà il capitolo natalizio, so che siamo fuori stagione però non potevo farlo uscire prima e la cena di natale è fondamentale nella storia... anche perché non posso passare da halloween all'estate senza descrivere il natale.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, in tal caso lasciate una stellina!!

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