Midnight in Paris

By selemoony

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Aurore ha venti anni ed è una delle ragazze più in gamba della facoltà di lettere. Fin da bambina e ha il sog... More

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Dedica
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By selemoony

Kaden

Aurore è seduta dinanzi a me, indossa un vestitino bianco con una fantasia floreale e le maniche corte, nonostante a Parigi di questi tempi non faccia molto caldo.
I lunghi capelli scuri le ricadono sul viso e di tanto in tanto con le dita sposta quelle ciocche fastidiose che le ostruiscono la vista.

Sta tormentando la povera penna con cui sta studiando, la morde e la rimorde continuamente mentre legge attentamente qualcosa dallo schermo del suo pc.

« A cosa stai lavorando? »

È così immersa nei suoi pensieri che non mi sente nemmeno, chissà che cosa le sta frullando per la mente.
Mentre lei studia io sono alle prese con il mio lavoro. Sto rimuginando sul caso da ore ed ore, anzi da giorni, ma tante cose continuano a non tornarmi, ho bisogno di una pausa e di un caffè ghiacciato.

« Bella addormentata ci sei? »

« Parli con me? »

Mi dice accennando un sorriso e mettendo finalmente giù quella povera penna vittima dei suoi denti e della sua ansia.

« Si principessa Aurore, eri in un mondo tutto tuo »

« Stavo leggendo.. scusa »

Mi dice con voce delicata, mentre spegne il suo pc, abbassandone successivamente lo schermo così da consentirmi di avere una visuale completa del suo profilo.

« Ma ho letto abbastanza quindi posso anche chiudere... tu che cosa fai? »

« Solito caso, ma sono bloccato, molte cose non tornano »

« Del tipo? »

« Una macchina può sparire del tutto e non essere individuata in nessuna telecamera della zona? Impossibile. »

Fa una piccola smorfia prima di alzarsi e venirsi a sedere accanto a me.

« Posso? »

Indica il mucchio di fascicoli che ho davanti ed io con un gesto immediato faccio scivolare i documenti che richiede sulla superficie ruvida della scrivania, così che possa leggerli.

« Hai detto che pensi sia stato qualcuno di una banda, giusto? »

« Sì detective »

« Non prendermi in giro, dai »

La sua voce è divertita, sta sorridendo, ed è anche leggermente imbarazzata mentre sfoglia ad uno ad uno i fogli che le ho passato. Avrebbe davvero avuto successo come detective, è così maniacale e scrupolosa che quasi mi sorprende.

« Dicevo... Se si trattasse di qualcuno di una banda avrà studiato a tavolino questo piano, avrà tracciato un percorso ben preciso per arrivare in quel punto senza essere visto, no? Ma se guardiamo le videocamere dei quartieri più lontani potremmo individuare l'auto »

« Ci avevo già pensato e non è facile. Mayson non ha saputo fornirmi il modello preciso dell'auto, hai idea di quante mercedes bianche circolano a Parigi ogni giorno? »

« Troppe... ma era piena notte »

« Ma continua a non tornare, Mayson e Sheila hanno scelto di andare a cena a St. Denis all'ultimo minuto, nessuno sapeva che sarebbero stati lì, quindi non ha senso »

« Non torna perché la vittima non doveva essere Sheila »

Aurore è così intelligente che riesce a capire all'istante quello che io ho scoperto con settimane di lavoro, ma voglio stuzzicarla e vedere fin dove arriva il suo intuito.

« Chi sarebbe allora? »

« Mayson nella confessione ha detto che c'era un'altra ragazza che camminava poco più avanti di loro e che poi è svanita nel nulla, dico bene? »

Annuisco con un cenno della testa senza proferire parola così lei continua.

« Dalla descrizione la ragazza era alta un metro e sessantacinque circa, capelli neri scuri, e aveva un braccio completamente tatuato.. chi ti ricorda? »

Ed ecco che ci è arrivata immediatamente..

« Mmh chi? »

« Sheila, le due ragazze si somigliavano così tanto... sarà stato uno scambio di persona? »

« Ho una pista anche su di lei ma la analizzeremo un'altra volta, sono stanco e ho bisogno di tornare a casa »

Non è il caso di mettere in mezzo la Gang di Cordero e raccontare tutto ad Aurore. Le sto dietro da giorni per evitare che qualcuno si avvinasse a lei e le potesse fare del male,  figuriamoci se volevo metterla io stesso nei guai.

« Aurore... »

« Si? »

« Se non hai impegni... facciamo un giro insieme stasera? »

« Oh beh io.. mi ero già organizzata per la serata ma se vuoi domani torniamo in biblioteca.. »

« Ci vediamo domani in biblioteca detective... e sta attenta stasera »

Aurore

Elia è puntale come un orologio svizzero, ha detto che mi veniva a prendere alle otto e alle otto meno cinque è già davanti casa mia.
Non lo faccio aspettare molto sotto casa, per la prima volta in vita mia non sono in ritardo, nonostante il suo lieve anticipo.

Come al solito è a bordo della sua nuova moto, indossa il suo classico chiodo di pelle nero, al di sotto del quale riesco ad intravedere una camicia bianca.

Wow aveva rinunciato ai suoi maglioncini e alle polo di Ralph Lauren?

Salgo sul suo gioiellino nero e indosso quel terribile casco che scompiglia inevitabilmente la mia capigliatura folta, Dio se lo odiavo.

Ho sempre avuto paura delle moto, delle corse, della velocità ma con Elia mi sento al sicuro.
Mi trasmette pace, tranquillità, e grazie alla sua presenza sono riuscita a ritrovare un briciolo di serenità in questi giorni terribili.

Il vento fra i capelli me li fa volare tutti sul viso che a stento riesco a vedere la strada davanti a me. Mi sento così buffa ed impacciata che scoppio a ridere così sonoramente da suscitare la curiosità del biondino, che grazie allo specchietto retrovisore, riesce a godersi quella visione comica.

Cerca di non ridere per non mettermi a disagio ma non riesce a trattenersi a lungo, e la sua risata è così contagiosa che finisco per prendermi in giro da sola per l'ennesima volta.

Elia mi porta nel punto più alto della città: Montmartre.

Passeggiamo a lungo parlando del più e del meno, dell'università, degli allenamenti, della nostra vita, siamo stati lontani così tanto tempo che sembriamo due sconosciuti, le nostre vite sono cambiate tantissime.

Ci siamo fermati a prendere un calice di vino in una piccola enoteca sulla strada, è più facile conoscersi, per la seconda volta, davanti ad un bicchiere di vino, no?

« A settembre pensi di ritornare a Londra? »

« Non lo so, fa sempre freddo in Inghilterra.. »

« Certo perché a Parigi fa caldo »

Mi sorride, ma le mie battute sono comunque terribili e scontate.

Abbiamo preso un calice di vino rosso ma io non reggo molto l'alcol così lascio che Elia lo finisca al posto mio.

« Ricordati che devi riportarmi a casa salva »

« Non ti metterei mai in pericolo... ma comunque non si può non bere tutto, è cattiva educazione dare ai camerieri il compito di svuotare i calici, io gli risparmio il lavoro »

È un caso perso.

Il tempo è passato così velocemente che non mi sono minimamente resa conto che è già ora di ritornare a casa.

Ma ovviamente di tornare a casa non ne ho proprio voglia e la musica che proviene dai locali circostanti mi sembra un buon invito per restare.

Prendo la sua mano ed ha un momento di esitazione, ha capito quali sono le mie intenzioni ma decide comunque di assecondarmi.

Inizio a muovermi a ritmo di musica mentre Elia è più impacciato di me, i suoi movimenti sono quasi meccanici, ma nonostante ciò cerca di seguire quelli più leggiadri del mio corpo.

« Sono pessimo a ballare, Rory »

Un brivido percorre la mia schiena, Elia non mi chiamava così da anni ormai, ma quel nomignolo  pronunciato dalle sue labbra è così soave.

« Non sei poi così male »

Le sue mani scivolano sui miei fianchi e stringe il mio esile corpo fra le sue braccia muscolose.
Siamo così vicini che riesco a sentire il suo respiro e i nostri cuori battere all'impazzata.

È colpa del vino Aurore, non dovevi bere...

In strada ci siamo solo noi e le voci che provengono dai locali sono quasi impercettibili.

« Devi tornare a casa, vero? »

« Si ma vorrei restare qua.. »

Cosa dici Aurore....

Non riesco nemmeno a tenere a freno i miei pensieri, ma è evidente che con lui sto davvero bene.

Il percorso verso casa dura meno del solito, le strade sono quasi completamente vuote ma di notte Parigi è incantevole, sembra più magica e romantica del solito.

« È banale dirti che sono stato davvero bene? »

« Anche io.. »

Gli sussurro mentre cerco di non inciampare mentre scendo dalla moto. Sicuramente mettere le scarpe alte per andare in moto non è stata una delle mie idee migliori ma quando si esce con un ragazzo alto un metro e novanta è d'obbligo slanciarsi un po'.

« Vedo che hai un problema con la mia moto »

Gli sorrido mentre sento le guance andare a fuoco, poi anche Elia scende dal veicolo per potermi salutare.

« Può darsi, però se mi passi a prendere di nuovo giuro che non dico di no »

« Mi stai chiedendo un altro appuntamento, Aurore? »

« Io... »

Sono così agitata che non riesco nemmeno a parlare, non volevo essere così sfacciata..

Elia porta una mano sul mio volto, mi accarezza lentamente mentre sollevo lo sguardo verso di lui. Il suo tocco è così delicato e soffice e lui così dannatamente perfetto che mi incanta.

« Ti va se domani sera ti porto a cena fuori? Non facciamo tardi promesso »

« Beh se mi prometti che non facciamo tardi non posso dire di no»

Gli ripeto con fare scherzoso ma ovviamente era palese volessi uscire con lui.

« Adesso fila a dormire, si è fatto tardissimo »

« Sono in ritardo lo so, mi dispiace tanto ma ti ho portato il caffè e latte ghiacciato come piace a te »

« Due ore di ritardo bella addormentata? Non hai sentito la sveglia? »

« Ero stanchissima non riuscivo ad alzarmi scusami, hai iniziato senza di me? »

« Mi sono portato avanti con il lavoro, un divorzio fra due ricchi milionari, divertente no? »

« Immagino che staranno litigando per chi dovrà tenere la mega villa a Montecarlo »

« E un appartamento da 8 milioni di dollari a New York, una cosuccia da niente »

« E su quell'altro caso invece? Novità? »

« Mmh no.. »

Sta forse sviando??
Ma no Aurore, sei solo tu ad essere terribilmente paranoica.

« Ieri mi hai detto che avevi una pista su quella ragazza »

« Sì, potrebbe appartenere a qualche clan ma non ne so molto, sai che sono completamente estraneo a questo mondo quindi, stavo pensando di ingaggiare un investigatore privato che possa fare il lavoro al posto nostro »

« Sai che è una cosa molto bella? »

« Perché dici così? »

« Faresti di tutto per dimostrare l'innocenza di Mayson, non tutti gli avvocati sono disposti a farlo ed è forse questo che ti distingue da tutti gli altri, è questo che ti fa avere così tanto successo Kaden »

« Cerco solo di fare la cosa giusta »

« Sai che sapevo saresti diventato un avvocato di successo? L'ho capito la prima volta che ci siamo visti in quartiere, anche se eri antipatico »

« Non ero antipatico »

Sbotta divertito facendomi scoppiare a ridere.

« No davvero, eri sempre sulle tue, nemmeno ti eri reso conto che avevo una cotta per te »

« Ehi ehi Aurore Renoire a dodici anni aveva una cotta per me?? »

« Forse non è stata una buona idea svelartelo »

« Beh signorina quando avevi dodici anni io ne avevo diciotto, se avessi ricambiato la cotta ci sarebbe stato qualche problema con la polizia »

Mormora con fare del tutto ironico passandosi una mano fra i capelli e successivamente raccoglie tutti i suoi documenti riponendoli attentamente in una cartellina.

« Per la cronaca non eri l'unica del quartiere che aveva una cotta per me »

«Ma non mi dire »

Kaden ha sempre avuto un suo fascino, sarà stato merito dei suoi occhi magnetici, del suo fisico perfettamente scolpito, del suo carattere divertente, o di tutte queste cose messe insieme, ma Kaden ha sempre attirato tutte le ragazzine del quartiere.

« Anche tua cugina, sai? »

Cosa cosa... la cara vecchia Louise aveva una cotta per Kaden?

« Ma cosa dici »

Esclamo con grande fragore quasi incredula per quella confessione ma proprio in quel momento veniamo interrotti dalla simpatica bibliotecaria pronta a rimproverarci per il trambusto che stiamo facendo.

Il carisma di Kaden fa colpo anche su di lei e ci evita una bella sgridata lunga due ore.

Quando usciamo dalla biblioteca i colori del tramonto ravvivano la città e l'aria inizia a farsi più fresca, fa quasi freddo al punto che Kaden mi poggia la sua giacca sulle spalle.

« Ci sarai anche tu da Noah stasera? »

« Ha organizzato la classica serata pizza e PlayStation? Passo volentieri il turno »

Porta le mani nelle tasche dei pantaloni accelerando leggermente il passo per starmi dietro, dato che procedevo a passo più svelto.

« Meglio che restare con la testa sui libri, no? »

Mi prende in giro come al solito ma infondo mi capisce perché anche lui mette il lavoro davanti ad ogni cosa.

« Non studierò stasera, se proprio vuoi saperlo esco »

« Con Mister sfigato? »

« Non chiamarlo così »

Lo ammonisco severamente e lui solleva le mani imitando un segno di resa e accennando appena un leggero sorriso.

« So che non siete mai andati d'accordo ma è un bravo ragazzo »

Noto un espressione di disappunto sul suo viso ma non risponde. Ogni volta che parliamo di lui improvvisamente Kaden si fredda, cala il gelo fra noi due, ma ormai siamo arrivati a casa e fortunatamente non ci sono silenzi imbarazzanti o situazioni di disagio.

« Grazie mille »

Gli dico sfilandomi la giacca e porgendogliela nuovamente, così la afferra e la poggia sulla sua stessa spalla tenendone un lembo con due dita per non farla scivolare.

« Allora ci sentiamo »

« Certo, sai che mi trovi sempre al solito posto »

Faccio scattare la chiave nella serratura di casa e proprio mentre sto per entrare in casa sento nuovamente la sua voce richiamare la mia attenzione.

« Aurore.. divertiti stasera con Elia »

Gli rivolgo un sorriso accennando un saluto con un gesto della mano prima di chiudermi la porta alle spalle.

Era forse il suo modo per scusarsi con me per averlo offeso?


Eccoci arrivati alla fine del capitolo!!
Scusate se vi ho fatto attendere un po' ma la sessione mi sta togliendo tutto il tempo libero e diventa difficile scrivere.

Scusatemi se ci saranno degli errori ovviamente poi la revisionerò per bene, questa è una storia alla quale tengo davvero molto e per questo sto provando ad aggiornare nonostante i mille impegni.

Ovviamente se la storia vi sta piacendo lasciate una stellina al capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate.

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